venerdì 14 ottobre 2011

Camera, fiducia a rischio.




Caccia all'ultimo voto nell'aula di Montecitorio. Berlusconi:

"Non so se avremo 316 voti, l'importante è battere la sinistra. 

Due deputati di Scajola non voteranno. Responsabili: Sardelli 

diserterà l'aula e Pippo Gianni: "Potrebbero esserci sorprese"


Rischio fiducia per il governo Berlusconi, che deve verificare alla Camera la solidità della propria maggioranza. Un passaggio obbligatorio dopo la bocciatura del il passo falso sul rendiconto finanziario lo scorso martedì. Ieri, giovedì Silvio Berlusconi è intervenuto alla Camera con un intervento insolitamente corto. Ad ascoltare solo mezzo emiciclo: i deputati dell'opposizione avevano lasciato l'aula. Ora i vertici del Pdl sono alla frenetica ricerca degli ultimi indecisi: l'obiettivo è raggiungere almeno quota 316 deputati. Un obiettivo sul quale non è sicuro neanche lo stesso Berlusconi, che lasciando l'aula a chi gli chiede se verrà raggiunto risponde: "Non lo so". "L'importante è che vinciamo sulla sinistra che ha inscenato questa farsa delle assenze" conclude.

Pippo Gianni: "Potrebbero esserci sorprese"
 - Santo Versace, che ha già lasciato il partito, ha fatto sapere che non parteciperà al voto, così come non lo farà l'ex sindaco di Padova Giustina Mistrello Destro. Ad astenersi sarà anche Fabio Gava, deputato considerato vicino a Claudio Scajola.  Tra i più delusi nelle file di Scajola c'è Roberto Antonione:  voterà a favore, dopo aver sentito ieri al telefono il  premier Silvio Berlusconi. Al Cavaliere l'ex coordinatore nazionale di Fi ha promesso pieno sostegno, ma nello stesso tempo ha chiesto un  repentino cambio di passo, perché così non si può andare avanti. Pippo Gianni, deputato di 'Pt', conferma il clima di incertezza: "Potrebbero esserci sorprese". Luciano Sardelli, deputato dei Responsabili, ha annunciato che non voterà la fiducia e aggiunge: "Il premier non ha i numeri. Gli ho suggerito di andare al Colle  inaugurando così una nuova fase". Rispetto all'assenza di due deputati a lui vicini, Scajola dice: "Lo so e mi dispiace. Sono portatori di istanze di grande cambiamento". 

Gli interventi in aula - Il dibattito in aula non è stato particolarmente lungo. I partiti dell'opposizione non hanno partecipato e sono intervenuti soltanto i capigruppo della maggioranza. Il primo a intervenire in aula è il Responsabile Silvano Moffa, che ha ribadito che "qui non c'è nessun baratto del voto; se c'è, sta da qualche altra parte. Da parte nostra c'è solo senso di responsabilità e la indicazioni di posizioni politiche comuni a fronte dell'inconcludenza dell'opposizione". "Ritieniamo che l'assenza dell'opposizione dall'Aula leda la dignità delle Istituzioni. Non è vero che questo governo non ha fatto nulla, ha fatto il possibile".
Secondo a intervenire è Marco Reguzzoni, della Lega Nord che conferma il sì alla fiducia al
governo ma chiede al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un forte impegno a portare a termine le riforme istituzionali, a partire dal disegno di legge Calderoli-Bossi. 
Ha chiuso Fabrizio Cicchitto, secondo cui "senza la fiducia l'unica strada sono le elezioni. Non esiste un governo di transizione, fondato su un'intesa tra il Pdl, il Pd e le altre forze politiche, perché ci sono differenze profonde sia dal punto di vista politico sia programmatico".

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http://tg24.sky.it/tg24/politica/2011/10/14/governo_fiducia_silvio_berlusconi_deputati_video.html

Scontro Palma-Anm su capo '007' ministero. - di Silvia Barocci




Lepore: 'A ispettori daremo caffe''.


