venerdì 16 ottobre 2020

Climate change, il 10% più ricco del pianeta responsabile di metà delle emissioni globali. - Elena Comelli



La diseguaglianza accelera sempre più: nell’ultimo quarto di secolo l’1% più ricco ha prodotto 15% delle emissioni, il doppio della metà più povera.

L'emergenza climatica è un problema planetario, ma le origini e le ricadute non lo sono. La causa principale delle emissioni di gas a effetto serra, infatti, è lo stile di vita dei ricchi del mondo, mentre gli effetti pesano prevalentemente sui poveri, cioè sulle popolazioni che abitano nelle zone più calde del pianeta.

Anche la crisi del clima, quindi, è un problema di diseguaglianze, come risulta in maniera sempre più estrema dai rapporti Oxfam sulla “Carbon Inequality”, l'ultimo dei quali analizza la quantità di emissioni per fasce di reddito nel periodo 1990-2015, grazie alla collaborazione con lo Stockholm Environment Institute.

In questi 25 anni, spiega il rapporto, è stata immessa in atmosfera tanta CO2 quanta quella emessa dalle attività umane in tutta la storia precedente. Da chi? Soprattutto dai più agiati del pianeta. Il 10% più ricco della popolazione mondiale (630 milioni di persone) ne ha emessa la metà (52%) e tutti gli altri insieme (7 miliardi) l'altra metà (48%).

Processo in accelerazione.

Un dato che negli anni è peggiorato: tra il 1990 e il 2015 le emissioni annuali sono aumentate del 60%, ma il 5% della popolazione più ricca ha determinato oltre un terzo (37%) di questo aumento.

Non basta. Se si va a disaggregare ancora di più i dati raccolti dall'istituto di Stoccolma, si scopre che in questi 25 anni l'1% più ricco (63 milioni di persone) è responsabile del 15% delle emissioni totali: più di tutti i cittadini dell'Ue e il doppio della quantità (7%) prodotta dalla metà più povera del pianeta, 3,5 miliardi di persone.

Con le emissioni più che raddoppiate in 25 anni, è diventato sempre più difficile contenere l'aumento delle temperature entro 1,5 gradi centigradi rispetto al periodo pre-industriale, la soglia definita più sicura dall'Ipcc e fissata come limite preferibile dall'Accordo di Parigi sul clima.

Carbon budget esaurito.

Oltre alle emissioni cumulative di gas serra nel quarto di secolo preso in esame, il rapporto analizza anche un secondo parametro: il nostro carbon budget complessivo. Dall'analisi risulta che in questi 25 anni il 10% più ricco della popolazione ha consumato un terzo del nostro budget complessivo di carbonio, mentre la metà più povera della popolazione solo il 4%.

In altre parole, l'ammontare massimo di anidride carbonica che può essere rilasciata in atmosfera senza far aumentare la temperatura globale sopra 1,5 gradi centigradi è stato già consumato, per più del 30%, dal 10% della popolazione più ricca del pianeta.

«I consumi eccessivi di una ricca minoranza stanno alimentando la crisi climatica, ma sono le comunità più povere e le giovani generazioni a pagarne il prezzo. Questa estrema diseguaglianza è una conseguenza diretta delle strategie dei nostri governi, che puntano su una crescita economica ad alta intensità di carbonio e fondata sulle disparità», spiega Tim Gore, capo di Oxfam per il clima e del team di autori del rapporto.

Gore ha espresso forte preoccupazione per l'andamento dei prossimi mesi: è probabile che le emissioni di CO2 riprendano rapidamente a crescere man mano che i governi allenteranno i blocchi relativi alla crisi pandemica. «Se le emissioni non continueranno a diminuire di anno in anno, così come le relative diseguaglianze, il budget di carbonio rimanente per restare sotto 1,5 gradi sarà completamente esaurito entro il 2030», commenta Gore.

Un modello economico insostenibile.

