sabato 22 settembre 2012

Ironizziamo...



Titolo del volume: Comprendere le donne, edizione tascabile, primo tomo.

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La verità sul M5S Sardegna. (ad onor di cronaca).


Amsicora


"Ormai anche il più piccolo sussulto della mente più mediocre del web trova spazio sui media: basta che il bersaglio sia il M5S. A cascarci è il giornalista Carmine Saviano di Repubblica, il nuovo Montanelli spaziale. Sulla home di Repubblica (a seguire la pseudo notizia è apparsa anche sull'Unità) si legge che in Sardegna esiste un'associazione partitocratica costituita da tre liste certificate e dall'Associazione 5 Stelle di Cagliari, le quali allestiscono un partito a porte chiuse, mirano ad acquisire una posizione di rendita, ad acquisire strumenti di controllo degli attivisti ed altre boiate. Il capo di questa associazione è la terribile Manuela Corda, candidata sindaco alle penultime amministrative per la città di Cagliari. L'informazione falsa, sconclusionata, priva di forndamento e diffamatoria (Manuela Corda agirà per le vie legali nei confronti della testata e del giornalista), parte da un post inserito nel blog del MoVimento nazionale ad opera di uno che si nasconde dietro il nome di "Amsicora". Ciò è bastato a Carmine Saviano per compiere lo scoop della sua vita, beato lui se si accontenta di così poco. 
Di seguito i fatti: l'8 settembre le liste certificate sarde (e non l'Associazione 5 Stelle di Cagliari) hanno convocato un'assemblea generale aperta a tutti i gruppi, meetup e associazioni dell'isola per discutere di qualche noto problemino che attualmente affligge la nostra isola, chiedendo ai gruppi che avessero voluto partecipare di segnalare le problematiche inerenti la loro porzione di territorio affinchè se ne potesse discutere. Così è stato. E' nato un gruppo di attivisti che si occupano delle problematiche regionali e aperto a chiunque voglia aderire agli scopi e idee del Movimento 5 Stelle. Ci siamo ritrovati insieme anche per contare le nostre forze e decidere tutti in modo democratico e partecipato quale futuro avremmo voluto dare alla nostra isola. Le posizioni di comodo non erano in discussione. Il 19 settembre leggiamo il post di "Amsicora" e gli rispondiamo a dovere: nessuna traccia delle nostre risposte si trova nell'articolo, nella migliore tradizione del giornalismo becero, privo di approfondimento e controllo dei fatti. Per la cronaca, inoltre, Manuela Corda è una preziosa attivitsta del Movimento in Sardegna, non ha alcuna carica in alcuna associazione e non ha organizzato alcuna assemblea, tanto meno aspira ad aquisire posizioni di comodo in qualunque luogo. E' evidente che Amsicora queste cose le sa bene e che, non avendo impegni durante il giorno, si dedica a gettare palate di merda sulla reputazione di chi negli anni ha portato solo benessere sociale nel Movimento attraverso la propria attività giornaliera di attivista in prima linea. 
Per tutto ciò, i nostri complimenti a Carmine Saviano, poichè davanti alla merda ha piazzato un bel ventilatore!" Lista M5S Alghero, Lista M5S Sennori, Lista M5S Quartucciu, Associazione 5 Stelle Cagliari.


http://www.beppegrillo.it/2012/09/la_verita_sul_m/index.html

venerdì 21 settembre 2012

Carrube.



Con la polpa delle carrube, si preparava una bevanda simile al te. Serviva per curare il raffreddore, l’influenza e la tosse.

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Non dimentichiamo i nostri eroi.



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Spese dei gruppi consiliari in Lombardia: “Non mostriamo le fatture. Cazzi nostri”. - Thomas Mackinson

Consiglio Regionale Lombardia

I bilanci di tutti i partiti che siedono al Pirellone sono certificati dalla Corte dei Conti, ma in realtà non dicono nulla perché composti da sole voci aggregate. E infatti basta chiedere ai politici di Pdl o Pd di esibire le ricevute e gli scontrini per avere una risposta molto chiara: "Non ve le facciamo vedere, questione di privacy". Anche la Lega fa orecchie da mercante. Idv e Sel: "Disponibili a mostrare tutte le carte".

