giovedì 22 settembre 2011

L’Islanda si libera del Fondo monetario internazionale.





L'Islanda è fuori dal Fondo monetario internazionale.
La Nazione-isola del Nord Europa si sta riprendendo dalla crisi economica indotta dal monetarismo usuraio internazionale e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce, Fmi o Banca Mondiale, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione, e un coinvolgimento dell’opinione pubblica nazionale tra le più alte d’Occidente.
Anzi, dopo circa tre anni di aut aut rigettati dal popolo islandese attraverso un referendum e una Assemblea Costituente, il Fondo Monetario Internazionale e l’Islanda hanno preso strade diverse.
In tempi di presunti salvataggi nazionali portati avanti con ricette neoliberiste, di annullamenti di sovranità monetarie nazionali e di politiche di tagli violenti alle strutture amministrative, sociali ed economiche dei singoli Stati, lo stato islandese ha deciso di proseguire fermamente nella strada intrapresa oltre un anno fa, attraverso un imponente consenso dell’opinione pubblica nazionale, generalmente formata ed informata su temi così delicati e importanti.
Come riportato da diversi servizi della tv pubblica islandese Ruv, l’Fmi, portato a termine la sua sesta revisione dell’economia nazionale islandese a Washington, non proseguirà con altri “rapporti” o “consigli” pertinenti l’isola dell’Atlantico. L’Fmi conclude quindi le operazioni in Islanda, e la lascia.
Il Primo Ministro islandese Johanna Siguroardottir ha annunciato la partenza dei funzionari in una conferenza stampa nella cittadina di Iono nei giorni scorsi, aggiungendo che la ricostruzione economica islandese è sulla retta via, con miglioramenti in corso e risultati ottenuti prima del previsto. Ha inoltre detto che la ricostruzione islandese dopo il collasso bancario del 2008 “è andata oltre ogni aspettativa” ...
Il ministro delle Finanze Steingrimur J. Sigfusson ha preso parte alla conferenza sostenendo che la stabilità finanziaria islandese sarebbe nuovamente solida.
Il ministro dell’Economia e del Commercio Arni Pall Arnason ha ricordato come molte persone fossero preoccupate e avverse alla cosiddetta cooperazione tra Fmi e Islanda, proprio per il timore che il loro “benessere” – altro elemento di vanto e di efficienza - sarebbe stato tagliato duramente e che sarebbero state prese misure drastiche, basate sui diktat classici utilizzati dal Fondo Monetario nei suoi interventi in Europa, Estremo Oriente e in Sudamerica.
L’arrivo del FMI in Islanda fu accolto in maniera estremamente fredda da gran parte della popolazione, convinta che il Fmi avrebbe affogato la nazione in uno stato di permanente debito, come ormai troppi paesi hanno già sperimentato in passato. La partenza dei funzionari del Fmi è stata quindi vista con soddisfazione da gran parte dei cittadini.
L’Islanda ha seguito un particolare percorso per questo sganciamento dal sistema monetario occidentale. Anche chiedendo un aiuto alla Russia (4 miliardi di euro) nel 2008. E di fatto duplicando quanto a suo tempo operato sia dalla stessa Russia (caduta nel baratro monetarista ai tempi di Eltsin) che dall’Argentina, la cui economia - fermato il debito pubblico sotto la presidenza Kirchner - è tornata a volare a tassi del’’8% annuo.

 

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mercoledì 21 settembre 2011

Estorsione Berlusconi,pm Napoli: memoria premier "inattendibile"







