venerdì 23 settembre 2011

Siria: orrore per ragazza deapitata e smembrata.




BEIRUT - Decapitata, smembrata, e scorticata: in queste condizioni le autorità siriane hanno riconsegnato alla famiglia il corpo di Zainab al Hosni, ragazza di 18 anni, prelevata dalla sua casa lo scorso luglio da uomini sospettati di essere membri dei servizi di sicurezza di Damasco. E' quanto afferma oggi Amnesty International, secondo cui la giovane, originaria di Homs, sarebbe stata arrestata per indurre suo fratello, Muhammad Dib al Hosni, 27 anni, uno degli organizzatori delle proteste anti-regime nella terza città siriana, a consegnarsi alle autorità. La notizia della consegna del corpo, fatto a pezzi, di Zainab, si era diffusa nei giorni scorsi a Homs e nel resto della Siria suscitando orrore. Le autorità dell'ospedale militare di Homs avrebbero comunicato alla famiglia di Zainab che la ragazza era stata rapita, uccisa e il suo corpo smembrato da non meglio precisate bande armate. La madre della giovane era stata convocata a fine agosto a ritirare quel che restava della salma del figlio Muhammad, arrestato pochi giorni prima, e anch'egli forse morto sotto tortura. In quell'occasione, la donna avrebbe trovato per caso anche il corpo della figlia.
Sulla salma del ragazzo - sempre secondo Amnesty International - erano evidenti i segni di tre fori di pallottole al petto, uno alla gamba destra, e un altro al braccio destro, di bruciature di sigarette su tutto il corpo e contusioni sulla schiena. Secondo l'organizzazione umanitaria internazionale basata a Londra, si tratta del quindicesimo caso di morte nelle carceri siriane solo ad agosto. Il 103/mo dall'inizio della repressione oltre sei mesi fa. Analogo orrore aveva suscitato lo scorso aprile la sorte di Hamza al Khatib, tredicenne siriano della regione meridionale di Daraa, il cui corpo era stato riconsegnato alla famiglia dai servizi di sicurezza governativi con evidenti segni di torture mostrati in alcuni filmati amatoriali, la cui autenticità era stata smentita dai media ufficiali di Damasco. Anche in quel caso, il regime siriano aveva attribuito la morte del piccolo Khatib a bande armate, che dopo averlo ucciso con colpi di arma da fuoco ne avevano martoriato il corpo. Più di recente, un altro caso di morte nel periodo di detenzione in Siria risale a due settimane fa: la salma del giovane attivista Ghiyath Matar, di Daraya, sobborgo di Damasco, era apparsa su numerosi video amatoriali che mostravano una lunga ferita, ricucita con vistosi punti di sutura, tra lo sterno e l'inguine. Alle condoglianze funebri in onore di Matar, si erano recati anche gli ambasciatori americano, francese, danese e giapponese in Siria, suscitando proteste di Damasco.

Stellette e divisa. La Difesa della Casta. - di Paola Zanca




Tre milioni e mezzo di euro all'anno per la pulizia di 44 alloggi, 409mila 
euro per le indennità speciali. E poi pensioni d'oro, sconti e benefit: tutti 
gli sprechi delle Forze Armate.

Per tutti c’è la certezza di andare in pensione con il 50 per cento di soldi in più rispetto agli altri dipendenti pubblici. E a fine carriera, cinque anni a pensione praticamente raddoppiata solo perché esiste la (remota) possibilità di essere richiamati in servizio. Per 44 generali c’è un appartamento di rappresentanza che può arrivare a 600 metri quadri per cui lo Stato paga tutto, anche le pulizie. E per sei di loro c’è anche una “speciale indennità pensionabile” che si traduce in 409.349 euro l’anno a testa e che si somma alla pensione ordinaria. Ecco quanto costa lo spirito di sacrificio delle forze armate italiane. Qui non parliamo dei 41 soldati italiani mai rientrati dall’Afghanistan, né dei carabinieri che si ritrovano a pattugliare le strade con auto vecchie e senza benzina. Parliamo di quella stretta cerchia di militari italiani che alle missioni all’estero preferisce un soggiorno tra le cime di Dobbiaco a 30 euro a notte in alta stagione.

