sabato 10 dicembre 2011

Yacht, bolidi e aerei privati: la maggior parte dei proprietari dichiara 20 mila euro al Fisco.



Un rapporto dell'Anagrafe tributaria, studiando gli effetti della patrimoniale sul lusso, ha scoperto che i falsi poveri con fuoriserie, elicottero o barca sono un esercito: in proporzione, superano i veri ricchi e gli abbastanza facoltosi.


Hanno lo yacht di 17 metri, il bolide in garage e, perché no, anche l’elicottero privato. Eppure la loro dichiarazione dei redditi è la stessa di un operaio: 20mila euro o giù di lì. Evasioni fiscali di pochi furbi? Macché: i finti poveri in Italia sono un esercito. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Anagrafe tributaria (pubblicato in anteprima su il Sole 24 Ore), che ha dovuto studiare gli effetti concreti della tassa sul lusso inserita nel decreto “salva-Italia” dall’esecutivo di Mario Monti. L’analisi incrociata dei dati ha portato alla luce non poche sorprese.

LE BARCHE 

In Italia ci sono poco meno di centomila barche di lusso, ovvero natanti lunghi almeno 10 metri. Tra queste, ben 42mila (quindi il 42,4 per cento) sono di proprietà di individui che dichiarano al fisco 20mila euro annui di patrimonio. Saranno loro i più “penalizzati” dalla tassa sul lusso del governo Monti, che a quanto pare ci ha visto giusto nell’inserire la misura contro i “ricchi e furbi” nella finanziaria che dovrà risollevare le sorti italiane. A chi appartengono il resto degli yacht? Circa 27mila (26,7 per cento) sono di contribuenti che dichiarano dai 20mila ai 50mila euro annuali, mentre 16mila o poco più (16,5 per cento) sono intestati a cittadini più facoltosi, ovvero coloro che hanno entrate annuali che vanno dai 50mila ai 100mila euro. E i ricchi veri (con dichiarazioni di redditi da 100mila euro in su) quante barche hanno? In proporzione, pochissime: 14.235, ovvero appena il 14,4 per cento. Se fossimo in un Paese di onesti contribuenti, il dato avrebbe una chiave di lettura a dir poco paradossale (i “poveri” con le barche di lusso). Ma siamo in Italia, e lo studio dell’Anagrafe tributaria vuol dire solo una cosa: che i falsi poveri non sono neanche veri furbi, visto che con il reddito dichiarato sarebbe pressoché impossibile sopportare i costi di gestione delle loro barche. La tassa sugli yacht metterà fine al raggiro.

BOLIDI DA OLTRE 240 CAVALLI

Se nel Belpaese le barche sono “roba da poveri”, i bolidi a quattro ruote non fanno eccezione. In Italia ci sono quasi 595mila automobili da 185 kw, ovvero da 248 cavalli. Tra queste, 217mila (36,6 per cento) sono di proprietà di quegli italiani che dichiarano un reddito da 20 a 50mila euro, mentre addirittura 188mila (31,7 per cento) sono intestate a chi denuncia neanche 20mila euro. Per questi ultimi, oltre al danno c’è anche la beffa: oltre alla patrimoniale sul bolide in garage, saranno costretti – ogni qual volta decidono di utilizzarlo – a sborsare fior di quattrini per fare il pieno di carburante, aumentato a dismisura a causa dell’innalzamento delle accise su diesel e benzina. I veri ricchi con ‘Ferrarino’ o fuoriserie, invece, sono pochi: 117mila (19,6 per cento) quelli che dichiarano dai 50 ai 100mila euro, quasi 72mila (12,1 per cento) quelli che ‘incassano’ oltre i 100mila euro.

ELICOTTERI E AEREI PRIVATI

I più sfortunati di tutti, però, sono i 518 ‘poveri’ che, pur dichiarando 20mila euro annui, possono permettersi un aereo o un elicottero privato: oltre al balzello sul bene di lusso, saranno costretti a prosciugare i loro (presunti) averi ogni qual volta decideranno di alzarsi ‘autonomamente’ in volo. Ciò che stupisce, nella ‘evasione dei cieli’, sono le percentuali. Detto del club dei 518 finti poveri con elicottero sul tetto di casa (il 25 per cento del totale), dei circa duemila velivoli privati, 604 (30 per cento) sono di proprietà di cittadini con dichiarazione dai 20 ai 50mila euro, 523 (26 per cento) di contribuenti che dichiarano dai 50 ai 100mila euro e appena 367 (18,3 per cento) sono di color che dichiarano al fisco più di 100mila euro all’anno.

