giovedì 3 maggio 2012

... bianca ..., nulla ..., - Claudia Petrazzuolo


Claudia Petrazzuolo


L’Idiota « "Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto". » (Fedor Michailovic Dostoevskij).

Nell’andare quotidiano della vita di ognuno di noi sono veramente innumerevoli le cose, previste e non previste, che ci capitano, caratterizzando così la nostra giornata, perché ciascuno possa essere deliberatamente e/o assolutamente cattivo o buono. Considerati questi aggettivi nella loro essenza, ritengo che essi non dovrebbero essere soggetti ad attribuzioni superlative se non relative. Mi spiego meglio: la bontà o la cattiveria sono espressioni assolute, come la bruttezza e la bellezza, ma mentre queste ultime possono avere una accezione prettamente soggettiva, le prime non dovrebbero. Che senso ha infatti dire che una persona è buonissima o cattivissima? Un atto di bontà, così come una cattiveria, o è tale o non lo è : si può essere buoni o cattivi di più o di meno rispetto ad un particolare termine di paragone ma non si può determinare un gradiente dell’una o dell’altra azione. Fare un elemosina è comunque un atto di bontà, quindi chi la fa è un buono, quale che sia l’importo dell’elemosina stessa; chi nega un aiuto comunque compie una cattiveria, quindi è un cattivo, sia che neghi un passaggio in centro a qualcuno sia che gli usi una violenza in qualche modo peggiore.  Quindi tutti siamo, nel corso della nostra vita, buoni e cattivi contemporaneamente, alcuni lo sono di più in un verso altri nel senso opposto: rare e delle eccezioni si possono considerare alcune persone simbolo dell’una aggettivazione o dell’altra. Solo per completare il riferimento al romanzo russo ed in modo molto sintetico, dirò che il protagonista dello stesso, L’IDIOTA, dopo un ricovero in una clinica psichiatrica tenta di introdurre nella società del suo tempo un comportamento assolutamente buono e finisce con l’essere ricoverato nuovamente.Ciascuno di noi, come il protagonista del romanzo, ha una sua storia ed un suo percorso di vita da compiere; personalmente ho la convinzione che nessuno nasca segnato in modo anziché in un altro e credo che siano le condizioni esterne quelle che ci fanno giungere alla stazione di arrivo, quella si probabilmente già predestinata, in determinate condizioni piuttosto che in altre; attraverso determinati percorsi piuttosto che altri, compiendo particolari atti piuttosto che altri.  Quindi ci si muove, si agisce, si lavora, si studia, si fa politica, si parla, si scrive, si è “ ANIMALI SOCIALI ” in funzione del momento personale e del momento storico in cui quel particolare momento personale si sviluppa  e si esprime. Ognuno crede di avere, e spesso ha, una motivazione ben precisa che lo muove nelle sue azioni, nel suo fare, nel suo dire ed in questo io non faccio eccezione. Vivo in un paese il cui cammino ritengo sia stato deviato da quello per il quale era stato costruito ed ispirandomi a quelli che sono  non principi ideali o idealizzati, comunque opinabili e/o soggettivi, ma ai DETTAMI, stabiliti, codificati e frutto di larghe intese tra persone ed idee differenti tra loro, della COSTITUZIONE ITALIANA; combatto come posso e come so per questo scopo: RIDARE L’ITALIA AGLI ITALIANI. In funzione di questo esprimo le mie idee, racconto dei miei comportamenti, invito ciascuno ad aprire la propria mente ed a discutere, ad informarsi da più fonti e a criticare, a credere nelle proprie possibilità e ad avere fede in sé stesso, a non sentirsi inferiore nè superiore di qualcun altro, a difendere i propri diritti eseguendo i propri doveri: in poche parole a rapportarsi con ognuno degli altri perché quando e quanto più questo accadesse ALCUNO potrebbe mai utilizzare, A SUO USO E CONSUMO, nessuno degli altri. La cosa più violenta che ho consigliato di fare, se può definirsi questa violenza, è l’invito ad IDEALMENTE iscriversi a QUEL NOVERO DI CITTADINI che fa della DISUBBIDIENZA CIVILE la propria filosofia di vita.Sono BUONA per questo? Sono un CATTIVO ESEMPIO?, io  non mi pongo il problema, perché so che è nel MIO DIRITTO non accettare prevaricazioni, abusi e soprusi; so che è nel MIO DIRITTO RIFIUTARE i doveri quando SOLO QUESTI fossero riconosciuti da chi invece BISTRATTA, PREVARICA E NEGA QUEGLI STESSI DIRITTI ai quali mi richiamo e la nostra COSTITUZIONE GARANTISCE; so, infine, che NON DIVENTERO’ MAI SCHIAVA DI NESSUNO checché ne dicano o minaccino SACCENTI e SOLONI … di qualunque estrazione essi siano!.  Per tutto ciò, di quanto scrivo, ciascuno faccia l’uso che crede, perchè ... CHI PECORA SI FA ... DIVENTA PASTO DI LUPI!