«I dati raccolti dal 1990 alla metà degli anni Dieci ci raccontano di un modello economico non sostenibile, né dal punto di vista ambientale né dal punto di vista economico e sociale, che alimenta la diseguaglianza soffocando il pianeta da tutti i punti di vista - sostiene Elisa Bacciotti, responsabile campagne di Oxfam Italia -. Ripartire dal vecchio modello economico pre-Covid, iniquo e inquinante, non può essere un'opzione. I governi dovrebbero cogliere l'opportunità di ridisegnare le nostre economie per costruire un futuro migliore, mettendo un freno alle emissioni dei più abbienti e investendo in settori a basso consumo di CO2».

Per raggiungere questo obiettivo, realisticamente a cambiare dovrebbero essere le abitudini della fascia più ricca del pianeta. Uno studio recente ha rilevato ad esempio che il 10% più ricco delle famiglie utilizza quasi la metà (45%) di tutti i consumi di energia relativi ai trasporti terrestri e tre quarti di tutta l'energia relativa all'aviazione.

Oggi le diseguaglianze nelle emissioni di CO2 sono talmente profonde che, anche se il resto del mondo azzerasse le proprie emissioni di colpo, il 10% più ricco del pianeta esaurirebbe il budget globale di carbonio entro il 2033.

Il rapporto stima infatti che il 10% più ricco dovrebbe ridurre di dieci volte le proprie emissioni pro-capite di CO2 entro il 2030, per mantenere il mondo sulla traiettoria indicata dall'Accordo di Parigi. In questo modo si riuscirebbe a tagliare le emissioni annuali globali di un terzo.

https://www.ilsole24ore.com/art/climate-change-10percento-piu-ricco-pianeta-responsabile-meta-emissioni-globali-ADVygZv

In nove mesi sequestrati 57 milioni di mascherine.

 

Gdf: oltre 1.100 denunce per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione.

Nei primi nove mesi del 2020, cioè nei mesi di pandemia, "sono stati denunciati 1.172 soggetti per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione e sono stati sottoposti a sequestro, anche grazie all'intensificazione dei controlli doganali, circa 57 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale, nonché 765 mila confezioni e 158 mila litri di igienizzanti venduti, fraudolentemente, come disinfettanti".

Sono i dati resi noti dal Generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, in audizione presso la Commissione Finanze del Senato.

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/10/15/in-nove-mesi-sequestrati-57-milioni-di-mascherine_2d88b9b9-92ad-42e1-a865-d0f2aa77a0e7.html

Coronavirus 'Epidemia in fase acuta. Il virus circola in tutto il Paese'.

 

Lo spiega il monitoraggio dell'Iss. Nuovo record assoluto di casi in Italia, oltre 8mila. Lombardia la più colpita. A Milano RT sopra 2. In Campania, scuole chiuse.

"Si assiste a un'accelerazione nell'evoluzione dell'epidemia, ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero dei casi" e con "evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni/PA, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese". Lo rileva il monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. "Si fa appello alla popolazione di rispettare con coscienza e precisione tutte le norme di precauzione previste", si legge ancora. Si raccomanda in particolare di rispettare il distanziamento fisico e l'uso corretto e appropriato delle mascherine e inoltre "di evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione quali aggregazioni spontanee e programmate per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse".

Sono 4.913 i focolai attivi, 1.749 quelli nuovi. Aumentano i probabili focolai in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica rimane complessivamente limitata.

"Il virus oggi circola in tutto il Paese" e a livello nazionale l'indice di contagiosità Rt è di 1,17, calcolato sui casi sintomatici, rileva il monitoraggio relativo al periodo fra il 5 e l'11 ottobre. Nella settimana considerata è stato osservato un forte incremento dei casi, che dal 28 settembre all'11 ottobre ha portato l'incidenza cumulativa a 75 per 100.000 abitanti, contro i 44,37 per 100.00 del periodo compreso fra il 21 settembre e il 4 ottobre.