Il pericolo che l'attivita' degli ispettori da lui inviati a Napoli e Bari vada a collidere con le inchieste giudiziarie, il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma lo esclude categoricamente: ''Non essendoci processi in corso, non c'e' nessuna possibilita' di interferenze'', replica di buon mattino dai microfoni di Radio 24. Senza immaginare che, di li' a qualche ora, l'Associazione nazionale magistrati avrebbe mosso l'affondo contro il capo degli ispettori ministeriali, Arcibaldo Miller, il cui nome compare nelle carte dell'inchiesta romana sulla P3.
E' sera, infatti, quando il sindacato delle toghe annuncia di aver avviato un procedimento disciplinare a carico di Miller, che come il magistrato-parlamentare Alfonso Papa, finito in galera per l'inchiesta P4, rischia ora di essere cancellato dalla lista degli iscritti all'Anm. Palma va su tutte le furie. In una dichiarazione all'ANSA non manca di far notare la ''smisurata attenzione'' riservata a Miller a distanza di pochi giorni dalla sua decisione di mandare gli ispettori nelle procure che hanno avuto a che fare con le indagini sul giro di escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze del premier Silvio Berlusconi. Appena il giorno dopo - rileva il ministro - il Csm ha fatto sapere di stare valutando l'ipotesi di revocare il collocamento fuori ruolo di Miller.
Passati tre giorni si muove il sindacato delle 'toghe'. ''Se non avessi gia' presentato le mie dimissioni dall'ordine giudiziario - attacca Nitto Palma, ex pm a Roma - comunicherei oggi stesso la revoca della mia iscrizione all'Anm''. ''Sara' senz'altro una coincidenza, ma mi chiedo come mai non sia stata adottata tale iniziativa in tempi precedenti, se si vuole anche il giorno dopo che il procuratore generale della suprema Corte di Cassazione ha archiviato il procedimento disciplinare nei confronti di Miller, affermando l'inesistenza di qualsivoglia tipo di illecito disciplinare''. In un clima cosi' surriscaldato, gli ispettori arriveranno a Napoli tra lunedi' e martedi' della prossima settimana. Il procuratore capo Giovandomenico Lepore, che nei giorni scorsi aveva denunciato il tentativo di delegittimare i magistrati che ''toccano i fili'' della politica, si dice ora disponibile a dare la sua collaborazione agli ispettori e anche ad ''offrire loro un caffe'''.
Ne' a Napoli ne' a Bari, in ogni caso, si rechera' Miller in persona. Andra' il suo numero due, Gianfranco Mantelli, affiancato da due distinte squadre di ispettori. Anche su Lepore il ministro non risparmia una stoccata polemica: ''ho l'impressione che il procuratore Lepore esageri'' anche perche' - osserva - ''le indagini che lui ha compiuto mi pare che non abbiano avuto grandi apprezzamenti a Bari, dove il Pm ha addirittura richiesto la revoca del provvedimento cautelare nei confronti di Lavitola''. Ma quella richiesta di revoca, di li' a poche ore, sara' respinta dal gip di Bari Sergio Di Paola: Lavitola, latitante all'estero, deve essere arrestato perche' - sostiene il giudice - sono gravi gli indizi di colpevolezza a suo carico per il reato di induzione a mentire.

Perché Berlusconi non si dimetterà mai. - di Gianfranco Mascia



Siamo in un momento importante per la nostra democrazia. Questa maggioranza è alla frutta, ma è ancora pericolosa. I suoi colpi di coda sono imprevedibili e, statene certi, B. non si dimetterà mai e, se lo costringeranno, prima di andarsene farà di tutto per salvaguardarsi il c…. Sa troppo bene che se cade le porte dei tribunali dei suoi processi  si spalancheranno e non ci sarà leggina o decreto urgente che potrà salvarlo.

Il video sotto, tratto dal film collettivo Signore e signori, buonanotte, è drammaticamente attuale. In particolare lo sono gli “incontri a Montecitorio” del  reporter del Tg3 (anche se nel 1976 non esiteva ancora la testata giornalistica della Rai) con il ministro indagato immortalato mentre risponde che non si dimette “per combattere la mia battaglia da una posizione di privilegio [perché] dal mio posto posso agevolmente controllare l’inchiesta, inquinare le prove,  corrompere i testimoni…”. Risponde un Mastroianni/giornalista: “Ma non è irregolare?” e lui: “No giovanotto, io le leggi le rispetto e soprattutto la legge del più forte.

Per questo B. non si dimetterà. Ma noi possiamo cacciarlo e spiegare le nostre ragioni.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/14/perche-berlusconi-non-si-dimettera-mai/163637/

Regione Sicilia, marito promuove la moglie Diecimila euro al mese in più di stipendio. - di Giuseppe Lo Bianco




Luisa Paladino, a capo del Polo museale di Catania è stata promossa a numero uno dell'Unità operativa per i beni storici-artistici alla Soprintendenza etnea. A firmare lo scatto, il marito a sua volta guida del dipartimento dei Beni culturali. La denuncia arriva dai Cobas. Ma la famiglia Campo non è nuova a questi exploit visto che la figlia 27enne è già dirigente della Regione a Bruxelles.

Il simbolo della Regione Sicilia
Il marito, Gesualdo Campo, guida il dipartimento dei Beni culturali della Regione Sicilia, la moglieLuisa Paladino, da dirigente del Polo museale di Catania è stata promossa a capo dell’Unità operativa per i beni storici-artistici alla Soprintendenza etnea: una promozione che ha fatto schizzare in alto la sua busta paga, da 5.164 a 15.494 euro di sola indennità aggiuntiva. E da chi è stata promossa? Dal marito stesso, che con un tratto di penna ha proiettato in alto la carriera della moglie.

