Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 24 maggio 2012
Il QI di Casini.
La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di "non vittoria" ha colpito anche Azzuro Caltagirone, in arte Casini. Premessa: il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato in passato il rimborso elettorale di un milione e settecentomila euro per le regionali e rinuncerà ai rimborsi per le prossime politiche, che potrebbero superare i 100 milioni di euro e più con le attuali previsioni di voto. Quindi i soldi il M5S non li vuole. Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano, ma è "Tutto Vero", come titolò la Gazzetta dello Sport dopo la vittoria della nazionale in Germania che poi andò a Berlino. La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) è da vero politico consumato. Riflettete: se il M5S non vuole i soldi è allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli! L'UDC ha presentato un emendamento che condiziona l'erogazione dei contributi all'esistenza di uno Statuto, che tutti i partiti hanno, come è ovvio e quindi è ad hoc per il M5S. La Camera ha approvato entusiasta con 342 si, 104 astenuti e 54 no. Il MoVimento 5 Stelle ha uno Statuto di soli 7 punti che non prevede neppure l'esistenza di un tesoriere, né tanto meno di finanziamenti elettorali. Si chiama "Non Statuto", ma è uno Statuto a tutti gli effetti. Lo propongo come modello ai partiti, non invocherò il copyright. Invece di tagliare i loro contributi di un miliardo di euro, li tagliano al M5S che non li vuole. Geniale!
L'emendamento udiccino conteneva anche un appello alla democrazia, lo Statuto (quello che consente di prendere i soldi) deve essere "conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti". Ma questo è un autogol, una mossa degna di Tafazzi, del QI di Casini. I candidati nei partiti sono infatti "nominati" dai segretari di partito grazie alla legge elettorale "Porcellum", alla faccia della democrazia interna, quindi non potranno più percepire rimborsi. Giusto? Giusto! A proposito, qualcuno mi presta i soldi per la colazione?
http://www.beppegrillo.it/2012/05/il_qi_di_casini.html
Paolo B. e Romani, guai grossi. - Paolo Biondani
La procura di Monza indaga su presunte tangenti da 300 mila euro l'una con cui l'ex ministro avrebbe cercato di far passare, al consiglio comunale di Monza, una 'variante' che per il fratello di Silvio Berlusconi valeva 50 milioni. Ora sono indagati entrambi. E nelle intercettazioni c'è anche il Cavaliere.
Tangenti da 300 mila euro per approvare una nuova colata di cemento a Monza e regalare più di 50 milioni di euro a Paolo Berlusconi. L'onorevole Paolo Romani e il fratello dell'ex premier sono al centro di una nuova inchiesta della Procura di Monza, che indaga su una tentata "compravendita" di consiglieri comunali in piena campagna elettorale. Obiettivo: far approvare una maxi-variante urbanistica che avrebbe reso edificabile anche una grande area ora vincolata a verde, chiamata Cascinazza, garantendo una ricchissima plusvalenza a Paolo Berlusconi. L'accusa di "istigazione alla corruzione" si fonda su intercettazioni telefoniche molto esplicite.
Silvio Berlusconi non risulta indagato ma alcuni dei politici e faccendieri intercettati sono stati contattati anche da lui personalmente, per concordare incontri riservati ad Arcore. L'indagine che ora coinvolge anche l'ex ministro Romani e Paolo Berlusconi era in corso da mesi ma finora era stata tenuta segreta dai magistrati per non interferire sulle elezioni. Ribaltando i risultati del 2007, i cittadini di Monza hanno spedito all'opposizione Pdl e Lega eleggendo un sindaco di centrosinistra, Roberto Scanagatti, con più del 63 per cento dei voti. Chiuso il ballottaggio, in procura sono cominciati i primi interrogatori.
Al centro dell'inchiesta c'è una variante urbanistica da quattro milioni di metri cubi di cemento che l'ex giunta di centrodestra non è riuscita a far approvare nonostante pressioni di ogni tipo. Negli anni Ottanta Paolo Berlusconi, il fratello minore di Silvio, aveva acquistato dalla famiglia Ramazzotti, a prezzi da fondo agricolo, una grande tenuta, chiamata Cascinazza. Mezzo milioni di metri quadrati vincolati a verde, perché quell'area è una delle poche dove può ancora sfogarsi il Lambro, un fiume già assediato da troppo cemento, che ad ogni nubifragio allaga pure Milano. Dopo vent'anni di tentativi di abolire quel vincolo, nel 2008 Paolo Berlusconi ha venduto tutta l'area a una società controllata al 70 per cento dalla famiglia Cabassi e da altri soci come il costruttore Gabriele Sabatini. Il fratello del Cavaliere resta però interessato all'affare: finora ha incassato un anticipo di 40 milioni, ma se un domani la Cascinazza diventasse edificabile, ne intascherebbe altri 52.
