martedì 25 ottobre 2011

Decreto sviluppo, nulla di fatto dal governo. Berlusconi a mani vuote in Europa.


Finisce senza alcuna decisione il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto approvare il provvedimento contro la crisi e per la crescita economica. La Lega si mette per traverso sull'innalzamento dell'età pensionabile. Esecutivo a rischio, si fa avanti Gianni Letta.

Doveva essere il momento della verità, è terminato con un nulla di fatto. Il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il “decreto sviluppo”, vale a dire le ricette anticrisi tanto attese di partner europei e dalle parti sociali, si è chiuso senza alcuna decisione in merito. Né è stata comunicata una nuova convocazione per i prossimi giorni.Nella giornata sono state diffuse indiscrezioni e una bozza di decreto, che conteneva tra l’altro ben dodici misure di condono fiscale, subito smentite dal ministero dello Sviluppo. Con tanto di polemica su una legge ad personam in materia ereditaria.
Ma il nodo sembra essere quello delle pensioni. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconipensa all’innalzamento dell’età pensionabile, da 65 a 67 anni, come piatto forte del pacchetto. La Lega nord, però, non ci sta, perché “le pensioni non si toccano”, come ha ripetuto Umberto Bossi in questi ultimi mesi. Al termine del Consiglio dei ministri finito in niente, si sono ritrovati a cena il premier, Bossi, Roberto CalderoliRoberto MaroniGiulio Tremonti e Gianni Letta. Per continuare a “ragionare” sul tema, a quanto si apprende.
Bossi pare intenzionato a “non cedere di un millimetro”, e in consiglio dei ministri avrebbe invocato “soluzioni che vadano bene a tutti”, cosa non facile in materia economica. Per chiarire il clima, la Padania ha preparato un titolo di prima pagina piuttosto netto: “Scontro finale sulle pensioni. Oggi il D-day. No all’innalzamento dell’età pensionabile. La Lega non arretra di un passo, coerente con la posizione già espressa con la manovra di agosto”. Corredato da un virgolettato di Rosi Mauro, vicinissima a Bossi e segretario generale del sindacato padano: “Adesso basta. E’ arrivato il momento di smetterla di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati”.
Rischia così di non essere onorato l’ultimatum dei partner europei, Francia e Germania in testa, che dopo il nulla di fatto al vertice di domenica pretendevano da Berlusconi, entro mercoledì prossimo, provvedimenti chiari ed efficaci per affrontare la crisi e imboccare la via della crescita economica. A questo punto il presidente del consiglio rischia di presentarsi di nuovo a mani vuote, o con indicazioni generiche neppure messe sulla carta di un atto approvato dal governo.
Una situazione preoccupante che potrebbe portare alla caduta del governo, secondo fonti parlamentari del Pdl raccolte dalle agenzie di stampa. Se Berlusconi e Bossi non trovassero l’accordo, si farebbe strada un nuovo esecutivo istituzionale o tecnico, guidato da Gianni Letta – che si sarebbe detto disponibile e ne avrebbe già parlato con Berlusconi -, da Renato Schifani o da Mario Monti. In alternativa, il voto anticipato.
Commenti trancianti dall’opposizione: “Se si pensa a un governo che cerca i nostri voti in Parlamento per fare quelle riforme che non sono riusciti a fare con la Lega, se lo scordino”, afferma il presidente del Pd Rosy Bindi. “Noi non andiamo a fare la stampella di nessuno”. La condizione è che Berlusconi faccia un passo indietro e che la maggioranza ammetta i propri errori, dopodiché “siamo disponibili a un governo del presidente della Repubblica che dia un incarico a una personalità che possa sedersi in Europa con prestigio e non ci faccia assistere all’umiliazione di questi giorni. Altrimenti l’unica via d’uscita sono le elezioni”. E per l’Idv, Antonio Di Pietroironizza sul consiglio dei ministri della verità, finito invece “a tarallucci e vino”.


lunedì 24 ottobre 2011

La vignetta di Vauro.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=310122199005340&set=a.292997344051159.92030.235591006458460&type=1&theater

La riforma delle pensioni.