Card. Bagnasco, antipolitica non risolve nulla.


Il cardinale Angelo Bagnasco

Per l'arcivescovo, il voto e' il primo modo per partecipare


"L'antipolitica non risolve nulla" e "deprime", mentre "il primo modo per partecipare alla vita della società è il voto": lo ha affermato oggi a Genova il card. Angelo Bagnasco, a margine dell'inaugurazione di una nuova sede del Movimento Ragazzi di Oregina. "Deve essere superata, e mi auguro che lo sia, la reazione verso la politica".
"E' necessario che tutti quanti noi partecipiamo alla società, ed il primo modo di partecipare alla vita della società è il diritto-dovere del voto" ha detto il l'arcivescovo di Genova. "Deve quindi essere superata, e mi auguro che lo sia, la reazione verso la politica, verso delusioni, verso difficoltà in atto anche molto serie. Non credo che tutto questo si possa superare non andando a votare" Al contrario, ha spiegato, "é necessario partecipare concretamente per migliorare il più possibile le cose". Parlando poi dei tanti volti nuovi tra i candidati, Bagnasco ha aggiunto: "E' un segno di grande speranza, di fiducia e incoraggiamento. Va contro la ventata della cosiddetta antipolitica, che non solo non risolve nessun problema ma deprime l'opinione generale, il sentire comune. Il fatto di vedere tanti giovani che si sono impegnati concretamente in questo senso è bello. Un ringraziamento a tutti".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/05/02/Card-Bagnasco-antipolitica-risolve-nulla-_6806327.html

Il fallimento della Deiulemar getta nel caos Torre del Greco. E tra poco si vota. - Vincenzo Iurillo

deiulemar interna


Il crac in piena campagna elettorale. Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza il buco supererebbe i 1000 milioni di euro. Finiscono in mezzo a una strada i 1500 dipendenti del gruppo.

