
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 16 maggio 2011
Ai seggi con Paperino e il cane tra brogli, risse e foto proibite. - di Felice Manti

domenica 15 maggio 2011
Elezioni amministrative a Napoli: i dati in tempo reale.
INTIMIDAZIONI A MATERDEI – Situazione poco tranquilla anche in altri quartieri di Napoli, come l’Avvocata e il rione Materdei. Secondo Maria Grazia Pagano, presidente del Pd Campania, “persone dentro e fuori le sedi elettorali tentano di condizionare il voto con atteggiamenti intimidatori. Ho prontamente fatto le dovute segnalazioni. Chiedo alle forze dell’ordine, al questore Merolla e al prefetto De Martino, di intensificare i controlli per garantire una serena partecipazione al voto”.
NAPOLI: VOTO CONDIZIONATO ALLA MARIANELLA – Nel primo pomeriggio giungono alcune polemiche riguardo presunte intimidazioni agli elettori che si recano alle urne. Il primo a denunciare la situazione è Nello Formisano, segretario regionale di Italia dei Valori: “Centinaia di galoppinì elettorali accompagnavano fin quasi dentro i seggi i poveri elettori cercando di condizionarli. È avvenuto stamattina nelle scuole elementari di Marianella, a via Ramaglio e via dell’Abbondanza”. La situazione sembra però essere risolta. Formisano continua, infatti, con un ringraziamento al prefetto, “intervenuto, non appena informato di quello che avveniva, per ripristinare modalità serene di partecipazione al voto”.
AFFLUENZA ALLE 12: NAPOLI CALA, SALERNO AUMENTA – Napoli vede abbassare la soglia degli elettori di un punto percentuale rispetto alla scorsa tornata, fermandosi al 12,19%. A Salerno, invece, i votanti aumentano: si passa dal 12,12 delle precedenti elezioni all’attuale 13,70, registrato sempre a Mezzogiorno. Anche Caserta registra un lieve aumento, mentre Benevento, come Napoli, cala di un punto rispetto alla precedente votazione.
MORCONE NON PUÒ VOTARE – Il candidato di Pd, Sel e Verdi, Mario Morcone, non ha potuto votare perché, pur residente a Napoli, non è ancora iscritto alle liste elettorali della città. Ciò non gli ha comunque impedito di accompagnare la famiglia al seggio e rilasciare le sue dichiarazioni. Anche per lui, come per de Magistris, si prospetta una giornata di relax: “Andrò in giro, verso il Duomo, magari per una visita al Museo Madre o al Museo di San Gennaro, posti straordinari che ho piacere a rivisitare. Nel pomeriggio passeggerò per il centro antico, e stasera farò una corsa a Roma per il cambio di stagione, per procurarmi qualcosa di più leggero”.
VOTANO ANCHE PASQUINO E LETTIERI – Il candidato del Terzo Polo, Raimondo Pasquino, ha votato alle ore 10 al liceo classico Sannazaro. All’uscita dal seggio ha dichiarato: “Siamo convinti che i cittadini abbiano compreso il nostro messaggio, speriamo di avere una risposta positiva dalla città”. Un’ora dopo, alle 11, Gianni Lettieri è arrivato alla scuola media Carlo Poerio, al Corso Vittorio Emanuele, per esprimere la sua preferenza: “Lavorerò con il mio comitato, con i ragazzi che mi stanno affianco, e sin da domani mattina sarò con loro magari incominciando a ragionare se bisognerà andare al ballottaggio. In tal caso, siamo pronti a impegnarci per altri 15 giorni”.
DE MAGISTRIS, PRIMO CANDIDATO AL VOTO – Primo fra i candidati a recarsi alle urne è stato Luigi de Magistris. Alle 9 e 30, l’ex pm ha raggiunto la scuola media “Belvedere”, nell’omonima via del quartiere Vomero. “Sono molto sereno – ha dichiarato all’uscita dal seggio – ho visto grande entusiasmo, passione e voglia di riscoprire la politica da parte della cittadinanza. Adesso mi godrò finalmente un giorno di riposo – conclude il candidato – dopo 40 giorni di intensa campagna elettorale. Attendiamo domani il risultato, che secondo me sarà storico per Napoli".
