venerdì 16 novembre 2012

Formigoni, sfuriata dalla Parodi contro la portavoce. Lei: “No comment”. - Eleonora Bianchini


Formigoni, sfuriata dalla Parodi contro la portavoce. Lei: “No comment”


Il governatore della Regione Lombardia avrebbe minacciato di licenziamento Gaia Carretta dopo un'intervista negli studi di La7 che non era stata di suo gradimento perché aveva dedicato troppo spazio alle vicende giudiziarie che coinvolgono lui e il Pirellone.

“Non confermo e non smentisco”. Gaia Carretta, portavoce del presidente uscente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, si trincera dietro un no comment rispetto alla bagarre raccontata da Corriere.it e avvenuta questa mattina negli studi di La7 per la trasmissione di Cristina Parodi, prima registrata poi andata in onda oggi pomeriggio alle 14. Il ‘Celeste’, che alcuni mesi fa aveva lasciato lo studio di Markette evitando di rispondere alle domande sulle firme false, era stato intervistato dalla giornalista. Ma non ha gradito l’attenzione concentrata intorno alle vicende giudiziarie che riguardano lui la Regione, recentemente travolta dallo scandalo dei voti della ‘ndrangheta
L’intervista si è svolta regolarmente e la reazione scomposta del governatore è arrivata solo al termine della registrazione. “Tu adesso stai qui e spacchi la faccia a Cristina Parodi e a questa banda e a questi giornalisti”, ha detto Formigoni a Carretta, minacciando il licenziamento se non l’avesse fatto. Poi si è rivolto a Francesca Filiasi, tra gli autori del programma, a cui ha detto: ’Avete fatto solo cagate!’. Una ricostruzione che Filiasi conferma. “Al termine dell’intervista mi sono avvicinata a lui e alla portavoce. Ma non mi ha fatto parlare”, dice. “Carretta era visibilmente provata. In più, poco dopo, lui ha abbandonato lo studio e se n’è andato da solo, senza di lei”.
Ma quali sono gli argomenti che hanno infastidito così tanto Formigoni? “Non saprei – osserva l’autrice – avrebbe voluto più domande sulla politica, ma non c’è stato il tempo. Si trattava semplicemente di un’intervista, un confronto senza domande concordate. Noi facciamo il nostro mestiere – conclude – ed evidentemente questa volta l’abbiamo fatto bene”. Cristina Parodi non ha assistito di persona e quando le è stato riferito quanto accaduto, è rimasta sbalordita visto che ”l’intervista si era conclusa con una stretta di mano e un sorriso”. Ma se la giornalista era assente, a vedere la reazione del Celeste c’erano autori, fonici e tecnici. Una decina di persone in tutto, tra cui Paolo Limiti.
Raggiunta da ilfattoquotidiano.it, Carretta taglia corto: “Non rispondo”, ha detto. Questo episodio ha cambiato il rapporto col governatore? “L’ho già detto – ribadisce -: non voglio fare dichiarazioni sulla vicenda, che riguarda anche la mia vita personale. Credo che un portavoce debba avere meno visibilità possibile e per quanto mi riguarda, non voglio averne in questo caso”.

Italia terra di diseguaglianza: “Un Paese ricco abitato da poveri”. - Nunzia Penelope


Baraccopoli


Il tesoro privato degli italiani, tra denaro contante, case, azioni e titoli, ammonta in totale a 8.640 miliardi di euro netti. Somma che equivale a oltre quattro volte il debito pubblico, con i suoi 1972 miliardi registrati ad agosto 2012. L'inchiesta nel nuovo libro di Nunzia Penelope.

