mercoledì 9 febbraio 2022

L’eterno conflitto di interessi di Berlusconi che epura Meloni. - Peter Gomez

 

In un Paese come il nostro, in cui quasi tutti fanno i liberali con il fondoschiena degli altri, accade che per giorni una forza politica venga esclusa dalle reti Mediaset senza che nessuno proferisca parola. Davanti ai giornali che raccontano come l’ex Cavaliere si sia adombrato per una frase di Giorgia Meloni (“Non gli devo niente”), e come per questo siano stati annullati molti inviti di esponenti della destra nelle trasmissioni di Rete 4, la politica reagisce con il silenzio.

Stanno zitti quelli che un tempo salivano sulle barricate per condannare il conflitto d’interessi e tacciono ovviamente anche quelli secondo cui il conflitto d’interessi non è mai esistito. L’assordante silenzio dei nostri sedicenti difensori della democrazia ha una spiegazione precisa. E ha poco a che fare con l’egoismo dei vari leader che, sotto sotto, gioiscono per la punizione inflitta a un avversario. Il vero motivo per cui nessuno proferisce verbo è la paura. Il timore, fondato, di subire ritorsioni catodiche se ci si espone troppo.

Per capire cosa rischia chi alza la voce basta sfogliare la collezione dei giornali. Era il 2004 quando, stando alle cronache, il vicepremier del governo Berlusconi, Marco Follini, allora segretario dell’Udc, si mette a battibeccare con il leader di Forza Italia che, dopo l’ennesimo scontro, gli dice “ti faccio sparire e sparare dalle mie tv”. Risultato: Follini scompare e lascia la politica. E gli altri incassano l’avvertimento. La scena si replica, con le opportune correzioni, nel 2018, quando i parlamentari forzisti vanno in delegazione ad Arcore per accusare i conduttori Mario Giordano, Paolo Del Debbio e Maurizio Belpietro di aver dato troppo spazio al populismo finendo così per far vincere Matteo Salvini, che ha sopravanzato Forza Italia nelle urne. Le trasmissioni vengono cancellate. Nessuno però protesta. Non lo fanno i politici, neppure quelli della Lega, e nemmeno i giornalisti che, dal canto loro, sperano di tornare in video forti dei loro buoni ascolti e del mutato quadro politico. Sì, il quadro politico. Perché è proprio Berlusconi a dare l’assenso all’ingresso del Carroccio nel primo governo Conte. Il leader azzurro spera (a ragione) che in questo modo Salvini faccia da tappo alle norme sul conflitto d’interessi promesse dai pentastellati durante la campagna elettorale. Così le trasmissioni riprendono e tutti possono far finta di essere liberi.

Intendiamoci, un editore ha tutto il diritto di stabilire cosa mandare o non mandare in onda. E allo stesso modo, visto che ci mette i soldi, ha pure il diritto di stabilire assieme ai suoi direttori la linea politica delle sue testate. Ma il gioco è pulito e alla luce del sole se l’editore fa solo l’editore. Se invece è pure un politico, l’informazione si trasforma, quando serve, in propaganda. Cioè non sempre, ma solo al momento opportuno.

Visto che le cose stanno in questo modo, non ci si deve stupire se pure Giorgia Meloni, dopo essere stata bandita, ha subito cambiato registro. Non ha alzato la voce, ma ha parlato di “incomprensioni”. Poi si è messa a elogiare Berlusconi, che “è stato un gradissimo presidente del Consiglio” capace di “assicurare all’Italia l’autonomia energetica grazie ai suoi rapporti con Russia e Libia”. Così il sovrano, pardon il presidente, ha dimenticato e perdonato. E lei è stata riammessa in tv (a corte si vedrà).

Non so a voi, ma a me viene in mente Charles Baudelaire quando diceva che “il più grande trucco del diavolo è far credere che non esiste”. Come il conflitto d’interessi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/09/leterno-conflitto-di-interessi-di-berlusconi-che-epura-meloni/6486958/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2g0QeszDTiJ6Fvogk-VRfj0BhdtLSLmyJhi6Sbw_9BgtMXnrNN9ZYpTHc#Echobox=1644398728

martedì 8 febbraio 2022

Tutti a casa!

 

Facendo un'attenta analisi della situazione attuale nella quale ci troviamo, ci rendiamo conto del fatto che il governo, scevro da qualsiasi problema, nugolo di incapaci, sprovveduti, impreparati, stia dicendo da giorni che adotterà qualche risoluzione per porre un argine al danno provocato dell'aumento del prezzo energetico, ma, ad oggi, non ha fatto un'emerita cippa.

