Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 23 luglio 2015
"Titolo falso per fare il primario" Tutino, s'indaga per danno erariale. - Riccardo Lo Verso
Dopo la Procura ordinaria si muove anche quella regionale della Corte dei Conti. L'ipotesi è che l'azienda ospedaliera Villa Sofia abbia provocato un danno erariale, assegnando al chirurgo plastico il ruolo di primario senza che ne avesse i titoli.
PALERMO - La Procura regionale della Corte dei Conti irrompe nel caso Tutino. I pubblici ministeri contabili ipotizzano che l'azienda ospedaliera Villa Sofia abbia provocato un danno erariale assegnando al chirurgo plastico il ruolo e di conseguenza lo stipendio di primario senza che ne avesse i titoli.
Negli uffici di via Filippo Codova sono iniziati gli interrogatori. L'impressione è che i pm contabili abbiano atteso gli esiti delle indagini della Procura ordinaria - Tutino è finito ai domiciliari e sotto inchiesta c'è pure l'ex commissario dell'azienda ospedaliera Giacomo Sampieri - prima di attivarsi.
Si parte dal tanto contestato curriculum del medico personale del governatore Rosario Crocetta che Sampieri volle accanto a sé, chiamandolo in comando da Caltanissetta dove si erano conosciuti quando era direttore sanitario del Sant'Elia. Poi, fu bandito il concorso per primario di Chirurgia plastica e maxillo facciale. Tutino vinse la concorrenza di altri candidati che fecero ricorso al Tar, sostenendo che il collega non avesse i titoli. Il Tribunale amministrativo, però, dichiarò il ricorso inammissibile senza entrare nel merito.
Infine è arrivata l'inchiesta dei pubblici ministeri ordinari che contestano a Tutino il reato di falso. Avrebbe, infatti, omesso di avere riportato una condanna penale. Un precedente giudiziario che avrebbe bloccato la sua nomina, così come il procedimento disciplinare per alcuni interventi eseguiti senza autorizzazione a Caltanissetta. Il procedimento fu trasmesso a Palermo dove rimase, secondo l'accusa dolosamente, nel cassetto di Sampieri, fino a fare scadere i termini.
Agli atti dell'inchiesta c'è il parere che l'azienda sanitaria chiese al ministero dell'Istruzione sul “titolo conseguito da Tutino all'Albert Einstein College of Medicine” di New York. “Trattandosi di titolo conseguito a seguito di un percorso formativo della durata di cinque mesi - scrissero dal Miur - non può trovare corrispondenza con titoli accademici rilasciati da università italiane e pertanto non può essere oggetto di riconoscimento”. Insomma, non poteva essere utilizzato in Italia anche perché l'eventuale riconoscimento doveva passare dal ministero della Salute. Da qui l'inchiesta per il presunto danno erariale avviata ora dalla Procura regionale della Corte dei Conti.
http://livesicilia.it/2015/07/22/matteo-tutino-primario-falso-titolo-inchiesta-palermo-ospedale-villa-sofia-danno-erariale_649961/
mercoledì 22 luglio 2015
martedì 21 luglio 2015
Uniti per spartirsi le poltrone. Alessandro Di Battista.
Sono meravigliosi. In TV Vendola dà del “fascista” a Salvini il quale risponde con un modernissimo “comunista”. In commissione invece, fuori dalla portata delle telecamere, vedi deputati di SEL e della LEGA seduti di fianco, con carta e penna. Li senti dire frasi straordinarie: “questo a te e questo a me”. "Tu segretario e io vice-presidente. Basta che al M5S non vada nulla".
Quando si tratta di rimborsi elettorali o poltrone non sono più fascisti ne comunisti. Diventano alleati. Tipo Renzi e B.
Oltretutto dovete sapere che oltre agli indegni stipendi i parlamentari che hanno cariche nelle commissioni prendono un'altra indennità. 800 euro in più al mese ai presidenti, 500 ai vice e 300 ai segretari di commissione.
Il M5S è stato escluso più o meno da tutti gli uffici di presidenza (gli organi di governo) delle Commissioni parlamentari. E sapete perché? Perché NOI ABBIAMO RINUNCIATO A TUTTE LE DOPPIE INDENNITA' DI CARICA. Vogliono i soldi ma soprattutto temono il buon esempio!
Io, il giorno stesso della mia elezione a vice-presidente della Commissione Affari esteri sono passato all'ufficio competenze per i parlamentari per rinunciare all'assegno. Oggi non mi sarà più possibile rinunciare e far risparmiare migliaia di euro all'anno ai cittadini. LEGA, SEL e FORZA ITALIA si sono messi d'accordo e si terranno tutto il malloppo. Mi raccomando, rivotateli!
https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/photos/a.310988455679892.65829.299413980170673/735042179941182/?type=1&theater
Formazione, stangata per politici e burocrati. Condannata Monterosso, assolto Lombardo. - Riccardo Lo Verso e Accursio Sabella
Il caso degli extrabudget. La sentenza dei giudici contabili diventa definitiva. La condanna più pesante è per il segretario generale Patrizia Monterosso che dovrà restituire alla Regione quasi 1,3 milioni di euro.