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NAPOLI (Reuters) - La memoria presentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai pm di Napoli che indagano su una presunta estorsione ai suoi danni risulta "lacunosa" e "inattendibile".
E' quanto si legge nell'istanza di dieci pagine - ottenuta da Reuters - presentata stamani al gip Amelia Primavera, e per conoscenza al Tribunale dei Riesame, dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco.
A proposito della memoria, i pm rilevano che "appare fortemente dubitabile che la stessa possa in linea di principio costituire fonte di prova".
Il documento, dicono, risulta "ampiamente lacunoso e comunque nel complesso decisamente inattendibile".
"Per esempio - prosegue l'istanza - l'onorevole Berlusconi sembra ricordare perfettamente che tutte le somme destinate a (Gianpaolo) Tarantini siano state erogate e consegnate a Roma ma stranamente non ricorda né l'importo complessivo delle dazioni stesse né gli importi delle singole tranche erogate, né menziona poi tutte le altre utilità da lui stesso destinate sempre a Tarantini".
Tarantini e la moglie Angela Devenuto - entrambi finiti agli arresti - e il faccendiere ed ex giornalista Valter Lavitola - attualmente all'estero - sono accusati dai magistrati partenopei di aver estorto a Berlusconi circa 750mila euro per aiutarlo a mettere a tacere la vicende delle prostitute che avrebbero frequentato le sue case.
PROCURA NAPOLI CONTRO TRASFERIMENTO INDAGINE
Nell'istanza depositata oggi, la procura di Napoli chiede la revoca della decisione del gip Amelia Primavera sulla competenza territoriale dell'inchiesta, che secondo il giudice spetta a Roma, mentre è stata rinviata a venerdì l'udienza del Riesame, chiamato a decidere sulla competenza e sulla revoca o modifica della custodia cautelare per Tarantini e Lavitola.
La procura di Napoli - che ha già inviato copia degli atti dell'inchiesta a Roma - ha motivato la propria richiesta di revoca col fatto che il gip non era in possesso di tutti gli elementi emersi dall'istruttoria dei pm napoletani, che fanno ritenere agli inquirenti di aver competenza territoriale.
Secondo i magistrati, non è chiaro in quale città sia avvenuta la prima dazione di denaro da parte di Berlusconi ai tre e pertanto, essendo stata la procura partenopea la prima ad iscrivere il reato, l'inchiesta spetta a Napoli.
Ieri il gip si è dichiarato incompetente ad esprimersi sulla revoca o sulla modifica della custodia cautelare nei confronti di Tarantini, ritenendo che l'inchiesta debba essere spostata a Roma, città in cui si sarebbe consumato il reato.
Oggi, secondo quanto riferito dal legale di Tarantini, i pm davanti al Riesame - che ha tempo fino al 26 settembre per decidere - hanno espresso parere favorevole alla modifica della custodia cautelare "in virtù del fatto che Tarantini ha reso piena confessione".
(Via Redazione General News Roma +3906 85224380, fax +3906 8540860, Reutersitaly@thomsonreuters.com) -- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia


Niccolò Ghedini ai pm: “Berlusconi? Ha solidarietà per chiunque abbia un processo”





Il legale del presidente del Consiglio sembra essere ritornato all'epoca in cui definì il suo assistito "utilizzatore finale" delle escort portate da Tarantini. Parabola discendente di un mastino da difesa. 




“Berlusconi ha una solidarietà istintiva per riflesso condizionato verso tutti coloro che vengono toccati da vicende giudiziarie”. “Non ho ottenuto nessuno dei risultati che mi prefiggevo”. “Il presidente ha una straordinaria capacita di comprensione delle debolezze umane, io non ce l’ho”. Sono solo alcuni estratti delle 57 pagine della deposizione del 13 settembre scorso ai pm di Napoli, quella in cuiNiccolò Ghedini ha ricostruito la vicenda dei 500mila euro donati dal Cavaliere all’imprenditore barese, ma lo ha fatto quasi smarcandosi dall’atteggiamento di Berlusconi. Il Niccolò Ghedini del “mavalà”, colui che rispondeva in contropiede agli accusatori del premier, non c’è più. In scena è tornata la versione soft, quasi dimessa del principale difensore di Berlusconi. Quello che, con un’espressione tecnicamente infelice, definiva “utilizzatore finale” il suo assistito che trascorreva le notti con le ragazze di Tarantini a Palazzo Grazioli. Nel caso del presunto ricatto di Tarantini Lavitola contro il Cavaliere, lo ha ripetuto più volte ai pm: aveva sconsigliato al presidente di continuare ad avere rapporti con un personaggio come Tarantini, specie dopo il caos scaturito dalla vicenda escort.