In 16 Regioni e nelle 2 Province autonome di Trento e Bolzano il valore dell'indice di trasmissibilità Rt è sopra l'1. Il valore più alto si registra in Valle d'Aosta (1.53), seguita da Piemonte (1.39) e Provincia autonoma di Bolzano (1.32). Tre le Regioni con Rt pari a 1 o sotto 1. Si tratta di Basilicata (1), Calabria (0.94), Molise (0.83). Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-Ministero Salute. Deci regioni, inoltre, hanno un rischio alto per la tenuta delle terapie intensive: si tratta di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta. Secondo il Monitoraggio del ministero della Salute e Iss hanno una probabilità di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid nel prossimo mese, da alta a massima. Le regioni segnalate con il livello piu' alto di rischio per questo parametro sono la Lombardia, la Liguria.

"Aumentano i casi di Covid-19 nel nostro Paese questa volta sensibilimente rispetto alle settimane precendenti. E l'Rt è significativamente superiore ad 1. Si verificanio focolai e si registrano casi sporadici un po' in tutte le regioni italiane e stanno aumentanto i ricoveri ospedalieri, più lentamente i ricoveri in terapia intensiva, anche se ancora non si registra da questo punto di vista una particolare criticità". Lo ha detto il direttore generale prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza commentando i dati del bollettino settimanale. "In questo momento - spiega - è necessario prendere misure, tenere comportamenti prudenti, evitare aggregazioni ed eventi sia pubblici che privati, comprese quelle che sono le attività extrascolastiche e prestare attenzione anche a quelle all'interno delle mura domestiche". Infine ribadisce la necessità di "continuare a prendere tutte le precauzioni a cominciare dal distanziamento fisico, tenere le mascherine sia in luogo pubblico che all'aperto e curare l'igiene delle mani".

Invito alle Regioni, "in raccordo con il ministero della Salute, a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di valutare il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette": si legge nel monitaggio settimanale di ministero della Salute e Iss. Si rileva inoltre che "si evidenzia una nuova fase epidemiologica con un aggravio del lavoro dei servizi territoriali che potrebbe riflettersi in breve tempo in un sovraccarico dei servizi assistenziali".

E' infatti nuovo record assoluto di contagi in Italia per il Coronavirus: secondo il bollettino del Ministero della Salute in 24 ore si sono registrati 8.804 casi (ieri 7.332). I morti raddoppiano in un solo giorno da 43 a 83. I tamponi ancora al record, quasi 163 mila. 

Tra le Regioni con più contagi giornalieri da coronavirus la Lombardia ne ha 2.067, seguita dalla Campania con 1.127 e dal Piemonte con 1.033. Il Veneto ne ha 600, il Lazio 594, la Toscana 581.

I pazienti in terapia intensiva per il Covid in Italia aumentano di 47 unità in 24 ore, arrivando a quota 586, secondo i dati del ministero della Salute. I ricoveri in reparti ordinari crescono invece di 326 unità, raggiungendo la cifra di 5.796. Gli attualmente positivi a livello nazionale aumentano in 24 ore di 6.821 unità, arrivando a 99.266. I pazienti in isolamento domiciliare sono ora 92.884, con un aumento di 6.448 unità. I guariti e dimessi sono ora 245.964, con un incremento di 1.899 persone.

Niente lezioni in presenza nelle scuole primarie e secondarie in Campania fino al 30 ottobre. Sospese le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università, fatta eccezione per quelle relative agli studenti del primo anno. "E' una decisione gravissima e profondamente sbagliata", commenta il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina. "Sembra ci sia un accanimento del governatore contro la scuola. In Campania lo 0.75% degli studenti è risultato positvo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola. La media nazionale è 0.80. Se c'è crescita contagi non è di certo colpa della scuola".

Intanto I reparti di pronto soccorso degli ospedali Sacco e Fatebenefratelli di Milano hanno deciso di accettare solo malati con Covid-19 e dirottare su altri ospedali milanesi i pazienti con altre patologie.  La decisione è stata presa per tutelare i malati non Covid con patologie urgenti indifferibili e riorganizzare così i reparti. "Da due giorni l'indice Rt nella zona della Città metropolitana di Milano ha superato 2 e preoccupa la tendenza". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine del vertice in Prefettura sull'aumento dei contagi. "Dal mio punto di vista per capire dove intervenire bisognerebbe sapere dove nascono i contagi", ha aggiunto.