Peggio che chiedere lo scontrino al bar. Non hanno niente da nascondere in Regione Lombardia ma quando si tratta di mostrare una ricevuta quasi tutti fanno muro. Tirano in ballo la violazione della privacy e s’attaccano al “diritto alla discrezionalità del consigliere a spendere nell’esercizio delle sue funzioni”. Al Pirellone funziona così, i soldi sono pubblici quando entrano e privati appena escono. Anche se annunciano future mozioni bipartisan sulla trasparenza, oggi non resta che credergli sulla parola.
Ma dopo il caso Fiorito in Lazio anche quella vacilla e allora tocca bussare a tutte le porte per capire come i gruppi spendono il loro tesoretto in un pozzo che l’anno scorso ha inghiottito 71 milioni di euro per 26 sedute soltanto. Certo, nel loro bilancio – che è pure certificato dalla Corte dei Conti – c’è il rendiconto degli 11 milioni spesi: 3,2 tra funzionamento e attività di comunicazione, 7,5 per il personale e così via.
Ma sono voci aggregate: cosa vuol dire che il Pdl ha usato 450mila euro in “spese dei consiglieri per l’espletamento del mandato”? Come hanno speso 720mila euro in comunicazione? Si accalora a rispondere il capogruppo Paolo Puccitelli: “Qui non siamo mica alla Regione Lazio, loro sono 71 noi 80 ma a Roma hanno un bilancio di 98 milioni e noi un terzo di meno. E poi noi teniamo tutte le ricevute, le fatture e gli scontrini per cinque anni come dice la legge. Se vuole le mostro tutte le tabelle”. Grazie, le abbiamo, a questo giro vorremmo vedere le fatture. “Non esiste proprio – scandisce irritato Puccitelli – Io non tiro fuori un bel niente, ci sono cose che sono riservate, personali. Magari dovrei dirvi anche dove va a cena questo e quel consigliere, cosa mangia e quanto spende… Roba da matti, io non voglio grane e senza l’autorizzazione di tutti e 29 i colleghi non faccio vedere un bel niente”.
Si scende di cinque piani ma la musica non cambia. Al gruppo del Pd si parla con Stefano Tosi. “Certo abbiamo l’ufficio contabilità con segretaria e tutto, ecco quello che spendiamo. Non mettiamo i dettagli online perché i giornalisti potrebbero farne un uso strumentale falsando le informazioni”. Peccato che sia la solita tabella senza dettagli: 212mila per il mandato dei consiglieri, 120mila per consulenze (a chi?), 72mila in convegni e manifestazioni. Il resto in trasporto, giornali, spese di stampa fino a sfiorare i 600mila euro nel 2011. Tenete le fatture? “Certo che teniamo tutto, è in un faldone ma non tengo a mente tutte le spese. Se vuole le mostro il bilancio”. E ci risiamo. Che ne dice invece di farmi dare una sbirciatina alle ricevute? Così, giusto per provare il brivido del proibito… “Eh no questo no, non andiamo in giro a distribuire i conti facendoli vedere a questo e a quello. Come i consiglieri gestiscono le loro spese è una scelta discrezionale”. Anche la Lega,fa orecchie da mercante. Sel e Idv, invece, si rendono disponibili a fornire la rendicontazione, fattura per fattura. Il capogruppo dell’Idv Stefano Zamponi dichiara: “Sentiti i colleghi ho aderito subito all’invito del Fatto Quotidiano sia perché non abbiamo nulla da nascondere, sia per dare un segnale che la politica non è tutta uguale. Invito gli altri gruppi a fare altrettanto perché in una situazione che ricorda Tangentopoli, con l’antipolitica che soffia sul fuoco e la competizione elettorale alle porte non si possono lasciare ombre”. Appuntamento lunedì alle 14.30, scontrini e fatture alla mano. Anche Chiara Cremonesi di Sinistra ecologia e libertà, sentiti i colleghi, ha manifestato analoga disponibilità.
Il capogruppo del Carroccio è lapidario: “Non è possibile farvi vedere nulla e poi non ne vedo proprio il motivo perché i nostri bilanci sono certificati dalla Corte dei Conti, quando la Lombardia sarà messa come il Lazio ne riparleremo”, dice Stefano Galli. Sì ma la Corte non vi chiede di giustificare le spese e mostrare le fatture… “Questo io non lo so, ma chissenefrega. Come spendiamo i nostri soldi sono cazzi nostri. Arrivederci”. Allora chi controlla che le spese non siano senza controllo? Tutti e nessuno.
I gruppi si autocertificano spese e rendiconti tramite i propri funzionari amministrativi che entro il 31 marzo depositano i bilanci all’ufficio di presidenza. Quest’ultimo li ratifica entro giugno. In realtà la legge (art. 7 LR n. 17 del ’92) gli conferisce il potere di “chiedere chiarimenti, nonché l’esibizione della documentazione relativa alle spese sostenute dai propri consiglieri”. Potere ma non “dovere”. E infatti da vent’anni resta un’opzione poco praticata. “Noi controlliamo la regolarità formale e la coerenza degli importi – conferma un dirigente – non le singole spese; chiediamo spiegazioni se notiamo scostamenti visibilmente anomali”. E infatti si ricorda un solo caso di spesa riconosciuta illegittima per 700 euro, tutto quello che hanno speso gli altri 79 consiglieri è passato in giudicato e non c’è capogruppo che ricordi una richiesta di accertamento spese. Anche la Corte dei Conti lavora così, chiudendo la catena della vigilanza nel solco della coerenza contabile e sotto l’insegna inviolabile della privacy degli eletti.
da Il Fatto Quotidiano del 21 settembre 2012 – articolo aggiornato alle 10.30

