mercoledì 11 marzo 2015

Formica del miele. - Giorgio Malferrari





Le formiche da miele che quì descriverò vivono sugli altipiani del Messico, del Texas e del sud degli Stati Uniti d'America.

Appartengono al genere MYRMECOCYSTUS. 

Esse fabbricano, sempre in posizione elevata, dei formicai in forma di cumuli, mediante piccoli sassolini, con un'entrata verticale alla sommità. Il canale d'entrata, di pochi centimetri, mette in comunicazione una galleria orizzontale con molte altre ramificazioni, per un'estensione di circa due metri, che conducono a parecchie camere. 
I formicai contengono, oltre la regina madre, le femmine vergini e le operaie, oltre una quarta categoria d'individui la cui missione sembra essere quella di servire da serbatoi di miele per la comunità. La regina è sempre circondata da una trentina di "guardie" che la spazzolano, la nutrono e l'aiutano mentre depone le uova.
Le formiche "otri" si riempiono di miele fino a gonfiare il loro addome come un grosso "pisello" poi si attaccano alle pareti del soffitto delle loro camerette con le mandibole, rimanendo così sospese per non intralciare il traffico lungo le gallerie, la quantità di miele che contengono le fà pesare fino ad otto volte il loro peso normale.


Se per disgrazia una di queste formiche dovesse cadere al suolo, l'effetto sarebbe disastroso, si spaccherebbe come una bottiglia di vetro, e subito entrerebbe in funzione il servizio di sicurezza del formicaio che velocemente sostituirebbe con una nuova formica quella caduta, col compito di raccogliere il miele e sostituirla, mentre altre porteranno il cadavere fuori dal nido. Lo strano è che solo le formiche di questo tipo possono svolgere questo compito mentre le operaie comuni non sanno fare nulla in questi casi, pensate che esse vengono letteralmente abbandonate anche in caso di catastrofi, di attacchi da parte di nemici, ecc. 

Il miele di queste formiche è come quello delle api, di origine vegetale.
Al calare della notte le operaie partono alla ricerca di una forma di    
"Galle" che una vespina produce pungendo le foglie delle quercie nodulate.
La vespina si chiama CYNIS QUERCUS MELLARIA. 


Una volta trovate queste GALLE con le mandibole ne raschiano l'epidermide, dalle ferite provocate subito comincerà a sgorgare un liquido mellifico che loro s'appresteranno a portare alle formiche otri. Il và e vieni durerà tutta la notte. Nelle stagioni di carestia le formiche di tutto il formicaio attingeranno da questa riserva le sostanze di cui abbisognano e grazie a questi otri viventi il formicaio non correrà mai seri pericoli. Hanno un nemico piccolissimo, un acaro che si sviluppa nei loro formicai a tal punto a volte, da farne morire tutta la popolazione. Sebbene le formiche sappiano rendersi reciproci servizi di toelette, non sanno liberarsi da tali insidiosi parassiti, specialmente intorno alla bocca o fra le antenne. Un altro nemico, questa volta molto più grosso, lo trovano, negli indios del Messico che fanno ricerca dei loro nidi e si deliziano di queste formiche, di cui grazie al miele che contengono, sono enormemente golosi.

Dopo averle fatte saltare in padella, in modo da dare al miele la possibiltè di croccantarle le mescolano con una ricotta di pecora e le mangiano con le "Tortyllas", preferendole di gran lunga a noccioline, croccante, torrone o pop-corn.


http://www.kultunderground.org/art/12252

Decolla l'aereo a energia solare, farà giro del mondo.



Il Solar Impulse è partito da Abu Dhabi con l’obiettivo di circumnavigare il globo in cinque mesi e in 12 tappe. A bordo due piloti-pionieri svizzeri che si alterneranno alla guida per 5.000 chilometri. L’aereo è frutto di 12 anni di ricerca.