Nunzia Penelope torna in libreria con “Ricchi e poveri” (Ponte alle Grazie): la prima inchiesta sulla diseguaglianza in Italia. Come vive chi può spendere 10mila euro al giorno? E come sopravvive chi ne guadagna 1.000 al mese? Ne esce un Paese in cui convivono chi colleziona case e chi vive in camper, chi fa shopping col jet privato e chi non riesce a fare la spesa.
Se la ricchezza italiana fosse una montagna, sarebbe alta quanto il K2, mentre il debito pubblico, al confronto, risulterebbe come il monte Pisanino nelle Alpi Apuane: 8611 metri contro poco meno di 2000. La ricchezza di cui stiamo parlando costituisce il tesoro privato degli italiani, tra denaro contante, case, azioni e titoli, per un totale di 8.640 miliardi di euro netti, cioè oltre quattro volte il debito, con i suoi 1972 miliardi registrati ad agosto 2012.
SE L’ITALIA FOSSE UN’AZIENDA. Un’azienda con rapporti analoghi tra passivo e patrimonio non rischierebbe il fallimento, anzi, avrebbe risorse sufficienti anche per investire, crescere, arricchirsi ulteriormente. L’Italia, invece, è costantemente sull’orlo del default, costretta a tirare la cinghia, a tagliare la spesa, a non avere mai un soldo. I molti e diversi motivi di questa situazione, spiegati diffusamente da economisti di ogni orientamento, ce n’è però anche uno molto semplice: il debito è di tutti, al contrario della ricchezza, che è di pochi.
Il debito pubblico è spalmato su 60 milioni di cittadini, per una quota di circa 32 mila euro ciascuno: inizia al momento della nascita e finisce solo con la morte. Per una famiglia di tre persone equivale a un fardello da quasi 100mila euro, che si trascinerà a vita perché impossibile da estinguere. Non funziona nello stesso modo per la ricchezza nazionale. La metà, e cioè oltre 4 mila miliardi di euro, appartiene a una piccola minoranza pari al 10 per cento della popolazione: sei milioni di persone che vivono nell’assoluto benessere. Al 90 per cento dei cittadini, 54 milioni di persone, resta da dividersi l’altra metà.
Sembra quasi un gioco di parole, ma spiega la ragione fondamentale per cui l’Italia è quel paradosso che è: un paese ricco, abitato da poveri. Teoricamente, infatti, siamo molto più ricchi di quanto non fossimo negli anni del boom economico; nel 1965 la ricchezza complessiva era pari all’equivalente di un miliardo e 137 milioni di euro, contro gli oltre 8mila miliardi del 2011; quella pro capite pari superava di poco i 21mila euro, contro i 142 mila dei nostri giorni. E siamo ricchi anche nel confronto internazionale: la ricchezza delle famiglie italiane nel 2010 era pari a 8,3 volte il reddito disponibile, contro il 7,5 della Francia, il 7,8 della Germania, il 7 del Giappone, il 5,5 delCanada e il 4,9 degli Usa.
DOVE SONO I SOLDI? Da una parte ci sono gli 8600 miliardi dei patrimoni privati conteggiati dalla Banca d’Italia, dall’altra i patrimoni, ancor più privati, dell’economia illegale. I grandi evasori portano i soldi altrove. Nelle banche e nei caveau della sola Svizzera ci sono tra i 150 e i 200 miliardi di euro che battono bandiera tricolore. Ma ancora non si è trovato un modo di riportarli a casa: le lunghe discussioni sulla possibilità di accordi tra il governo italiano e quello svizzero, finalizzate a tassare quei capitali, si sono arenate di fronte alla considerazione che un accordo del genere rappresenterebbe l’ennesimo condono. L’esodo di capitali oltre confine si è intensificato, spinto soprattutto dalla possibilità, pur remotissima, che prima o poi i conti pubblici richiedano la cura urto della patrimoniale. Non si tratta dei capitali di mafia e camorra, o almeno non solo: al riciclaggio ricorrono in massa anche imprese e professionisti, e il vero sport nazionale, ormai, non è ripulire i soldi sporchi, ma nascondere quelli puliti per non pagarci le tasse.
DALLA ROULOTTE… Nell’ultimo censimento dell’Istat risulta che sono oltre 71mila gli italiani che vivono in baracche, tende, roulotte. Nel 2001 erano appena 23 mila, sono più che triplicati in un decennio. Un aumento che lo stesso Istat ha definito “vertiginoso”, ma la notizia non ha avuto dai media il rilievo che sarebbe stato necessario; eppure, settantamila persone equivalgono alla popolazione di una città nemmeno tanto piccola, come Trapani, Pavia, Cosenza.
 …AL JET PRIVATO. Con 60 mila euro si può fare il giro del mondo in jet privato. Partenza da Londra e poi a zonzo: dal Mali allo Zambia, dalle Maldive alla Cambogia, dall’India a Lisbona. Il viaggio si chiama “Impero ed esploratori”. Ma queste sono stravaganze da nuovi ricchi. Quelli veri, consolidati, viaggiano discreti e sotto traccia con i loro jet personali, che ormai in tutto il mondo sono una flotta forse perfino più numerosa di quella in dotazione alle compagnie aeree commerciali. Gioiellini volanti, di cui il più bello, dicono gli esperti, è quello che Diego Della Valle si è regalato nel 2011: un Gulfstream 55 bireattore, 13 mila chilometri di autonomia senza scalo. Gli interni sono all’altezza della reputazione: salottino privato, due divanetti con schermi tv da 24 pollici e sei posti singoli. Il tutto per poco più di 50 milioni di dollari. Quelli che non possono spendere nemmeno la benzina per la macchina, invece, restano a casa. Ed è ormai questa, da qualche tempo, la scelta obbligata per metà della popolazione italiana.
di Nunzia Penelope
da Il Fatto Quotidiano del 15 novembre 2012
I NUMERI
1.286 euro lo stipendio medio dei dipendenti
16mila euro lo stipendio di un ministro
8.640 miliardi di euro la ricchezza privata in Italia
2mila miliardi il debito pubblico italiano
2,5 milioni le famiglie ricche
3,2 milioni le famiglie povere

Lacrimogeni dal ministero, al Tgcom il video verità



Le immagini pubblicate in esclusiva dalla rete Mediaset mostrano chiaramente il lancio di tre candelotti di gas lacrimogeno partire dall’ultimo piano del ministero di Grazia e Giustizia di via Arenula, a Roma contro gli studenti che stavano scappando dopo la carica della polizia. Dalle immagini si vedono partire tre candelotti sparati dall’alto all’indirizzo della folla in fuga.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/16/lacrimogeni-dal-ministero-al-tgcom-video-verita/211229/

"GRILLO NON HA DIFETTI, SOLO PREGI".