IMPENNATA IN CAMPANIA OLTRE 1.100 POSITIVI. DE LUCA VERSO LA STRETTA.
Il numero delle persone positive, in Campania, supera la quota mille. Secodo quanto rende noto l'Unità di crisi della Regione Campania, nelle ultime 24 ore i positivi sono 1.127 (il giorno prima erano stati 818) su un totale di 13.780 di cui. I casi sintomatici sono 72; quelli asintomatici sono 1.055. Ad oggi il totale dei positivi è di 21.772 casi su un totale di 723.005 tamponi. Nove le persone decedute negli ultimi 5 giorni ma registrati ieri; 317 le persone guarite nelle ultime 24 ore. Quanto al report posti letto su base regionale, questi i dati. Posti letto di terapia intensiva complessivi: 110; occupati: 66. Posti letto di degenza complessivi: 820; occupati: 762. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca è al lavoro con gli esperti della sanità e dell'Unità di crisi, per varare ulteriori misure di contenimento dopo l'impennata di contagi registrata nelle ultime 24 ore. Il dato ha fatto superare anche il saldo di 800 unità tra nuovi contagi e guariti  che De Luca aveva indicato come soglia per "chiudere tutto". Le misure allo studio non andrebbero però verso un lockdown locale ma imporrebbero limitazioni in materia di trasporti e vita sociale.

NEL LAZIO OGGI 594 NUOVI CASI E 7 MORTI.
"Nuovo record di tamponi oggi nel Lazio su quasi 16 mila sono 594 i casi positivi, 7 i decessi e 45 i guariti". Così l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. "Nella valutazione settimanale il valore RT è a 1.14" prosegue.

IN ABRUZZO 203 NUOVI CASI, MAI COSI'.
Con 203 nuovi casi di coronavirus emersi nelle ultime ore, l'Abruzzo registra il record dall'inizio dell'emergenza. Il dato, infatti, supera quello del 29 marzo, quando i positivi furono 160. Il totale regionale sale a 5.648. I nuovi casi sono emersi dall'analisi di 3.222 tamponi, altro numero record: mai ne erano stati eseguiti così tanti in 24 ore. Pesa, sul bilancio quotidiano, la situazione di una Rsa di Avezzano (L'Aquila): 83 dei nuovi casi fanno riferimento a quella struttura. Ci sono anche due decessi recenti: il bilancio delle vittime sale a 491.

IN VENETO 600 POSITIVI E 11 VITTIME.
Ancora una giornata nera per i numeri del Covid in Veneto, con 600 nuovi positivi (ieri erano +657), che portano il dato complessivo dall'inizio dell'epidemia a 33.573. Pesante il bilancio delle vittime, 11 in più,; il numero totale dei morti (tra ospedali e case di riposo) raggiunge i 2.237. Lo afferma il bollettino della Regione. Si aggrava anche il conteggio dei ricoveri, 375 (+16), e dei pazienti inj terapia intensiva, 45 (+5). Salgono infine i soggetti in isolamento domiciliare, 12.972 (+138).

NELLE MARCHE 140 POSITIVI IN 24ORE, 26 SINTOMATICI.
Nelle ultime 24ore sono 140 i postivi al coronavirus rilevati nelle Marche dopo i 166 riscontrati ieri, numeri simili a quelli registrati tra fine marzo e inizio aprile. Lo comunica il Servizio Sanità della Regione Marche. Nell'ultima giornata testati 2.674 tamponi (1.451 nel percorso nuove diagnosi e 1.223 nel percorso guariti). Dei nuovi positivi 42 sono in provincia di Ancona, 32 in quella di Fermo, 25 in provincia di Macerata, 23 in provincia di Ascoli Piceno, 18 a Pesaro Urbino. I casi comprendono soggetti sintomatici (26), contatti in setting domestico (37), contatti stretti di casi positivi (20), rientri dall'estero (2; Albania e Moldova), casi da screening nel percorso sanitario (2), setting lavorativo (6); contatti in ambiente di vita/divertimento (19), contatti in setting assistenziale (7), contatti in setting scolastico/formativo (14). Riguardo ad altri sette casi si stanno effettuando le indagini epidemiologiche.