Solar Impulse 2: fare il giro del mondo con un aereo al sole. - 


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Si è partiti lunedì 9 Marzo: volo da Abu Dhabi sopra il golfo dell’Oman con destinazione Muscat. Prima tappa, 13 ore. Tutto bene. Oggi si parte per l’India, volo su Ahmedabad passando per il mar Arabico. Si prevede che il giro del mondo venga completato per luglio.
Solar Impulse 2 è composto di 17,000 celle solari ed è fatto con fibre di carbonio e di un materiale speciale misto fra polimeri e carta. Il tutto viene alimentato da batterie al litio. L’aviazione al sole è già in sperimentazione da vari anni ed un primo prototipo, ilSolar Impulse 1, ha già attraversato gli Usa nel 2012. Ma il giro del mondo è molto più complesso e ha portato alla costruzione di un nuovo modello, più grande e sofisticato. Il Solar Impulse 2 è all’avanguardia non solo per il concetto, ma anche per il design: ha una apertura alare più grande di un “Jumbo Jet” Boeing 747 e pesa molto di meno: 2 tonnellate contro 150.
Il pezzo più difficile sarà il volo sul Pacifico: si prevedono cinque giorni e cinque notti di volo. Non sarà facile: l’aereo è piccolo, gli spazi angusti, non si dormirà molto.  Ma se il tutto verrà completato sarà la prima volta in assoluto che si riesce a fare il giro del mondo su un aereo al sole.
I piloti sono Andre Borschbeg e Bertrand Piccard, uomini d’affari ed avventurieri svizzeri con il pallino delle rinnovabili. Mentre loro voleranno, l’aereo sarà controllato da una stazione a terra nel principato di Monaco. Il volo si può seguire su internet. La loro idea è di fermarsi in vari angoli del pianeta durante questi cinque mesi per testimoniare che “yes we can” e che la transizione verso energia diversa da quella fossile è possibile, se lo si vuole.
Cosa diranno i due di tappa in tappa? Che il mondo ed il sole vanno a avanti e non ci sono petrolieri che tengono.
Che si è partiti con forti sussidi governativi che hanno attratto investimenti e innovazione che hanno fatto crescere l’energia solare in modo spettacolare.  Diranno che secondo l’Eia, Energy Information Administration, il sole sarà la fonte primaria di energia nel mondo intero a partire dal 2050. Che il costo dei pannelli fotovoltaici è calato del 70% negli scorsi anni e ci si aspettano ulteriori abbassamenti dei prezzi, man mano che la produzione e la richiesta aumentano. La Deutsche Bank addirittura conferma che se i prezzi del petrolio restano cosi bassi, entro il 2020 l’energia elettrica da solare costerà meno di quella prodotta dal gas. Negli Usa i posti di lavoro da solare sono già di più quelli dell’industria del carbone.
Sono sicura che gli amici petrolieri avranno un sacco di distinguo da aggiungere: anche se ci riescono non si può fare su grande scala, è un esercizio di due ricchi che non hanno niente da fare, il petrolio ci serve ancora. Sarà. Per me, l’avventura di Piccard e Broschbeg è un bellissimo segnale di speranza per il futuro e di ciò che l’uomo, e il suo ingegno, e il suo volere, possono fare, se lo vogliamo.
Non siamo condannati a fare buchi sottoterra. Il sole è lassù.

Riconfermata l’esistenza del pianeta che potrebbe ospitare la vita.



Esiste, non esiste e infine sì: Gliese 581d, l'esopianeta che potrebbe avere le caratteristiche idonee ad ospitare la vita, non è un'invenzione di alcuni astronomi.

Potrebbe sembrare strano che la comunità scientifica possa dividersi sull'esistenza o meno di un pianeta, le cui dimensioni si può immaginare non passino inosservate. Eppure, alla distanza di oltre 20 anni luce anche l'esistenza di un corpo celeste può essere messa in dubbio. Da tempo Gliese 581d, un esopianeta a 20,5 anni luce da noi nella costellazione della Bilancia, fa discutere gli studiosi, di cui una parte ne ha dapprima annunciato l'esistenza, qualificandolo peraltro come pianeta che potenzialmente potrebbe ospitare forme di vita extraterrestre, salvo poi vedersi negare i risultati da un'altra parte della comunità scientifica.

La scoperta di Gliese 581d risale al 2007 e già dal 2009, collocandosi l'esopianeta nella zona di zona Goldilocks, venne individuato come luogo potenzialmente adatto ad ospitare la vita. L'esistenza di questo pianeta e le sue caratteristiche sono state definite nel tempo grazie alla rilevazione dell'attività magnetica proveniente da quella parte dello Spazio. Nel 2014 i ricercatori delle Università della Pennsylvania e di Austin, nel Texas, stroncarono lo studio che aveva affermato l'esistenza dell'esopianeta, spiegando che la stella intorno a cui gravita il pianeta (la nana rossa Gliese 581) emette sostanzialmente lo stesso segnale imputato a Gliese 581d. "Il rumore delle armoniche della rotazione della stella - disse Suvrath Mahadevan, uno degli autori dello studio - appartengono alla stessa gamma di quelle della sua zona abitabile. Questo aumenta il rischio di rilevazioni di pianeti inesistenti”.