L'ex giunta Lega-Pdl ha tentato di far passare la variante fino all'ultimo consiglio comunale, scontrandosi però non solo con l'opposizione, che da sempre gridava allo scandalo, ma anche con le resistenze di alcuni consiglieri di maggioranza, allarmati da una cementificazione che avrebbe rischiato di creare una specie di Monza-bis con ben 40 mila abitanti in più.
Ora le intercettazioni ricostruiscono i retroscena inconfessabili di quella tentata manovra politico-edilizia. Marzo 2012. Dopo la formale «adozione», il consiglio comunale ha 90 giorni di tempo per la definitiva «approvazione» della variante. Il termine scade domenica 18 marzo. La Procura di Monza sta già intercettando da mesi altri indagati per lo scandalo delle tangenti edilizie che da Giussano e Desio (arrestato l'ex assessore formigoniano Massimo Ponzoni) si sta allargando a mezza Brianza. Ai telefoni, sul tema caldo della Cascinazza, la Guardia di Finanza sente di tutto. I faccendieri più informati parlano di tangenti da «300 mila euro a testa», offerte ad almeno tre consiglieri di centro o di destra ancora «incerti». Soldi in cambio del loro voto in consiglio a favore della variante.
Quando le elezioni si avvicinano, le manovre per ricompattare la destra si fanno frenetiche. Romani riceve, ad uno ad uno, vari consiglieri comunali. Incontri riservati, senza testimoni, ora ricostruiti solo in parte, grazie alle indagini. Per adesso i pm ipotizzano solo il reato di «istigazione alla corruzione». Come dire: i soldi sono stati offerti sicuramente, secondo l'accusa, ma non è certo se alcuni dei consiglieri (e quali) abbiano effettivamente accettato quella proposta indecente. Qualcuno sembra aver rifiutato. Infatti l'approvazione salta per pochissimi voti. Scaduti così i fatidici 90 giorni, la turbo-variante pare bocciata per sempre. E invece no: con un guizzo d'ingegno, metà dei consiglieri (tutti di centrodestra) votano da soli un'inedita «adozione-bis». Nell'ultimo giorno utile (21 marzo 2012) prima dello scioglimento del consiglio comunale. In caso di vittoria, al centrodestra-bis sarebbe bastata una sola seduta per regalare ai monzesi quei quattro milioni di metri cubi di nuovo cemento.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/paolo-b-e-romani-guai-grossi/2181711/8/0
Quotazione di Facebook, gli azionisti fanno causa a Zuckerberg e Morgan Stanley
Non avrebbero comunicato prima dell'Ipo che le stime di crescita erano state ridotte. L'azienda:«Ci difenderemo vigorosamente».
MILANO - Ancora guai per il miliardario Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook: un gruppo di azionisti ha avviato una causa collettiva contro la società, il fondatore (e amministratore delegato) e Morgan Stanley (che ha seguito la quotazione in Borsa). L'accusa è di non avere prontamente comunicato agli investitori che le stime di crescita del social network erano state «ridotte in modo significativo» dagli analisti prima dell'Ipo miliardaria. Ma l'azienda ribatte: «Riteniamo che la causa non abbia motivo e ci difenderemo in modo vigoroso».
IL DEBUTTO - Un debutto in Borsa particolarmente movimentato per Facebook: dopo il crollo del titolo al Nasdaq, è infatti arrivata una pioggia di accuse verso i protagonisti della quotazione. Stando alle ultime accuse, solo ad alcuni investitori privilegiati era stata comunicata una riduzione consistente delle previsioni di crescita dei ricavi del social network. Fatto che ha contribuito al crollo del titolo nei primi giorni di contrattazioni. A seguire la causa collettiva, avviata presso una corte distrettuale di Manhattan, è lo studio legale Robbins Geller, lo stesso che era riuscito a ottenere risarcimenti per 7 miliardi di dollari da Enron. Sotto tiro anche Nasdaq OMX Group, la società che controlla l'indice su cui è quotato il social network, accusata da un singolo azionista per i ritardi nel collocamento dovuti a problemi tecnici che secondo l'accusa hanno portato a gravi perdite per gli investitori. Dopo la giornata di debutto a Wall Street deludente, conclusa attorno al prezzo di partenza, e il crollo del titolo nei due giorni seguenti, Facebook ha iniziato mercoledì in positivo e rimbalza di quasi il 3%.
Terrorismo, l'allarme dei Servizi: "Presto ci saranno nuovi attentati anarchici".