PALERMO - Stangata confermata. La sentenza dei giudici contabili diventa definitiva. La condanna più pesante è per il segretario generale Patrizia Monterosso che dovrà restituire alla Regione quasi 1,3 milioni di euro. Accolto invece il ricorso dell'ex governatore Raffaele Lombardo difeso dall'avvocato Gaetano Armao e del funzionario Salvatore Di Francesca, difeso dal legale Massimiliano Mangano. "Sconto" per l'ex assessore Carmelo Incardona che dovrà risarcire circa 800 mila euro, circa 30 mila in meno rispetto alla condanna di primo grado. Confermata l'assoluzione della funzionaria Loredana Esposito (anche lei difesa dall'avvocato Mangano).
La sezione d'appello della Corte dei Conti ha condannato politici e burocrati per la nota vicenda degli extrabudget. Fondi assegnati a enti di formazione siciliani in aggiunta a quelli previsti dal Prof 2007. Condannati pure gli ex assessori Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro) e l'ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro).
Regge, dunque, e in maniera definitiva, la ricostruzione del vice procuratore Gianluca Albo in primo e di Diana Calaciura in appello, secondo cui, si era in presenza di una “trasgressione dei canoni comportamentali”. Quei canoni previsti dal “buon senso comune, secondo cui un ente privato non può gestire arbitrariamente risorse pubbliche” e dal “buon senso gestionale” che deve rispondere ai principi di trasparenza ed economicità. Insomma, non è possibile incrementare la cifra dei finanziamenti già stanziati. Si deve spendere quanto si riceve. Vietato sforare anche di un solo centesimo il budget. L'indagine era stata condotto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.
A nulla sono servite le tesi difensive secondo cui, sarebbe venuto meno il danno erariale visto che la Regione ha avviato le procedure per recuperare le somme erogate, circa 4 milioni di euro, attraverso lo strumento della compensazione o le ingiunzioni di pagamento agli enti. Per farla breve, gli enti che avevano ricevuto dall'assessorato, per il solo 2007, le somme in extrabudget sono stati chiamati a restituire quei soldi anche attraverso il blocco dei finanziamenti dell'Avviso 20 o di altri dei quali fossero destinatari.
http://livesicilia.it/2015/07/21/extra-budget-della-formazione-condannata-monterosso-assolto-lombardo_649915/
Cardinali milionari: terreni, ville, denaro. Tutte le ricchezze del clero, alla faccia dell’umiltà.
Appartamenti, edifici, terreni: le fortune di tutti i cardinali, dati aggiornati ad aprile 2014.
“San Pietro non aveva conto in banca” ha detto papa Francesco I di recente, il cui nome certo esprime un’intenzione quanto meno a ispirarsi alla povertà, a quella “chiesa dei poveri” tanto cara al fondatore dell’ordine mendicante per eccellenza.
Un conto in banca sembrano averlo però molti sotto la mano di Santa romana Chiesa. E anche bello cospicuo, senza contare le proprietà e i beni. Precisiamo, moltissimi ottenuti in modo assolutamente lecito, per eredità familiari o lasciti testamentari, molti dei quali raccontati dal giornalista Mario Guarino, su Vaticash, il suo nuovo libro di inchiesta edito da edizioni Koinè.
Condensati in queste pagine vi sono mesi di ricerche catastali, sui patrimoni personali di oltre cento alti prelati, dati aggiornati all’aprile 2014, tutti dichiarati regolarmente al fisco. Insomma, nessuno scandalo giudiziario, nessun libro denuncia, ma una riflessione su ricchezza e povertà religiosa, con frequenti rimandi ai vangeli e citazioni di Bergoglio.
Tra i nomi che compaiono nel libro, molto ricco e ben documentato, compare anche Monsignor Liberio Andreatta, il responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi, con 38 fogli di visure immobiliari al catasto, terreni coltivati tra la Maremma e le campagne di Treviso, un edificio di 1432 metri quadrati e tre immobili in usufrutto e una serie di fabbricati rurali tra Fibbianello e Semproniano. Oppure l’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, con 8 appartamenti e sei monolocali, 22 vani abitativi, edifici residenziali, terreni coltivati, tra cui un vastissimo agrumeto.
