mercoledì 20 luglio 2011

Rifiuti, dl verso decadenza: caos maggioranza “Scambio Pdl-Lega per voto su Papa”.


Duro scontro verbale tra Cicchitto e Brambilla al termine dei lavori. Verdini deve intervenire a placare gli animi ma il nervosismo nelle file del Pdl è palpabile. Il decreto, intanto, torna in commissione e lì muore. De Magistris: "Dal parlamento spettacolo deludente".


Nel giorno del voto sugli arresti di Alfonso Papa e Alberto Tedesco la maggioranza si spacca sul decreto legge sul contrasto all’emergenza rifiuti in Campania e vota contro i pareri del ministro Prestigiacomo. E scoppia la bagarre in Aula, con l’opposizione che grida all’inciucio: “E’ chiaro che così accontentano la Lega sui rifiuti e in cambio otterranno il voto su Papa”. Se ne dice convinto anche Pierferdinando Casini.

Durante l’esame del decreto legge sul contrasto all’emergenza rifiuti in Campania è accaduto di tutto. Il testo, duramente contestato dalla Lega, torna in commissione su richiesta del relatore Agostino Ghiglia. E, come ha ventilato stamane il capogruppo del Carroccio, Marco Reguzzoni, potrebbe decadere per poi presentare un nuovo provvedimento. Ma è sulle mozioni per il dl rifiuti che in Aula va in scena un fatto mai visto prima: Parte dei deputati della maggioranza e i ministri votano contro un testo dell’Idv, relativo allo sblocco dei fondi per la raccolta dei rifiuti, su cui il ministro Prestigiacomo aveva espresso parere favorevole. Testo su cui il ministro poi si astiene suscitando ilarità tra i banchi dell’opposizione . Alla fine la mozione dell’Italia dei Valori passa con il voto determinante dell’opposizione, tra le urla di “Dimissioni, dimissioni!” al governo.

In realtà, spiega un ministro, sulla questione c’era stato un confronto ma poi Prestigiacomo “ha insistito”,creando il caso e la frizione con il Pdl. In ogni caso, ormai, “il decreto ora muore lì in commissione”. Una scena simile al voto sulla mozione dell’dv si era ripetuta altre due volte su altrettante mozioni. Solo alla fine, a fronte dei pareri favorevoli del ministro Prestigiacomo a documenti dell’opposizione, la maggioranza era passata dal voto contrario all’astensione.

Sullo sfondo, si ragiona nell’opposizione, c’è il voto sull’arresto di Alfonso Papa, che si terrà nel pomeriggio in Aula. “Qualcuno dovrebbe informare il ministro Prestigiacomo che la maggioranza sta votando contro i suoi pareri” sulle mozioni in materia di rifiuti “per avere il voto della lega su Papa”, dice il capogruppo del Pd Dario Franceschini, secondo cui è in corso un tentativo del Pdl di convincere la Lega a votare contro l’arresto di Papa, bocciando le posizioni sui rifiuti di Napoli cui il Carroccio è contrario. Da Fli Italo Bocchino, cui i leghisti hanno gridato “scemo, scemo!” propone a tutti i gruppi parlamentari di non chiedere il voto segreto su Papa “mettendoci la faccia, così che gli italiani sappiano”.

Ma Fabrizio Cicchitto reagisce: “Non c’è nessuno scambio tra noi e la Lega. Il Pd agita una cinica partita in anticipo per agitare la piazza. E’ assolutamente vergognosa. Noi rivendichiamo il voto segreto in Aula perchè è giusto che sulla valutazione di una persona non ci sia un gioco cinico politico ma ogni deputato sia messo di fronte alla sua coscienza e senza nessun condizionamento”. E Reguzzoni (Lega) rimanda al mittente le “insinuazioni” di uno scambio sul caso Papa avanzate da Franceschini. “In realtà Franceschini mette le mani avanti perché sta preparando il voto dei suoi parlamentari contro l’arresto”, conclude. Mentre il ministro Prestigiacomo minimizza sostenendo che la confusione sui voti è da addebitarsi alla tensione della giornata e che lei in ogni caso non si sente “sconfessata” dai suoi, anche se qualcuno nel centrodestra tenta di fare “scaricabarile”.

La maggioranza appare chiaramente tesa. E ne è conferma la rissa sfiorata al termine della discussione sul decreto rifiuti. Un acceso faccia a faccia in Transatlantico, appena fuori dall’Aula della Camera, tra Cicchitto e Michela Vittoria Brambilla. Il capogruppo del Pdl si è rivolto con voce alterata al ministro del Turismo rimproverandole di avere un “livello di presenza bassissimo” e aggiungendo di aver “chiamato tutti i sottosegretari” a partecipare. A quel punto la Brambilla, visibilmente innervosita, è stata avvicinata da Denis Verdini con cui si è allontanata.

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