NAPOLI: I CANDIDATI – Una città stremata e disillusa quella che arriva alle elezioni amministrative. A Napoli è forte il sentimento dell’antipolitica, alimentato da collusioni camorristiche, montagne di rifiuti, tagli a cultura e trasporti, scandali finanziari. Una città dove fare il sindaco, al giorno d’oggi, sembra essere più una condanna che un privilegio. A raccogliere la sfida sono in 10: Gianni Lettieri per il Pdl, Mario Morcone per Pd e Sel, Luigi de Magistris con Idv, Raimondo Pasquino con Fli e Udc, Clemente Mastella con l’Udeur, Roberto Fico con il Movimento 5 Stelle, Raffaele Di Monda con Pin, Vittorio Lamberti del Movimento Sociale (ex Fiamma Tricolore), Giuseppe Marziale e Ciro Formisano, entrambi appartenenti alle liste di estrema Sinistra.
http://www.campaniasuweb.it/story/elezioni-amministrative-napoli-i-dati-tempo-reale
Minetti 'premia' le donne e la folla la contesta...

Un centinaio di persone si sono radunate a Sedriano, nel Milanese, per protestare contro la presenza del consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti a un concorso per premiare 'La creatività delle donne della Provincia di Milano', dove è stata invitata dal Comune come madrina.
I manifestanti hanno portato cartelli con scritte come «Minetti madrina delle donne, no grazie», «Facciamo Olgettina a Sedriano?». Uno striscione è stato appeso anche sul balcone dell'abitazione di fronte alla sala comunale in piazza del Seminatore dove è in corso la premiazione e i manifestanti hanno gridato «Vergogna» all'arrivo del consigliere regionale. «La protesta è nata spontanea dall'indignazione per un invito che in questo momento ci sembrava inopportuno - ha spiegato il segretario del Pd locale Atos Barbieri -, non voglio entrare nella logica dei giudici, ma bisognava evitare che proprio la Minetti premiasse i vincitori di un concorso al femminile». Nel comune del Milanese, amministrato da una coalizione di Lega Nord-Pdl, è stata varata anche un'ordinanza molto dura nei confronti della prostituzione, che punisce i clienti con il sequestro dell'auto e una multa da 500 euro.
I manifestanti che si sono radunati a Sedriano (Milano) per protestare contro la presenza di Nicole Minetti alla premiazione di un concorso, hanno accolto con fischi e slogan come «Vai all'Olgettina» il passaggio del consigliere regionale, che ha lasciato la sala dove si è tenuta la cerimonia. Nicole Minetti, invitata dal Comune di Sedriano, ha premiato le donne che si sono distinte durante l'anno per l'attività imprenditoriale. «Ho ricevuto un'accoglienza bellissima, mi sono sentita in mezzo ad amici», ha provato a glissare il consigliere regionale, che però ha preferito non commentare le proteste.
«Fino a quando una persona non è condannata per noi è innocente e ha il diritto di partecipare a cerimonie pubbliche senza essere attaccata», ha commentato il sindaco Alfredo Celeste, insegnante di religione, che presiede una giunta dove tre assessori su sei sono donne. «Sono state proprio le donne a chiedere di invitare la Minetti alla cerimonia - ha concluso - perché a causa delle vessazioni che sta subendo rappresenta il riscatto della condizione femminile, e anche per dare risalto alla manifestazione».
«Vieni da me, ho la neve»: Don Riccardo e le trasferte nelle saune a Milano.

«Passa da qui mi sento tanto solo» E il ragazzino, per gli inquirenti in stato di soggezione, andava in parrocchia.
Una personalità forte quella di don Riccardo, un cinquantenne energico e atletico, testa rasata, pizzetto che, tolto l'abito talare, si trasformava.
La sua, dalle carte dell'inchiesta, sembra essere stata una doppia vita: don Riccardo andava a Milano, lontano dalla parrocchia e dal quartiere operaio dove tutti lo conoscono come un sacerdote impegnato e gentile. Anche se c'è chi sussurra che sembrava «troppo sportivo» e non vuole aggiungere di più. Sportivo sì, don Riccardo lo era, tanto che la sua meta preferita a Milano erano le palestre ed è proprio partendo da un'indagine dei Nas sull'ambiente di palestre e saune, dove si sospettava un giro di anabolizzanti e stupefacenti, che l'autorità giudiziaria è arrivata al sacerdote. La sua utenza telefonica è incappata nelle intercettazioni cui erano sottoposti alcuni «soggetti» giudicati interessanti dagli investigatori. Quando l'utenza è stata collegata al nome di don Riccardo si è aperto uno scenario inaspettato: l'accusa parla di cessione di cocaina a diversi ragazzi in cambio di incontri a sfondo sessuale.
Ma è quando gli investigatori individuano M. e le pressioni che don Riccardo avrebbe esercitato sul sedicenne che scatta l'arresto. Se ci sono altri minorenni coinvolti è quello che le indagini stanno cercando di accertare. Intanto gli atti dalla Procura di Milano sono stati tramessi a quelli di Genova.