TRE COMUNI VALDOSTANI VERSO LA ZONA ROSSA.
Nelle prossime ore il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, dichiarerà la 'zona rossa' in alcuni comuni della media valle. Secondo quanto appreso dall'ANSA, il provvedimento riguarderà i comuni di Saint-Denis, Chambave e Verrayes. In queste zone l'indice di contagio Rt risulta superiore ai limiti stabiliti dalla normativa.

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/10/15/coronavirus-dati-del-15-ottobre-2020_adb08597-70e0-46ba-8e87-1f423b08c14e.html

giovedì 15 ottobre 2020

Covid, la Russia registra il secondo vaccino: “È altamente sicuro”. - Alessandro Cipolla

 

Vladimir Putin ha annunciato che la Russia ha registrato il secondo vaccino al coronavirus: si chiama EpiVacCorona, con le prime 60.000 dosi che a breve saranno messe in produzione.

La notizia l’ha voluta dare Vladimir Putin in persona: la Russia in data 14 ottobre ha registrato un secondo vaccino al coronavirus presso il Centro scientifico nazionale di virologia e biotecnologie Vector di Novosibirsk.

Il vaccino, che è stato chiamato EpiVacCorona, secondo la vice-prima ministra russa Tatyana Golikova sarebbe “caratterizzato dalla assenza di reattogenicità e ha mostrato un alto livello di sicurezza”.

Sempre stando a quanto dichiarato durante la conferenza stampa dalla Golikova, adesso inizieranno le sperimentazioni cliniche post-registrazione che interesseranno 40.000 volontari, mentre a breve dovrebbe essere avviata la produzione delle prime 60.000 dosi.

A dimostrazione della validità del vaccino ideato dal laboratorio Vector, Vladimir Putin ha reso noto come sia Tatyana Golikova che Anna Popova, direttrice dell’Agenzia governativa russa per la tutela dei consumatori, si sarebbero già vaccinate con il EpiVacCorona.

Nelle ultime settimane in Russia sono aumentati di molto i casi da coronavirus, con il 14 ottobre che è stato anche il giorno del record dei nuovi positivi con un picco di oltre 14.000 contagi che sono stati registrati.

Già in estate la Russia ha registrato un primo vaccino, lo Sputnik V, che secondo Kirill Dmitriev, direttore del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, potrebbe essere distribuito già a fine ottobre.

https://www.money.it/Covid-Russia-registra-secondo-vaccino-altamente-sicuro

Li riconoscete? - Andrea Scanzi


Li riconoscete? Sono quattro eroi italiani. Il nucleo del Pool Antimafia. Fuori inquadratura c’è Di Lello. Poi Borsellino, Guarnotta, Falcone, Caponnetto. È l’unica foto che li ritrae tutti insieme. Erano al funerale di Ninni Cassarà, una delle tante vittime della mafia.

Ieri Leonardo Guarnotta ha presentato il suo libro, lo splendido "C’era una volta il Pool antimafia”, alla tenuta di Suvignano (Siena). Un luogo molto simbolico, perché quella tenuta fu confiscata una prima volta nel 1983 da Falcone. Apparteneva all’”immobiliarista di Cosa Nostra”, definitivamente condannato nel 2005 proprio da Guarnotta, che non aveva mai visto quel luogo prima di ieri.

Ho assistito alla sua presentazione con trasporto e commozione. Ho avuto anche la fortuna di conoscerlo un po’ e di riportarlo con sua moglie in hotel (dormivamo nella stessa struttura). Non nascondo l’emozione e l’orgoglio.

Quello che ha fatto il pool antimafia di Chinnici prima e Caponnetto poi è straordinario. Anni di eroismo, senso dello Stato, coraggio, martirio e utopia puri. Ascoltare e leggere Guarnotta è come guardare la storia dal di dentro.