Il governo, nella persona del premier, vuole portare l'età pensionabile a 67 anni. 
Succederà, pertanto, che chi ha già iniziato a lavorare a 20 anni, andrà in pensione con 47 anni di anzianità, chi comincia a 40, con soli 27 anni. 
Vabbè, direte voi, chi va in pensione con 47 anni percepirà una pensione pari all'80% dello stipendio, chi ci andrà con 27 ne percepirà poco più della metà. 
Ma non sarebbe più logico stabilire un tetto di anni di servizio per l'accesso alla pensione? Stabilire per tutti un'età pensionabile è deleterio, costringerebbe le "famiglie" delle quali tutti parlano a sproposito, a non curarsi non solo dei figli, ma neanche dei nipoti! 


Ma tant'è, come al solito, per porre argine alle proprie follie, il governo se la prende con chi non ha nessuna colpa, ma fa numero. 


Durante la vita lavorativa, il lavoratore versa nelle casse dell'INPS una quota mensile per assicurarsi la vecchiaia; se in queste casse la politica mette mano per attingervi e pagare cifre spropositate per i propri vitalizi, per le pensioni di vecchiaia, per la cassa integrazione e, nel frattempo, non c'è un adeguato gettito che possa garantire la sostenibilità dei prelevamenti effettuati, è chiaro che si va a sbattere la faccia contro un muro. Innalzando l'età pensionabile non si fa altro che allontanare nel tempo il verificarsi del punto critico del non ritorno quel tanto che basta a dar respiro a questo governo di incapaci ed incompetenti. 


Non che i precedenti governi si siano dimostrati più adeguati, ma questo li batte tutti alla grande. 


Con questa manovra non si aggiusta assolutamente nulla, le pensioni dei nostri figli e dei nostri nipoti restano ugualmente un punto interrogativo, si allontana solo nel tempo il pericolo del fallimento totale dell'INPS.



A TE' CHE FAI FINTA DI GOVERNARE E PERCEPISCI 30.000 EURO AL MESE.



FATTI UN ESAME DI COSCIENZA E DOMANDATI SE RIUSCIRESTI A VIVERE CON 300 EURO DI PENSIONE SOCIALE....TE LO SEI CHIESTO ??...BENE....ORA VERGOGNATI


https://www.facebook.com/media/set/?set=a.213224128744622.52493.169987999734902&type=1



Berlusconi paga il congresso di Domenico Scilipoti ma pretende donne in minigonna e tacchi a spillo.





Domenico Scilipoti è diventato ormai il simbolo della degradazione umana, politica e culturale della casta italiana.
Ieri il Cettolaqualunque siciliano, cui restano ancora misteriose le qualità e le motivazioni per le quali è stato scovato dal nulla da Antonio Di Pietro e portato in parlamento,  ha celebrato il congresso fondativo dell'ennesimo partito di cui nessuno in Italia avverte la necessità, se non lui stesso e il suo conto corrente bancario.
Un tempo transfughi e voltagabbana avevano la decenza di nascondersi, i Clemente Mastella di turno scomparivano sotto i colpi dell'indignazione trasversale dell'opinione pubblica, oggi sbandierano ai quattro venti la loro ignoranza e la loro voracità: oggi addirittura Scilipoti vuol fondare su queste basi addirittura un partito.
 Un congresso di partito che - forse proprio per questo - non solo sfugge alle liturgie e alle rappresentazioni tradizionali della partitocrazia della Prima Repubblica, ma assomiglia più ai festini e ai bunga-bunga di Arcore.
Probabilmente Gianpaolo Tarantini non avrebbe saputo fare di meglio.
Nella sua conclamata generosità Berlusconi ha pagato l'organizzazione dell'evento, dettando però la linea da seguire.
No. Non la linea politica, quella è un orpello secondario facile da tirar fuori, con un bell'impasto di qualche quintale di luoghi comuni, una tonnellata di retorica, chili e chili di bugie e una spruzzata di cristianità.
In cambio dell'assegno di qualche decina di migliaia di euro (l'assegno è metaforico, lui paga in contanti: le avete mai viste o utilizzate le banconote da 500 euro? dubito, le hanno coniate appunto solo ed esclusivamente per questi affari in nero di lor signori), ha preteso di poter dar sfogo anche in tale occasione al suo repertorio di perversioni maniacali, a suon di giovani ventenni in minigonna e tacchi a spillo (alcune sono nella foto qui allegata= e allegre barzellette.
Fuori il mondo va a puttane. Ma anche lì dentro non ci scherzano.


domenica 23 ottobre 2011

Dal kapò all'abbronzato, le gaffe di Silvio



http://tv.repubblica.it/politica/dal-kapo-all-abbronzato-le-gaffe-di-silvio/52952/52223?video

Violento terremoto colpisce la Turchia, crolli e devastazione. ''Forse mille vittime''.