L’arcivescovo ciellino Ettore Balestrero, classe ’66, pur ricoprendo il ruolo di nunzio apostolico in Colombia., conserva numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, altre quattro unità immobiliari a Genova e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove risulta anche possessore di molti terreni agricoli e boschi da taglio. Passando per il vescovo Giorgio Corbellini, comproprietario di circa 500 ettari di boschi, due fabbricati e altre centinaia di ettari di pascoli e terreni seminativi sulle colline di Bettola (Piacenza). Il cardinale Domenico Calcagno presidente dell’Apsa, intestatario di un appartamento di 6,5 vani in via della Stazione di San Pietro e altri quattro edifici residenziali nel suo paese natale.Inoltre, insieme a due parenti, è comproprietario di oltre 70 ettari di campi e vigneti in Piemonte.
E ancora gli appartamenti di Camillo Ruini, di Carlo Maria Viganò e, per terminare in bellezza, un caso a dir poco “singolare”: quello di don Agostino Coppola, ex parroco di Carini, arrestato e condannato perché complice del clan mafioso dei corleonesi. Fu lo stesso che sposò in segreto Totò Riina quando era in latitanza. Smessi i panni da uomo di Chiesa, a don Coppola vennero sequestrati tutti i beni scoperti dai giudici di Palermo. Eppure, ad oggi, misteriosamente l’ex prete risulta proprietario di 83 ettari di uliveti e 14 di agrumeti a Carini. A nome del defunto e dei suoi familiari è registrato pure il possesso perpetuo (con l’antico sistema dell’enfiteusi) di altri 49 ettari di campagne e due fabbricati a Partinico.
Un viaggio attraverso nomi più o meno noti, che di certo riserverà non poche sorprese.
Antonino Balasso
Dopo che lo sparatore di cazzate, coordinatore di Fratelli d'Italia di Ferrara, (uno che dice che se scaviamo una buca abbastanza profonda, lui uccide tutti i migranti che sbarcano) si è autosospeso dal partito come un coglione in un sospensorio, ha fatto il giro del mondo la foto dell'altro coglione con la svastica che si sente male durante una manifestazione di suprematisti bianchi ed è soccorso da un poliziotto nero.
Una raccomandazione ai razzisti: già siete coglioni, vedete almeno, se siete anche vecchi, di evitare figure di merda, e di mandare a puttane un'intera manifestazione solo perché siete loffi come dei cachi.
https://www.facebook.com/natalinobalasz/photos/a.374431482575012.93967.130309930320503/1045888115429342/?type=1&theater
lunedì 20 luglio 2015
Assemblea Pd 2015, il suk del Senato infiamma i dem. Verdini promette posti e accordi con Renzi, le contro-offerte di Silvio. - Alessandro De Angelis
Piomba nel cuore dell’assemblea del Pd il suk del Senato. Perché sull’operazione “responsabili” Denis Verdini ha sferrato l’affondo finale, come ai tempi di Razzi e Scilipoti. Entro una settimana, i gruppi. La promessa ricevuta da più di un senatore riguarda un prossimo ingresso nel governo, in cambio del sostegno sulle riforme (e non solo): come sottosegretario nel prossimo rimpasto di settembre ma prima ci sarebbe posto come presidente di commissione, visto che le presidenze alla Camera si rinnovano già martedì. Insomma, si sa quanto sia abile Denis Verdini a chiedere, come si diceva un tempo, di arruolarsi in marina promettendo un entusiasmante giro per il mondo.
A garanzia della bontà dell’offerta il plenipotenziario di Berlusconi con diversi processi a carico, compresa la bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul credito fiorentino, avrebbe addirittura ripetuto che sulle ricompense politiche Luca Lotti sarebbe d’accordo. Il pressing è estenuante perché, sottotraccia, l’avversario che si è ritrovato Verdini nel suk è un esperto di aste, anzi uno per cui le aste le gestiva in prima persona: Silvio Berlusconi. Che da Arcore ha iniziato a contattare i senatori in bilico, smontando una per una le promesse di Verdini. Attenzione, dice l’ex premier, non fidatevi perché io lo conosco bene Verdini. Quando c’era da chiedere un aiuto economico, prosegue Silvio, quello stava dalla mattina alla sera ad Arcore. Ora, siccome è preoccupato dalla procura di Firenze, pensa che il giglio magico sia una polizza sulla vita. In ogni caso, l’operazione è tutta personale: “E poi – è la convinzione di Berlusconi – Renzi si sta indebolendo. Prima o poi sarà costretto ad aprire alle larghe intese. Restate qui che vi conviene, altro che Denis”.
