venerdì 8 giugno 2012

La piscata fortunata. - Michele Orlando



LA PISCATA FORTUNATA. - di MICHELE ORLANDO
Di Monica Pace in Curtigghiu ra Soggirazza.

PRIMO GIORNO DI FERIE: 21 GIUGNO E ARRIVO' L'ESTATE. SETTE DEL MATTINO SOTTA CASA

DI SIMO'..SCAMPANELLAI U CAMPANELLO FINO AL PUNTO DI FUSIONE..INSOMMA MI CI INCOLLAI IL MEDIO FINO A SENTIRLO SANTIARE ALLA PAVOROTTI QUANDO AL CITOFINO UNA VOCE ROCA MI RISPOSE : U SACCIU CA SI TU E UN TI DICU CUINNUTU CHE E' TROPPO RAFFINATO STO SCINNENNU E BASTA CU STA SCAMPENELLATA DA INFARTO SUBITANEO U TEMPO CHE MI SDIVACO TANTICCHIA DI ACQUA E POI SCINNO E TI DOCCIO DI SPUTAZZA!!

IO : SE SCINNI CA PORTAI UNA NASSA DA FAVOLA, SI DOVREBBE TANTICCHIA ATTUPPARE CHE C' E' QUALCHE BUCO MA POI DIVENTA NA TRAPPOLA MORTALE PER PESCI GRANCI E ARAUSTE..

LUI : SCINNU E T'AMMAZZO!

DOPO ALTRI 10 MINUTI DI CONTINUA SCAMPANELLATA TANTO PI SENTIRE TANTICCHIA DI MUSICA USCI' LUI CHI CAPIDDI TISI E L'OCCHI DI FORI RUSSI DI SANGUE E MI DISSE : ANCORA Mi SCASSI LA MINKIA? 
IO: SCUSA..TI DISTURBAI PI CASO? 
LUI : NO MI STAVO ALZANDO ANZI ERO’ GIA IN PIEDI..
IO: BRAVO..
LUI : VIDE' CHE PURTASTI ? 
IO: ECCO LA NASSA ,C'E' DI RIPARARLA TANTICCHIA MA POI FAREMO FESTA CHI PISCI CHE PRENDEREMO.