E noi, che siamo quelli che pagano tutto: i rincari delle nostre bollette energetiche che va sommato al rincaro dei costi di produzione di ciò che compriamo, quanto dobbiamo aspettare perchè il governo si muova in nostro favore?

Stanno tirando troppo la corda, forse vogliono una rivoluzione...

Governandoci malissimo, ci hanno messo sulle spalle un debito inestinguibile, e sono tranquilli, loro, gli incapaci che conducono una vita lussuosa a spese nostre e se ne fregano altamente se a noi manca tutto...

Dovremmo mandarli tutti a casa, levando loro lo scettro del comando, a patire le stesse pene che ci somministrano giornalmente.

cetta

Strano...

 


Strano, i giornali che scherniscono Conte, persona onesta e preparata, non si siano mai sognati si denigrare e schernire il bassotto incerumato, tuppettato, dotato di pompetta c. tecnologica, con il vizietto dei bunga-bunga e, (diciamocelo!) sporco dentro e fuori...

Chissà perchè.....
La filosofia e la psicologia potrebbero darci qualche spiegazione: Conte li metterebbe a tacere, il bassotto li coprirebbe d'oro...

cetta

TU QUOQUE . - Rino Ingarozza

Allora, ne ho sentite di tutti i colori.

Che è una cosa di qualche mese fa, che è una cosa non solo contro Conte, che è colpa dei soliti che vogliono colpire il Movimento e i boccaloni ci credono e, ovviamente, colpa dei giornali, che è diventato l'alibi a cui aggrapparsi per ogni cosa.
Mi dite cosa diavolo c'entra se è una cosa di uno, di due, sei o dodici mesi fa?
Vedete sempre dei poteri occulti che tramano contro.
Sono stati i poteri occulti o i giornali a rivolgersi addirittura ad un tribunale per rendere nulla l'elezione di Giuseppe Conte a Presidente del Movimento?
È stato Satana, Freddy Krueger o Jack lo squartatore oppure componenti dello stesso Movimento 5 stelle a fare questo?Chi è stato?
E basta difendere l'indifendibile.
La verità è che si vuole fare fuori Conte. Questo è.
Si trama alle sue spalle. Non è il primo episodio e non sarà l'ultimo.
Ma davvero credete che è stata una mossa soltanto degli attivisti? Davvero credete che non ci sia nessuna regia interna?
E non mi interessa chi sia. Se la regia è di uno, due, dieci o cento. La regia, la direzione d'orchestra c'è di sicuro.
Non ci vuole una mente sovrumana a capire che i problemi nel Movimento sono essenzialmente due: Il primo è il dimezzamento dello stipendio, che ha causato parecchi fuoriusciti (che se non ci fossero stati avremmo ancora il Governo Conte 2) e il secondo è il secondo mandato.
Certo, poi ci sono i duri e puri che sono stati allontanati per altri motivi. Ma questo è un altro discorso.
Manca un anno alle nuove elezioni e molti hanno fatto la bocca alla "pecunia facile" e il culo alla poltrona vellutata del Parlamento.
E l'integrità morale di Giuseppe Conte rappresenta un problema, un ostacolo per il terzo mandato o anche più.
Giuseppe Conte ha aperto a "qualche deroga" ma "qualche" non riguarda, ovviamente, tutti.
Io sono per mantenere i due mandati, con deroghe per chi si è maggiormente distinto (con voto della base su proposta del Presidente) nella legislatura, per attaccamento e energie profuse in favore del Movimento.
La fine di questa legislatura volge al termine e si stanno serrando i tempi e molti hanno paura di perdere lo stipendio facile. Hanno dovuto subire già la decurtazione, ora si chiede loro di rinunciare anche a quello. Volete che ci rinuncino senza battere ciglio?
Ovviamente questo non riguarda tutti e ci mancherebbe altro, ma molti di quelli che sono al secondo mandato, questo problema se lo pongono. I Parlamentari del Movimento non sono mica stati scelti nel "pianeta dei puritani".
Giuseppe Conte è stato eletto col 93% dei consensi, quindi quelli che si sono appellati per un cavillo, non lo hanno fatto solo contro Conte ma contro tutta la comunità 5 stelle. Non può vincere sempre la minoranza.
È chiaro che ai "'pianificatori" di Un'Italia controllata dalla finanza e da Confpigliatutto non gli sembra vero che i nemici del progetto si facciano una guerra intestina. Non gli sembra vero che l'unico ostacolo al loro progetto, in atto da un po' di tempo e cioè Giuseppe Conte, venga contestato al suo interno. Venga delegittimato dai suoi stessi sostenitori.
Ma è colpa nostra e non dei poteri occulti. Quelli sfruttano la situazione. È ovvio.
Ho chiesto a Conte di mollare questo covo di vipere e di direttori d'orchestra stonati, per questo motivo, per lanciare un messaggio "'io non mollo, vado avanti anche senza appoggi" ma, ovviamente, lui non mi ascolterà, ma il messaggio è lo stesso. Lo ha lanciato chiaramente ieri sera in un altro covo di vipere, in TV. Ma questo non è un problema per lui. Sa bene come annientare quel tipo di veleno. Sono i morsi interni che magari non si aspettava. O forse si. Sono quelli che fanno male.
Io continuo a pensare che sia la soluzione migliore. Nel Movimento attuale l'invidia è galoppante. Nel Movimento attuale non è visto di buon grado un uomo amato dal popolo. Non si capisce che Giuseppe Conte non è un tiranno e che è disposto ad ascoltare tutti e che Bruto ha già fatto danni, duemila anni fa e non è il caso che la storia si ripeta.
Rino Ingarozza (Fb 08/02/2022)