LA SITUAZIONE NEL COMPLESSO

Gli esempi di barche di lusso, bolidi a quattro ruote e aerei privati rispecchia una tendenza ormai assodata in Italia: l’evasione fiscale è un fenomeno dilagante. L’ennesima conferma dai dati generali del rapporto a firma dell’Anagrafe Tributaria. Su quasi 42milioni di contribuenti, ben più della metà (circa 28 milioni, alias il 66,3 per cento) dichiarano di non superare i 20mila euro annui, mentre sono 12 milioni (29,2 per cento) coloro che ammettono di aver guadagnato dai 20 ai 50mila euro annui. E i veri ricchi? Chi denuncia redditi che vanno dai 50 ai 100 mila euro rappresenta il 3,5 per cento (quindi un milione e mezzo scarso di italiani) della torta, mentre le briciole della stessa sono costituite dagli onesti facoltosi: appena 398mila, pari all’uno per cento del totale. Anche loro dovranno subire la patrimoniale sul lusso: colpa dei loro pari reddito che non pagano le tasse.

Russia, in piazza per contestare i risultati elettorali. Centomila persone contro Putin



Alle elezioni del 4 dicembre scorso ha trionfato Russia Unita, in calo di consensi rispetto al 2007. Le opposizioni denunciano brogli elettorali e chiedono di andare di nuovo alle urne. Moltissime le persone con rose, tulipani e nastrini bianchi, il colore di questa nuova rivolta tanto che qualcuno, l’ha già ribattezzata la “Rivoluzione bianca”


Dalla Siberia a Mosca, i russi scendono in piazza per contestare i risultati delle elezioni politiche dello scorso 4 dicembre, che lanciano Vladimir Putin verso la vittoria alle presidenziali di marzo. L’opposizione ha organizzato manifestazioni in 46 città per protestare contro i brogli nelle elezioni per la Duma: i dati definitivi del voto assegnano infatti il 49,32 per cento delle preferenze aRussia Unita, il partito di Putin e Medvedev, che potrà pertanto contare su 238 seggi sui 450 disponibili. Oggi la Commissione elettorale centrale ha ufficializzato la vittoria del partito di governo, che resta quindi il primo partito russo, ma rispetto al 2007 ha perso oltre il 15 per cento dei consensi. Le prime manifestazioni sono inziate nelle città siberiane, per la differenza di fuso orario, sfidando le temperature polari. Poi è stata la volta della capitale: gli organizzatori hanno annunciato che i partecipanti sono tra i 100 e i 150mila. Un risultato quindi al di sopra di ogni aspettativa, ben superiore ai 30mila autorizzati dal Comune. Secondo fonti non ufficiali di polizia, i manifestanti sarebbero 70mila.

In parallelo alle proteste, sono iniziati anche i primi fermi: una trentina di persone a Khabarovs e una decina a Perm negli Urali, mentre a San Pietroburgo, membri dell’unità antisommossa (Omon) sono intervenuti per disperdere una manifestazione per la quale non era stata concessa alcuna autorizzazione. Sono stati denunciati pestaggi. Tra gli slogan dei manifestanti, “Il pesce puzza dalla testa”, “Prigione per i falsificatori”, “Elezioni libere” e “Libertà per le persone arrestate a Mosca”. Già a ridosso delle votazioni, le piazze si erano riempite, complice il passaparola sul web, per protestare contro il partito di Putin: il numero degli arresti compiuti a Mosca e in altre città del paese era arrivato a superare quota 800, di cui, secondo i dati ufficiali, 569 a Mosca e 250 a San Pietroburgo. Molti dei fermati sono ancora in custodia. “Dobbiamo continuare a fare appello alla gente – aveva detto in un’intervista poco prima di essere fermato dalla polizia il blogger Alexei Navalni,  condannato a 15 giorni di prigione – i brogli sono stati maldestri e stupidi e le grandi città sono le più insoddisfatte. Se il potere non fa qualcosa – concludeva – la situazione diventa rischiosa”.