Casa pulita, all inclusive
Prendiamo i 44 generali e ammiragli delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) che hanno diritto all’alloggio di servizio e rappresentanza, il cosiddetto ASIR. “Questi alloggi – rilevava già nel 2006 la senatrice di Sinistra democratica Silvana Pisa – sono idealmente suddivisi in un’area di rappresentanza, i cui costi di gestione e mantenimento stanno a carico dell’amministrazione della difesa, e in un’area per così dire privata affidata alla gestione dell’alto ufficiale al quale l’alloggio è stato temporaneamente assegnato”. Nulla da eccepire se non che “tra le spese a carico dell’amministrazione vi sono naturalmente anche quelle quotidiane di pulizia dei locali degli alloggi, di rifacimento letti”. Di che si tratti, lo spiega bene l’ultimo capitolato di gara disponibile: “Spazzatura e lavatura dei pavimenti delle camere, corridoi, scale, ballatoi, con idonei prodotti disinfettanti; spazzatura e lavatura dei bagni comprese le relative pareti piastrellate, (…) spolveratura di tutti i mobili; battitura di cuscini e divani; pulizia e battitura degli scendiletto e pulizia di tappeti e moquette con idoneo aspirapolvere e/o battitappeto; (…) spolveratura e lucidatura di argenteria, oggetti in rame ed ottone; battitura dei tappeti e delle guide; ceratura dei pavimenti in parquet con prodotti specifici; pulizia, esterna ed interna, con aspirapolvere dei mobiletti porta condizionatori; spolveratura e pulizia con prodotti specifici dei lampadari; lavaggio e lucidatura con idonei prodotti di tutta la posateria in alpacca argentata/argento, (…) lavaggio delle tende, con esclusione delle mantovane e sopratende”. Il tutto alla modica cifra di 76.260 euro ogni anno per pulire un solo appartamento (fa 3 milioni e mezzo per tutti e 44).

Pensioni e indennità speciale
La pensione media per chi ha lavorato nel comparto militare è di 32 mila euro l’anno: quella dei dipendenti dei ministeri “civili” si aggira invece sui 20 mila euro. Oltre alla pensione ordinaria, al Capo di Stato maggiore della Difesa, ai tre Capi di Stato maggiore delle Forze Armate, al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e al Segretario generale della Difesa spetta una “speciale indennità pensionabile”: 409 mila 349 euro l’anno, che moltiplicati per sei sfiorano i due milioni e mezzo di euro annui.

L’ausiliaria
Dopo la pensione, per cinque anni, ufficiali e sottufficiali restano a disposizione della Difesa: per esempio, capita che in un lustro, per un paio di giorni vengano richiamati per partecipare a qualche commissione di concorso. Ecco, l’ausiliaria, il disturbo per intenderci, nel 2011 pesa 326 milioni di euro. Senza contare quanto vale in aumento del costo delle pensioni, ricalcolate alla fine dei 5 anni con l’anzianità maturata in più.

Terme e vacanze
Villa Irma, a Dobbiaco, era un albergo: oggi è considerata un Centro di addestramento alla sopravvivenza in montagna. Eppure, sempre albergo è: con 30 euro a persona, militari e famiglia possono soggiornare tra le cime delle Alpi. Nel Mar Ligure, all’isola Palmaria bastano 22,22 euro (le tariffe sono del 2005), al Terminillo 28, mentre “trascorrere periodi di riposo e di recupero psico-fisico” ad Alghero costa 27 euro per notte. Anche qui la domanda è semplice: perché devono essere colonnelli (con quello che costano) a gestire strutture del genere?
Le spese per il personale costituiscono il 65 per cento dei costi per la Difesa. Se al totale aggiungiamo le uscite non contemplate dal bilancio “ufficiale” (per esempio le pensioni) si superano i 23 miliardi di euro l’anno: l’1,44 per cento del Pil nazionale dicono i dati Nato, molto più dello 0,8 raccontato dalla “vulgata” governativa. E mentre in Gran Bretagna il governo Cameron, tra le proteste dei generali, “rottama” 200 mezzi corazzati e 100 caccia F35, noi “abbiamo ancora centinaia di carri armati come se domani dovessimo affrontare i carri sovietici sulla soglia di Gorizia”, dice Toni De Marchi, giornalista a lungo consulente parlamentare in commissione Difesa. “Ma le scelte di politica militare dell’Italia sono molto spesso dettate dalla naturale tendenza di un corpo burocratico di perpetuare se stesso e i propri privilegi: preparandosi a una guerra che non si farà mai, si difende un potere che non esiste più”.