SIMO' DOPO 10 MINUTI' FU SOTTO CASA E MI TALIO' CON GLI OCCHI DI LUPO ASSASSINO DICENDOMI: MA CHI PURTASTI ? 
IO : TROVAI UNA VECCHIA NASSA, SICCOME RATTOPPANDOLA DIVENTA NUOVA, PINSAI DI FARLA RIPARARE A TIA..
LUI PER POCO NON MI SPUTO' E DISSE :PENSASTI DI FARLA RIPARARE A MIA VERO? 
IO: SE E TI PORTAI PURE IL FIL DI FERRO QUELLO FINO..
IO A SUA VOLTA PREPARO LE POLPISSE E LE LENZE DA FONDO POI LO INVITAI, PRIMA DI COMINCIARE A LAVORARE, A FARE COLAZIONE PRESSO IL BAR DEL PORTO E, MENTRE STAVO METTENDO LA NASSA NEL SUO GARAGE, PASSO' SIRUORU U PICCIOTTO DEL GRANNISSIMO CUINNUTU DEL FERRAMENTA E COLORI CHE CI DISSE: 
SCUSATE SICCOME SONO IN FERIE CI POSSO VENIRE CON VOI A PISCARE? 
IO LO TALIAI STRAMMIATO, E SICCOME SIRUORO E' UN PICCIUTTEDDU DI 16 ANNI TARCHIATO CON UN TISTUNI FUORI DEL COMUNE MA TAURINO DI FISICO,MI FECI VENIRE UNA IDEA GENIALE E GLI DISSI TALIANDOLO FISSO NEGLI OCCHI : 
MA TU TA FIDI A REMARE?
LUI : CA CERTO..
IO : ARRUOLATO E TI INVESTO DEL COMPITO DI ANDARE A CERCARE I VERMI! 
SIMONE MI TALIO’ ESTEREFATTO E MI DISSE : E NI FICIMU U NOSTRO CARONTE MI PIACISTI, AMUNI' A FARE LA COLAZIONE..
NI MISIMU IN MACHINA E CI AVVIAMMO VERSO LA BETTOLA DELLE PEGGIORI BETTOLE CHE AL CONFRONTO QUELLE DI CARACAS ERANO LUSSUOSE. MA PRIMA MI FERMAI AL CAMPEGGIO PER ACCATTARMI UN PACHETTO DI SIGARI. ARRIVATI AL CAMPING LUI RIMASE IN MACCHINA ED IO SCESI,GIA' C'ERANO IN POSIZIONE VICINO ALLA RECEPTION DUE TENDE CANADESI, SALUTAI A GRAN VOCE TANTO PER SVEGLIARI I TURISTI E L'ESERCENTE ED ENTRAI PER L'ACQUISTO,IL PROPRIETARI MI TALIO' TANTICCHIA NIRBOSO E MI DISSE : MA TU SE NON SCASSI LA MINCHIA DI PRIMA MATINA NON SEI CONTENTO VERO?
IO : SONO IN FERIE..PAGAI E USCI’. E MENTRE STAVO ANDANDO IN MACHINA,VIDI DALLA TENDA UNO ABBASSATO CHE STAVA USCENDO DI SCHIENA COME SE STESSE CERCANDO QUALCOSA E POI DALLE DOCCE VIDI USCIRE UNA BELLA FIMMINONA SULLA QUARANTINA CA MI PARSE SVEDESE DA FISICO..E MI DIRESSI VERSO LA MACHINA, APRI' LO SPORTELLO DI GUIDA E MI ACCORSI CHE L'AMICO BEDDU ERO NATRA VOTA IN FASE REM..PIANO PIANO MISI IN MOTO FICI 30 METRI DI PERCORSO E POI FRINAI DI BOTTO E DIEDI UNA MANATA ALLO SPORTELLO DELLA MACHINA,LA BESTIA SI SVEGLIO' DI BOTTO IECCANDO UN URLO BARITONALE DI PAURA IO LO TALIAI CON LA MIA BEDDA RISATA MANDRAKIANA E GLI DISSI : TI CACASTI VERO? E SCOPPIAI A RIDERE, LUI L'ARMALU ME LI SCARICO' TUTTE LE PARULAZZI CHE SAPEVA E ME NE DISSE TRE PURE IN INGLESE! ARRIVAMMO ALLA BETTOLA..SALUTAI GLI AMICI TRANNE UNO VESTITO DI BIANCO E COL CAPPELLO BIANCO CON UNA CAMICIA BIANCA CHI MOSTRINI , ERA L'UFFICIALE DELLA CAPITANERIA DI PORTO..CHE MI TALIO’ E DISSE : MA COME L'AVEMU BEDDU ABBRONZATO IL NOSTRO BEDDU CINEMATOGRAFARO ,IO DI RIMANDO : CHI CI VUOI FARE,MI PIACI PIGLIARI U SOLE TUTTO IN UNA VOLTA..SCUSAMI SIG GELATARU UN ASCARETTO PER FAVORE? TUTTI SCOPPIARONO A RIDERE E QUELLO USCI' MANNANDOMI AFFANCULO, SIMO' MI TALIO’ E DISSE : MA CHI SUCCESSI? IO : DOMENICA PIGGHIAI U FUORI BORDO PER FARMI UNA PISCATA DI PESCI DI BRODO,QUANDO ARRIVATO ALLA GROTTA DELL'OLIO U TEMPO CHE CALAI LE LENZE,MI SI AFFIANCO' LA PILOTINA DELLA CAPITANERIA DI PORTO, ERANO LE SETTE DI MATINA E STETTERO A CONTROLLARE I MIEI DOCUMENTI FINO ALLE 12.00 LASSANNUMI SUTTA U PICO DEL SOLE, POI USCI' U GELATAIO E MI DISSE SETTETE E BABU E CONCLUSE TI PIACIU L'ABBRONZATINA?

ORA PER QUESTO CI RISPOSI IN COTAL MODO,POI VIDEMU CHI MINCHIA CI DOBBIAMO COMBINARE A STU BEDDU SPICCHIU, AMUNI' CHI TI PIGLI? LUI UN CAFE' E UN CORNETTO E IO : E FERMATI CA' SINNO' TI ASSUNTUMU..VICE' RIVOLGENDOMI AL BARISTA : DUE CAFE' E UN CORNETTO E SIGNA OVVERO METTI SUL CONTO..VICE :IO SIGNU E POI QUANNU MI PAGHI ? IO: TU SIGNA..! FACEMMO COLAZIONE E CI DIRIGEMMO VERSO IL GARAGE DI SIMO' PER COMINCIARE A RIPARARE LA NASSA,E MENTRE PARLAVAMO DEL PIU' E DEL MENO GLI DISSI : MA TO' MUGGHIERI QUANTO TEMPO STARA' DA SUA MADRE? LUI : TUTTU IL MESE DI GIUGNO E LUGLIO..IO : AH ALLORA OGGI MANGIO DA TE FERMIAMOCI DA PEPPO' CHE ACCATTO TANTICCHIA DI COZZE,CHE CI FACCIAMO DUE SPAGHI..LUI : U CAPIU MI TOCCA PRIPARARE NASSA LENZE E POLPISSA..TU TI PASSERAI U TEMPO IN CUCINA ..IO : BRAVO SEI N'TILLIGENTI ASSAI..E GIUNGEMMO DA PEPPO' U PESCIVENDOLO,QUELLO APPENA CI VIDE SI FICI DA ATEO LA CRUCI BISTIMMIO' IN ARAMAICO E SI PRESENTO' CON UN SMAGLIANTE SORRISO ,USCI’ FUORI I 5 DENTI CARIATI DAVANTI..E MI DISSE : AMUNI' ARRIMINATI CA ANCORA NON HO FATTO LA IORNATA CHE VUOI : IO : DUE KG DI COZZE.. LUI : TUTTO QUA ? IO : SE MA DA OGGI SONO IN FERIE QUINDI..LUI : QUINDI TI DUGNU STI COZZI E TINNI VAI ALLA SVELTA SINNO' FINISCI COME SEMPRE..E NON MI VA DI FARE TIATRO CU STA CRISI DI STI TEMPI..AFFERRAI LE COZZE E GUARDAI SIMO' E GLI DISSI AMUNI' PRIMA CA ME LI FA PAGARE..