E' arrivata in questi giorni la smentita della smentita. Sono i ricercatori delle Queen Mary University di Londra e dell’Università di Hertfordshire a sostenere, dalle pagine di Science, l'esistenza dell'esopianeta. Il metodo utilizzato dagli statunitensi per negare l'esistenza di 581d è discutibile, affermano i ricercatori degli istituti britannici. Guillem Anglada-Escudé, principale autore dello studio, riconosce implicitamente che ad una distanza di 20,5 anni luce non esistono certezze, ma allo stesso tempo se si vuole ammettere, come fanno gli statunitensi, che le prove a sostegno dell'esistenza di Gliese 581d sono insufficienti, allora "dovremmo mettere mano a tutta una serie di osservazioni effettuate e che riguardano pianeti di dimensione persino inferiore. Dobbiamo essere cauti nel formulare le nostre ipotesi e certo il paper di Science Express conteneva affermazioni troppo forti". Di certo, prosegue Anglada-Escudé, "l’esistenza o meno di GJ 581d rappresenta un nodo cruciale per l’astrofisica. Gliese 581d è stato il primo pianeta simile alla Terra ad essere scoperto nella zona Goldilocks, e rappresenta ormai un case study di riferimento per la tecnica Doppler".

http://scienze.fanpage.it/riconfermata-l-esistenza-del-pianeta-che-potrebbe-ospitare-la-vita/

martedì 10 marzo 2015

L’antidolorifico naturale più potente delle medicine.

zenzero antidolorifico naturale

Lo studio dell'Università di Copenhagen.

In un altro articolo vi avevamo parlato delle proprietà antitumorali dello zenzero, ma i benefici che porta al nostro organismo non finiscono qui, infatti da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Copenhagen è emerso che questo alimento è più efficace di un medicinale come l’ibuprofene per trattare le infiammazioni. Leggiamo su Greenme:

Lo zenzero, una spezia dalla numerose proprietà benefiche, è stato posto al centro di uno studio che ne ha confrontato l’azione come antidolorifico con medicinali di uso comune, come l’ibuprofene ed il cortisone. L’azione di tali rimedi è stata valutata da parte degli esperti con particolare riferimento all’artrite, sia nel caso di artrite reumatoide che di osteoartrite.

Lo studio in questione è stato condotto da parte dei ricercatori dell’Università di Copenhagen ed ha ricevuto la propria pubblicazione da parte della rivista scientifica Arthritis. La risposta delle cellule, sane o affette da artrite, ad alcuni medicinali antinfiammatori, come ibuprofene e cortisone, è stata osservata in vitro, accanto all’azione in proposito relativa all’estratto di zenzero.
Dallo studio è emerso come l’ibuprofene, uno dei più comuni farmaci antidolorifici, non abbia alcun effetto sulla produzione di citochine, delle molecole proteiche che possono causare infiammazione nell’organismo e portare alla comparsa del dolore. Sono stati invece identificati come antinfiammatori efficaci sia il cortisone che l’estratto di zenzero“.
E a differenza del cortisone, lo zenzero non ha effetti collaterali:
A parità di effetti antinfiammatori, gli esperti hanno sottolineato un importante punto a favore dell’estratto di zenzero rispetto al cortisone. Mentre l’assunzione di estratto di zenzero non presenta effetti collaterali, la somministrazione di cortisone può condurre alla comparsa di conseguenze indesiderate per l’organismo già note, come gonfiore, debolezza muscolare, aritmia cardiaca, pressione alta, ansia e problemi di insonnia“.
Lo zenzero, per di più, ci aiuta a prevenire il raffreddore:
Lo zenzero aiuta il sistema immunitario e per questo motivo viene utilizzato per la prevenzione e il trattamento del raffreddore. Lo zenzero è molto utile sia da consumare fresco che da utilizzare per preparare infusi adatti a prevenire ed alleviare il raffreddore e i classici malanni autunnali e invernali“.
Ad alleviare il mal di gola:
Lo zenzero fresco è davvero portentoso in caso di mal di gola. I rimedi della nonna ci insegnano a mangiare un pezzetto di zenzero fresco non appena avvertiamo che la gola inizia a pizzicare. Le proprietà benefiche dello zenzero calmano il mal di gola e se il fastidio è leggero possono contribuire ad alleviarlo del tutto in breve tempo. Lo zenzero è un antidolorifico naturale“.
E, infine, a calmare la tosse:
Come analgesico e antidolorifico, lo zenzero può essere utilizzato per ridurre la tosse, soprattutto se il sintomo è associato al raffreddore. L’azione riscaldante dello zenzero aiuta ad eliminare il muco dalle vie respiratorie, che potrebbe essere associato alla comparsa della tosse e ad altri fastidi molto comuni, come il raffreddore“.

lunedì 9 marzo 2015

Foto di Condoleezza Rice e Osama Bin Laden recentemente rilasciata.