Lui stesso ha rifiutato di difenderlo, non accettando in tal maniera la richiesta di Berlusconi, che poi gli aveva chiesto di segnalargli un legale all’altezza. E ai magistrati che gli chiedevano spiegazioni sulla testardaggine del premier a frequentare Gianpi, Ghedini ha spiegato: “Ma veda, il Presidente Berlusconi era graniticamente convinto che tutta la costruzione accusatoria fosse totalmente infondata, non fosse vero niente la storia della droga e che Tarantini era una persona assolutamente impeccabile, che era un bravo imprenditore e che lui non aveva mai visto niente di illecito e che al massimo era venula una o due ragazze e quindi [...] era un imprenditore che è stato travolto da una vicenda giudiziaria in cui non c’entra nulla, è stata amplificata perche l’hanno collegata a me e, quindi, è uno a cui bisogna dare una mano perché ingiustamente perseguitato”. I pm lo incalzavano e lui, quasi dando ragione agli inquirenti, ha quasi ammesso: “Sì, d’accordo, no, faccio l’avvocato penalista da non pochissimi anni, posso aver espresso giudizi non collimanti con i suoi, sia su Tarantini, sia su Lavitola, non ho ottenuto nessuno dei risultati che mi prefiggevo”. Il motivo di questo fallimento? Per Ghedini è lapalissiano. Berlusconi è diverso da lui, il presidente è “un uomo che ha una straordinaria capacita di comprensione delle debolezze umane, questa è una cosa che devo dire io non ho, ma fa parte di un certo tipo di bontà d’animo, per cui io ricordo di avergli portato le intercettazioni di commenti su lui fatti da gente di una entourage anni fa. Io avrei strangolato queste persone che erano delle persone magnificate da lui, e lui dice: ma si, ma cosa vuoi? Momenti di debolezza, poi quello che conta e il rapporto personale e tutti possiamo sbagliare”.
Per avvalorare la tesi della bontà d’animo di Berlusconi, Ghedini ha fatto anche un esempio, ricordando un fatto recente. “Quando Giuliano Ferrara scrive: ma com’è possibile che le persone a lui vicine non riescano a fargli – inc.-, io vorrei bastonarlo a Giuliano Ferrara, con grande affetto, perche non è possibile, non è possibile perché lui ha un metro di giudizio diverso”. Evidentemente, il metro di giudizio diverso del premier ha portato quest’ultimo a continuare ad avere rapporti anche con un personaggio come Walter Lavitola, che a Ghedini non sta per nulla simpatico perché ha minacciato di picchiarlo. E anche per spiegare i motivi della reciproca ostilità con l’ex direttore de L’Avanti, il parlamentare Pdl non ha fatto di certo un favore a Berlusconi, visto che ha confessato di esser stato lui, insieme a Gianni Letta, ad aver impedito la candidatura alle elezioni politiche del 2008 di Lavitola in una posizione tale da poter essere letto con una certa facilità. Insomma, se non ci fosse stato lui, il suo “capo” avrebbe messo in un listino bloccato il faccendiere.“Sia io che il dottor Letta – questi in maniera ancor più vivace di me – avevamo sconsigliato il presidente Berlusconi di non frequentare questo signor Lavitola – ha detto Ghedini ai pm – , che sarà una persona simpaticissima, piacevolissima, ma che non ci entusiasmava per ciò che veniva prospettato”.

Berlusconi ascoltò i suoi consiglieri (all’epoca ancora lo faceva) e spiegò i motivi della mancata candidatura al diretto interessato lo venne a sapere, “andò in ufficio dal presidente e, parlando con Marinella (Brambilla, segretaria del premier, ndr), fece delle minacce di tipo fisico. Io posso mai frequentare uno come Lavitola che mi viene a fare minacce di tipo fisico? Mi sono limitato a esprimere un parere, e adesso dice di volermi bastonare fisicamente”. E per confermare il suo senso di antipatia per Lavitola (che tra l’altro Ghedini indica come colui che trovò lavoro a Tarantini), ha aggiunto: “Se lo domandate a Marinella se lo ricorda perfettamente questo episodio”. Coinvolgendo, di fatto, anche la segretaria di Berlusconi nella vicenda. Un tempo, Ghedini avrebbe difeso con i denti Berlusconi; ora invece sembra andare in scena la versione “sdentata” del mastino che fu. 