ARRIVATI ALLA MACHINA PEPPO' MI BUTTO' UNA VUCI E DI LONTANO DISSE : SEMU O SOLITO SIGNU N'TAMINCHIA VEROOO?

ACCUSSI' FACEMMO E PASSARONO SEI GIORNI PER LA FAMOSA PISCATA,IL GIORNO FATIDICO ERAVAMO TUTTI E TRE AL PORTO ALLE 5 DEL MATINO..IO SIMO' SIRUORO PRONTI PER LA PISCATA, ATTACCAI ALLA NASSA 25 METRI DI CORDA E LA RIEMPIMMO DI PORCHERIE VARIE PER ATTIRARE I PESCI, SIMONE AVEVA LE MANI UN CRISTO DI PIETA' CHE PER RIPARARLA SE LI FLAGGELLO’ DA BELLA. MISIMU U PICCIUTTEDDU AI REMI ED USCIMMO DAL PORTO, FATTI MANCU 100 METRI SENTIMMU UNA VOCE DA LONTANO E UDIMMO U SUONO DEL FRISCALETTO,SIMO' MI TALIO' E DISSE CI TOCCA TURNARE INDIETRO PER VEDERE CHE MINKIA VOLI QUELLO,IO INVITAI SIRUORO A FARE MARCIA INDIETRO ARRIVATI A 20 METRI DA COLUI CHE CI CHIAMAVA MI ACCORSI' CHE ERA GIUVA' E GLI DISSI CON LA BAVA ALLA BOCCA : GIUVA' MA CHI MINKIA VUOI? LUI : AH VOI SIETE? IO : SE ALLORA CHI VUOI ?' LUI : NENTI VI CHIAMAI PI VENDICARMI DELLE PATELLE CHE MI FUTTISTIVU ORA POTETE ANDARE E SCOPPIO' IN UNA GRAN RISATA..E SIRUORU SI RIMISI A VOGARE. USCITI FINALMENTE DAL PORTO DISSI A SIRUORO DI TALIARE LA CORDA CHE NEL MENTRE POSIZIONAVO LA NASSA..E FATTO CIO',PRATICAMENTE LA IECCAU A MARE..CALAMMO IO E SIMO',LE POLPISSE..E ACCESI IL MIO SIGARAZZO MATTUTINO, E SCOPPIO' U TEATRINO..DATO CHE LA BESTIA NON GRADIVA L'ODORE DEL SIGARO.