Berlusconi agonizza, Mediaset crolla in Borsa. di Vittorio Malagutti




Titolo al minimo storico, in un anno ha perso il 60 per centro (oltre un miliardo di 


euro), contro il 34 per cento perso in generale da piazza Affari. Così i mercati 


scaricano le aziende del Cavaliere.

L’interminabile agonia politica del suo governo è già costata a Silvio Berlusconi più di un miliardo di euro. A tanto ammonta la perdita di valore in Borsa delle quote azionarie del premier in Mediaset e Mondadori negli ultimi nove mesi. Cioè da quando, il 14 dicembre scorso, il governo riuscì a salvarsi in Parlamento grazie ai voti di Scilipoti e compagnia. Da allora intercettazioni a luci rosse, scandali sessuali, processi e manovre finanziarie a vanvera hanno fatto precipitare la già scarsa credibilità del premier-imprenditore tra gli investitori internazionali.

In questi giorni la fiducia, misurata con il termometro del mercato azionario è precipitata al minimo storico. Da quando è sbarcata in Borsa, nell’ormai lontano luglio del 1996, la quotazione di Mediaset non era mai caduta così in basso. Ai bei tempi tra il 2005 e il 2006, quando la bolla finanziaria assicurava grassi profitti a tutti, i titoli viaggiavano tra i 9 e i 10 euro.

Ieri invece le azioni del gruppo televisivo hanno chiuso la seduta borsistica con un ribasso del 6,9 per cento a 2,18 euro (e questa mattina Mediaset perde ancora). Significa che la quota di proprietà di Berlusconi, pari al 40 per cento circa del capitale di Mediaset, vale ormai poco meno di un miliardo, per l’esattezza 995 milioni. Il giorno del fatidico sì di Scilipoti quella medesima quota aveva fatto segnare un prezzo di 2,1 miliardi. Poi c’è Mondadori che nello stesso arco di tempo si è ristretta del 40 per cento. Un ribasso che si traduce in una perdita (per ora solo teorica) di 140 milioni nei bilanci della holding Fininvest.

Brutta storia di sicuro per il Cavaliere, che però, nonostante il crollo delle quotazioni, continua a navigare nell’oro e a comandare nelle aziende di famiglia. La musica è diversa per i risparmiatori che hanno avuto la sfortunata idea di puntare i loro soldi sulle società berlusconiane. Negli ultimi 12 mesi il titolo Mediaset ha perso quasi il 60 per cento. In altre parole, 10 mila euro investiti a settembre del 2010 adesso sono diventati poco più di 4 mila. È vero, nel frattempo tutto il mercato azionario si è ristretto. E di molto. Nell’ultimo anno però l’indice di Borsa è arretrato solo (si fa per dire) del 34 per cento contro il 60 per cento di Mediaset.

Il fatto è che gli investitori sono sempre più pessimisti. Temono che la debolezza del governo Berlusconi e la sua eventuale prossima caduta si traducano in un colpo pesante per gli affari del premier. E così il fattore B adesso è diventato un boomerang. Il conflitto d’interessi che in passato aveva garantito il successo delle aziende targate Fininvest ora le condanna a una spirale di ribassi in Borsa. Lo scenario futuro, in effetti, appare tutt’altro che rassicurante. Con il Pdl all’opposizione niente più leggi ad azienda come la famigerata Gasparri, giusto per ricordare il caso più clamoroso. Ma per fare un altro esempio si può citare la norma, varata un anno fa, che ha consentito a Mondadori di estinguere una sua vertenza fiscale pagando solo il 5 per cento di quanto preteso dall’Erario. Un obolo di soli 8,6 milioni, come denuncia il senatore del Pd, Giuliano Barbolini, contro i 173 milioni pretesi dall’Agenzia delle Entrate.

