giovedì 3 maggio 2012

... bianca ..., nulla ..., - Claudia Petrazzuolo


Claudia Petrazzuolo


L’Idiota « "Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto". » (Fedor Michailovic Dostoevskij).

Nell’andare quotidiano della vita di ognuno di noi sono veramente innumerevoli le cose, previste e non previste, che ci capitano, caratterizzando così la nostra giornata, perché ciascuno possa essere deliberatamente e/o assolutamente cattivo o buono. Considerati questi aggettivi nella loro essenza, ritengo che essi non dovrebbero essere soggetti ad attribuzioni superlative se non relative. Mi spiego meglio: la bontà o la cattiveria sono espressioni assolute, come la bruttezza e la bellezza, ma mentre queste ultime possono avere una accezione prettamente soggettiva, le prime non dovrebbero. Che senso ha infatti dire che una persona è buonissima o cattivissima? Un atto di bontà, così come una cattiveria, o è tale o non lo è : si può essere buoni o cattivi di più o di meno rispetto ad un particolare termine di paragone ma non si può determinare un gradiente dell’una o dell’altra azione. Fare un elemosina è comunque un atto di bontà, quindi chi la fa è un buono, quale che sia l’importo dell’elemosina stessa; chi nega un aiuto comunque compie una cattiveria, quindi è un cattivo, sia che neghi un passaggio in centro a qualcuno sia che gli usi una violenza in qualche modo peggiore.  Quindi tutti siamo, nel corso della nostra vita, buoni e cattivi contemporaneamente, alcuni lo sono di più in un verso altri nel senso opposto: rare e delle eccezioni si possono considerare alcune persone simbolo dell’una aggettivazione o dell’altra. Solo per completare il riferimento al romanzo russo ed in modo molto sintetico, dirò che il protagonista dello stesso, L’IDIOTA, dopo un ricovero in una clinica psichiatrica tenta di introdurre nella società del suo tempo un comportamento assolutamente buono e finisce con l’essere ricoverato nuovamente.Ciascuno di noi, come il protagonista del romanzo, ha una sua storia ed un suo percorso di vita da compiere; personalmente ho la convinzione che nessuno nasca segnato in modo anziché in un altro e credo che siano le condizioni esterne quelle che ci fanno giungere alla stazione di arrivo, quella si probabilmente già predestinata, in determinate condizioni piuttosto che in altre; attraverso determinati percorsi piuttosto che altri, compiendo particolari atti piuttosto che altri.  Quindi ci si muove, si agisce, si lavora, si studia, si fa politica, si parla, si scrive, si è “ ANIMALI SOCIALI ” in funzione del momento personale e del momento storico in cui quel particolare momento personale si sviluppa  e si esprime. Ognuno crede di avere, e spesso ha, una motivazione ben precisa che lo muove nelle sue azioni, nel suo fare, nel suo dire ed in questo io non faccio eccezione. Vivo in un paese il cui cammino ritengo sia stato deviato da quello per il quale era stato costruito ed ispirandomi a quelli che sono  non principi ideali o idealizzati, comunque opinabili e/o soggettivi, ma ai DETTAMI, stabiliti, codificati e frutto di larghe intese tra persone ed idee differenti tra loro, della COSTITUZIONE ITALIANA; combatto come posso e come so per questo scopo: RIDARE L’ITALIA AGLI ITALIANI. In funzione di questo esprimo le mie idee, racconto dei miei comportamenti, invito ciascuno ad aprire la propria mente ed a discutere, ad informarsi da più fonti e a criticare, a credere nelle proprie possibilità e ad avere fede in sé stesso, a non sentirsi inferiore nè superiore di qualcun altro, a difendere i propri diritti eseguendo i propri doveri: in poche parole a rapportarsi con ognuno degli altri perché quando e quanto più questo accadesse ALCUNO potrebbe mai utilizzare, A SUO USO E CONSUMO, nessuno degli altri. La cosa più violenta che ho consigliato di fare, se può definirsi questa violenza, è l’invito ad IDEALMENTE iscriversi a QUEL NOVERO DI CITTADINI che fa della DISUBBIDIENZA CIVILE la propria filosofia di vita.Sono BUONA per questo? Sono un CATTIVO ESEMPIO?, io  non mi pongo il problema, perché so che è nel MIO DIRITTO non accettare prevaricazioni, abusi e soprusi; so che è nel MIO DIRITTO RIFIUTARE i doveri quando SOLO QUESTI fossero riconosciuti da chi invece BISTRATTA, PREVARICA E NEGA QUEGLI STESSI DIRITTI ai quali mi richiamo e la nostra COSTITUZIONE GARANTISCE; so, infine, che NON DIVENTERO’ MAI SCHIAVA DI NESSUNO checché ne dicano o minaccino SACCENTI e SOLONI … di qualunque estrazione essi siano!.  Per tutto ciò, di quanto scrivo, ciascuno faccia l’uso che crede, perchè ... CHI PECORA SI FA ... DIVENTA PASTO DI LUPI!

1 commento:

  1. Valido argomento, condivisibile al 90%. Ma c'è un ma: siamo tutti schiavi, volenti o nolenti, delle pessime regole che ci impongono di rispettare. Un uomo è libero quando sa che le regole da rispettare sono giuste, eque. Quando si trova a dover rispettare le regole ingiuste e inique non è più libero, ma schiavo.

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