MANCU PASSARONO DECI MINUTI CHE SIRUORO CI CHIAMA E CI DICE ;VI INFORMO CA FINI' TUTTA LA CORDA. IO LO TALIA STRAMMATO E GLI RISPOSI:; DOVE L'HAI ATTACCATA LA CIMA? LUI: MA IO LA TALIAI COME MI HAI DETTO FINO A QUANNU NON SCOPPO' A MARE..SIMONE GLI SI LANCIO' CONTRO COME UNA TIGRE DI MONPRACEN ASSETATO DI SANGUE LO TIMPULIO' A SANGUE E LO IECCO' A MARE..IO NON DISSI NENTI SOLO INVITAI SIRUORO A NON USCIRE DALL'ACQUA FINO A QUANDO NON AVESSE VISTO LA CIMA DELLA CORDA DELLA NASSA..E NI MISIMU NIRBOSAMENTE A POLPIARE..QUANNU DOPO POCHI MINUTI CUMINCIAI A BESTEMMIARE AVVISANDO SIMO' CHE SICURAMENTE AVEVO ARROCCATO LA NASSA..E SICCOME PER DISINSCAGLIARLA BISOGNAVA FARE GIRARE LA VARCA,FACEMMO SALIRE U PICCIUTTEDDO PER L'AUDACE MANOVRA..SIRUORO ACCHIANO' E SI PIGGHIO' LA SECONDA CARICA DI TUMPULUNA DA PARTE DEL FLAGGELLATO E CUMINCIAMMO A CERCARE DI LIBERARE LA POLPISSA,FATTO E' CHE CHI CI GUARDAVA DA LONTANO SICURAMENTE SI FOTTEVA DI RISATE..ALTRA RAGGIA AUMENTAVA IN NOI..DOPO 30 MINUTI DI FIRRIAMENTI VARI FINALMENTE SENTI' UNO STRAPPO E CUMINCIAI A ISSARE LA POLPISSA CHE ERA SEMPRE DURA E TIRATA,MENTRE TIRO E MI AFFACCIO DI LATO MI COMPARE UN TISTUNU DI POLPO MINIMO DI 4 KG E BUTTAI UNA VOCE A SIMO' DICENDOGLI : AIUTAMI A METTERLO IN BARCA CHE NON CE LA FACCIO DA SOLO,SIMO' O SOLITO CI PARSI CA CUGGHIUNIAVO,SI AFFACCIO' E AVUTA LA VISIONE DELLA PIOVRA ATTERRITO IN VISO MI RISPOSE ; MA CU MINKIA LO TIRA..STA BESTIA..MA CHI FA BABBIAMO ?? IO: AIUTAMI E GRIDAVO COME UN VITELLO QUANDO STREMATO LASCIAI ANDARE POLPO E POLPISSA E MI ACCASCIAI STANCO NELLA BARCA..MALEDICENDOLO ..E SI FECERO LE 12.00 ..QUANDO AD UN CERTO PUNTO SIMO' MI DICE : IO OGGI NON RIENTRO IN PORTO..SINNO' CI PIRITIANO..IO LO TALIAI E RISPOSI : SONO D’ACCORDO..E MENTRE SCANNAVAMO SIDORO PER SFOGARCI SI AVVICINO ‘FILIPPO CON LA SUA BARCA,IL CARO FILIPPO DI ANNI 20 PISCATORE FINO E CI DISSE: SERVE AIUTO ? IO : LO TALIAI E FREDDO APLOMBATO GLI RISPOSI : MA DIMMI UNA COSA FILI' CHI PIGGHIASTI? LUI : 4 KG DI POLPO,4 POLPI DI UN KG.IO BRAVO : FILI' MA TU NON SEI ZITO CON LA FIGLIA DI PIETRO U MURATURI CHE E' ALTO 1.94 E CHE E' UN TIPO INCAZZUSU? LUI : SE ..IO : PER ORA LA TUA ZITA E I TUOI SUOCERI DOVE SONO? LUI : ANDARONO PER 2 SIMANE A VILLEGGIARE A MAZARA DEL VALLO..IO : MA NON ERI TU QUELLO CHE DOMENICA SCORSA NISCIU DALLA GROTTA DELL'OLIO CON LA VARCUZZA CON UNA FRANCISINA O SVEDESINA IN TOPPLESS..?? LUI AGGIARNIO' E ANNUI' , IO : FILI QUANTO POLPI HAI NEL CATO? LUI: ORA DUE..IO : BRAVO..E MI PORSE I DUE POLPI,MENTRE STAVA PER ANDARE IO ANCORA DI RIMANDO : FILI' MA DOVE CAZZO VAI? lUI : A CASA..IO : ASPE’!!DUE PER IL MIO SILENZIO E DUE PER IL SILENZIO DI SIMO' E DI SIRUORU..E RIVOLGENDOMI A SIRORU : VERO ? E SIRORU : STARO' MUTO COME UNA TOMBA..IO : BRAVO..COSI' FILI' A MALINCUORE E GASTIMIANDO MI PORSE GLI ALTRI 2 POLPI,E GLI DISSI : SENTI FILI' TI VOGLIO PREMIARE..A CENTRO PERSIMO UNA NASSA CON 25 METRI DI CORDA SE LA TROVI E' TUA CON TUTTO QUELLO CHE C' E' DENTRO..ALLA PAROLA NASSA SIMO' RICUMINCIO' PERO' A MASSACRARE SIRUORO, FILI ANNUI' E FECIMO CORSA VERSO IL PORTO ,QUANDO DOPO 50 METRI SENTIMMO GRIDARE FILI CA CI CHIAMAVA..ALLORA SIRORU INVERTI' LA ROTTA E GLI ANDAMMO INCONTRO..FILI' AVEVA LE LACRIME AGLI OCCHI E CI DISSE,TRUVAI LA NASSA E LA TIRAI TALE' CHE CI TROVAI..IO SENZA ANCORA TALIARE LA NASSA CI RISPOSI : CI TRUVASTI UN POLPO DI 4 KG E PASSA..E HA NELLA VUCCA ANCORA UNA POLPISSA. LUI MI TALIO' ESTEREFATTO E MI DISSE : MA COME FAI A SAPIRLO..IO : NENTI E’ TUO. MA MI DEVI DARE I PESCI DI BRODO CHE SONO NELLA NASSA E LA POLPISSA CHE HA IL POLPO CHE E' MIA,MENTRE SIMONE RICUMINCIAVA A SCANNARE SIRUORO. SALUTAMMU FILI'..E CI DIRIGEMMO VERSO IL PORTO.