Mediaset, in effetti, non se la passa granché bene già per i fatti suoi. La crisi economica frena gli investimenti pubblicitari, che sono la benzina delle televisioni. E allora ricavi e profitti non corrono più come una volta. L’ultima semestrale di Mediaset ha deluso gli analisti e le prospettive per quest’anno non sono esaltanti. Discorsi simili, però, valgono anche per gli altri grandi gruppi del settore media, come la Rcs Corriere della Sera o L’Espresso. E infatti entrambi i titoli hanno perso molto terreno in Borsa. Per loro, però, il ribasso nell’arco di un anno è compreso tra il 30 per cento (Espresso) e il 41 (Rcs). Mediaset invece è crollata del 60 per cento. A fare la differenza è il fattore B.


Dati confermati, superata velocita' luce.

Superata la velocita' della luce


I neutrini dal Cern al Gran Sasso sono piu' rapidi di 60 nanosecondi.


ROMA - E’ arrivata la conferma ufficiale: la velocita’ della luce e’ stata superata. I dati, resi noti questa mattina, dimostrano che le i neutrini viaggiano ad una velocita’ di circa 60 nanosecondi superiore a quella della luce, il limite della velocità nel cosmo. Il risultato e’ stato ottenuto nell’esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso) e le anomalie sono state osservate dal rivelatore Opera, che ha analizzato il fascio di neutrini che dal Cern di Ginevra vengono lanciati verso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Il risultato si basa sull'osservazione di oltre 15.000 neutrini tra quelli che, una volta prodotti dall’acceleratore del Cern Super Proton Synchrotron, percorrono i 730 chilometri che separano il Cern dal Gran Sasso e i dati del rivelatore Opera, che saranno presentati oggi a Ginevra, dimostrano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocita’ attesa. L’analisi dei dati, raccolti negli ultimi tre anni, dimostra che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. Il risultato e’ stato ottenuto con una serie di misure ad altissima precisione, fatte in collaborazione con gli esperti di metrologia del Cern e di altre istituzioni.  La distanza tra l'origine del fascio di neutrini e il rivelatore Opera e’ stata misurata con un'incertezza di 20 centimetri sui 730 chilometri del percorso e il tempo di volo dei neutrini e’ stato determinato con una precisione di meno di 10 nanosecondi, utilizzando strumenti molto sofisticati, come sistemi Gps progettati appositamente per l’esperimento e orologi atomici.
‘’Abbiamo sincronizzato la misura dei tempi tra il Cern e il Gran Sasso con un'accuratezza al nanosecondo e abbiamo misurato la distanza tra i due siti con una precisione di 20 centimetri’’, ha detto Dario Autiero il ricercatore oggi pomeriggio presentera’ i dati al Cern. ‘’Nonostante le nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e un'elevata accuratezza statistica – ha aggiunto - e la fiducia riposta nei nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con quelli provenienti da altri esperimenti”. Il Cern stesso rileva in una nota che ‘’considerando le straordinarie conseguenze di questi dati,  si rendono necessarie misure indipendenti prima di poter respingere o accettare con certezza questo risultato. Per questo motivo la collaborazione Opera ha deciso di sottoporre i risultati a un esame piu’ ampio nella comunita’’’. I dati saranno quindi presentati oggi pomeriggio in un seminario nel Cern di Ginevra e lunedi’ in un seminario nei Laboratori del Gran Sasso. 
“Quando un esperimento si imbatte in un risultato apparentemente incredibile e non riesce a individuare un errore sistematico che abbia prodotto quella misura, la procedura standard e’ sottoporlo a una piu’ ampia indagine’’, ha osservato il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci. “Se questa misura fosse confermata – ha aggiunto - potrebbe cambiare la nostra visione della fisica, ma dobbiamo essere sicuri che non esistano altre, più banali, spiegazioni. Cio’ richiederà misure indipendenti’.


Immunità totale: la proposta di legge firmata da Papa e Milanese per l'impunità della casta.