”Nuove elezioni”, ha chiesto dal palco di Piazza Bolotnaia il popolare scrittore Boris Akunin, facendosi interprete di quello che è il principale obiettivo della protesta di oggi nel cuore di Mosca, a 200 metri dal Cremlino. I nazionalisti hanno iniziato a bruciare alcune bandiere di Russia Unita. Moltissime le persone con rose o tulipani e nastrini bianchi, il colore di questa nuova rivolta che sta scuotendo la Russia, tanto che qualcuno, sotto i fiocchi di neve, l’ha già ribattezzata la “Rivoluzione bianca”. Sul palco si sono alternati politici e star dello spettacolo mentre la folla gridava slogan come “Ladri e corrotti” (come viene comunemente chiamato adesso il partito di Putin), “Elezioni pulite” e “Uno per tutti, tutti per uno”. In piazza c’è anche il leader del partito riformatore filo-occidentale Grigori Iavlinski, che finora aveva disertato tutte le proteste non condividendo le manifestazioni in strada.

Il numero due del partito di centrosinistra, Ghennadi Gudkov, ha chiesto di annullare il voto legislativo del 4 dicembre e di indirne uno nuovo, acclamato dal pubblico. In una risoluzione letta dal palco e approvata a “furor di popolo” la folla ha chiesto cinque punti: il rilascio di tutti i prigionieri politici, la dichiarazione che i risultati delle elezioni parlamentari non sono da considerarsi validi, le dimissioni dell’attuale presidente della commissione elettorale Vladimir Churov, un’inchiesta su tutte le denunce di brogli con l’assunzione di provvedimenti punitivi per i responsabili e, infine, la possibilità che tutti i partiti dell’opposizione possano partecipare a nuove elezioni, veramente democratiche.

venerdì 9 dicembre 2011

Manovra, l’apertura di Bagnasco “Disponibili a discutere di Ici”



Il presidente della Cei: "Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra". Ma poi ricorda: "Il Concordato prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa". Monti glissa. Lupi (Pdl): "Polemica segnata da anticlericalismo".


L’apertura del cardinal Bagnasco arriva verso la fine dell’ennesima giornata di polemica sulla questione dell’applicazione dell’Ici agli immobili della Chiesa: ”Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra”, ha detto il presidente della Cei rispondendo a una domanda a margine di un convegno a Genova. ”Com’è noto – ha aggiunto Bagnasco – il Concordato prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa cattolica e, quindi, anche di quegli ambienti che vengono utilizzati per specifiche finalità. Bisogna aggiungere che laddove si verificasse qualche inadempienza, auspichiamo che ci sia l’accertamento e l’assunzione conseguente come è giusto per tutti”.

Prima del cardinale era intervenuta l’agenzia della Conferenza episcopale italiana (Sir) con una nota: ”La Chiesa cattolica paga quello che c’è da pagare, paga quello che è previsto, come tutti, e non gode di nessun privilegio”. Se è vero che “c’è bisogno di una rendicontazione puntuale e scrupolosa sui soldi”, questo deve valere anche per i “beni immateriali”, relativi cioè ai servizi che la Chiesa offre, sottolinea il Sir.

Sulla questione si è espresso in termini molto generali anche il premier Mario Monti: “In 17 giorni non abbiamo preso alcuna decisione e sono a conoscenza di una procedura di aiuti di Stato”, ha detto in conferenza stampa a Bruxelles.