Il crac è arrivato in piena campagna elettorale, cinque giorni prima delle elezioni comunali. Da stamane Torre del Greco (Napoli) è una città in ambasce, stretta tra le incertezze del proprio futuro politico-amministrativo e l’angoscia per il fallimento della compagnia di navigazione Deiulemar, che negli ultimi 40 anni aveva raccolto i risparmi di circa 10mila famiglie del luogo, la stragrande maggioranza dei suoi 13.000 obbligazionisti.
La notizia, temuta ma ormai attesa, si è ufficializzata poco dopo le 11 del 2 maggio. E’ l’orario in cui la sezione fallimentare del tribunale di Torre Annunziata ha accolto l’istanza presentata da sette creditori per un importo complessivo di circa 250.000 euro, bocciando di fatto la proposta di concordato preventivo avanzata lo scorso 18 aprile dai vertici societari. Il giudice Massimo Palascandalo e gli altri componenti del collegio hanno nominato una curatela fallimentare composta da tre professionisti provenienti da Napoli, Bari e Milano, Antonella De Luca, Giorgio Costantino e Vincenzo Masciello.
Termina così, per l’insolvenza di un debito modesto, se rapportato al miliardo di euro di fatturato della società fino al 2010, la gloriosa storia della compagnia chiamata con l’acronimo dei tre armatori della città del corallo (Della Gatta, Iuliano e Lembo) che la fondarono nel 1969. Finiscono in mezzo a una strada i 1500 dipendenti del gruppo. E rischiano di restare con un pugno di mosche in mano i risparmiatori che avevano pompato nelle casse della società risorse fino a 846 milioni di euro, secondo l’ultimo dato reso noto pochi giorni fa al termine di un aggiornamento del censimento degli obbligazionisti.
Ma il ‘buco’, al lordo delle esposizioni con le banche e coi fornitori, supererebbe i 1000 milioni di euro. E’ stata la cronaca di una morte annunciata. Le metastasi del tumore finanziario si erano materializzate a gennaio, quando la Deiulemar ha cominciato a non coprire il 7% di interessi promesso con le emissioni delle obbligazioni, e a rispondere ‘picche’ ai risparmiatori che chiedevano di ritornare in possesso del capitale investito. In un crescendo rossiniano, la situazione è precipitata in pochissime settimane con la scoperta di decine di migliaia di bond-fantasma (non iscritti a bilancio). Sui quali ha provato a mettere ordine il nuovo amministratore unico, Roberto Maviglia, chiamato col compito di ricostruire i passaggi di denaro all’interno di Deiulemar e delle sue controllate. Mentre emergeva un complicato sistema di ‘scatole cinesi’, fiduciari e e trust nei paradisi fiscali che nel tempo, secondo la Procura di Torre Annunziata e la Guardia di Finanza di Napoli, potrebbero essere state utilizzate per distrarre finanze dal gruppo e metterle al riparo del fisco e dei creditori. A nulla sono serviti gli appelli alla calma, le proposte di accordo e il lavoro di mediazione di Michele Iuliano, l’88enne ‘capitano’, l’ unico sopravvissuto tra i fondatori.
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da numerose manifestazioni di protesta e fiaccolate, accompagnate da grande tensioni, organizzate da chi ha investito e perso ingenti somme nella società. Ma per il fallimento di Deiulemar era ormai sono una questione di tempo.

Caserta: non lavorava da sei mesi, muratore si toglie la vita.




Si è impiccato con un cavo elettrico nella sua abitazione di Casaluce. L’uomo è stato trovato dai familiari che hanno avvisato i carabinieri. Il lavoratore soffriva di crisi depressive. Lascia moglie e due figli: nei giorni scorsi altri casi di disperazione. Il sindaco chiede l'intervento del governo.

Un muratore di 56 anni, Alfonso Salzano, si è tolto la vita impiccandosi con un cavo elettrico nella sua abitazione di Casaluce, nel Casertano. L’uomo è stato trovato dai familiari che hanno avvisato i carabinieri. Secondo quanto riferito dai congiunti l’uomo, senza lavoro da circa sei mesi, soffriva di crisi depressive. Salzano ha lasciato un bigliettino ai familiari in cui chiedeva perdono per il gesto estremo. Il muratore si è tolto la vita nella sua abitazione di via Vittorio Emanuele a Casaluce. L’uomo lascia moglie e quattro figli. 
Salzano non aveva particolari in problemi economici, secondo quanto appurato dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, ma da gennaio non veniva più chiamato al lavoro. Salzano prima di togliersi la vita ha scritto un biglietto in cui chiedeva scusa ai familiari per quanto stava per compiere. L’uomo questa mattina avrebbe atteso che la moglie fosse uscita di casa per togliersi la vita. Sul caso il sindaco, Nazzaro Pagano, sottolinea che “in questo paese abbiamo il patto di stabilità da rispettare e, purtroppo, non possiamo investire sul lavoro. ‘Il governo deve intervenire: queste morti devono finire. E’ incredibile quanto sta accadendo soprattutto perché malgrado il nostro sia un Comune virtuoso, con soldi da spendere, a causa del patto di stabilità non possiamo dare corso ai nostri progetti e creare lavoro. Il settore edile della nostra zona è praticamente fermo – dice ancora Pagano – la nostra amministrazione ha soldi da spendere e, purtroppo, non possiamo farlo. Avrei potuto dare lavoro anche ad Alfonso e, forse, evitare che si uccidesse. Altro che patto di stabilità questo non è altro che un patto di stupidità”.
Nei giorni scorsi sono stati diversi i casi di suicidi per colpa della crisi, la perdita del lavoro o anche cartelle esattoriale. A Napoli un portiere che avrebbe perso casa e lavoro si è tolto la vita impiccandosi e in Sardegna a Nuoro un imprenditore dopo aver licenziato i sui figli ha deciso di togliersi la vita. Il 22 aprile un artigiano edile di Bosa, 52 anni, si è ammazzato perché dopo aver perso il lavoro non riusciva a mandare avanti la famiglia. L’uomo aveva chiesto aiuto anche al sindaco. Il 13 aprile a  Donnalucata, nel ragusano, un imprenditore agricolo in difficoltà a causa della crisi economica si è impiccato. L’uomo di 28 anni, titolare di impianti serricoli, ha lasciato moglie e due figli. Il 13 aprile un imprenditore, la cui azienda era in crisi, ha tentato tenta di uccidersi sparandosi un colpo di fucile in piazza a Montecchio Maggiore (Vicenza). Il giorno prima un agricoltore di 53 anni si era ucciso ad Altivole, in provincia di Treviso, perché non in grado di coprire una serie di debiti che gravavano sulle sue spalle. La crisi e un’annata di siccità, che avrebbe compromesso il raccolto, le cause del drammatico gesto.

