Tante le persone ad attenderlo in piazza della Scala. Esponenti del Pdl espongono uno striscione contro il sindaco.
Una bimba offre al Dalai Lama un mazzo di fiori (Omnimilano)
MILANO - Applausi delle persone radunate in piazza della Scala. E ancora applausi per il Dalai Lama arrivato alle 10.15 a Palazzo Marino, accolto dal capo di gabinetto del sindaco di Milano, Maurizio Baruffi. Prima di entrare nella sede del Comune, una bambina gli è andata incontro con un mazzo di fiori: il leader spirituale del buddhismo tibetano l'ha ringraziata ed è entrato a Palazzo. All'esterno è andata in scena la protesta del Pdl e dei ragazzi della Giovane Italia contro il mancato conferimento della cittadinanza onoraria: una decina di militanti hanno alzato uno striscione con scritto «Pisapia vergogna, i diritti civili non si svendono». Molti dei presenti li hanno invitati ad andarsene.
Il Dalai Lama in consiglio comunale
LA PRIMA GIORNATA - È iniziata così la visita del Premio Nobel della pace a Milano. Il Dalai Lama, dopo un colloquio con il sindaco, Giuliano Pisapia, ha tenuto un discorso nell'aula del Consiglio comunale sulla felicità e la tolleranza. Lo hanno seguito nella Sala Alessi 200 persone, le «sole» riuscite ad entrare rispetto alle tante in fila dal mattino presto.
L'incontro privato con Pisapia (Ufficio fotografico Comune di Milano)
IL DISCORSO - «Uno dei grandi insegnamenti dell'India è la non violenza e l'armonia e il rispetto tra le religioni. Ma bisogna imparare anche il rispetto per i non credenti. Questa è una tendenza importante per i tempi moderni e per la quale mi impegnerò fino alla fine della mia vita», ha detto il Dalai Lama. E ha ricordato come sia «importante usare la nostra intelligenza per sviluppare le qualità positive della nostra mente e per migliorare la consapevolezza. Tramite il ragionamento possiamo sviluppare questi atteggiamenti, un ragionamento che tutti possono fare, perchè tutti hanno questa abilità. Il mio impegno - ha aggiunto - è lo sforzo per aiutare la gente a sviluppare questa consapevolezza, perchè la sorgente della felicità è dentro ognuno di noi».
LA CRISI - «Sbagliato» vedere «il buio davanti alla crisi»; certo, si è data un'«esagerata importanza allo sviluppo materiale», ma la via d'uscita esiste ed è quella di tornare a considerare i «valori interiori». È un messaggio di speranza e di ottimismo quello del Dalai Lama sul tema della crisi, ma anche un richiamo all'essenzialità. Nel suo discorso ha preso spunto dalle parole del sindaco: «Mi è piaciuto molto ciò che ha detto - ha spiegato -, ovvero che in fondo a questa crisi non vede il buio ma la luce dell'arcobaleno».
Le visite del Dalai Lama a Milano
IL DONO DI PISAPIA - Il sindaco ha donato al Dalai Lama il «Sigillo della città». Si tratta di un'onorificenza discrezionale del primo cittadino, senza la necessità di un passaggio in consiglio comunale per la votazione, come invece deve accadere per la cittadinanza onoraria. «Lei oggi ci ha fatto un dono prezioso e in cambio non ci chiede niente», ha commentato Pisapia. «C'è una sua frase che mi piace moltissimo: "Ci sono solo due giorni all’anno in cui non si può fare niente: uno si chiama ieri e uno domani". Oggi è il giorno giusto, oggi grazie a lei sarà una grande giornata». E così ha chiuso il suo intervento di saluto al Dalai Lama. Il premio Nobel ha ringraziato il sindaco «per il caloroso benvenuto» e tutti i presenti lo hanno salutato con una standing ovation.