Ogni suo aneddoto ti colpisce al cuore. Come quando ha raccontato di un rito di Borsellino. “A maggio, quando si poteva prendere il primo caffè freddo a Palermo, mi invitava sempre. Lo beveva, mi guardava e rideva: ‘Leonardo, anche per quest’anno al caffè freddo ci siamo arrivati’. Era come dire: “Siamo ancora vivi”. Il senso del rischio costante era in loro fortissimo.

Ieri Guarnotta (colui che è poi stato tra i giudici del processo Dell’Utri) ha anche detto: “Giovanni (Falcone) è stato uno dei più grandi giudici che abbiamo avuto. Forse il più grande. Ma è stato anche il più trombato”. Una frase durissima, che fa capire come Falcone sia stato sì santificato dopo la morte, ma pure osteggiato in vita da quasi tutti: pezzi dello Stato, magistratura, intellettuali (Sciascia), non pochi cittadini (che si lamentavano del suo eccessivo “esibizionismo”.

Oggi Guarnotta sarà a Firenze e domani a Viareggio ed Empoli. Poi rientrerà a Palermo. Il suo “tour” è simile a quello di Caponnetto: parlare affinché tutti, anzitutto i giovani, conoscano e non dimentichino.

Un paese senza storia e senza memoria non ha speranze. Un paese che non conosce Leonardo Guarnotta non va da nessuna parte.

Che uomini straordinari.

La figlia di Fontana e le tre consulenze per gli ospedali. - Davide Milosa

 

Vertici scelti dal papà.

Ieri i camici al cognato, oggi le consulenze alla figlia. Per il presidente Attilio Fontana i guai sembrano non finire. Sul tavolo, incarichi dati da due ospedali pubblici di Milano all’avvocato Maria Cristina Fontana, figlia del governatore lombardo la cui giunta decide le nomine dei direttori generali nelle strutture sanitarie. E così dopo l’affidamento diretto per mezzo milione ad Andrea Dini e dopo il caso dell’ex consigliere regionale Luca Marsico, già ex collega dello studio legale di Fontana che, come emerso dall’inchiesta Mensa dei poveri, fu nominato nella commissione regionale del Nucleo di valutazione degli investimenti, la storia sembra ripetersi. Nel caso Marsico, Fontana è stato indagato per abuso d’ufficio, accusa archiviata su richiesta della Procura di Milano. In quella dei camici è accusato di frode in pubbliche forniture. Ecco allora la nuova storia che a oggi nulla ha di illegale. Dagli atti dell’ospedale Sacco e dell’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Milano nord che comprende gli ospedali di Cinisello Balsamo e di Sesto San Giovanni emergono tre consulenze affidate all’avvocato Maria Cristina Fontana.

Dalla metà del 2018 la figlia di Fontana è titolare dello studio dopo che il padre, eletto governatore, si è dimesso. A oggi, va detto subito, la vicenda non ha rilievo penale. Resta invece il rilievo politico e di trasparenza. Tra il 6 e il 20 settembre 2018, con Fontana presidente, l’area affari legali dell’Asst Milano nord affida all’avvocato Maria Cristina Fontana due incarichi professionali. Il primo inizia il 6 settembre e viene pagato 6.383 euro. Il secondo è del 20 settembre. Stessa voce: incarico professionale, ma nessun riferimento al costo che, si comprende dall’atto, viene pagato da una delle compagnie assicurative dell’ospedale. In quel settembre, Fontana è già governatore (il mandato inizia il 26 marzo) e sulla poltrona di direttore generale dell’Asst Milano nord siede Fulvio Odinolfi nominato dalla giunta di Bobo Maroni. La cronologia prosegue con un documento dell’ospedale Sacco di Milano, diventato noto a livello mondiale dopo l’inizio della pandemia. Qui il direttore generale è Alessandro Visconti nominato a inizio del 2019 da Fontana. Nomina di cui la Procura chiede conto al presidente durante l’interrogatorio per l’inchiesta Mensa dei poveri. In quel caso il governatore conferma la nomina, ma spiega la scelta non dal punto di vista dell’appartenenza politica ma delle capacità professionali. Maria Cristina Fontana sotto la direzione di Visconti ottiene una consulenza dal Sacco. Il documento è del 31 gennaio 2019.