Berlusconi atteso al Quirinale. Nel pomeriggio incontrerà Napolitano.


In mattinata vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli, e domani pomeriggio ne è previsto un altro. I cronisti di Montecitorio riferiscono anche di una lunga conversazione tra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e Pierluigi Bersani.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconiincontrerà il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano alle 17.30. Lo riferiscono fonti parlamentari della maggioranza: il premier avrebbe deciso di recarsi spontaneamente al Colle per fare il punto della situazione e spiegare cosa intende fare il governo, per rilanciare la crescita e lo sviluppo. Proprio ieri il Presidente della Repubblica aveva chiesto di accelerare su un pacchetto di misure per promuovere la crescita, manifestando la sua preoccupazione in una serie di incontri con alcuni esponenti della maggioranza. In due colloqui separati, prima con il ministro dell’InternoRoberto Maroni, poi con i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Gli incontri con gli esponenti della maggioranza erano stati fissati da tempo per affrontare temi specifici: la sicurezza con Maroni e la giustizia con i capigruppo. Ma la complessità dell’attuale situazione politica, si spiega in ambienti parlamentari, ha portato la discussione anche sulla crisi finanziaria e sulla tenuta dell’attuale maggioranza.

Le consultazioni informali tra Napolitano e i leader politici erano iniziate nei giorni precedenti. Il Capo dello Stato aveva fatto il punto sulla situazione politica con Pier Ferdinando Casini. Il leader dell’Udc ha invitato il premier a dimettersi: “Berlusconi è una parte del problema e anche una parte della soluzione”. Ci sarebbero stati anche contatti con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che oggi chiede al Presidente del Consiglio “di lasciare prima del voto di domani alla Camera”.

Ma la paura che serpeggia nelle file della maggioranza è che, al di là dei voti su Milanese e Romano, la batosta per il governo possa arrivare con la sentenza Mills attesa tra novembre e dicembre dopo il taglio dei testimoni. In mattinata a Palazzo Grazioli, c’è stato un vertice di maggioranza tra Berlusconi, Umberto Bossi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,Gianni Letta e il segretario del Pdl Angelino Alfano, che si è trattenuto a Palazzo Grazioli. All’incontro erano presenti anche i presidenti della Regione Veneto Luca Zaia e del PiemonteRoberto Cota. Gli esponenti della Lega si sono poi riuniti negli uffici del gruppo a Montecitorio, senza Bossi e Maroni. Da segnalare, nel frenetico giro di contatti di queste ore, anche la lunga conversazione tra il ministro dell’Interno e il leader Pd Bersani.

Domani alle 14, ci sarà invece un altro vertice di maggioranza. Lo conferma Silvano Moffa che vi parteciperà come capogruppo di Popolo e Territorio a Montecitorio. La riunione è stata convocata per discutere dei provvedimenti anticrisi da adottare dopo il declassamento di Standard & Poor’s. All’incontro con Berlusconi, sarà presente l’intera maggioranza, rappresentata dal segretario del Pdl Alfano e da una delegazione della Lega.


martedì 20 settembre 2011

Così Berlusconi raccomandò a Finmeccanica il “comitato d’affari” di Gianpi Tarantini. di Mario Portanova




Non solo "fatti privati". Pierfrancesco Guarguaglini, numero uno del 
colosso pubblico, racconta una telefonata del presidente del consiglio:
 "Mi chiese di far entrare Intini in Sel Proc". Dalle intercettazioni
 emergono altre pressioni, come contropartita della "fornitura" di escort.
 La Procura di Bari apre il filone sulla corruzione.

Pierfrancesco Guarguaglini
Si dava da fare, il presidente del consiglio, per ricompensare il fornitore di escort Gianpaolo Tarantini. Oltre a quello che emerge dagli atti depositati nei giorni scorsi, arriva la tetimonianza diretta di Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, il gigante pubblico a cui l’imprenditore barese si dimostrava particolarmente interessato, insieme ai soci del suo “comitato d’affari” – come lo definisco i pm di Bari – Enrico Intini e Roberto De Santis. Intervistato da Il Messaggero, Guarguaglini racconta che Silvio Berlusconi gli telefonò per chiedergli esplicitamente di far entrare Intini nella Sel Proc, una società di Finmenccanica.