Dalla politica arrivano proposte di emendamenti alla manovra: quattro deputati del Pdl – Maurizio Bianconi, Viviana Beccalossi, Monica Faenzi Francesco Biava – hanno proposto di far pagare l’Ici anche alle parrocchie, agli oratori e agli edifici di culto o, almeno a quegli oratori che affittano campi di calcio o sale per le feste di compleanno. L’emendamento, spiegano, renderebbe la manovra più equa. Viene proposto di esentare dal pagamento dell’imposta chi possiede una sola casa sotto i 100 metri quadrati. E come copertura propongono di colpire gli Enti Religiosi, con due diverse ipotesi. La prima è quella far pagare l’Ici agli “enti ecclesiastici che svolgono attività commerciale, anche in parte”. Ed è quello che fanno abitualmente tutte le parrocchie e gli oratori che affittano sale per le feste di compleanno dei bambini o campi di calcio la sera, per poter pagare le attività sociali. I quattro parlamentari propongono anche di elevare l’Imposta sugli immobili delle banche. La seconda forma di copertura è ancora più “hard’’. Verrebbe eliminata l’esenzione dall’Ici per gli edifici di culto, per tutte le Associazioni (enti ecclesiastici, onlus, sindacati e partiti) e per gli immobili a destinazione uso culturale”. “Siamo davanti ad una manovra – dichiarano Bianconi, Beccalossi, Biava e Faenzi – che, al di là del nome che porta, deve offrire un forte segnale di equità. E se equità deve essere quindi, è giusto che anche quegli enti, quelle associazioni e tutti quei soggetti che finora sono stati esenti dal pagamento di una tassa, quella sugli immobili, che non fa davvero piacere a nessuno pagare, contribuiscano a risollevare le casse dello Stato”. Secondo i quattro deputati vanno corrette “vere e proprie storture della normativa, che ha permesso ad enti che svolgono attività ‘non esclusivamente commercialì sulla carta, ma che nella pratica sono veri e propri centri di business, di non pagare l’Ici”. Infine c’è “un profilo di concorrenza sleale rispetto ad analoghe attività in mano a privati che non va affatto sottovalutato”.

Una proposta arriva anche da un’altra deputata Pdl, Gabriella Giammanco: “Propongo che, solo e soltanto, gli edifici che hanno finalità commerciali siano sottoposti a tassazione. E’ necessario – prosegue la deputata Pdl – sostenere le attività meritorie che ogni giorno la Chiesa porta avanti a favore del prossimo, ma se per correggere la manovra a favore delle fasce più deboli, sul fronte delle pensioni e su quello dell’Imu sulla prima casa, il problema rimane quello della copertura finanziaria credo che anche la Chiesa, come tutti, debba essere chiamata a un piccolo sacrificio”. “Ferma restando la buona fede della Chiesa, per evitare zone grigie e dubbi interpretativi sulla legge vigente – conclude – penso sia necessario abrogare la norma del 2006 per cui anche gli immobili che non hanno ‘esclusivamente natura commerciale’ possono essere esentati dal pagamento dell’Ici. In questo modo si manterrebbero ferme le esenzioni della legge del ’92 e pagherebbero solo gli edifici utilizzati a scopi commerciali”

Contrario invece alla tassazione sugli immobili della Chiesa è Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera: “Mi sembra che nel dibattito sul pagamento dell’Ici da parte della Chiesa si stia facendo una gran confusione. In discussione non è infatti un privilegio ma un principio di libertà e di sussidiarietà che interessa tutti quei soggetti che svolgono una funzione pubblica. In tal senso è giusto che determinate attività, in parte svolte dalla Chiesa, in parte da altri soggetti, siano esenti”. Insomma, per Lupi “la discussione di questi giorni” è viziata da “rigurgiti di anticlericalismo”.

Ma se la polemica politica si accende in maniera trasversale, l’opinione pubblica sembra avere le idee molto chiare. Non solo l’appello di Micromega per reintrodurre l’imposta sugli immobili ecclesiastici raggiunge 100 mila adesioni in tre giorni, ma anche il sondaggio di Sky fornisce un quadro preciso con la quasi totalità (il 93%) dei partecipanti alla domanda del giorno che riterrebbe opportuna una stretta sull’Ici a carico della Chiesa.

Leone ritrova la padrona dopo anni.



Un leone ritrova la padrona che lo aveva accudito da cucciolo dopo tanti anni...guardate la reazione.



Pacco bomba a Equitalia, ferito il direttore dell'agenzia. Cancellieri: "Attacco vile"







Roma - (Adnkronos/Ign) - L'esplosione nell'ufficio di via Millevoi, in zona Cecchignola. L'ordigno in un plico aperto dal responsabile Marco Cuccagna colpito al volto e alla mano. Secondo gli investigatori c'è una matrice anarchica. L'attentato potrebbe essere legato al pacco bomba alla Deutsche Bank. Monti: "Equitalia svolge un ruolo fondamentale". Cgia di Mestre: nel 2010 recuperati 8,8 miliardi di euro.