Nulla può raggiungere, nel suk, un livello di mercanteggiamento come quello tra due, Verdini e Berlusconi, che hanno condiviso segreti indicibili e indicibili metodi. Tanto che in uno degli ultimi incontri, quando Denis ha sbattuto le mani sul tavolo, ha urlato una frase che suonava così: “Silvio, non provare a prendermi in giro, perché dopo tanti omicidi (politici, ovviamente, ndr) che abbiamo fatto assieme, conosco i tuoi metodi”. Però stavolta Verdini è convinto di avere un asso nella manica. La voce è arrivata anche nel governo dove, per dirne una, Lupi l’ha condivisa con preoccupazione con qualche collega: l’operazione Verdini la fa perché ha la garanzie che alle prossime elezioni sarà alleato con Renzi. L'accordo, va dicendo in giro Verdini, già ci sarebbe. Proprio questo spiega il crescendo di insofferenza della minoranza del Pd. L’ex capogruppo Roberto Speranza, nella sua intervista all’HuffPost, ci è andato giù duro: “Si pensa a scorciatoie affidando la stabilità a una nuova operazione responsabili con gli amici di Verdini, Consentino a Lombardo. Siamo al dunque e mi auguro che Renzi all’assemblea del Pd faccia chiarezza”. Pier Luigi Bersani, intervistato da Tommaso Labate alla Festa dell’Unità di Roma, ci ha messo il carico: “Non consentiremo che si butti fuori la sinistra per far entrare Verdini. Non abbiamo fatto tutto questo per fare un partito pigliatutto”. Neanche Gotor pure si affida a giri di parole: “Spero che ci sia una smentita, che purtroppo non è ancora arrivata, relativa a eventuali intese con Verdini, Cosentino e Lombardo sulle riforme costituzionali. Non è possibile fare del calciomercato - sottolinea - anche perché una squadra che acquista Cosentino, Verdini e Lombardo evidentemente sta cambiando schema di gioco e categoria e questo è inaccettabile”.
Nulla può raggiungere, nel suk, un livello di mercanteggiamento come quello tra due, Verdini e Berlusconi, che hanno condiviso segreti indicibili e indicibili metodi. Tanto che in uno degli ultimi incontri, quando Denis ha sbattuto le mani sul tavolo, ha urlato una frase che suonava così: “Silvio, non provare a prendermi in giro, perché dopo tanti omicidi (politici, ovviamente, ndr) che abbiamo fatto assieme, conosco i tuoi metodi”. Però stavolta Verdini è convinto di avere un asso nella manica. La voce è arrivata anche nel governo dove, per dirne una, Lupi l’ha condivisa con preoccupazione con qualche collega: l’operazione Verdini la fa perché ha la garanzie che alle prossime elezioni sarà alleato con Renzi. L'accordo, va dicendo in giro Verdini, già ci sarebbe. Proprio questo spiega il crescendo di insofferenza della minoranza del Pd. L’ex capogruppo Roberto Speranza, nella sua intervista all’HuffPost, ci è andato giù duro: “Si pensa a scorciatoie affidando la stabilità a una nuova operazione responsabili con gli amici di Verdini, Consentino a Lombardo. Siamo al dunque e mi auguro che Renzi all’assemblea del Pd faccia chiarezza”. Pier Luigi Bersani, intervistato da Tommaso Labate alla Festa dell’Unità di Roma, ci ha messo il carico: “Non consentiremo che si butti fuori la sinistra per far entrare Verdini. Non abbiamo fatto tutto questo per fare un partito pigliatutto”. Neanche Gotor pure si affida a giri di parole: “Spero che ci sia una smentita, che purtroppo non è ancora arrivata, relativa a eventuali intese con Verdini, Cosentino e Lombardo sulle riforme costituzionali. Non è possibile fare del calciomercato - sottolinea - anche perché una squadra che acquista Cosentino, Verdini e Lombardo evidentemente sta cambiando schema di gioco e categoria e questo è inaccettabile”.
Lo schema di gioco alle prossime politiche, secondo lo schema di Verdini, ricalca quello di De Luca in Campania o di Emiliano in Puglia: il candidato e le liste di “impresentabili”. Ovvero Renzi premier, sostenuto dal Pd, e una lista “per Renzi” con Verdini, i responsabili e quelli di Ncd che non vogliono tornare nel centrodestra. È lo schema della “coalizione della Nazione” che rafforza il premier, indebolendo (come avvenuto nelle regioni) il suo partito. E poco importa che questo presupponga una modifica della legge elettorale. Per Renzi conta la vittoria e questo Italicum la rende incerta. In parecchi sono certi che lo cambierà, dopo il Senato. In un capannello al Senato, l’altro giorno lo spiegava pure una vecchia di volpe come Pier Ferdinando Casini, che col premier parla spesso, perché è scattata una simpatia a pelle: “Vedrete, Matteo cambierà la legge elettorale. Gli conviene una coalizione”. E Verdini è pronto.
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