Giorgio Piccirillo
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il Direttore dell'Aisi, Giorgio Piccirillo: "Dopo una fase di minore attivismo, c'è da aspettarsi una graduale ripresa dell'offensiva delle sigle Fai. L'organizzazione sta facendo un salto di qualità". Nel mirino obiettivi greci in Italia e galassia Finmeccanica. Il presidente della Repubblica, Napolitano: "Gli italiani non si faranno intimidire". Nei giorni scorsi l'attentato all'ad di Ansaldo Nucleare. Equitalia, allarme bomba nelle sedi di Salerno e Pescara.
Roma, 23 mag. (Adnkronos/Ign) - Dopo "una fase anche se breve di minore attivismo", c'è da aspettarsi "una graduale ripresa dell'offensiva delle sigle Fai con attacchi a obiettivi indicati nei recenti documenti", in particolare, "obiettivi greci in Italia e anche italiani in Grecia, per solidarietà con le cellule di Cospirazione di fuoco elleniche", e "tutta la galassia Finmeccanica indicata in tutte le sue componenti come obiettivo fondamentale". A lanciare l'allarme è il Direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi), Giorgio Piccirillo, sentito dalla Commissione Affari Costituzionali nell'ambito di un'indagine conoscitiva sui recenti fenomeni di protesta organizzata in forma violenta in occasione di manifestazioni. In serata è intervenuto sul tema anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ''Ne sono convinto - ha detto -, gli italiani non cedono all'intimidazione e al terrore. Lo avete visto a Brindisi con la gente in piazza quella sera e con le ragazze (le compagna di Melissa Basso, ndr) che erano anche qui stamattina''.
Per i servizi, ''potrebbero verificarsi anche episodi di sigle inedite ed è da attendersi un incremento di documenti minatori apocrifi, anche ispirati a documenti di anni di piombo''.
'Zavorra sulle imprese: pressione fiscale al 68%'.
Squinzi all'Assemblea: 'Stop emorragia crescita'
ROMA - Il fisco è in Italia una "zavorra intollerabile che si aggiunge ad altre zavorre"; con una pressione fiscale reale complessiva "al 68,5% contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito". Per il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, "c'é urgente bisogno" di una riforma
STOP EMORRAGIA CRESCITA - "Il nostro primo compito è arrestare l'emorragia e restituire fiducia". Così il neo presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al suo debutto all'Assemblea di viale dell'Astronomia. "La bassa crescita dell'Italia - aggiunge - è determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa"
RIFORMA LAVORO NON CONVINCE - La riforma del mercato del lavoro "appare meno utile alla competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto". Così il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nella relazione all'assemblea annuale: "E' una riforma che modifica il sistema in più punti ma, a nostro giudizio, non sempre in modo convincente"
"Occorre un impegno serio, determinato, continuo per ridurre la spesa pubblica. Non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili. Servono tagli veri". Lo dice il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento all'assemblea annuale degli imprenditori.
DARE FUTURO A GIOVANI O NO FUTURO ITALIA - "Se non apriamo ai giovani nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia". Così il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo primo intervento pubblico all'assemblea annuale
SUBITO CREDITO A IMPRESE, STANNO SOFFOCANDO - "Subito credito alle imprese": lo chiede il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Nel corso dell'assemblea annuale avverte che "la carenza e i costi del credito sono il nodo più urgente da sciogliere perché sta soffocando il tessuto produttivo". Per questo "alle banche e allo Stato italiano chiediamo uno sforzo aggiuntivo".
AGENDA IN 4 PUNTI PER CONFRONTO COL GOVERNO - Riforma e debiti della P.A., tagli delle spesa pubblica e riduzione della pressione fiscale, credito alle imprese. Questi i 4 punti su cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi chiede "di aprire un confronto" col Governo "per una nuova politica industriale"
mercoledì 23 maggio 2012
Due persone, tra le tante, che non dimenticheremo mai.
Oggi non voglio scrivere nulla, riportare nulla, voglio solo ricordare due grandi uomini uccisi da chi non sa e non vuole rispettare l'etica, la morale e, pertanto, la libertà e la vita altrui.
Loro non sono morti, vivono e vivranno dentro il cuore dei cittadini onesti che auspicano DEMOCRAZIA, LIBERTA' e rispetto delle regole dettate dal vivere civile e che chiedono che venga finalmente fatta luce sui tanti fattacci verificatisi in questo nostro martoriato paese.
Loro rappresentano gli esempi da seguire e da indicare ai nostri figli.
Perchè come ebbe modo di dire un grande personaggio della politica, quando questa si poteva ancora definire "l'arte di governare", "I giovani non hanno bisogno di discorsi, ma di esempi di onestà." - Sandro Pertini.
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