mercoledì 2 maggio 2012

'Segnalateci gli sprechi': l'appello del Governo, battuto su pensioni d'oro.



Monti: 'Senza vincoli bilancio, Italia nel vuoto'. Bonanni: 'Esecutivo non pensa ai deboli'.


Il commissario per la 'spending review', Enrico Bondi, è già al lavoro e le prime riunioni sulla questione della revisione della spesa sono in corso. Secondo quanto si apprende, avrebbe incontrato questa mattina il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.

GOVERNO A CITTADINI,SEGNALATE SPRECHI 
- Il governo chiede aiuto anche ai cittadini contro gli sprechi della spesa pubblica. Con un modulo, inserito nella pagina della spending review, viene chiesto ai cittadini di "dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili".
La segnalazione non potrà essere anonima. I cittadini dovranno compilare obbligatoriamente il campo relativo al nome e al cognome, indicando anche la propria mail e la città di provenienza. La compilazione del modulo autorizza formalmente il governo al trattamento dei dati personali. I cittadini dovranno quindi indicare l'oggetto dell'informativa e potranno inserire il testo indirizzato alla "redazione del governo".
SENATO: GOVERNO VA SOTTO IN AULA SU PENSIONI MANAGER - Il governo è stato battuto in Senato su un emendamento di Idv che ha abrogato un articolo del decreto sulle commissioni bancarie, che conteneva una norma a favoredelle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94.
PENSIONI MANAGER; BONANNI,GOVERNO NON PENSA A DEBOLI - "Bene ha fatto il Parlamento a bocciare la norma sulle pensioni d'oro dei manager pubblici. Con tutto il rispetto per queste persone, è assurdo privilegiare chi ha già di più, rispetto a chi ha di meno". Lo sottolineail Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Sarebbe stato davvero assurdo oltre che ingiusto - dice - salvaguardare le pensioni degli alti dirigenti, mentre si blocca la perequazione delle pensioni medio basse e non si fa niente per migliaia di esodati senza reddito e senza pensione. Purtroppo questo Governo dimostra ancora una volta di non pensare ai più deboli. E questo non depone positivamente né alla sua immagine, né alla sostanza della politica che sta erroneamente portando avanti".

CATRICALA', PIANO BONDI PER 2,1 MLD TAGLI  - "Entro 15 giorni Enrico Bondi dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza" pari a circa 2,1 miliardi di euro. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a margine del bilancio di fine mandato dell'Agcom. Alla domanda su quanto sia la parte di tagli, del totale di 4,2 miliardi di euro, spettante a Bondi, Catricalà ha risposto, "più o meno la metà".

IN 20 ANNI CALA SPESA SCUOLA, CRESCE SANITA' 
- Dal 1990 al 2009 la spesa per la scuola è diminuita, mentre è aumentata quella per la sanità. In 20 anni la spesa per l'istruzione è passata cioé dal 23,1% del totale (1990) al 17,7%, mentre quella per la sanità è passata dal 32,3% del totale al 37%. In lieve calo anche la spesa per l'ordine pubblico: nel 1990 era l'8,9% del totale, nel 2009 il 7,9%. E' quanto risulta dalla documentazione diffusa dal governo sulla 'spending review'.

