sabato 24 novembre 2012

Presidente Napolitano, dica qualcosa sul ddl diffamazione. - Vincenzo Iurillo


E’ l’ennesima dimostrazione che viviamo nel Paese di Sottosopra, lì dove il mare luccica e tira forte il vento della censura e dell’intimidazione, dove un Parlamento senza vergogna dichiara una cosa e fa esattamente l’opposto: a chiacchiere dice di voler impedire che si ripetano altri casi Sallusti, nei fatti prepara una legge che è persino peggiore di quella in vigore, con la quale resta concreto il rischio che altri giornalisti vengano condannati al carcere per diffamazione.
L’obbrobrio licenziato da Pdl e Lega, con il codicillo per scongiurare che appresso al cronista che firma l’articolo vada in galera anche il direttore che lo ha messo in pagina (norma a forte rischio di anticostituzionalità), non ha accolto nessuna proposta migliorativa di una legge che risale al 1948. Non è stata presa in seria considerazione l’ipotesi di estinguere il reato con la pubblicazione di un’adeguata rettifica, o se il giornalista adempie spontaneamente alla correzione dell’errore. Non si è previsto di porre un dissuasore alle querele palesemente temerarie, fatte solo per intimidire i giornalisti, stabilendo ad esempio che in sede civile chi cita un cronista o una testata e poi perde la causa sia costretto a corrispondere una cifra proporzionata al risarcimento richiesto (e non ottenuto). Già che c’erano invece, i nominati dai partiti che siedono in Parlamento ne hanno approfittato per dilatare l’importo delle sanzioni pecuniarie in sede penale. Cifre fuori portata per l’80% dei cronisti, che vivono di precariato, fatture a 90 giorni, contrattini “oggi sei dentro e domani fuori”.
Va bene, lunedì noi giornalisti faremo sciopero. Sacrosanto. Si auspica la massima adesione. E poi? Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le faccio una preghiera. Tra un monito e l’altro, alzi la voce anche contro questo scempio. Rivolga un messaggio alle Camere col quale ricorda che la libertà di stampa e la libera circolazione delle notizie sono prerequisiti fondamentali di una democrazia. Questo Parlamento in scadenza di mandato se ne è dimenticato. E pensa solo a come impedire che si scriva dei loro scandali. O a compiere qualche piccola vendetta personale.

DISCORSO DI BECCHI ALLA NAZIONE: "..allora la Rivoluzione sarà cominciata.."

venerdì 23 novembre 2012

Mugello, falso cieco guidava il trattore Truffa al Fisco da 100mila euro.


Un fotogramma di una registrazione della Finanza

FIRENZE - Percepiva una pensione di invalidità del 100% per cecità pressochè totale, ma guidava il trattore e svolgeva lavori agricoli nell'azienda della figlia. Protagonista un uomo di 65 anni residente nel Mugello (Firenze), denunciato per truffa aggravata e falso ideologico dalla Finanza. Dal 1999 ad oggi ha riscosso oltre 100.000 euro di pensione. Per recuperare la somma i finanzieri, su disposizione del gip di Firenze Silvia Cipriani, hanno proceduto al sequestro preventivo per equivalente di due fabbricati e un terreno a Borgo San Lorenzo e di tre macchine agricole.

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Le indagini. Secondo quanto emerso, nel corso delle indagini, coordinate dal pm Paolo Barlucchi, sono stati eseguiti appostamenti che hanno permesso agli investigatori di verificare l'incompatibilità delle attività svolte dal sessantacinquenne con la sua patologia. L'uomo, ufficialmente, risultava cieco con un residuo visivo di 1/20 da entrambi gli occhi, condizione corrispondente alla sola percezione della luce e del movimento della mano, ma lavorava abitualmente nell'azienda agricola della figlia, a cui aveva ceduto i terreni poco prima che venisse riconosciuta la sua invalidità. Secondo le Fiamme gialle della tenenza di Borgo San Lorenzo, il falso cieco svolgeva lavori agricoli impegnativi e prolungati, utilizzando trattori, per i quali non aveva la patente e che guidava sia nei campi sia nelle strade. Le indagini hanno inoltre permesso di accertare che il sessantacinquenne abitava in una casa popolare senza averne diritto. Per conservare l'abitazione, aveva dichiarato più volte agli uffici comunali, affermando il falso, di non possedere altri immobili.