Roma, 9 dic. (Adnkronos/Ign) - Un pacco bomba è esploso all'Agenzia Equitalia di via Andrea Millevoi, a Roma. L'ordigno era contenuto in pacco postale indirizzato all'ufficio della zona Cecchignola. E' stato aperto da Marco Cuccagna, direttore generale della stessa agenzia, rimasto ferito alla mano e al volto. In particolare la deflagrazione ha leso la falange di un dito. All'arrivo del 118, l'uomo è stato trasportato al Sant'Eugenio in codice giallo.


E' lo stesso direttore centrale di Equitalia Angelo Coco a fornire alcuni dettagli dell'episodio ai giornalisti davanti alla sede di via Millevoi: nello scoppio del pacco "è andato in frantumi una scrivania di vetro", le schegge hanno colpito al volto il direttore Cuccagna. In ospedale è stato sottoposto a "un intervento chirurgico". Poi lo sfogo. "Contro Equitalia - sottolinea Coco - è andata in scena negli ultimi tempi una campagna denigratoria e di disinformazione, non solo da parte di una certa stampa, che ha prestato il fianco, ma anche portata avanti da alcuni politici di secondo piano".
Secondo gli investigatori c'è ''una matrice anarchica'' all'origine dell'attentato. ''Con ogni probabilità non si tratta di un episodio isolato e potrebbe essere in atto un'altra 'campagna natalizia' dei gruppi di ispirazione anarco-insurrezionalista", dicono all'Adnkronos fonti investigative e degli apparati di sicurezza. Potrebbe quindi non essere finita con l'attacco di oggi. ''Non è escluso che possano essere stati inviati altri plichi esplosivi, l'allerta è massima'', viene rilevato.
Non sfugge naturalmente all'attenzione degli apparati di sicurezza che l'attentato di oggi fa seguito al pacco bomba destinato all'amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann e rivendicato ieri dalla Federazione anarchica informale. Nella lettera di rivendicazione, poi, veniva annunciato l'invio di tre ordigni, quindi è plausibile che sia stato inviato almeno un altro plico esplosivo.
I pacchi bomba ''potrebbero essere realmente tre o anche di più - rileva una fonte della sicurezza- sia in Italia che all'estero. Sono molto più che atti dimostrativi, qui si mira a fare male. E non è un caso che il periodo scelto per mettere in atto questa nuova fase di attentati sia quello attuale, con la crisi economica che attanaglia l'Europa e che può finire per esacerbare gli animi, favorendo il malcontento e attivando circuiti perversi''.
La matrice anarchica all'origine del gesto ''è evidente per il modus operandi, per quanto accaduto di recente e per la profonda conoscenza dimostrata nel manipolare e gestire gli esplosivi. C'è una chiara continuità con quanto è stato messo in atto in passato''.
Commentando l'episodio, il presidente del Consiglio Mario Monti ha detto che "Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi". Anche per il ministro della Giustizia Paola Severino, Equitalia "ha sempre svolto con rigore una funzione estremamente importante per l'economia italiana''.
Tanta la solidarietà nei confronti del direttore Marco Cuccagna rimasto ferito al quale, tra gli altri, il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, definendo "vile" l'attentato che l'ha colpito, augura "una pronta guarigione''. Non diversamente il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parla di un atto "scellerato, vile" e i colpevoli "devono essere identificati al più presto e puniti". L'ipotesi, aggiunge il sindaco, "che possa trattarsi di un gesto non isolato è un invito per tutti a non abbassare la guardia". La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è certa che questo "atto intimidatorio non condizionerà l'operato di Equitalia", si tratta di "un fatto grave" e l'auspicio è che vengano individuati quanto prima i responsabili.



Il Governo delle Banche: obbligo di apertura conto corrente per chi percepisce pensioni superiori alle 500 euro.