Erika Dellacasa, Michele Focarete
L’Italia promette soldi al Fondo per la lotta contro l’Aids. Poi non li dà ed è estromessa. - di Carla Rumor
Il nostro è l’unico paese a non aver versato la quota all'organizzazione che investe in progetti contro Hiv, malaria e tubercolosi. Non ha dato né i 160 milioni di dollari annunciati da Berlusconi per il 2009, né i 183 milioni per il 2010. E l'insolvenza è costata il posto nel consiglio di amministrazione
L’organizzazione, con sede a Ginevra, è un partenariato internazionale che si occupa di raccogliere e distribuire risorse per prevenire queste tre malattie con oltre 600 progetti in 140 paesi del mondo. Dicono che sia un vero peccato per l’Italia, che è stato il paese promotore del Fondo al tempo del G8 di Genova.
Nel 2009 all’Aquila, sempre in occasione del G8, il presidente del Consiglio dichiarò durante la conferenza stampa del secondo giorno di lavori che era stato lui a volere fortissimamente l’organizzazione ginevrina. ”Il nostro Paese – disse – è in leggero ritardo nel versare i soldi al Global Fund, ma entro il prossimo mese verseremo 130 milioni di dollari a cui ne aggiungeremo altri 30″.
Quei soldi non sono mai arrivati. E a quei 160 milioni di dollari che Silvio Berlusconi prometteva (una cifra fra l’altro che non corrispondeva a quanto promesso dall’Italia, che, secondo fonti del Fondo globale, aveva previsto per il 2009 una donazione di circa 183 milioni di dollari) si sono aggiunti altri 183 milioni per il 2010. In totale, mancano all’appello circa 366 milioni di dollari, oltre 240 milioni di euro.
Degli oltre 40 paesi donatori (a cui vanno aggiunte associazioni come quelle che fanno capo a Bill Gates e a Bono Vox) l’Italia è l’unico a non aver ancora versato la quota del 2009. Per quell’anno un miliardo di dollari è arrivato dagli Stati Uniti, 400 milioni dalla Francia, 184 dalla Gran Bretagna, 57 dalla Russia. Le stesse cifre più o meno sono state donate l’anno successivo: Australia, Belgio, Olanda, Cina, India, Giappone, Kuwait, Polonia, Romania, Sud Africa, Tailandia, solo per citarne alcuni, tutti i donatori hanno rispettato i loro impegni internazionali. Mancava di nuovo l’Italia, nel 2010 in compagnia del Portogallo, sull’orlo del tracollo finanziario.
“Essendo uno dei paesi promotori, spero davvero che l’Italia possa continuare a supportare il Fondo sia politicamente che finanziariamente – dice il presidente del Fondo Michel Kazatchkine -. E’ vero che a causa delle recenti sfide economiche, l’Italia ha avuto delle difficoltà a mantenere le promesse, ma spero vivamente che si possa trovare una soluzione”.
La cosa peggiore, aggiunge Stefan Emblad, responsabile della gestione delle risorse del Fondo, è che l’Italia non è riuscita a fare nessuna promessa per il periodo 2011-2013. “A ottobre al quartier generale dell’Onu di New York, si è tenuta la conferenza del Fondo presieduta dal segretario generale Ban Ki-moon - spiega Emblad-. Un appuntamento che ogni tre anni riunisce tutti i paesi donatori che in quell’occasione dichiarano con quale cifra si impegnano a sostenere i progetti da realizzare nel triennio successivo. Ebbene, nessuna promessa è arrivata dall’Italia”.
Se da un lato è meglio non promettere se poi bisogna disattendere, dall’altro, il fatto di avere completamente disatteso gli impegni e aver fatto scena muta sul futuro, ha causato la perdita del seggio. “A seguito della discussione fra i paesi membri si è deciso di sostituire nel consiglio di amministrazione l’Italia con la Francia, uno dei paesi più generosi, insieme agli Stati Uniti – ha detto Embland -. Di certo continueremo a dialogare con il ministero, ma credo che ci sia un impasse politico in Italia oltre che una generale mancanza di soldi”.
“Ma quei soldi sono davvero necessari per portare avanti altri progetti. Per dare un’idea di come opera il Fondo – ci spiega Embland – con circa 100 milioni di dollari (67 milioni di euro circa) il Fondo Globale può finanziare programmi annuali in cui fornisce farmaci antiretrovirali a 92mila persone affetta da Hiv, prevenendo 10mila morti l’anno, fornisce profilassi a 13mila donne sieropositive incinta per evitare la trasmissione madre-figlio, distribuisce oltre due milioni di zanzariere per proteggere le famiglie dalla malaria, medicine per oltre un milione di malati di malaria e cure per 83mila persone malate di tubercolosi”.