Mantide religiosa.



La Mantide religiosa, denominata anche Mantide europea, è una delle specie più comuni dell'ordine Mantodea.La femmina è lunga circa 7.5 cm, il maschio 6 cm. La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro.Si distingue facilmente per la presenza di due chiazze nere,una per ogni zampa anteriore, simili ad un occhio quando mostrate a scopo difensivo.

Le neanidi della mantide in natura nascono in Maggi/Giugno, per diventare adulte nel mese di Agosto.Le uova vengono poste in ooteca,prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda.Ogni oteca contiene circa 60-70 uova e può arrivare fino a 200.
L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale:la femmina, dopo essersi accoppiata, o durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine nella rapida produzione di uova; prova ne sia che la femmina d'allevamento,essendo ben nutrita, risparmia il maschio.di solito si nutrono di mosche e altri piccoli insetti.
Per la propria difesa si camuffano facilmente tra le foglie, dove aspettano immobili le loro prede.Per difendersi dagli attacchi di animaletti antagonisti la mantide apre di scatto le proprie ali per sembrare più grande.
Le mantidi sono originarie dell'Africa e si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale all'Asia minore.Si è diffusa anche nel Nord America a partire dal 1899, sembra importata accidentalmente con un carico di piante da vivaio. La loro diffusione dipende soprattutto dalla richiesta di alte temperature. La loro diffusione è infatti notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi inesistente nell'Europa del Nord. In Germania infatti sono considerati animali protetti e la loro cultura è vietata.In Italia è abbastanza comune in tutto il territorio, dalle zone prealpine sino alla fascia costiera, isole comprese.
La mantide religiosa comune è un animale facile da allevare. È possibile farlo vivere in grossi terreni con vegetali vivi. In realtà basta un pò di terra sul fondo e un ramo o una piantina per aggrapparsi.L'alimentazione va fatta un giorno si e un giorno no a iniziare dal secondo giorno in cui sono in allevamento.Le prede vive possono essere:grilli, cavallette, mosche, formiche, tarme della farina, in sostanza ogni insetto che sia grande la metà del corpo della mantide. È possibile anche fornire prede morte, avvicinandole cn delle pinzette alla bocca dell'esemplare. La teca va nebulizzata ogni 2 o 3 giorni per permettere alla mantide di bere.

RAGAZZA TOSTA! SBUGIARDA "MAGNIFICO" RETTORE, MIN. CLINI e GOV. MONTI!.



Se ogni dieci ragazzi ci fosse una creatura così, con questa consapevolezza, allora sì che Grilletto e Travolpino "troverebbero lungo" per incantare la new generation! 
Ascoltate la fermezza con la quale questa creatura parla a degli "autoreferenziati" cultori del verba volant!!! BRAVA e dire poco!!! MAGNIFICA!!! altro che il rettore.
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http://www.youtube.com/watch?v=h2DKlgPbr0A&feature=share

Sallusti: caro procuratore, no a scorciatoie o attese da tortura.