Le mie foto


Alfonso Papa è ancora rinchiuso in carcere.
L'onorevole Marco Milanese, ex-braccio destro di Giulio Tremonti, oggi ha dovuto sudare  prima di avere l'autoassoluzione dai suoi amici parlamentari .
"Roma ladrona, la Lega non perdona", gridavano fino a pochi giorni fà i leghisti:e invece ancora una volta i vari Bossi e Maroni hanno perdonato.

Ora basta, sbottano Berlusconi e la sua cricca.
Per impedire che un domani qualche magistrato continui a perseverare nell'assurda pretesa di giudicare i parlamentari come ogni normale cittadino, un folto numero di deputati ha depositato una proposta di modifica costituzionale.
La proposta è molto semplice: bisogna chiedere preventivamente l'autorizzazione alla Camera non più solo per eseguire un mandato di cattura, ma anche semplicemente per aprire un'indagine nei confronti di un parlamentare. 
In questo modo nessun deputato verrà più indagato e intercettato: nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale, senza l'autorizzazione della camera.
Cosa cercano di ottenere è facilmente prevedibile: l'impunità totale della casta.
Vergogna!
s.t.

XVI LEGISLATURA CAMERA DEI DEPUTATI - ATTO N. 2954  
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE
d'iniziativa dei deputati
MOFFA, ANTONINO FOTI, VINCENZO ANTONIO FONTANA, ABELLI, GIOACCHINO ALFANO, ANGELI, ARACRI, ARACU, BARANI, BARBA, BARBARESCHI, BARBARO, BARBIERI, BELLOTTI, BERARDI, BERGAMINI, BERNARDO, BOCCIARDO, CARLUCCI, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO GENOESE, CATONE, CAZZOLA, CECCACCI RUBINO, CENTEMERO, CERA, CESARO, CICCIOLI, CONSOLO, COSTA, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CAMILLIS, DE GIROLAMO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DEL TENNO, DELLA VEDOVA, DELL'ELCE, DI BIAGIO, DI CAGNO ABBRESCIA, DI CATERINA, DI CENTA, DI VIRGILIO, DIMA, D'IPPOLITO VITALE, FAENZI, FORMICHELLA, FUCCI, GALATI, GARAGNANI, GERMANÀ, GIAMMANCO, GIBIINO, GIRLANDA, GOLFO, GOTTARDO, HOLZMANN, IANNARILLI, LABOCCETTA, LAFFRANCO, LAMORTE, LANDOLFI, LAZZARI, LEHNER, LISI, LO PRESTI, LORENZIN, LUNARDI, MANNUCCI, GIULIO MARINI, MAZZOCCHI, MAZZONI, MAZZUCA,MILANESE, MINASSO, MISTRELLO DESTRO, MOTTOLA, MUSSOLINI, OSVALDO NAPOLI, NICOLUCCI, NIZZI, NOLA, PAGANO, PALUMBO, PAPA, PATARINO, PELINO, PETRENGA, PILI, PISO, PITTELLI, POLIDORI, PORCU, PROIETTI COSIMI, PUGLIESE, RAISI, REPETTI, LUCIANO ROSSI, MARIAROSARIA ROSSI, SAMMARCO, SANTELLI, SBAI, SCALERA, SCANDROGLIO, SILIQUINI, SISTO, SPECIALE, STASI, STRACQUADANIO, TAGLIALATELA, TORRISI, VELLA, VENTUCCI, VERSACE, VIGNALI, ZACCHERA
Modifica dell'articolo 68 della Costituzione, concernente le immunità dei membri del Parlamento

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE
Art. 1.
      1. L'articolo 68 della Costituzione è sostituito dal seguente:
      «I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
      Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.
      Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o di comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.
      Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o per mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile».

Il testo è reperibile anche nella banca dati della Camera dei Deputati.



Il satrapo e le macerie: così il mondo ride di noi.




Michele Serra commenta le vignette su Berlusconi pubblicate da siti e giornali di 


tutto il mondo. Con una premessa: 'Rido a denti stretti di questo Nerone. Nessun 


capo di stato da duecento anni a questa parte, tra donnine e leggerezza, ha dato 


di sé un'immagine così squallida'. E con una conclusione: 'Questo premier, oltre 


alla crisi economica, ci butta in una crisi depressiva'.



giovedì 22 settembre 2011

Milanese salvo per 3 voti, irritazione Berlusconi.