Miracoli della burocrazia siciliana che sembra non temere i tempi delle vacche magre annunciati dal governatore Raffaele Lombardo e resta sorda ad ogni appello anti-sprechi lanciato dal presidente della Regione. In nome del ‘’tengo famiglia’’, la busta paga lievita anche a dispetto delle regole: a Palermo, infatti, alla dirigente dell’unità operativa per i beni storici artistici, Campo ha concesso un’indennità pari a 10mila e 800 euro; alla moglie, a Catania, invece, per lo stesso identico tipo di responsabilità, l’importo è di 15mila 494 euro, ‘’ovvero – sottolineano i Cobas, che hanno denunciato il caso – la cifra massima assegnabile a un’unità operativa nella Regione siciliana: comunque, circa il 50% in più dell’importo corrisposto alla collega palermitana”. E ‘’visto il grado di parentela della dirigente catanese con Gesualdo Campo – prosegue il sindacato – sembrerebbe che nessuno si sia preoccupato che ciò possa avere assunto il profilo del cattivo gusto, della mancanza di bon ton istituzionale e, chissà, dell’eccesso di onnipotenza e di danno all’immagine della pubblica amministrazione”. Ecco perché i Cobas segnalano a Lombardo,’’ come da lui stesso richiesto’’ questa storia ‘’per inserirla nel suo blog nel rispetto di una corretta e completa informazione a tutti i cittadini’’.

Del resto, per i colleghi e per il sindacato non è stata una sorpresa l’exploit della famiglia Campo, che nel luglio scorso aveva piazzato a Bruxelles la figlia Giordana, 27 anni, e già dirigente, con una vera e propria “chiamata diretta” per un contratto da funzionario direttivo che ricalca quello utilizzato per i componenti degli Uffici di gabinetto. Giovane, dirigente e con un incarico di tutta comodità: gli uffici della Regione siciliana a Bruxelles non brillano, infatti, per particolare produttività, se Lombardo, nella delibera 161 del 21 giugno, ha sentito il bisogno di specificare che ‘’l’indennità di trasferta ai dipendenti di ruolo verrà corrisposta solo in caso di effettiva presenza nella sede belga’’, dalla quale, evidentemente, in molti, tra gli impiegati, si tenevano alla larga.



Primarie subito. - di Paolo Flores d'Arcais








Due zombie tengono sequestrato il Paese. Berlusconi Bossi stanno costringendo l’Italia allo sfacelo, pur di non cedere il potere nemmeno ai propri complici di ogni omertà (il famoso “passo indietro”). Che si tratti di due zombie è ormai certo al di là dell’idiomatico “ragionevole dubbio”. Nessun voto di fiducia cambierà questa realtà, se un governo può finire in minoranza ogni giorno perché uno Scilipoti si ritiene non sufficientemente ripagato e un Tremonti adulato. Ma i due zombie, proprio perché ormai politicamente dei “morti viventi”, possono procurare al paese ulteriori sciagure, visto che istituzionalmente sembra impossibile fermarli.

Tra un paio di settimane il Parlamento assisterà all’ennesimo scempio: una maggioranza di lacchè che manda al macero migliaia di processi (denegando giustizia a migliaia di vittime e familiari) pur di salvare lo zombie di Arcore dalla condanna che lo aspetta nel processo Mills. Non possiamo immaginare che il presidente della Repubblica firmerà una legge che della legge fa strame, ci sentiremmo offensivi solo a pensarlo, ma proprio questa è invece la “road map” di Berlusconi: impunità nei processi in corso, crisi “amica” a gennaio e voto a marzo con la legge elettorale “porcata”. Sembra inaudito che a dettare l’agenda politica possano essere ancora l’amico di Putin e il suo compare “ditomedio”, ma i frondisti democristiani e leghisti, e le loro sussurrate minacce, hanno credibilità e consistenza ameboidi.

Sarà bene prepararsi, perciò, perché marzo è vicinissimo. Berlusconi ha già “in pectore” “Forza Silvio”, dove troveranno posto solo troiette e prosseneti, ma soprattutto criminali e piduisti. Bossi farà piazza pulita di chi non abbia i requisiti dell’uomo vichiano “tutto stupore e ferocia”. La società padronale ha già i suoi Montezemoli e Marcegaglie e Della Valle in pole position. E l’opposizione democratica? Il Pd nel giro di un paio di settimane dispiega la sua opulenza con i raduni concorrenziali dei veltroniani, degli ex-rottamatori soft (Civati e Serracchiani), dei diversamente berluschini (Matteo Renzi), dei succubi di Bagnasco (in ritiro bipartisan a Todi). Un orizzonte dimasochismo che lascia sgomenti.