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Editoriale del direttore del Giornale condannato a 12 mesi per diffamazione: devo andare in carcere, questione di ore.
Roma, 23 nov. (TMNews) - "A mezzanotte scade la sospensione dell'ordine di carcerazione emesso nei miei confronti dopo la condanna a dodici mesi per un reato di opinione commesso da altri ai tempi in cui dirigevo 'Libero'". Inizia così un editoriale sul "Giornale" del direttore Alessandro Sallusti intitolato "Caro procuratore, no a scorciatoie e attese da tortura".
"La politica ha avuto due mesi di tempo per rimediare a questa barbarie. Non lo ha fatto. Non pochi senatori si sono prima messi il passamontagna (voto segreto) come comuni rapinatori per confermare il carcere ai giornalisti, poi hanno versato lacrime di coccodrillo approvando un comma ad personam che salva i direttori (ma, paradosso, non me) e infine si sono arenati nelle sabbie mobili. Il nostro Senato l'unica cosa che ha provocato è uno sciopero dei giornali italiani, al quale noi non aderiamo come spiega oggi su questa pagina Vittorio Feltri. Non parliamo di Napolitano, capo della magistratura, che non ha proferito parola in tutti questi giorni dimostrando di essere quello che è, un rancoroso comunista che pensa così di prendersi una squallida rivincita sulla storia che lo ha visto sconfitto. Non sono da meno il premier Monti, campione di liberismo a parole, e la ministra Severino che evidentemente ha una coscienza che sta alla Giustizia come la mia al greco antico".
"Dunque - prosegue Sallusti - non c'è via d'uscita, devo andare in carcere, è questione di ore. L'ordine lo deve firmare la Procura di Milano, il cui capo è Bruti Liberati. Mi dicono, ho letto su alcuni giornali, che lui non è entusiasta di rimanere con il cerino in mano e fare eseguire una condanna scritta da altri e che sporcherebbe il suo prestigioso curriculum. Procuratore, almeno lei non mi deluda. Ha il dovere di applicare la legge, senza inventare per me scorciatoie o privilegi non richiesti, tipo ulteriori dilazioni, arresti domiciliari diretti o cose del genere".
"Non si inventi balle o scuse. Nelle carceri italiane solo quest'anno sono entrate 6.095 persone con condanne simili alla mia (pena definitiva inferiore ai due anni) e altre diciassettemila potrebbero uscire per fine pena anticipata (residuo inferiore ai due anni). Io non ho alcun diritto di passare davanti a tutti questi disgraziati, neppure all'ultimo marocchino, solo perché dirigo un giornale".

Finmeccanica, rinviata a giudizio Marina Grossi per inchiesta su appalti Enav.


Marina Grossi


L'ex amministratore delegato di Selex e moglie di Guarguaglini è accusata di false fatturazioni. Il processo è stato fissato per il prossimo 9 aprile, insieme all’ex direttore commerciale della società, Manlio Fiore. Il gup ha accolto la richiesta di patteggiamento a un anno per l'imprenditore Di Lernia e l'ex consulente Cola.

Il gup del tribunale di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Enav, ha disposto il rinvio a giudizio per Marina Grossi, l’ex amministratore delegato di Selex e moglie dell’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Nell’ambito della stessa udienza il giudice ha dato il via libera al patteggiamento ad un anno di reclusione per l’imprenditore Tommaso Di Lernia e per l’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Il processo per Marina Grossi, accusata di false fatturazioni, è stato fissato per il prossimo 9 aprile. La Procura aveva chiesto il suo rinvio a giudizio il 4 luglio scorso.  Alla sbarra anche l’ex direttore commerciale di Selex, Manlio Fiore.
Il filone di indagine per il quale la moglie di Guarguaglini è stata rinviata a giudizio è quello relativo ad un giro di false fatture per operazioni inesistenti. Concorso in emissione di false fatture e appropriazione indebita i reati contestati dai pm. Di Lernia e Cola erano accusati anche di evasione fiscale. Quanto alla prima imputazione, gli inquirenti sostengono che Di Lernia, “previo concerto” con Cola, il quale avrebbe agito in accordo con Grossi e Fiore, avrebbe emesso fatture per circa due milioni e 400 mila euro, tra il febbraio 2009 ed il maggio 2010, per operazioni fittizie. L’ipotesi di evasione fiscale attribuita a Di Lernia e Cola fa riferimento all’emissione di fatture per cinque milioni di euro emesse, sempre per operazioni inesistenti, da parte delle società cipriote Antinaxt Trading Limited (3 milioni e 393.560 euro) e Esmako Limited (1 milione 385.822 euro), riconducibili a Di Lernia, al fine di far evadere le imposte alla Print Sistem.
I due, per gli inquirenti, avrebbero indicato nelle dichiarazioni Iva ed Ires relative al 2009 elementi passivi fittizi, di entità pari alle fatture riguardanti le operazioni inesistenti. L’appropriazione indebita è attribuita a tutti e quattro gli indagati. Secondo l’accusa gli indagati, in accordo tra loro, Di Lernia anche veicolando somme verso Cola, si sarebbero appropriati di una parte di una somma, un milione e 900 mila euro, frutto di una sovrafatturazione.