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Le dichiarazioni del premio nobel Dario Fo: "Voto Grillo".

Il premio nobel Dario Fo ospite della trasmissione radiofonica "La Zanzara" ha espresso la sua opinione su Beppe Grillo. 
Queste le sue parole: "Voto Grillo, non ha difetti, vedo solo pregi. Ha coraggio, si informa, non parla a vuoto". 

Scuola, tagli per tutti e pillole dorate per pochi.



Grazie agli esperti nominati dalla Gelmini, all'azienda della moglie di Ambrogetti (dirigente Mediaset) 730 mila euro dal Miur per realizzare le "Pillole del Sapere" e 5 milioni tra agevolazioni e fondi misti per formare nuovi manager.

Mentre il governo prepara tagli alla Scuola per centinaia di milioni, grazie agli esperti scientifici nominati dalla Gelmini arrivano soldi a palate all'azienda di Ilaria Sbressa, moglie di Andrea Ambrogetti, direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset e presidente dell’associazione del digitale terrestre.
Massimo Zennaro, ex portavoce della Gelmini, finito nella bufera per il comunicato sul Tunnel dei neutrini, il 22 dicembre del 2011, prima di lasciare il Ministero per andare a fare l'addetto stampa di Barbara Berlusconi, stanzia 1,3 milioni da destinare a prodotti multimediali per la scuola.
Una commissione mista Miur-Ansas decide di investirne 730 mila per comprare 19 “Pillole del sapere” realizzate proprio dall'azienda della Sbressa: un format di filmati della lunghezza di 3 minuti ciascuno, che aveva depositato in Consip, la società del ministero dell'Economia che serve per ottimizzare e rendere più trasparenti gli acquisti della Pubblica Amministrazione.
Ma dalle intercettazioni sulla Bpm emerge che Antonio Cannalire, braccio destro di Massimo Ponzellini, avrebbe cercato di favorire l'entrata della Sbressa proprio in Consip, grazie ai suoi contatti con i dirigenti. Cannalire aveva anche aiutato la Sbressa ad ottenere un finanziamento di 300 mila euro dalla Bpm, minacciando addirittura di morte un funzionario della Popolare.
Un estratto dell'inchiesta di Sigfrido Ranucci che andrà in onda domenica prossima a Report.
Precisazione dell'Onorevole Mariastella Gelmini:
"La notizia del corriere.it - che anticipa un servizio della trasmissione Rai Report - sembra suggerire una mia responsabilità anche indiretta nell'assegnazione di fondi per una produzione multimediale. Desidero osservare che alla data dell'assegnazione non ero più ministro e che non ricoprendo più tale incarico non ero e non potevo o dovevo essere quindi a conoscenza della attività di dirigente del dr. Zennaro con il quale, peraltro, da tempo avevo interrotto ogni comunicazione. Tutto ciò senza voler entrare nel merito della legittimità o qualità dell'atto amministrativo, ma solo per ribadire la mia totale estraneità alla vicenda in oggetto
.
La risposta di Sigfrido Ranucci
Prendiamo atto di quello che dice l'ex Ministro Mariastella Gelmini.
Ci chiediamo di chi è allora la responsabilità di aver nominato le commissioni che hanno giudicato questo tipo di prodotto.
Precisazione del Dott. Massimo Zennaro
In relazione a quanto apparso nello spazio di Reportime sul corriere.it , che presenta una ricostruzione fedele dei fatti, e a seguito della nota dell'ex Ministro Gelmini desidero sottolineare che l'acquisto di tali prodotti multimediali è stata effettuata attraverso Consip dall' ente strumentale Ansas che ha una totale autonomia decisionale e gestionale.
Inoltre al momento della decisione dell'acquisto il sottoscritto era da diversi mesi non più nemmeno al ministero dell'Istruzione, in quanto l'incarico era cessato nel Gennaio 2012. Né tantomeno era presente, ovviamente, nella commissione Miur- Ansas. Questo per sottolineare la mia totale estraneità amministrativa nella individuazione dei fornitori dei suddetti contenuti multimediali.

Quelli che avevano capito tutto...su Grillo (Marco Travaglio a Servizio Pubblico 10 maggio 2012).



http://www.ilfattoquotidiano.it | 23a puntata di Servizio Pubblico dal titolo Anno del Grillo, conduce Michele Santoro. In questo video: la Grillo Story di Marco Travaglio. La storia politica di Beppe Grillo tra proposte e proteste. Ma come hanno raccontato giornali e telegiornali l'avventura di Grillo fino alle elezioni provinciali dello scorso fine settimana?

http://www.youtube.com/watch?v=KHpCPHDFiGE&feature=relmfu


Pasolini . Tv , medium di massa. Un veggente.



http://www.youtube.com/watch?v=Os6MaJufJ5w