Bersani, Di Pietro e Vendola devono perciò convocare – ora, subito – le primarie per gennaio, altrimenti a gennaio, quando il caimano aprirà la sua crisi, D’Alema ci dirà che è troppo tardi. Primarie vere, cioè primarie aperte – senza condizioni – ai candidati della società civile. Che questa volta non starà a guardare, si spera.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/13/primarie-subito/163451/

Se abolissimo gli armamenti...

                                     
    
                                             

giovedì 13 ottobre 2011

“Ecco come si comprano i deputati”.




Nelle more del voto di fiducia c’è chi racconta come mai si cambia idea in Parlamento.


Chiacchiere, facezie. Quisquilie, pinzillacchere. Leggende metropolitane, ecco. Vi pare che persone di una specchiata moralità come i nostri onorevoli si facciano comprare? Eppure c’è chi, malalingua d’una malalingua, di episodi di acquisto e vendita di voti in cambio di un libro da pubblicare o addirittura un seggio assicurato per la prossima legislatura, continua a parlare. Oggi Mario Ajello sul Messaggero fa il punto su questi pettegolezzi.

Campagna acquisti per salvare Zio Silvio? Non come l’altra volta, in previsione del 14 dicembre, «ma non demordono mai», narra il finiano Enzo Raisi. Spiega: «Hanno la scheda personalizzata di ognuno di noi e di molti deputati del gruppo misto o borderline. Sanno quali sono gli interessi e le aspettative del singolo parlamentare, e sulla base di questo provano ad aprire una breccia». Esempio. Se uno ha un’aziendina, quelli ti promettono un aiutino. Se uno ha velleità culturali, loro diconoche sono capaci di soddisfarle al più presto: «Vuoi pubblicare un libro, che problema c’è?». O magari cose più sostanziose, o chissà. A Siegfried Brugger, unodeiduedeputati sudtirolesi, arrivano messaggi così: «Il Sud Tirolo? E’ al centro dei nostri pensieri». Ma lui: «Questo governo non ha fatto niente per le nostre terre, e votiamo contro».


Di nuovo Raisi:
«Io sono stato direttore commerciale in varie aziende, e so come si fa. Un buon venditore, quando incontra un cliente, gli fa capire qual è l’interesse per lui di comprare il suo prodotto. In questo Parlamento purtroppo, nei momenti decisivi, funziona così». Stavolta però, rispetto al 14 dicembre, la situazione è più spappolata. «Ah,offrono candidature? », dice uno scajoliano avveduto:«E come fanno, visto che i posti sicuri nelle liste del Pdl saranno almassimo l’uno, il due o forse il tre?». Ci sono molti peones che rischiano di restare a piedi al prossimo giro, ma non è più tanto facile convincerli con qualche promessa, e almeno secondo Di Pietro c’è quella che lui addirittura definisce «un’operazionepara-mafiosa da parte di alcuni che hanno votato la fiducia il 14 dicembre e che adesso vogliono il pagamento della seconda rata per non trasformare il loro voto in una sfiducia».


E c’è anche chi semplicemente è in vendita:


«E’ in corso la rivolta dei peones, fra cui il sottoscritto – dice Antonio Buonfiglio, ex pdl poi ex fli -  L’ottanta per cento dei deputati temono non tanto di non prendere la pensione, ma di non venire ricandidati. E nessuno pseudo-leader della Camera è capace di garantire nessuno». Quindi? «Ognuno si muove scompostamente, e in un clima così può accadere di tutto». Si racconta in Transatlantico che, in cambio della loro fedeltà al governo non solo domani ma anche in seguito, gli scajoliani potrebbero ottenere dal Cavaliere venti posti sicuri nelle liste elettorali più la vice- segreteria del partito per il lorocapo.


Si trattaprobabilmente di fantasie, ma nel Palazzo gira di tutto.

Oppure, come osserva il deputato democrat Cesare Marini, vecchio socialista aduso alle sottigliezze della politica romana: «Stanno tutti ad aspettare che arrivi il santo, solo che poi il santo bisogna portarlo a spalla in processione». Ovvero: l’Udc dovrebbe garantire il posto a quelli che tradiranno il Cavaliere, o almeno così sperano costoro, però «un conto è riportare in Parlamento Scajola e Pisanu e un conto è portarsi appresso tutti gli altri». «Domani comunque il crollo non ci sarà – assicura il super-berlusconiano Osvaldo Napoli – ma nel caso in cui, spero mai, Berlusconi dovesse cadere per qualche incidente d’aula, 50 o 60 di noi voterebbero un altro governo». Se non ora, quando?


http://www.giornalettismo.com/archives/157621/ecco-come-si-comprano-i-deputati/2/