ATTRACCAMMO E SUBITO FUMMO DENTRO LA BETTOLA A FESTEGGIAR LA PESCA DI POLPI E SCORFANI. ERAVAMO TANTICCHIA ALLEGRI TANTO ALLEGRI CHE CI FOTTEMMO PER LA FAME 4 PANINAZZI E 16 MEZZE MORETTI AGGHIACCIATE,AD UN TRATTO SIMO' MI DISSE MA CU PAGA? IO : FUTTITINNI..MALE CHE VADA LUI SEGNA..E MENTRE BEVEVAMO,VIDI ENTRARE IL PADRE DI FILI' CHI PANTALONCINI CORTI E UNA CAMMISA DI JEANS STRAZZATA..U TEMPO CHE LO FECI ASSITTARE U TALIAI BONU E MI SI PAVENTO' UNA COSA CHE A PRIMO ACCHITTO MI ERA SFUGGITA,POI PIANO PIANO..FORSE IL MIRACOLO DELLA BIRRA..MI VENNE CHIARO E LO CHIAMAI..DIEGO E LUI SI VOLTO' E MI DISSE : CHI C' E' MICHE' ? IO : C'E' CA TA PARLARE..LUI :SE E SI AVVICINO' LO FECI ACCOMODARE. IO TALIAI U ROLOGIO CHE ERANO LE 14.30 E BISBIGLIAI ALL'ORICCHIA DI SIRORU DUE COSETTI E LO FECI ANDARE VIA..E MI DEDICAI A DIEGO : DIEGO CARO..MA DIMMI UNA COSA..TO MUGGHIERI DOV' E' ? LUI : PICCHI' ? IO : ORA TU DICO U PICCHI' E ALLORA? LUI : A MONTELEPRE, CHE ME SOGGIRA HA AVUTO UNA BRUTTA CADUTA ALL'ANCA E CI STARA' DUE MESI E PASSA, PICCHI'? IO: DIMMI UNA COSA HO NOTATO CHE FILI' HA STAMPATO NEL POLPACCIO DESTRO LA FACCIA DI CHE GUEVARA E TU NEL POLPACCIO SINISTRO VERO? LUI: CA CERTO SEMU COMUNISTI..IO : LO SO E PI CHISTU VI VOGLIO BENE..E ORA DIMMI : PI' CASO U TRUVASTI U PORTAFOGLIO DENTRO LA TENDA DELLA FRANCIOSA O SVEDESE BEDDA QUARANTENNE? LUI : AGGIARNIO' DI BOTTO E CUMINCIO A FAR TREMARE LE LABBRA COME SE AVISSI AVUTO UN TIC..IO : ALLORA U TRUVASTI ' LUI: SE U TRUVAI..IO : ASPE' CHE CHIAMO VICE' U TAVIRNARO E CHIAMAI VICE' AD ALTA VOCE E QUELLO SI PRICIPITO' COME UN RAZZO,ANZI SI MATERIALIZZO’ INNANZI A NOI E DISSE : ECCHIME! IO : TALIANNO DIEGO FISSO NEI SUOI OCCHI VERDE MARE..VICE' QUANTO E' IL CONTO? VICE DI BOTTO : 40 EURI IO : C'E' DIEGO CHE HA IL PIACERE DI SALDARE IL TUTTO..QUINDI DA ORA IN POI SEMU A PACI..FICI ALZARE SIMO' DALLA SEGGIA PRESI IL CATO PIENO DI PESCI E POLPI SALUTAI DIEGO..E MENTRE QUELLO COMMOSSO SALDAVA IL DEBITO CI DISSI A SIMO' DI DARMI UNA LEGGERA SPINTA CHE DOVEVO URTARE U ZU CICCO,PI UNA COSA E COSI' FECE,URTAI CICCO E MI CI SCUSAI E MENTRE AVVENIVA CIO',TRASIU U COMANDANTE GELATARO..IO LO FISSAI E GLI DISSI : CARO MIO PANETTIERI OGGI SAREI CU MIA A PIEDI SUL LUNGOMARE ..ASSITTATO NELLA PANCHINA..QUELLO STRAMBIO' E NON DISSE NENTI,POI IO ANCORA SEGUICI ..USCITI DALLA BETTOLA SENTIMMO CICCO ULULARE COME UN PAZZO,CHE DICEVA DI AVER SMARRITO IL SUO BEL SIGARAZZO ANCORA COL CELOFANNE..E QUA SIMO' FORSE M'BRIACU CUMINCIO' A RIDERE COME UN PAZZO E U GELATORO COMANDANTE CHE ERA A BRACCETTO CU MIA MI TALIO' E MI DISSE ;DOVE CAZZO MI STAI PORTANDO? IO : VENI CON NOI TI FUMU MEZZO SIGARO,CA MI SA TANTO CHE DEVI CHIAMARE IL CARRO ATTREZZI..CHE USCENDO VIDI LA JEEP TUA CHI 4 RUOTI A TERRA BUCATI..OGGI SEI FORTUNATO CA TI DIAMO COMPAGNIA..LUI: MEGLIO AVERVI AMICI CA NEMICI..FUMANU STU SIGARI DI CICCO VA' !!



Tratto da face book

Sconsolata.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=424829567557553&set=a.394699850570525.95616.125270407513472&type=1&theater

Vauro.