L’Italia si trasforma nel Paese delle Banche e dei Soldi Elettronici.
Ma cosa saranno mai questi soldi elettronici, molti se lo chiedono in queste ore! Ebbene sono le transazioni che avvengono tramite banche, con l’utilizzo del cliente di carte di credito, postamat, bancomat, carte ricaricabili e quanto altro, in poche parole sono quei soldi non tangibile, sono quel valore che non vediamo, non tocchiamo ma che possiamo avere.
Certo, molti italiani hanno conti correnti, carte di credito, carte ricaricabili, ma non tutti sono forniti di conti correnti bancari o postali.
Vi avevamo già scritto della prossima “estinzione” della banconota da 500euro ed ora il Governo dei Professori si appresta a prendere un’altra decisione drastica, nessun pagamento superiore alle 499 euro sarà possibile se non con il passaggio su un conto corrente.
Ebbene si ci apprestiamo ad entrare nel Paese delle Banche e del Denaro Elettronico.
Infatti l’indiscrezione poi confermata parla di obbligo di apertura di conti correnti anche per i  pensionati. Per riscuotere le pensioni superiori a 499euro si dovranno aprire conti correnti bancari o postali e far uso di bancomat o carte di credito per riscuotere le pensioni. Le pensioni superiori ai 500euro,al pari degli altri pagamenti, specie  se erogate da amministrazioni pubbliche, non possono essere più pagate in contanti, ma serviranno strumenti di pagamento elettronico, di banche o poste. La stessa norma vale per stipendi e compensi pubblici.
Per gli enti non pubblici la soglia è di 1000 euro.

Tumore al seno, scoperta la molecola che rende staminali le cellule tumorali.



Si chiama TAZ ed è il gene che controlla negli embrioni le dimensioni degli organi. Nel cancro alla mammella, però, il suo intervento "trasforma" le cellule malate, rendendole metastatiche e resistenti alla chemioterapia. La scoperta del team di Stefano Piccolo potrebbe contribuire a cambiare la storia della lotta alla malattia.
di FRANCESCA SIRONI
ROMA - Le cellule staminali tumorali, si sapeva da tempo, sono le responsabili dell'evoluzione aggressiva di un tumore e della sua rigenerazione, perché resistenti alla chemioterapie e dure a morire. Finora questa era solo teoria, la descrizione di un fenomeno, non la sua spiegazione. Oggi, grazie a una ricerca condotta dal gruppo di studio del professor Stefano Piccolo all'Università di Padova, sappiamo qual è la molecola responsabile dell'evoluzione delle cellule tumorali in staminali. Una scoperta che potrebbe cambiare molte cose e che viene presentata per la prima volta, con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Cell, in occasione della giornata per la ricerca organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

Le cellule più pericolose - "Le staminali - spiega Piccolo - sono le cellule che mantengono il tumore in attività, che fomentano il fuoco. Insomma, sono quelle che uccidono". Alle staminali sono dovute le metastasi. "La progressione tumorale - aggiunge lo studioso - è un fenomeno legato all'aumento della proporzione delle cellule staminali. La nostra ricerca è partita così dalla comparazione fra tumori al seno aggressivi ad alto grado istologico e tumori benigni". 

Porsi le domande giuste  - "Ci siamo chiesti - continua Piccolo - cosa guidasse l'aumento delle cellule tumorali staminali. Fino ad oggi le informazioni erano così parziali che molti scienziati continuavano a nutrire giustificati dubbi sulla loro stessa esistenza. Avevamo bisogno di capire da un punto di vista molecolare quali fossero le cause del fenomeno". Si trattava solo di definizioni. Ciò che mancava era "materializzare" tutto questo in ciò di cui la scienza ha bisogno: geni, cellule e meccanismi. "Gli scienziati hanno bisogno di toccare gli elementi, vederli, manipolarli, per poter spiegare un fenomeno". 

Grazie alla comparazione genetica di tumori umani aggressivi in stadio avanzato e benigni in stadio precoce i ricercatori hanno individuato una serie di differenze. "Questa comparazione - racconta Piccolo - ci ha rivelato la porta da aprire, ma non la chiave per entrare  e così abbiamo cominciato a provare tutte le chiavi, ovvero i marcatori genetici, che avevamo a disposizione". Molte "chiavi" non erano associate all'evento che interessava loro spiegare. Ma una sì.

