Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 19 maggio 2010
Aldro-bis: i poliziotti tentarono di depistare le indagini per «difesa di corpo»
A distanza di un mese dalle sentenze del processo “Aldro-bis”, riguardante il depistaggio delle indagini sull’omicidio del 18enne ferrarese Federico Aldrovandi, arrivano le motivazioni del giudice.
Nelle 54 pagine di motivazione della sentenza, il giudice analizza punto per punto le colpe dei tre dei quattro poliziotti (solo uno fra loro non ha richiesto il rito abbreviato ed è stato rimandato a giudizio) condannati per falsa testimonianza, omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento,con pene che vanno dai tre anni agli otto mesi.
Iniziando da Marco Pirani (condannato per omissione d’atti d’ufficio), che con “un preciso disegno”, modificò il primo foglio d’intervento riguardante l’orario d’arrivo delle volanti in via dell’Ippodromo.
Si prosegue con Marcello Bulgarelli (assolto dal reato di falsa testimonianza, ma condannato per favoreggiamento e omissione di atti d’ufficio), che omise la conversazione con il collega Luca Casoni che lo informava sulle circostanze relative alla morte di Aldrovandi e interruppe la comunicazione (“stacca”), aiutando così i colleghi “ad eludere eventuali comunicazioni dell’autorità giudiziaria nei loro confronti, non registrando il colloquio”.
Il giudice conclude dunque con Paolo Marino (condannato per falsa testimonianza, omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento), che non informò completamente il pm Guerra incaricato delle indagini, sulle cause della morte di Federico Aldrovandi, adducendo il decesso ad una overdose. Ma un malore causato dall’assunzione di stupefacenti, non spiegherebbe, secondo il giudice Bighetti, la comparsa sul luogo delle più alte cariche della polizia di Ferrara.
Nelle motivazioni di sentenza, il giudice parla del comportamento dei tre poliziotti come di un tentativo di “difesa del corpo”, evidenziando come ad esempio l’intento di Marino di confondere il pm Guerra sulla cause della morte di Federico, fosse un tentativo di “proteggere i suoi ragazzi”, suoi colleghi.
Colleghi che la notte del 25 settembre 2005, uccisero un ragazzo di diciotto anni mentre stavo tornando a casa dopo un sabato sera trascorso con gli amici.
http://www.zic.it/aldro-bis-i-poliziotti-tentarono-di-depistare-le-indagini-per-«difesa-del-corpo»/
Federico Aldrovandi, ucciso dalla polizia senza una ragione
Nel nostro speciale i resoconti di tutte le udienze.
martedì 18 maggio 2010
Berlusck Holmes - Marco Travaglio
Le risposte degli interrogati, improntate ovviamente alla massima sincerità, non sono ancora note, e neppure i nomi dei marescialli chiamati a verbalizzarle:Capezzone? Cicchitto? Bonaiuti? Apicella? Quel che è certo è che il Presidente Pm, colto da raptus giustizialista, vuole tutta la verità. Perché, come spiega lo zio Tibia Sallusti, “dopo aver indagato a fondo nelle ultime ore è giunto alla conclusione che è possibile che nel governo o nelle sue vicinanze ci possa essere qualche ladro di polli”. Ed è determinatissimo a scovarli, costi quel che costi. Poi passerà a smascherare colui che li ha candidati e nominati. Pare si tratti di un putribondo figuro, ora annidato a Palazzo Chigi, che in passato comprò un giudice per fregare la Mondadori a un concorrente, poi fece comprare alcuni finanzieri perché non ficcassero il naso nei suoi bilanci truccati e nelle sue società off-shore, poi comprò anche un testimone inglese perché non svelasse di chi erano le società off-shore.
Il Presidente Pm lo sta pedinando e gli è ormai alle calcagna: quando lo prenderà non vorremmo essere nei suoi panni. Potrebbe addirittura fare la fine di quell’altro mascalzone che ha pagato la casa a Scajola senza dirgli nulla: anche Sciaboletta, armato di lente d’ingrandimento, cappotto con cappello e mantellina di tweed a scacchi, lo sta inseguendo per dargli una sonora lezione; così impara a regalargli 900 mila euro senza neppure avvertirlo. Ma di un fatto gli house organ del Padrone d’Italia sono certi: il governo è sano, nessuna Tangentopoli.
Purtroppo “qualche ladro di polli” (Sallusti), anzi “poche mele marce guastano il resto del raccolto” (Belpietro). Che teneri. Non si accorgono, gli acuti commentatori, di parlare come Craxi dopo l’arresto del “mariuolo” Mario Chiesa: “Nel partito ci sono 40 mila iscritti e tre mele marce, su una totalità di persone oneste”. Racconta Davigo: “I nostri indagati confessavano perché si sentivano abbandonati dai loro partiti. Uno in carcere mi chiese i giornali, lesse che i suoi dirigenti lo qualificavano come ‘una mela marcia isolata’ e subito mi disse: ‘Ah sì? Adesso, dottore, le descrivo il resto del cestino’...”. Infatti, per tre o quattro mele marce che Berlusck Holmes interroga a Palazzo Grazioli, subito se ne accalcano altre in coda fuori dall’uscio. Ieri Cappellacci e Nespoli, domani chissà a chi tocca. Ma l’ultimo travestimento dello Zelig di Arcore col tocco sul capino e la toga sulle spalle è perfettamente coerente con le ultime riforme della giustizia e dei poteri del premier.
Le indagini verranno tolte alle Procure e affidate in esclusiva al capo del governo, che disporrà anche le intercettazioni (ha già una vasta esperienza in materia) e alla fine emetterà pure le sentenze. All’occorrenza, siccome è un tipo eclettico, potrà fare anche l’imputato. Eccola, la vera riforma della giustizia, che ne sveltirà anche i tempi biblici: Berlusconi si presenterà in tribunale da solo, saltellerà con agili balzi dalla gabbia degl’imputati al banco dell’accusa a quello della difesa allo scranno del giudice. Niente separazione delle carriere: farà tutto lui, cambiandosi continuamente d’abito come Arturo Brachetti. Deporrà, si difenderà, si accuserà, si giudicherà. Col fiuto che si ritrova, potrebbe persino arrestarsi da solo.
Da il Fatto Quotidiano del 16 maggio