Nell’oggetto si legge: “Costituzione nel giudizio promosso inanzi al tribunale di Milano (…) e conferimento dell’incarico a difesa dell’ente all’avvocato Maria Cristina Fontana”. Costo della consulenza pagata dal Sacco: 5.836 euro. Cifra che sommata alla precedente del 2018 porta a un totale di 12.246 euro pagati da due ospedali pubblici alla figlia del governatore, il quale decide sulle nomine dei direttori generali. Dal Sacco si torna all’Asst Milano nord, è il 29 aprile scorso. Qui il dg, dopo il valzer delle nomine di fine 2018, è la dottoressa Elisabetta Fabbrini. Il documento firmato anche dal dg è la delibera 284 che segue un verbale del 27 aprile della Commissione per la valutazione delle domande di iscrizione all’elenco degli avvocati esterni agli enti. I nomi dei legali vengono divisi per categorie. In due, quella fallimentare e quella sulla medical malpractice, compare l’avvocato Maria Cristina Fontana. Qui non vi sono costi perché le consulenze saranno affidate solo se l’ente ne avrà necessità.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/15/la-figlia-di-fontana-e-le-tre-consulenze-per-gli-ospedali/5966578/?fbclid=IwAR23eiR3bbZkdTVmrJBc_fRRxxPRLY4p3-yiono8JQIXlX99WqTULo0Bg0M

Covid, 80 scienziati bocciano l'immunità di gregge: «Non ferma il virus, tornerebbe con nuove ondate.»













Sul Covid non arrivano ancora notizie confortanti. L'idea di arrestare il virus raggiungendo l'immunità di gregge è un errore pericoloso, non supportato da alcuna evidenza scientifica. Tenere sotto controllo la diffusione del virus - mettendo in atto delle regole da rispettare - è il modo migliore di proteggere società ed economia fino all'arrivo di terapie e vaccini efficaci ed evitare nuovi lockdown. E' la voce unanime di 80 scienziati di tutto il mondo e di varie competenze scientifiche tra cui epidemiologi, pediatri, virologi, psicologi, che hanno stilato la lettera aperta John Snow Memorandum, pubblicata oggi su The Lancet; la lettera sarà anche presentata al 16° World Congress on Public Health programme 2020.

L'approccio di raggiungere l'immunità di gregge, scrivono, è fallace e costosa in termini di vite umane ed economici e non arresterebbe comunque il virus, che tornerebbe più volte in nuove ondate ripetute; anche perché sono sempre maggiori le evidenze secondo cui l'immunità post-infezione al SARS-CoV-2 dura solo pochissimi mesi dal contagio, poi svanisce e il rischio di reinfezione non è remoto. Servono con urgenza «efficaci misure di controllo della trasmissione del virus, affiancate da programmi sociali ed economici per aiutare i più vulnerabili e combattere le iniquità amplificate dalla pandemia», scrivono gli scienziati.

https://www.ilmessaggero.it/salute/ricerca/immunita_di_gregge_quando_si_raggiunge_scienziati_non_ferma_il_virus_ultime_notizie_news-5525164.html

Senza bisogno di scomodare 80 scienziati, è logico pensare che tale convinzione sia confutabile sotto tanti aspetti, il primo fra tutti, e il più importante, è che curare un massiccio numero di contagiati farebbe collassare l'intero comparto sanitario sia per il numero di posti limitati che economicamente per le cure da utilizzare; il secondo, e non meno importante, è che metterebbe in crisi anche il comparto dello smaltimento dell'abnorme numero di cadaveri; terzo aspetto è che il caos provocato dall'insicurezza e dalla paura potrebbe degenerare in disordini e sommosse.
Quindi, meglio prevenire che curare.
cetta@