Sollievo.... e terrore.



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Rogo nel deposito dei cinesi. Il leghista: “Nessun morto? Che peccato”. - Alessandro Madron


Rogo Fabbrica Cinesi Monza


Il segretario della sezione del Carroccio di Bovisio Masciago, Patrizio Ferrabue, ha commentato così (e aggiungendo: "Sarà per la prossima volta") l'incendio che ieri in Brianza ha distrutto una ditta di giocattoli in cui lavoravano solo operai provenienti dall'estremo Oriente. Ora il politico rischia l'espulsione dal partito e l'incriminazione per istigazione all'odio razziale.

Un enorme deposito di giocattoli cinesi è andato in fiamme ieri sera, tra Brugherio e Monza, nel cuore produttivo della Brianza. Un incendio che ha tenuto impegnati decine di vigili del fuoco per diverse ore di lavoro e che ha prodotto alte colonne di fumo visibili anche da Milano. La vicenda non è sfuggita ai leghisti brianzoli, tanto che il segretario della sezione di Bovisio Masciago, Patrizio Ferrabue, ha colto l’occasione per lasciarsi andare ad commento decisamente sopra le righe. Nel corso dello scambio di battute con i suoi interlocutori ha chiesto: “Quanti cinesi morti?”. Gli hanno detto: “Nessuno…” E lui per tutta risposta: “Vabbè sarà per la prossima, però che peccato!!!!”. Con tanto di faccina sorridente.
Oggi i messaggi sono scomparsi da Facebook. Probabilmente all’orecchio del segretario di sezione è arrivato il consiglio di qualche amico avveduto, ma non sono scoparsi dalla Rete. Ad immortalarli e renderli pubblici ci ha pensato ‘l’anticomunitarista’ Daniele Sensi nel suo blog, sempre attento a smascherare la xenofobia strisciante con cui conviviamo spesso in maniera distratta.
Così, nonostante la repentina pulizia digitale, a Patrizio Ferrabue potrebbero toccare le stesse sorti dell’ex capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Udine, Luca Dordolo, espulso dal movimento nel mese di giugno dopo aver scritto un post razzista sul proprio profilo Facebook. Dordolo aveva commentato un episodio di cronaca nera: una donna indiana uccisa dal marito era stata gettata nel Po, lui se l’era presa con l’assassino, colpevole di aver “inquinato il sacro fiume” (ad agosto è stato rinviato a giudizio per istigazione all’odio razziale). Non contento, nelle scorse settimane Dordolo era tornato a colpire, postando l’immagine di un orango accanto a quella di Mario Balotelli, commentando “Ma sono uguali!!!”.