Bossi e Berlusconi



Salvo per una manciata di voti: Montecitorio ha evitato l'arresto all'ex collaboratore del ministro Tremonti con soli tre voti in più rispetto a quelli che servivano. I contrari all'arresto sono stati 312, la maggioranza richiesta era di 309. I favorevoli all'arresto si sono fermati a quota 305, che in realtà erano 306, perché il voto del vicesegretario del pd Enrico letta non è stato registrato per un errore tecnico. La maggioranza può tirare un sospiro di sollievo, ma la votazione non è stata facile: sono 7, secondo i tabulati delle votazioni, i franchi tiratori che hanno votato con le opposizioni per l'arresto. Il dato emerge analizzando le presenze dell'aula: l'opposizione schierava 299 deputati, mentre i sì all'arresto sono stati 306. I banchi della maggioranza, altro segno di disagio, non erano al completo. Mancavano otto deputati: sei del Pdl, uno della Lega, uno di Noi sud. E non tutti erano assenti giustificati.
BERLUSCONI IRRITATO IN AULA, ''SOLO 7 VOTI?' - ''Solo sette voti?''. E' la domanda che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi rivolge quasi incredulo e visibilmente irritato al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al momento della proclamazione dei voti che hanno negato l'arresto - appunto con sette voti di differenza tra maggioranza e opposizione - a Marco Milanese. La scena è stata 'catturata' da una telecamera dalle tribune e pubblicata sul sito di Repubblica. Malumore nel gruppo del Pdl per l'assenza del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in volo per Washington, dove prendera' parte alla riunione del Fondo monetario internazionale. A quanto si apprende, alcuni deputati pidiellini avrebbero giudicato 'immorale' l'assenza del titolare del Tesoro
BOSSI, DIMOSTRATO CHE SIAMO ALLEATI LEALI - "Lo avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il governo. Abbiamo dimostrato di essere alleati leali'.  Così Umberto Bossi commenta l'esito del voto. 'Silvio Berlusconi ieri a palazzo Grazioli non ha chiesto consigli a Umberto Bossi sull'opportunita' o meno di dimettersi. E' lo stesso leader leghista a precisarlo in risposta ad una domanda dei cronisti. ''Non mi ha chiesto niente'', ha detto Bossi smentendo cosi' quanto viene riferito da alcuni retroscena giornalistici. 'Vedremo giorno per giorno", ha poi  risposto a chi gli chiedeva una previsione sulla tenuta del governo fino a fine legislatura. Bossi ha escluso poi di aver parlato con Berlusconi - così come invece riportato da alcuni quotidiani - della possibilità di un voto anticipato al 2012: "non abbiamo parlato di questo".
BERLUSCONI, IO SERENO MAI FATTO NIENTE DI MALE - Arrabbiato? "Io non sono mai arrabbiato. Anzi sono sereno, sono sempre sereno perché non ho mai fatto niente di male in vita mia. Anzi, quando posso faccio il bene degli altri". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando con i cronisti a Montecitorio dopo il voto sull'arresto di Marco Milanese. Il governo va avanti? "E come no. Stiamo lavorando per il meglio". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlando con i cronisti a Montecitorio dopo il voto sull'arresto di Marco Milanese. ''Dobbiamo andare avanti con le riforme. Abbiamo la responsabilita' di portare il Paese al riparo dalla crisi internazionale''. E' quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso del vertice di maggioranza . ''Dobbiamo lasciare un chiaro segno del nostro governo di centrodestra'', avrebbe aggiunto il premier.
SANTANCHE' ATTACCA TREMONTI, ASSENZA VERGOGNOSA - "E' umanamente vergognoso che il ministro Tremonti oggi non fosse in aula. Nella vita, come in politica, bisogna essere uniti nella buona e nella cattiva sorte. Noi ci abbiamo messo la faccia in nome del garantismo e in difesa delle prerogative del Parlamento. Non abbiamo visto la sua ed è ingiustificabile". Lo afferma Daniela Santanché, sottosegretario all'Attuazione del programma, commentando l'assenza del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.


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