“Saranno state le 18 e 30 del del 15 dicembre 2008”, ricorda il top manager, “ero alla casa dell’Aviatore a una riunione dell’Aeronautica. Mi chiama Berlusconi e mi chiede se potevo far entrare una società del gruppo Intini nella Sel Proc srl”. Guarguaglini racconta di aver risposto “no di getto”, perché l’azienda era al 100 per cento di proprietà di Finmeccanica e dunque non c’era spazio per “un imprenditore esterno”.

E’ un’ulteriore conferma dello scambio che sta alla base del rapporto fra Tarantini e Berlusconi. I festini di Arcore e di palazzo Grazioli non sono soltanto “fatti privati” del premier. L’imprenditore della sanità pugliese investe decine di migliaia di euro per reclutare ragazze giovani, bellissime e disponibili e inviarle alle residenze del premier. Contestualmente, oltre a coltivare l’ambizione di un seggio al Parlamento europeo, chiede esplicitamente a Berlusconi di essere introdotto presso Finmeccanica e la Protezione civile. E Berlusconi si dà da fare per accontentarlo.

“Com’è andato l’incontro con Bertolaso?”, chiede il presidente del consiglio a Tarantini il 16 novembre 2008, neanche due mesi dopo la prima cena (e dopo cena) organizzata da quest’ultimo a palazzo Grazioli. “Molto bene”, risponde l’interlocutore. Il faccia a faccia con il numero uno della Protezione civile è stato officiato dallo stesso Berlusconi, come dimostrano altre telefonate agli atti dell’inchiesta di Bari e come ha recentemente confermato Guido Bertolaso stesso in una lettera al Corriere della Sera: “Ho già dichiarato da tempo di aver incontrato il signor Tarantini, su richiesta del presidente che me lo ha passato al telefono. È venuto nel mio ufficio accompagnato dal signor Intini”.

Passa qualche settimana e Berlusconi, dopo aver parlato ancora della questione Bertolaso, rassicura Tarantini anche sul fronte Finmeccanica: “Ho fissato un appuntamento per martedì con Guarguaglini per quella cosa…”. E Tarantini: “Benissimo!”. Dall’inchiesta di Bari al momento non emergono affari davvero conclusi dal “comitato” di Tarantini, grazie ai buoni uffici dell’”utilizzatore finale” delle escort, ma i buoni uffici ci sono stati. Va anche ricordato che il giro di escort tra i due comincia nell’autunno del 2008, ma già nel giugno del 2009 Tarantini emerge come indagato nell’inchiesta di Bari, e naturalmente intorno a lui si fa terra bruciata.

Chiuso il filone escort, la Procura di Bari apre ora il fronte della corruzione. Una quindicina di appalti di Protezione civile e Finmeccanica a cui puntava Tarantini – compreso un gasdotto tra Italia e Albania che faceva capo alla Sel Proc – sono finiti in un’inchiesta stralcio che al momento avrebbe cinque indagati. Messi insieme valgono circa 50 milioni di euro. I pm Eurgenia Pontassuglia e Ciro Angelillis ipotizzano l’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione.


L’altro Gianpaolo e il festino finito male. di Ferruccio Sansa







Tra i testimoni di Silvio Berlusconi spunta Gianpaolo Traversi,

condannato in primo grado nel 2002 per violenza a carico di una


minorenne e poi assolto in Cassazione.

Chissà se Silvio Berlusconi lo sapeva: tra i suoi testimoni a difesa nel processo Ruby, per prostituzione minorile, è stato indicato Gianpaolo Traversi, condannato in primo grado nel 2002 per violenza a carico di una minorenne (poi assolto in Cassazione).
Per i legali del premier rischia di essere uno scivolone: per testimoniare quanto fossero caste le feste di Arcore hanno chiamato quello che i magistrati di Milano indicarono come protagonista di un fatto di cronaca che scosse la “Milano bene”, svelando festini a base di sesso, coca e minorenni: al centro della vicenda Maja, modella slovena quindicenne, che dopo aver assunto droga era stata convinta a partecipare a un’orgia.