M5s, Grillo: 'La situazione è complicata, ma le sentenze si rispettano'.

 

Dopo la decisione del Tribunale di Napoli.


"A seguito dell'Ordinanza del Tribunale di Napoli", "ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021.

Le sentenze si rispettano.

La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata". Lo scrive sui social Beppe Grillo in riferimento alla situazione del Movimento 5 Stelle.

"In questo momento non si possono prendere decisioni avventate. Promuoverò un momento di confronto anche con Giuseppe Conte. Nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire", ha scritto Grillo sui suoi canali social facendo riferimento alla situazione dei 5 Stelle.

Un partito a guida congelata. Tecnicamente esce così il M5s dalla decisione del Tribunale di Napoli che ha disposto la sospensione dello statuto ratificato il 3 agosto e la nomina di Giuseppe Conte come presidente, arrivata due giorni dopo. Una novità che accelera le spinte caotiche interne al Movimento (e aumenta le preoccupazioni degli alleati dem), dove da settimane si assiste a uno scontro totale fra Luigi Di Maio e lo stesso Conte che, però, ovviamente continua a tenere il volante stretto fra le mani: "La mia leadership non dipende dalle carte bollate". E annuncia a stretto giro una nuova votazione sulle modifiche allo statuto, già necessarie dopo la bocciatura di dicembre della Commissione di garanzia per gli statuti e la trasparenza dei partiti politici, aprendo la consultazione anche agli iscritti con meno di sei mesi di anzianità, ossia il vulnus su cui si basava il ricorso vinto a Napoli da tre attivisti.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/02/08/grillo-situazione-complicata-ma-sentenze-si-rispettano_16190831-1283-40ff-86ee-3a6905a7c0d6.html

Meta minaccia l’UE: “Chiudiamo Facebook e Instagram”. Ma il ricatto è un altro. - Giovanni De Palma

 

La “minaccia” è solo l’ultimo atto del braccio di ferro tra Facebook e l’Unione Europea. Ma non è questione di Facebook: è in gioco il futuro.

Mark Zuckerberg minaccia di chiudere Facebook (e Instagram) nei Paesi dell’Unione Europea qualora quest’ultima non dovesse cambiare le regole sul trasferimento transatlantico dei dati.

Lo scorso 11 settembre il Garante per la privacy irlandese ha stabilito infatti il che meccanismo di trasferimento dei dati di Meta tra Europa e Stati Uniti non può essere usato: un’azione epocale, la prima di questo genere.

Pensate cosa potrebbe succedere se ciò dovesse avvenire: milioni di persone che lavorano con questi social rimarrebbero senza lavoro, migliaia e migliaia di aziende che hanno investito cifre importanti in queste piattaforme sarebbero costrette a chiudere, migliaia di persone si troverebbero a dover orientare il proprio business su altri canali (e ad oggi non esiste nulla di simile che possa sostituire quelle piattaforme).

È solo una minaccia, potremmo pensare.

Ed è così, per ora. Peraltro non è la prima di questo genere, Zuckerberg ha paventato questa soluzione draconiana anche due anni fa.

Semplicemente, non è questo il punto. Ciò che conta è che un privato cittadino possa, con una sua dichiarazione, di colpo porsi come una minaccia di 28 Paesi, o se preferite di un intero continente. Non è cosa da poco.