Il che vuol dire lottare contro malattie che limitano la possibilità di crescita economica e sociale di un paese e contribuire allo stato di salute del pianeta. Eppure i fondi non bastano mai. “Servirebbero oltre 15 miliardi di dollari per il triennio a venire – aggiunge il presidente Kazatchkine -. I donatori che si sono incontrati a New York ne hanno assicurati circa 11,7, una cifra che conferma la fiducia che i paesi hanno nel Fondo ma che purtroppo non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi e debellare le tre malattie. Personalmente, continuerò instancabilmente nel mio sforzo di cercare risorse addizionali al Fondo per contribuire anche al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio (otto traguardi di sviluppo che i membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere entro il 2015, ndr)”.
Ecco perché la donazione dell’Italia è così importante, soprattutto se si pensa che a luglio Roma ospiterà dopo vent’anni anni la Conferenza mondiale sull’Aids, dove sono attesi scienziati ed esperti internazionali, rappresentanti del mondo politico ed economico che affronteranno anche il tema dell’accesso alle cure nel sud del mondo, nell’anno del trentesimo anniversario della scoperta del virus dell’Hiv.
Come paese ospitante sarà il primo ministro a fare gli onori di casa. Già nel 2000 Berlusconi parlò di Aids, a bordo della nave Azzurra, sulla quale fece la crociera elettorale lungo le coste italiane. Sui malati raccontò una barzelletta.
Regione autonoma della Sardegna - Elezioni e referendum.
Referendum 2011: in Sardegna si vota insieme alle amministrative per il consultivo sul nucleare.

Mentre tutta l'Italia, come abbiamo visto, rimane in attesa della decisione della Cassazione per sapere se alle urne del 12/13 giugno dovrà esprimersi anche per il nucleare, c'è una Regione, la Sardegna, in cui non solo è certo che si voterà sull'atomo, ma avverrà già questo week end in concomitanza con le elezioni amministrative.
Si tratta di un referendum consultivo (e non abrogativo come quello nazionale) popolare regionale che chiederà al popolo sardo se è favorevole o meno all'installazione in Sardegna dicentrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive rispondendo SI o NO a questo quesito:
"Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?"
L'accorpamento del referendum consultivo alle amministrative è stato indetto con Decreto n.1/E del 30 Gennaio 2011 e successivo Decreto di revoca n. 36 del 21 Marzo 2011 dal Presidente della Regione Sardegna che ha fissato la nuova data di svolgimento nei giorni 15 e 16 maggio 2011, gli stessi delle elezioni amministrative.
“Dalla Sardegna arriverà un segnale importante per tutto il Paese. Proprio alla vigilia della discussione alla Camera del dl omnibus col quale il governo vuole fermare, ma solo per un po’, i programmi nucleari” così il Comitato Vota Sì per fermare il nucleare sottolinea il valore della consultazione: “ Invitiamo tutti i cittadini sardi ad andare a votare e ad esprimersi contro il ritorno all’atomo – si legge in una nota – perché è un diritto, loro come di tutti gli italiani, far sentire la propria voce su un tema che investe il loro futuro, quello dei loro figli, il destino energetico e anche industriale dell’Italia. Sarà l'occasione per dare un segnale importante a tutto il paese".
Un diritto, protestano le oltre 80 associazioni che animano il Comitato, “contro il quale sono in corso manovre truffaldine". In primis quella contenuta nel decreto Omnibus, all'esame dell'Aula della Camera il 17, che prevede lo stop a tempo del programma atomico nazionale. "E’ necessario andare tutti a votare e bocciare il nucleare, dunque - è l'appello del Comitato Vota Sì per fermare il nucleare - per far capire a chi vuole togliere ai cittadini il diritto di parola che gli italiani il nucleare non lo vogliono, e che non cambieranno idea tra qualche mese o qualche anno”.
Ricordiamo che il referendum consultivo per essere valido basta che riesca a raggiungere il quorum quorum del 33% e non del 50% + 1 come nel caso dei referendum abrogativi.
Che il popolo sardo riesca allora attraverso questo referendum ad esprimere una volontà che siamo sicuri sarà rappresentativa di tutta l'Italia.
Simona Falasca
http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/4835-referendum-2011-nucleare-sardegna