RIVEDIBILE 97 MLD SPESA SANITA', 44 COMUNI  - Nel medio periodo un terzo della spesa pubblica considerata "rivedibile" (cioé dei 295,1 miliardi di euro in totale) è attribuita al settore sanità: 97,6 miliardi. In questo comparto sono rivedibili soprattutto i consumi intermedi, per 69 miliardi. E' quanto emerge dalla documentazione diffusa dal governo sulla 'spending review'. Un altro terzo di spesa rivedibile, pari a 95,9 miliardi di euro, riguarda lo Stato e in questo comparto si guarda soprattutto alle retribuzione lorde (rivedibili 61,8 miliardi di euro). Nella classifica degli enti, la cui spesa pubblica può essere rivista, figurano poi i Comuni: 44,2 miliardi di euro, di cui 25,3 miliardi di consumi intermedi. A seguire le Regioni (20,2 miliardi di spesa rivedibile) che però hanno diverse voci che potrebbero pesare nel processo di 'spending review': contributi alla produzione (6,3 miliardi), consumi intermedi (5,5 mld) e retribuzioni lorde (4,5 mld), tutte voci, queste, considerate rivedibili.

ENTRO 15 GIORNI CRONOPROGRAMMA A CDM  
- "Il commissario è tenuto a presentare entro 15 giorni dalla nomina un cronoprogramma al consiglio dei ministri" sulla 'spending review'. E' quanto si legge nella bozza del decreto legge, 14 articoli in tutto, che fissano le norme per procedere alla revisione della spesa. La durata dell'incarico non potrà superare un anno.

Sono esclusi dall'applicazione del decreto legge sulla 'spending review' "la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento". Si tratta di organi che hanno una autonomia, che si estende anche agli aspetti economici, riconosciuta a livello costituzionale.

Le amministrazioni pubbliche "entro 24 mesi" adottano misure "finalizzate al contenimento dei consumi di energia". 

STOP CONVEGNI, STAFF DIRIGENTI A 'DIETA' 
 - Eliminazione di spese di rappresentanza e spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Sono alcune delle 11 attività di revisione della spesa contenute nella direttiva firmata dal presidente del Consiglio Mario Monti e dal ministro Piero Giarda per raggiungere, con la spending review, 4,2 miliardi di risparmi nel 2012.

COMMISSARIO POTRA' DECIDERE ISPEZIONI  - Il Commissario alla 'spending review' "ha il potere di chiedere informazioni e documenti alle singole amministrazioni, nonché di disporre che vengano svolte ispezioni a cura del l'Ispettorato per la funzione pubblica e del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato". E' quanto si legge nella bozza del decreto legge sulla organizzazione per la revisione della spesa pubblica.

SE INUTILIZZATO IMMOBILE VA CEDUTO A DEMANIO  - Gli immobili di proprietà pubblica che eccedono i fabbisogni delle amministrazioni andranno restituiti all'Agenzia del Demanio. E' una delle indicazioni della direttiva del premier Mario Monti e del ministro Piero Giarda alle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni dovranno fare una ricognizione degli immobili in uso e ridurre la spesa per le locazioni assicurando il controllo di gestione dei contratti. Andrà anche verificata la superficie usata dagli uffici in rapporto al numero degli occupanti.

IMPUGNARE SENTENZE PRIMO GRADO PRO-TRAVET - Le amministrazioni pubbliche impugneranno le sentenze di primo grado che riconoscono miglioramenti economici ai dipendenti pubblici "onde evitare che le stesse passino in giudicato". E' questa una delle indicazioni fornite ai ministeri dalla direttiva sulla spending review firmata dal Presidente del Consiglio Mario Monti e dal ministro dei rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.

Savona: la raccomandata della Procura arriva tardi, liberi due rapinatori. - Ferruccio Sansa


poste italiane interna nuova

Entro il 30 aprile scadevano i termini per presentare il materiale accusatorio al Tribunale del Riesame di Genova. Spedito tramite posta, il fascicolo è arrivato in ritardo e una coppia di criminali che ha terrorizzato Albenga sarà scarcerata.