Il secondo pensiero che potremmo avere è “lo Stato potrebbe creare un’altra piattaforma in sostituzione a quelle di Meta”. Beh, non è così semplice: ci vorrebbe molto tempo. E poi quale Stato la creerebbe? La Cina ha potuto fare una mossa simile per la grandissima popolazione che detiene e per la coesione sociale basata su uno Stato che è prima di tutto una “civiltà” di quasi 1 miliardo e mezzo di persone.

Forse questa notizia dovrebbe farci aprire un ragionamento sul mondo che abbiamo creato e su dove vogliamo andare. Non si tratta solo di Facebook o di Instagram, non è una questione di una singola azienda, ma del sistema-mondo che abbiamo costruito in questi anni, in questi decenni. Del rapporto stesso che le grandi aziende, specie le Big della tecnologia, stanno avendo nei confronti degli Stati “tradizionali”. Un rapporto che, tra il battere moneta e il costruire mini città-Stato, potrebbe diventare esso stesso la vera, grande minaccia di questo secolo.

Serve riflettere.

L’AUTORE

Giovanni De Palma, laureato in Lingue, lettere e culture comparate (inglese e giapponese); e in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa con focus sul Giappone (con tesi sulla strategia di sicurezza nazionale del Giappone di Abe); Master SIOI in Studi Diplomatici e Politici. Iamatologo e Orientalista. Si occupa di comunicazione social e political advisoring.

https://beppegrillo.it/meta-minaccia-lue-chiudiamo-facebook-e-instagram-ma-il-ricatto-e-un-altro/

Non hai vinto, ritenta. - Marco Travaglio

 

Il Carnevale di Rio per la bizzarra ordinanza del Tribunale civile di Napoli sul nuovo statuto 5Stelle e sull’elezione di Conte a presidente è fortemente esagerato, come disse Mark Twain alla falsa notizia della sua morte. E vien da domandarsi se non si siano ancora stufati gli “esperti” che da 13 anni, dalla nascita del M5S, ne annunciano il decesso, salvo poi scoprire che il funerale è sempre rinviato a data da destinarsi. Non c’è elezione rionale, scaramuccia, scandaletto, sondaggio, congiuntivo sbagliato che non inneschi infiniti necrologi sulla dipartita dei “grillini” che dicevano vaffa, volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, dicevano no a tutto, non si alleavano con nessuno, credevano nei clic e giù col pilota automatico dei luoghi comuni. Da quando poi han trovato Conte, prima premier e poi leader, giù a ridere sull’avvocato del popolo, l’azzeccagarbugli, il democristiano con la pochette, il figlio di nessuno (nel Paese dei figli di papà e del lei non sa chi sono io). Eppure non sono bastati ad affossarlo i conticidi Salvini, Innominabile, SuperMario, Grillo, Di Mario, Confindustria, giornaloni. I morti presunti sono sempre lì, fra il 15 e il 16% nei sondaggi, nel momento più difficile della loro storia, a una manciata di punti da quelli bravi. Il putribondo “Giuseppi” è sempre primo fra i leader politici. E chi dovrebbe capire l’Italia per raccontarla non si domanda mai il perché, per non ammettere di avere sbagliato tutto. A furia di demonizzare il reddito di cittadinanza, il decreto Dignità, la Spazzacorrotti, la blocca-prescrizione, il taglio dei parlamentari e dei vitalizi, il cashback, il superbonus, le manette agli evasori, lor signori non si rendono conto che è per tutto ciò, oltreché per l’onestà personale e la sintonia con le persone, che un movimento così scombiccherato e lacerato non passa di moda. E che Conte viene ricordato dalla gente come colui che ha affrontato la pandemia senza dividere gl’italiani fra buoni e cattivi, spiegando ogni sera le proprie scelte: l’opposto dei fenomeni che si sono seduti alla tavola imbandita (da lui) con i 209 miliardi del Recovery Fund e i vaccini già comprati e programmati.

Se ora questi geni pensano che dove hanno fallito loro riusciranno le scartoffie di un tribunale incompetente (territorialmente), resteranno delusi un’altra volta: ripetendo la votazione sospesa dai giudici e allargandola agli 81mila iscritti più recenti, il plebiscito pro Conte si moltiplicherà. Proprio quando la Banda Larga puntava tutto sul neo-amico Di Mario per la soluzione finale. Visti i risultati ottenuti parlandone male, gli aspiranti killer dei 5Stelle potrebbero iniziare a parlarne bene. Magari funziona.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/08/non-hai-vinto-ritenta/6485577/