http://vauro.globalist.it/Detail_News_Display?ID=22669

giovedì 7 giugno 2012

BERREMO ANCHE QUESTA ? - Marco Cedolin



L'esplosione avvenuta dinanzi alla scuola Morvillo di Brindisi, nella quale trovò la morte la sedicenne Melissa, sembrò fin dal primo momento figlia di quella strategia della tensione alla quale in Italia siamo purtroppo tristemente abituati. In tutta evidenza qualcosa non aveva però funzionato a dovere, come dimostrano le tantissime inconguenze emerse riguardo all'attentato. Stando alle dichiarazioni degli inquirenti a scoppiare furono tre bombole di gas collegate fra loro, ma i risultati della deflagrazione non sembravano affatto compatibili con un elemento di questo genere. Gli inquirenti in un primo tempo dichiararono che la bomba artigianale era comandata da un timer programmato per provocare lo scoppio nel momento di maggior afflusso degli studenti, "fortunatamente" bloccatosi anticipatamente. Poi invece del timer non si fece più menzione e l'artefice dell'attentato diventò una persona anziana ripresa dalle telecamere, con in mano un telecomando a distanza. Poco importa se l'uso di un telecomando a distanza fosse un elemento scarsamente in sintonia con un ordigno di costruzione artigianale (e il timer bloccato che fine aveva fatto?) e se, come ben sa chiunque abbia una minima competenza nel campo degli esplosivi, per provocare la deflagrazione di tre bombole del gas sarebbe stato necessario disporre di una certa quantità di esplosivo ad alto potenziale, difficilmente reperibile e assai poco artigianale.
Alle incongruenze si sommò la caducità del clamore mediatico. Dopo la sovraesposizione iniziale sui giornali e nei TG, abortita sul nascere la pista mafiosa che vaticinava improbabili ritorsioni ed evaporata altrettanto lestamente la pista terroristica che ventilava un collegamento con l'attentato occorso a Genova al manager Ansaldo, la bomba di Brindisi fu rinchiusa in tutta fretta nel cassetto dell'oblio mediatico.
Per ricomparire solo oggi, con la fulgida veste del caso risolto (o in via di risoluzione) dove esiste un colpevole con nome e cognome, con annessa chiara dinamica di come si svolsero i fatti e di quale fosse il movente all'origine degli stessi.....

Gli inquirenti e la buona stampa ci raccontano che a far scoppiare la bomba di Brindisi sarebbe stato un anziano benzinaio di 68 anni, ormai reo confesso, che avrebbe confezionato in proprio l'ordigno nella sua abitazione in provincia di Lecce, per poi trasportarlo dinanzi alla scuola a bordo della sua Fiat Punto. Dove con la potenza muscolare degna di un culturista e la perizia accumulata in tanti anni passati alla pompa di benzina, tutto solo, ha provveduto a collocarlo all'interno del cassonetto incriminato (insieme all'esplosivo ad alto potenziale di cui nessuno ha fatto menzione) ed a predisporre con cura certosina tutti i contatti, affinché lo scoppio potesse avenire senza sbavature.

Il movente che, stando agli inquirenti, avrebbe portato l'anziano benzinaio a prodursi in un'azione complessa anche per un robusto artificiere di lungo corso, non sarebbe ancora stato definito con chiarezza adamantina. Si tratterebbe comunque inequivocabilmente di una vendetta privata.
O nei confronti del preside della scuola Morvillo. Ma perché non limitarsi allora a tirargli una fucilata nel buio di un vicolo, anziché assemblare una "bomba atomica" e farla esplodere in mezzo agli studenti con il rischio di fare una strage?
O nei confronti della "giustizia", rea di non avergli dato soddisfazione in occasione di un vecchio processo di molti anni fa. Cosa c'entra la giustizia con la scuola e gli studenti, si domanderebbe di riflesso ogni persona normodotata? Il fatto che la scuola fosse intitolata a Morvillo o l'ubicazione dell'edificio a poche centinaia di metri dal tribunale, sarebbero secondo stampa ed inquirenti il "logico" collegamento. Ma se avesse voluto vendicarsi della giustizia, l'anziano benzinaio, non avrebbe fatto meglio a piazzare la bomba nei pressi del tribunale, dal momento che le capacità fisiche, tecniche ed intellettuali in tutta evidenza non gli facevano certo difetto?

Molto spesso, come si suol dire, la toppa risulta assai peggiore del buco. In questo caso i buchi sembrano quelli di uno scolapasta e la toppa lascia intuire che chi gestisce pro domo sua la vita e la morte in questo disgraziato paese, stia mettendo in atto un test volto a verificare fino a che punto gli italiani sono disposti ad abbeverarsi alla fonte della menzogna mediatica, con il capo chino e senza battere ciglio.

E' Mister Ikea l'uomo più ricco d'Europa. Al settimo posto Ferrero.




Berna - (Adnkronos) - Con un patrimonio di circa 35 miliardi di dollari lo svedese Ingvar Kamprad si aggiudica la prima posizione nella classifica stilata dal periodico svizzero Billan. 
Berna, 7 giu. (Adnkronos) - Con un patrimonio di circa 35 miliardi di dollari il fondatore dell'Ikea, lo svedese Ingvar Kamprad, si aggiudica il titolo di più ricco d'Europa. Il settimo posto della classifica, stilata dal periodico svizzero Billan, è invece occupato dalla famiglia Ferrero: gli inventori della Nutella, infatti, possiedono circa 19 miliardi di dollari di capitale.
Tra i paperoni del Vecchio Continente ci sono anche lo spagnolo Amancio Ortega Gaona, proprietario della catena d'abbigliamento Zara e di un patrimonio pari a quasi 33 miliardi di dollari, e la numero uno di L'Oreal, la novantenne francese Liliane Bettencourt, al quinto posto con la sua fortuna pari a 20 miliardi di dollari.
La prima posizione in classifica di Kamprad, spiega Billan, è in realtà controversa per la decisione del magnate svedese di trasferire la maggior parte del suo patrimonio alla Fondazione Ikea, impegnata in attività filantropiche. Per questo motivo, infatti, la rivista Forbes aveva stimato a "soli" 3 miliardi di dollari il patrimonio personale di Kamprad. La 'soglia di sbarramento' utilizzata da Billan per stilare la classifica è rappresentata da un patrimonio di almeno 5 miliardi di dollari.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/E-Mister-Ikea-luomo-piu-ricco-dEuropa-Al-settimo-posto-Ferrero_313382615445.html

