Da qualche settimana, com’era prevedibile, l’argomento di cui si discute di più a Marsala è la raccolta differenziata “porta a porta”.
Un’innovazione non da poco nelle abitudini di una comunità, che dopo un promettente inizio – nella seconda metà degli anni Novanta – si era completamente disinteressata alla sorti dei rifiuti “nobili”, raggiungendo una percentuale di differenziata di poco superiore al 5%. Adesso, dopo rinvii, ritardi e contenziosi, tutti i nodi che hanno bloccato l’ATO “Terre dei Fenici” si sono finalmente sciolti. E la società Aimeri Ambiente, che si è aggiudicata la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti, ha cominciato ad operare sul territorio con i propri mezzi e il proprio personale, assorbendo anche disoccupati e precari comunali. Molto si è discusso in questi giorno sull’effettivo funzionamento del servizio e sui necessari tempi di rodaggio. Poco si è detto invece sulla Aimeri e sui suoi legami con il mondo politico, che rimandano al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. L’azienda in realtà, nasce a Cuneo nel 1973, specializzandosi nel settore dell’igiene urbana. Per anni ha fatto parte della grande famiglia Enel, che ha poi dismesso il ramo rifiuti. Del 2004 è invece l’acquisizione da parte del Gruppo Biancamano, una società di partecipazioni controllata dai fratelli Giovan Battista e Pier Paolo Pizzimbone, che dopo un passato nel mondo dell’edilizia, nel 1996 individuano nello smaltimento dei rifiuti un nuovo business, andando a dirigere la Ponticelli srl, un’azienda di Imperia nata nel 1970, controllata da una decina di soci e specializzata nello smaltimento dei rifiuti con un bacino di utenza di 44 Comuni della zona. Il volume di affari cresce di anno in anno, finchè i fratelli Pizzimbone non decidono di ampliare il loro raggio d’azione, costituendo nel 2004 il Gruppo Biancamano, una holding di partecipazioni nell’ambito dell’igiene ambientale che attraverso l’acquisizione della Ponticelli srl – specializzata nello stoccaggio di rifiuti - e della Aimeri Ambiente – che si occupa dell’igiene urbana – è ormai diventato uno dei più importanti operatori nazionali del settore con 1400 dipendenti, 1250 automezzi industriali e un fatturato di circa cento milioni di euro l’anno. Una realtà che dopo la quotazione in borsa del 2007 è destinata a crescere ulteriormente con l’acquisizione del ramo servizi ambientali di un altro colosso del settore, la Manutencoop di Bologna. Senza contare i nuovi scenari che si stanno delineando persino in Libia, con un appalto di 520 milioni per l’igienizzazione di Bengasi, già definito il primo grande affare successivo agli accordi del 2008 tra Gheddafi e Berlusconi. E tra gli interessi dei Pizzimbone c’è però anche la politica. Il fratello minore, Pier Paolo, oltre ad essere spesso presente sulle pagine dei rotocalchi che per le sue love story con alcune starlette del mondo dello spettacolo (da Stefania Orlando a Barbara D’Urso), è considerato uno dei pupilli di Marcello Dell’Utri. Proprio nel 2004, fondò assieme al fratello il “circolo di Imperia”, un’associazione culturale promossa dal senatore del Pdl, intensificando negli anni il proprio impegno a fianco dell’ex presidente di Publitalia. Nel 2007 Pier Paolo Pizzimbone arrivò ad inaugurare 33 Circoli della Libertà in Liguria, guadagnandosi l’anno successivo una candidatura alle Politiche nelle liste del Pdl nella circoscrizione Sicilia 2. Un impegno che non ha portato all’elezione, anche se la Sicilia si è comunque trasformata negli ultimi anni in un’autentica miniera per l’Aimeri Ambiente, che negli anni scorsi si è aggiudicata la gestione dei rifiuti a Gela, Caltagirone e nell’ATO CT 2 e 5. In molti casi, così com’è successo anche per l’ATO “Terre dei Fenici”, è stata anche l’unica azienda a presentarsi alla gara d’appalto. Una circostanza che ha suscitato l’allarme del sindaco di Gela Rosario Crocetta, anche per la modesta entità del ribasso (pari allo 0.1%) e che ha dato inizio a una lunga diatriba con il Gruppo, ancora lontana da un’effettiva conclusione. Nei giorni scorsi, nel frattempo, i fratelli Pizzimbone sono stati chiamati in causa da un articolo del quotidiano La Stampa, in cui si ipotizzavano reati ambientali nella gestione della discarica di Ponticelli. Un’accusa a cui i dirigenti del Gruppo Biancamano hanno risposto sottolineando la correttezza del proprio operato, ma tuonando anche contro le eccessive attenzioni riservate alle loro attività da parte della Procura della Repubblica di Imperia, convinti di aver subito in questi anni un autentico “accanimento giudiziario”. Una risposta che con ogni probabilità sarebbe piaciuta anche a Marcello Dell’Utri.
http://a.marsala.it/rubriche/rassegna-stampa/10630-quel-filo-che-lega-aimeri-a-dellutri.html