Una foto recentemente rilasciata mostra ex segretario di Stato Condoleezza Rice e 'terrorista' Osama Bin Laden. la foto è stato rilasciata in base al Freedom of Information Act. La foto mostra i due festa a bere e mangiare in un American bar di proprietà a Kandahar, in Afghanistan appena due settimane prima del famigerato e fatidico 9/11.

http://www.anonymousmags.com/newly-released-photo-condoleezza-rice-osama-bin-laden-2/

domenica 8 marzo 2015

730 precompilato, come funziona e per chi vale. - Roberto Giovannini



Qualcuno forse si aspetta nella cassetta della posta il suo bravo modello 730 precompilato, bello stampato, con la dichiarazione dei redditi già fatta e pronta da firmare: ma non sarà così. E visto che troppi italiani secondo le statistiche sono ancora “analfabeti digitali”, in tanti avranno un’aspra delusione. Perché i 20 milioni e passa di modelli precompilati che riguardano pensionati, lavoratori dipendenti e assimilati, arriveranno sì dal 15 aprile: ma in versione digitale. La troveremo su Internet, e per mettere le mani sulla propria dichiarazione prepersonalizzata si dovrà disporre del codice per i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Per averlo basta andare sul sito www.agenziaentrate.gov.it, o telefonare al numero 848.800.444 o agli uffici territoriali delle Entrate.  

Detto questo, si tratta (finalmente) di una bella novità. Il modello precompilato che troveremo per molti sarà perfettamente sufficiente, e conterrà buona parte dei dati che servono, che lo Stato nelle sue varie articolazioni già possiede. Redditi da lavoro e pensione, carichi familiari, spese per mutui, contratti d’affitto, compravendite di immobili e altro sono infatti informazioni che il Fisco già possiede all’interno delle sue banche dati. Riscriverli da capo nel modello, dover andare al Caf (pagando), raccogliere e fotocopiare ricevute, spendere per un commercialista è una gran perdita di tempo. Per quest’anno non è detto che il modello possa essere completo: a sentire quello che dice il Fisco, ci saranno i dati sui redditi, sui premi assicurativi, mutui e contributi previdenziali. Solo l’anno prossimo, invece, verranno inserite nella dichiarazione precompilata anche le spese sanitarie o altre spese detraibili, come le tasse scolastiche o universitarie.  

sabato 7 marzo 2015

Artocarpus heterophyllus - Jackfruit





Artocarpus heterophyllus fruits at tree.jpg






Artocarpus heterophyllus Lam. è una pianta tropicale della famiglia delle Moraceae. È coltivata per il suo frutto, il più grande esistente in natura tra quelli che crescono dagli alberi; in italiano viene chiamato giaca (dal portoghese jaca) o catala (denominazione derivata dall'hindi katahal), ma è anche comunemente usata la denominazione inglese jackfruit.

Distribuzione e habitat

L'albero è originario delle pendici meridionali dell'Himalaya orientale (India). Oggi è diffuso alle basse latitudini in tutto il sudest asiatico, sulla costa settentrionale dell'Australia, sulla costa atlantica del Brasile e, in misura minore, in altre regioni tropicali, inclusi alcuni paesi dell'Africa.

Descrizione

L'albero ha fusto robusto fino a 60 centimetri di diametro e foglie perenni. Il giaco è una pianta cauliflora e monoica, e presenta fiori maschili e femminili separati in diverse infiorescenze nella stessa pianta.
Il frutto è un sincarpo di forma ovale che si origina dallo sviluppo dell'infiorescenza femminile direttamente dal tronco e può superare i 40 cm di diametro e i 30 kg di peso. I singoli frutti del sincarpo derivano dall'ovario dei fiori e circondano ognuno un seme, anch'esso commestibile. Può essere paragonato a un fico gigante. Il colore della buccia matura è giallo scuro, quello della polpa è generalmente giallo carico. Il sapore è un misto di mela e ananas, con retrogusto di vaniglia, delizioso nelle migliori varietà.
Il giaco è un fruttifero tropicale che si è dimostrato resistente anche a vari microclimi subtropicali, come il Sud della Florida, dove le temperature non scendano mai sotto i -1 gradi. Tuttavia anche temperature poco sopra lo zero minano le qualità organolettiche dei frutti, per cui la sua coltivazione non è possibile neanche nelle zone più riparate del bacino del Mediterraneo, dove l'albero potrebbe crescere all'aria aperta, una volta adulto.

Usi

È coltivato principalmente per i frutti consumati in vari paesi del Sud Est asiatico, soprattutto in India. Spesso vengono inscatolati per l'esportazione, disidratrati o fritti sotto forma di chips. In alcuni Stati il succo viene fermentato per ottenere una bevanda alcoolica. I frutti poco maturi invece si possono ridurre a farina per varie specialità esotiche, o anche cucinati come i frutti del cugino "albero del pane" (Artocarpus altilis). Anche i numerosi grossi semi vengono utilizzati per essere cucinati in modo simile alle castagne.