Traversi è stato inserito dai legali di Berlusconi nella lista dei 28 testimoni della difesa: si va dalle onorevoli Licia Ronzulli e Daniela Santanchè, a Nicole Minetti, passando per il giornalista Carlo Rossella. Pochi si erano soffermati su quel nome: Traversi, amico del Cavaliere e frequentatore delle sue feste, nonostante la grande differenza di età. Secondo Lele Mora sarebbe stato Traversi ad accompagnare Ruby alle feste: “L’ho conosciuta ad Arcore nel 2009. Ruby arrivò con due ragazzi, uno di cognome Traversi”. Il giovane imprenditore nega: “Non ho mai conosciuto Ruby”.

Ma Traversi è anche uno dei protagonisti delle intercettazioni del premier, un uomo di 75 anni che si intrattiene con giovani che potrebbero essere suoi figli, parlando di donne in termini tali da costringere i pm a omissare gli atti. Colloqui dai toni quasi comici, in cui il premier, evidentemente confondendo sulla rubrica telefonica i due Gianpaolo, entrambi ospiti delle sue feste, chiama Tarantini credendolo Traversi. “Ho avuto un po’ di guasti, ho dovuto cambiare telefono – dice Berlusconi – perché come al solito me l’avevano messo sotto controllo… ogni tanto succede… ce ne siamo accorti allora ho cambiato… il numero”.

I contatti tra il Cavaliere e Traversi (che non è indagato a Bari) devono essere stati frequenti. Come appare dalle chiacchierate Berlusconi -Tarantini: “Al Bagaglino, di ragazze ce ne sono credo sei, otto. Porterei un po’ delle mie. E quindi facciamo una cena per ventiquattro. E abbiamo fino a ventiquattro possibilità. Però non andrei sulla Arcuri. E non andrei nemmeno sulle altre perché è una cosa da gente nuova. L’altro giorno sono arrivato a mezzanotte da Parigi, ho telefonato a quel Gianpaolo Traversi e gli ho detto. “Senti, io sto un po’ carico perché…”. Il resoconto della conversazione con Traversi prosegue, ma la Procura di Bari decide di coprirlo di omissis.
Ancora: Tarantini e Peter Faraone si lamentano dell’organizzazione delle serate: “La prossima volta che lui lo fa a Milano io mi faccio invitare… poi quel c…. di Traversi che secondo me è un c…. che non ha capito niente, perché gli porta sempre queste cazzo di modelle alte due metri che a lui (Berlusconi, ndr) gli fanno cagare”. Telefonate dai toni boccacceschi, ma utili alle indagini. I due Gianpi, confusi dal Premier, alla fine si incontrano. Tarantini racconta al telefono: “C’era un ragazzo che si chiama come me, Gianpaolo di Milano, che fa l’immobiliare, uno grosso… tu immagina che ha lo studio di 700 metri quadri in via Montenapoleone”.

Sì, perché Traversi è agente immobiliare. Si occupa di case dai prezzi a sei zeri per esempio in Dubai, una delle destinazioni delle ragazze frequentatrici di Arcore. Ma quando Traversi sarà sentito come testimone della difesa, per dimostrare che le feste di Arcore erano a base di Coca Cola Light, forse i magistrati gli chiederanno dello scandalo di cui fu protagonista nove anni fa. Dalla testimonianza di Maja, modella slovena di 15 anni, emergeva il ritratto in nero della Milano da bere. Giovani a bordo di Porsche che aspettavano le ragazze all’uscita delle agenzie per modelle. Maja finisce la sua avventura in ospedale, raccontando di essere stata violentata da un americano. Ma gli uomini della Squadra Mobile non sono convinti. E lei alla fine racconta.