La raccomandata arriva in ritardo. E per i rapinatori in villa scatta la scarcerazione. Si fa presto a dire che bisogna combattere contro le rapine in villa. Poi, però, quando la polizia e i magistrati indagano, li trovano e li arrestano, ecco che rischiano di tornare a piede libero per colpa di un ritardo postale. Ma il Procuratore di Savona, Francantonio Granero, comprensibilmente non l’ha presa bene e sta pensando di scrivere una lettera (chissà se la invierà per posta) a Enrico Bondi candidato dal governo Monti a diventare commissario per la Spending Review dello Stato.
Una storia che racconta gli effetti dei tagli alla giustizia sulla sicurezza della gente. Tutto comincia poche settimane fa, quando ad Albenga vengono arrestate due persone. Sarebbero loro i protagonisti di una serie di rapine in ville e case che da tempo seminano la paura nel Ponente ligure. E’ stata un’indagine dura, difficile. Gli investigatori e i pm, però, ce l’hanno fatta: hanno raccolto centinaia di pagine di carte che, secondo l’accusa, non lasciano scampo ai presunti rapinatori. Così scattano le manette. E ad Albenga in molti tirano un sospiro di sollievo. Ma dura poco.
Entro il 30 aprile scadevano i termini per presentare il materiale accusatorio al Tribunale del Riesame di Genova. Facile a dirsi, ma ormai gli uffici giudiziari non hanno nemmeno i soldi per pagarsi la carta per le fotocopie. Altro che auto blu. In un Tribunale come quello di Savona gli autisti si contano sulle dita di una mano. La Procura di Savona, con la sede distaccata di Albenga a cinquanta chilometri e sette magistrati che viaggiano per seguire le indagini, può contare appena su una Punto mille di servizio. Impensabile, quindi, recapitare a mano le carte a Genova.
E niente corriere o altri sistemi di spedizione, perché costa troppo e si cerca di contenere in ogni modo i costi. Allora si ricorre alla vecchia e sana raccomandata per Genova. “Doveva essere recapitata il giorno successivo”, fanno sapere gli inquirenti savonesi mostrando la ricevuta dell’avvenuta spedizione. Data: 26 aprile. Insomma, raccontano gli inquirenti, “il 27 la documentazione sarebbe dovuta arrivare sul tavolo del magistrato genovese cui toccava decidere se tenere in carcere i due arrestati“. Ma non tutto gira per il verso giusto. E il 2 maggio ecco arrivare la telefonata del Tribunale del Riesame di Genova: “Ci dispiace, ma non abbiamo ricevuto il fascicolo. I due signori accusati di rapina saranno liberati”.
Come dire: per uscire di prigione non sempre serve una lima, a volte basta una lettera. Ma che cosa è successo? “Controlleremo subito. Dipende anche dall’ora di invio, perché il 26 aprile era giovedì e se l’hanno spedita di pomeriggio… poi ci sono stati i giorni di festa. Non è detto che la responsabilità sia nostra”, dicono ambienti liguri delle Poste. Alla fine si corre ai ripari: l’investigatore che ha arrestato i presunti rapinatori dovrà precipitarsi in Emilia per fermarli prima che escano dal carcere, notificando al volo un’altra misura cautelare. I due, insomma, avranno appena il tempo di affacciarsi al portone del carcere e respirare una boccata di libertà. Stavolta è andata bene, in un certo senso. Ma per un giorno il dirigente di polizia è dovuto correre in giro per l’Italia invece di dedicarsi alle sue indagini. Per non parlare della spesa: auto, benzina e via dicendo, soltanto per evitare che lo Stato liberasse due accusati di rapina in abitazioni che era già riuscito ad arrestare.

Soldati NATO uccidono bambini, proteste in Afghanistan.


Soldati NATO uccidono bambini, proteste in Afghanistan
Photo: EPA


Centinaia di afghani hanno bloccato l’autostrada Kabul-Kandahar chiedendo di aprire l’indagine sulla morte di quattro bambini, uccisi, secondo le accuse, da dei soldati della Forza Internazionale. I manifestanti hanno mostrato i corpi dei morti  ed hanno scandito slogan antiamericani.   Il vicegovernatore della provincia di Kabul ha dichiarato che questi bambini, da 8 a 12 anni di età, sono morti lunedì durante un combattimento tra  le forze della NATO ed i talebani. Secondo il vicegovernatore, ci sono testimoni oculari che dicono che a sparare contro il bambini sono stati i talebani anziché soldati della NATO.


http://italian.ruvr.ru/2012_05_02/73491489/