Nuovo massacro di civili ad Hama Siria, l'Occidente condanna Assad Fuoco sugli osservatori dell'Onu.


Clinton: violenza inconcepibile, se ne deve andare.  Cameron: «E' stata una strage disgustosa».
Ma la Russia e la Cina frenano.

Cresce la pressione su Bashar el-Assad perchè lasci il potere. Ad accelerare la crisi è la notizia di un nuovo massacro di almeno 55 civili (ma c’è chi parla di 86 vittime e chi addirittura di 100) avvenuto mercoledì nella zona di Hama, in Siria centrale: una piccola enclave, un villaggio sunnita, abitato da poche decine di pastori e agricoltori, che mercoledì è stato prima bombardato per ore, e poi messo a ferro e fuoco dalle milizie filo-regime. Lo hanno denunciato gli attivisti e mancano ancora conferme indipendenti, perchè agli osservatori Onu è stato impedito l’ingresso nel villaggio.

Una tv pro-governativa ha annunciato che gli osservatori hanno raggiunto il villaggio. Ma il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, che ha definito l’accaduto «scioccante e riprovevole», ha confermato che sono stati attaccati con armi da fuoco. In queste ore comunque su Youtube si possono vedere immagini terribili dei massacri dei miliziani filo-regime. L’inviato dell’Onu e della Lega Araba Kofi Annan ha espresso «orrore e condanna».

Russia e Cina hanno ripetuto ancora oggi di essere contrari ad un intervento armato, ma Mosca accetterebbe una transizione del potere politico in stile ’yemenità «se decisa dalla gente», ha detto un diplomatico russo. E gli Usa si sono detti disponibili a lavorare con Mosca per l’uscita di scena di Assad. La Russia finora ha usato ogni mezzo, compreso il suo diritto di veto in Consiglio di Sicurezza per proteggere Assad, considerato un punto d’appoggio nello scacchiere medio-orientale, e un acquirente delle armi russe.

Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton - che nelle ultime ore ha mandato un emissario a Mosca, un alto funzionario del Dipartimento di Stato esperto di Siria - oggi ha ripetuto che una strategia di transizione deve prevedere il completo trasferimento del potere. La violenza di cui è teatro oggi la Siria è «inconcepibile» e il presidente siriano Bashar al-Assad se ne deve andare: ha poi ripetuto la Clinton, da Istanbul dove partecipa ad un forum internazionale sulla sicurezza anti-terrorismo.

Il memoriale choc di Gotti Tedeschi: “Se mi ammazzano cercate queste carte”. - Marco Lillo

gotti tedeschi interna interna nuova


L'ex presidente della banca vaticana temeva di essere ucciso e aveva preparato - come polizza sulla vita - un memoriale sui i segreti dello IOR e lo aveva consegnato a due amici fidati. Nel corso della perquisizione della casa del banchiere.