(Xinhua)


Ankara - (Adnkronos/Xinhua/Ign) - Il sisma, di magnitudo 7,2 della scala Richter, è avvenuto 19 chilometri a nord-est di Van,al confine con l'Iran, a una profondità di 7 chilometri. I sindaci delle città più vicine all'epicentro: ''Molti edifici sono crollati e ci sono tanti morti. Macerie ovunque. Panico tra la popolazione''. Soccorritori in azione in tutta l'Anatolia. Il premier Erdogan vola nella provincia colpita. Verifiche su eventuale presenza di connazionali, sta bene l'unica famiglia italiana residente a Van.
Ankara, 23 ott. (Adnkronos/Xinhua/Ign) - Un violento terremoto ha colpito oggi la Turchia. Il sisma, di magnitudo 7,2 della scala Richter, è avvenuto 19 chilometri a nord-est di Van, al confine con l'Iran, a una profondità di 7 chilometri. I morti potrebbero essere oltre mille, secondo l'agenzia sismica nazionale Kandilli.
Il forte sisma ha colpito il villaggio di Tavanli, nella provincia orientale di Van, ma è stato percepito a Hakkari, località distante 200 chilometri, sottolinea online il quotidiano Hurriyet Daily News. Secondo l'agenzia Anatolia il terremoto che ha distrutto diversi edifici a Van è stato sentito anche a Dyarbakir, Sirnak, Siirt, Batman e Mardin.
''Molti edifici sono crollati e ci sono tanti morti. Macerie ovunque'' ha riferito alla Ntv Zulfikar Arapoglu il sindaco di Ercis, tra le città turche più vicine all'epicentro del potente terremoto. Finora tra le macerie di Ercis sono stati rinvenuti 50 cadaveri. Stando alla Cnn turca, i feriti a Ercis sono oltre cento. Di devastazione e panico tra la popolazione ha parlato anche il sindaco di Van Bekir Kaya.
In tutta l'Anatolia, che è tra le aree più popolose del paese, sono in azione i soccorritori. La Mezzaluna rossa turca ha iniziato a trasportare tende e aiuti nella zona terremotata, dove le immagini trasmesse in tv mostrano scene di panico nelle strade. Molti i corpi senza vita sotto le macerie degli edifici crollati, ma anche alcuni sopravvissuti, sottolinea l'emittente NTV.
Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, volerà da Istanbul nella provincia di Van colpita dal forte sisma. Israele ha offerto aiuti umanitari alla Turchia e ora attende una risposta dal governo.
Intanto sono in corso verifiche sull'eventuale presenza di italiani. "Stiamo verificando e le comunicazioni sono molto difficili" dice l'ambasciatore italiano ad Ankara, Gianpaolo Scarante, all'ADNKRONOS. "Al momento - continua Scarante - sappiamo con certezza che nel paese di Van c'è un'unica famiglia italiana, composta di tre persone, che risiede lì da tempo e ha una piccola attività artigianale e svolge anche attività benefica. Non siamo riusciti finora, ma forse negli ultimi minuti è stato possibile, a contattarli personalmente - prosegue l'ambasciatore - ma attraverso dei frati armeni che sono stati contattati dal consolato di Smirne abbiamo saputo che stanno bene e non hanno subito danni".
Si tratta degli "unici residenti registrati", sottolinea Scarante, mentre come turisti, "stiamo verificando, ma la zona è molto poco turistica; non è una zona dove normalmente si recano turisti italiani salvo casi isolati di persone particolarmente motivate, dall'attrattiva del monte Ararat o di altri reperti archeologici nell'area". Quindi, conclude, "data la stagione e la scarsità di turismo italiano in quella zona", si spera che non ci siano connazionali coinvolti nel sisma.
Paese ad alto rischio sismico, la Turchia ha vissuto molti terremoti anche nel recente passato. Come quello dell'8 marzo 2010 di magnitudo 6 nella provincia di Elazig che ha ucciso 38 persone e le due potenti scosse di magnitudo 6,7 e 7,4 del 17 agosto 1999 a Izmit e Istanbul che fecero 18mila morti e decine di migliaia di feriti.