La scoperta di Taz - Uno dei marcatori individuati era direttamente correlato all'aumento del numero di cellule staminali. Si trattava di Taz. "Abbiamo scoperto che nella progressione tumorale le cellule che hanno questo marcatore giocano un ruolo fondamentale: via via che il tumore progredisce, il numero di Taz nell'organo tumorale aumenta". 

Taz è una via di segnale che normalmente controlla, nell'embrione, la dimensione degli organi. Ma nelle cellule tumorali, la sua funzione degenera. "I tumori - sostiene Piccolo - non sono ammassi di cellule senza connessioni con l'organo in cui crescono. Sono invece molto più assimilabili ad organi, sebbene abberranti. Sembrano infatti ripercorrere le stesse strade che un organo compie per rigenerare le ferite e garantirsi lunga vita". Proprio come le cellule staminali diventano aberranti, anche l'azione di Taz diventa incontrollata nel cancro.

"Abbiamo condotto un esperimento: prendendo le cellule staminali tumorali e togliendole Taz queste diventavano cellule tumorali benigne". Non erano più staminali, ovvero non più pericolose.  "Se invece prendiamo una cellula tumorale non staminale - spiega Piccolo - e vi accendiamo Taz, quella diventa staminale tumorale". Taz, insomma, è la molecola alla base dell'essere staminale della cellula tumorale. 

La scoperta dei ricercatori di Padova risponde anche a un'altra osservazione. Molti studiosi avevano notato che sotto appropriate condizioni le cellule tumorali possono mostrare comportamenti staminali. "E' logico - dice Piccolo, senza nascondere l'entusiasmo - se la nicchia biologica di quelle cellule facilità l'attivazione del gene di Taz, ecco che la cellula tumorale diventa staminale". 

Il comportamento di Taz - "Naturalmente - prosegue Piccolo - non bastava individuare la molecola. Avevamo bisogno di capire cosa regolasse il suo comportamento, cosa ne determinasse l'attivazione o la stabilità". Non hanno dovuto cercare lontano: "La risposta era sotto i nostri occhi: la forma della cellula". Le cellule hanno di solito una precisa polarità, una parte voltata verso un lume, un'altra ancorata saldamente ad altre cellule. "I patologi da sempre avevano correlato l'evoluzione di un cancro alla presenza di forme cellulari aberranti. Si dice che le cellule tumorali abbiano comportamenti asociali, perché la loro forma non le rende compatibili alle altre". "Noi abbiamo scoperto che questo non è un effetto, ma una causa". Il cambiamento di polarità di una cellula tumorale, cioè, può attivare la molecola Taz, e quindi innescare la sua riprogrammazione in cellula staminale, resistente e pericolosa. 

Questa scoperta, oltre a fornire nuove possibilità terapeutiche, apre importanti scenari di ricerca. Ai ricercatori di Padova ora restano da dimostrare molte cose. A monte, cosa provochi questo cambiamento di polarità nella cellula, a valle come faccia Taz a rendere staminale e metastatica la cellula tumorale. "Abbiamo appena cominciato - conclude Piccolo - a definire i tratti genetici che caratterizzano la staminalità delle cellule. La nostra scoperta apre strade importanti in molti campi, primo fra tutti quello terapeutico, di immediato interesse per i pazienti".

I meriti dell'AIRC - "Devo ringraziare Michelangelo Cordenonsi - conclude Piccolo - principale autore dello studio, e il professor Silvio Bicciato dell'Università di Modena per il fondamentale supporto nell'analisi informatica dei dati, oltre ad AIRC 5xmille per il supporto finanziario indispensabile per studi così costosi". 

L'Associazione Italiana per la ricerca sul cancro proporrà quest'anno, nella sua giornata dedicata alla ricerca, l'11 novembre, le conoscenze acquisite negli ultimi anni, in particolare grazie al sequenziamento del genoma e alle innovazioni tecnologiche. "La ricerca non si è fermata in laboratorio - scrivono - numerose scoperte hanno già avuto un'applicazione clinica, in termini diagnostici e terapeutici. Ma non basta: questi dieci anni ci hanno insegnato come potremo progredire nei prossimi dieci, tracciando le linee di ricerca del futuro".



http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/11/11/news/scoperta_su_staminali_tumorali-24780825/