Prima l’arrivo a Milano con il sogno di fare la modella, con le porte delle agenzie che si aprono davanti alla sua bellezza statuaria. Maja presto, però, finisce su quella Porsche grigia che stava sempre parcheggiata sotto l’agenzia. Il primo passo è l’invito a cena, poi la discoteca e quindi la cocaina. E infine la violenza sessuale di gruppo. Maja non si era opposta, ma era minore e poi, come spiegò il pm Ghezzi, gli accusati abusarono “delle sue condizioni di inferiorità psicologica”: era poco più che bambina, non conosceva l’ambiente, la lingua. Ed era imbottita di cocaina, fatta sniffare, secondo il pm, per “limitare” la capacità di intendere e di volere della minorenne. Il giudice Claudio Castelli condannò a dieci anni il presunto capo del gruppo (scappato in Brasile) e a tre anni il suo amico (anche lui, ricordano le cronache, scappato e poi arrestato in Sud America con 2 chili di coca). Due anni e otto mesi a Traversi. Ma la famiglia ricorda: “In Cassazione è stato assolto”.


Fare il magnaccia per B. è un lavoro schifoso!






Gente senz’anima che traffica dalla mattina alla sera per trovare prostitute. E a volte faticano non poco per convincerle a fare sesso. Un vero inferno.

Esisteva un’organizzazione che in cambio di favori e appalti si dedicava  instancabilmente a reperire donne per gli appetiti suini di vari satrapi.
Immagina di essere un essere umano con il senso etico di una scarpa da tennis di uno che non si cambia mai i calzini… E ti trovi lì con l’Ape Regina che ti tempesta di telefonate perché servono altre donne per la prossima serata col presidente… E poi bisogna procurare i cantanti (arriva una bravissima che canta anche in Vaticano)… deve venire George Clooney e magari anche Fabrizio del Noce così le ragazze si convincono che conviene dare retta ai fratelli Tarantini (gioia, amore e gran…).

Sì, perché è vero che le donne son tutte put…, ma non ce ne sono mai abbastanza se il presidente ne consuma venti per volta e devono essere bellissime, giovanissime, sottili ma formose, fidatissime, educate e capaci di ridere per qualunque cavolata. E ‘ste put… sono piene di problemi… E quella non può venire perché ha già comprato il biglietto aereo per Bari (non ti preoccupare, te li ridò io i soldi) e quell’altra che si è fidanzata e ha detto “basta stronzate” (ma dopo lunghe insistenze si vende un’ultima volta) e poi ci sono i biglietti aerei e le camere d’albergo da prenotare, le auto da concordare con lo staff del presidente, e tutte le ragazze che ti chiedono se deve pagare il presidente, poi, o se paghi tu… E non capiscono, non sarebbe neanche difficile capire, ma non tutte le put… sono intelligenti: io ti pago mille euro ma se poi lui ti dà dei soldi allora i miei mille euro me li restituisci… Che poi, sceme o no, i soldi mica te li restituiscono (e lo ammettono nella deposizione rilasciata ai giudici, cioè lo sanno che hanno fregato Tarantini)… E poi c’è quella che vuole sapereprima se resterà a dormire a Palazzo Grazioli oppure in albergo… Ma chettenefrega! Come puoi pretendere che io sappia in che direzione si rizza al presidente, porca paletta! Sei pagata? Non rompere! Ma mica glielo puoi dire in faccia che è una cretina che fa domande idiote…

E già, perché te le devi coltivare le put…, invitarle alle feste, offrir loro la cocaina… Quindi ti devi sbattere pure per trovare la cocaina… Che ce n’è sempre ovunque, eccetto quando la devi comprare tu…
E poi devi pure fare il gentile con tutte ‘ste donne, che mentre va avanti tutto il bordello vogliono sentirsi pure dire che sono belle, bellissime, e le devi chiamare amore e dir loro cose gentili tipo: “Ti voglio bene, un bene immenso” e le devi ringraziare dopo che le hai strapagate e le ha pagate pure il presidente, che ha dato loro anche dei graziosi regalini, oltre alla cena fantastica e al delizioso gelato finale.
E hanno conosciuto pure George Clooney e Fabrizio del Noce e ascoltato la stessa cantante che ascolta il Papa tedesco. Ma cosa vogliono di più!?!

Gente… Una vita da inferno, altre che lussi del jet set…
Vivere alla corte di Berlusconi fa vomitare.
Se sei un essere umano.
La conclusione è che c’è un non umano al vertice dell’Italia Repubblicana. Intorno a lui scarti di produzione del processo di creazione di una razza umana decente.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/19/fare-il-magnaccia-per-b-e-un-lavoro-schifoso/158438/