Ettore Gotti Tedeschi temeva di essere ucciso e aveva preparato – come polizza sulla vita – un memoriale sui i segreti dello IOR. L’ex presidente della cosiddetta banca vaticana, dal settembre 2009 al maggio 2012, aveva consegnato un paio di esemplari del dossier agli amici più fidati, con una postilla a voce: “Se mi ammazzano, qui dentro c’è la ragione della mia morte”. Martedì scorso, una copia del dossier sullo IOR è stata trovata dagli uomini del capitano Pietro Raiola Pescarini, il comandante del Nucleo Operativo del NOE, quando i Carabinieri dell’ambiente hanno perquisito l’abitazione di Gotti su delega della Procura di Napoli. Proprio per approfondire il contenuto del dossier sullo IOR ieri sono decollati alla volta di Milano i vertici della Procura di Roma. I quattro pm,Giuseppe Pignatone e Nello Rossi di Roma, Henry J. Woodcock e Vincenzo Piscitelli di Napoli, hanno interrogato per tre ore e mezza l’ex presidente dello IOR, visibilmente impressionato dalle informazioni raccolte dagli investigatori, anche grazie alle intercettazioni.
Padre Georg e BertoneI pm sono in possesso persino di conversazioni che riguardano il segretario del Papa, Georg Ganswein e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, su argomenti delicatissimi. Inoltre a casa di Gotti Tedeschi sono stati trovati una serie di dossier su personaggi importanti che potrebbero avere avuto rapporti con il banchiere e con lo IOR. Centinaia di pagine che sono state fotocopiate, nome per nome, dossier per dossier, e consegnate ai pm romani. Al termine di questo primo interrogatorio, che si è tenuto nella caserma del NOE immersa nel verde di via Pasuvio, alla periferia di Milano, concluso alle 18 anche per la stanchezza di Gotti Tedeschi, i magistrati si sono aggiornati a nuovi separati appuntamenti con il banchiere nella veste di indagato a Roma e di testimone a Napoli. I pm di Roma hanno preso le carte attinenti alla loro indagine sulla violazione formale delle norme antiriciclaggio da parte dello IOR che sonnecchiava da un anno e mezzo, dopo il dissequestro di 23 milioni dello IOR, e che sembrava destinata all’archiviazione, per Ettore Gotti Tedeschi.
La svolta è arrivata dopo le perquisizioni ordinate all’insaputa della Procura di Roma che indagava sullo IOR dal 2010. Dopo l’interrogatorio di martedì condotto dai pm di Napoli (che dovrebbero indagare su Finmeccanica) era montata una certa “sorpresa” dei titolari dell’inchiesta romana, il procuratore aggiunto Nello Rossi e il sostituto Stefano Rocco Fava. Una serie di telefonate tra due magistrati di grande esperienza come il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il reggente della Procura di Napoli, Alessandro Pennasilico, avevano stemperato gli animi. Martedì sera è stato organizzato un interrogatorio congiunto di Gotti Tedeschi nella veste di indagato alla presenza del suo avvocato. Le carte trovate a casa di Gotti sono considerate di grande rilievo investigativo. Non capita tutti i giorni che un procuratore capo di Roma, per di più protetto con il massimo grado di allerta per le sue inchieste a Palermo e Reggio, si sposti in aereo dalla sera alla mattina. E non capita tutti i giorni che si faccia accompagnare dal comandante del Noe dei Carabinieri, il colonnello Sergio De Caprio, alias Ultimo.
Così (insieme con Nello Rossi) il procuratore che ha arrestato Provenzano e il carabiniere che ha messo i ceppi a Riina, sono volati a Milano per interrogare, non Matteo Messina Denaro, ma l’ex banchiere del Papa.
L’odore dei soldiUn risultato inatteso dell’azione dei pm partenopei Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio che ex ante cercavano le prove del riciclaggio della presunta mazzetta da 10 milioni di euro, in ipotesi girata dal presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi alla Lega Nord e a Cl in occasione della vendita da 560 milioni di 12 elicotteri della controllata Agusta-Westland, al Governo Indiano. Le carte sullo IOR sono emerse a sorpresa inseguendo questa mega-tangente, negata dai protagonisti, che per ora esiste solo nei racconti dell’ex direttore centrale Finmeccanica Lorenzo Borgogni.
Indagando su Orsi, i pm napoletani si sono imbattuti nei primi mesi dell’anno nel suo amico Gotti Tedeschi che proprio in quel momento era al centro di uno scontro di potere epocale all’interno del Vaticano. Se Orsi confidava a Gotti Tedeschi i suoi problemi con le inchieste giudiziarie, l’amico banchiere aveva problemi ben maggiori all’interno del Vaticano. Nelle sue lunghe conversazioni di questi giorni con gli amici Gotti Tedeschi aveva confidato di avere scoperto in Vaticano cose di cui aver paura.
Stimava sempre il Papa ma si fidava ormai di pochissime persone Oltretevere, come il presidente dell’AIF, l’Autorità Antiriciclaggio con la quale aveva cercato di fare sponda per aprire gli archivi segreti dello IOR, il Cardinale Attilio Nicora. E poi il segretario del Papa George Ganswein, al quale cercava di spiegare perché la linea del segretario di stato Tarcisio Bertone, contraria ad aprire all’autorità giudiziaria italiana i segreti dei conti IOR, fosse miope e sbagliata. “Se seguiamo la linea di Bertone, non usciremo mai dalla black list”, spiegava ai suoi interlocutori Gotti Tedeschi, aggiungendo che forse era proprio quello che volevano i cardinali. Perché così potevano continuare a nascondere la verità alle autorità italiane. La sensazione è che Gotti Tedeschi nella contesa dello IOR, almeno da quanto emerso dagli atti di indagine dei magistrati napoletani, abbia svolto un ruolo positivo, opponendosi alle lobby contrarie alla trasparenza. E forse anche per questo temeva per la sua vita.
La scortaSi potrebbe pensare a un eccesso di preoccupazione dettata dallo stress se non fosse per i precedenti sinistri. Gotti Tedeschi era soprannominato “il banchiere del Papa” e temeva di fare la fine del “banchiere di Dio”: Roberto Calvi, ucciso e impiccato con una messinscena al ponte dei Frati neri di Londra. Negli ultimi mesi Gotti Tedeschi aveva assoldato una scorta privata e si era rivolto a un’agenzia di investigazione per avere protezione. Sapeva bene però che i vigilantes non rappresentavano per lui una garanzia di sopravvivenza. La sua polizza sulla vita erano le carte che aveva maneggiato, i segreti che custodiva. Per questa ragione aveva stilato il memoriale. Non immaginava però che sarebbe finito nelle mani della giustizia italiana.
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