venerdì 24 ottobre 2025

Quenuani, Lago Titicaca.

 

Gli antichi gradini di Quenuani, Perù (molto probabilmente pre-Inca). L'insolito sito di "Villa Quenuani" si trova tra Yunguyo e Cuturapi, vicino al Lago Titicaca, vicino al confine tra Perù e Bolivia, sul lato peruviano. È costituito da enormi e complicati gradini scolpiti, sedili e nicchie in antica cenere compressa, probabilmente provenienti dal vicino monte Cerro Khappia. Khappia è anche la cava da cui provenivano le pietre andesitiche di Puma Punku e Tiwanaku. Ancora oggi si svolgono cerimonie per dare il benvenuto al nuovo anno con la popolazione locale Aymara, che considera questo sito sacro. Un tempo potrebbe essere stato utilizzato come auditorium Inca con vista sul Lago Titicaca, o come luogo di cerimonie e rituali, ma il suo scopo e le sue origini sono ancora poco chiari. Il sito è raramente visitato.

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giovedì 23 ottobre 2025

Europa, come farsi del male...

 

Non è il cugino di Putin a parlare e nemmeno il suo portavoce. Chi parla è il premier belga, Bart De Wever. Leggete con attenzione cosa ha appena detto perché queste parole sono importantissime:
"C'è l'idea di confiscare gli asset russi immobilizzati per darli all'Ucraina. Sto cercando la base giuridica per questa decisione. Non è un dettaglio, nemmeno durante la Seconda guerra mondiale, i beni immobilizzati non furono mai toccati."
Ma non è finita qui, perché adesso viene la parte più rilevante che dimostra quanto siano idioti quelli che spingono per usare illegalmente i beni di Mosca:
"Gli Stati membri devono capire che se prendono i soldi di Putin, lui si riprenderà i nostri soldi. Le aziende di origine europea saranno sequestrate in Russia. Anche il denaro occidentale congelato che si trova in Russia sarà sequestrato. E forse altri Paesi amici della Russia faranno lo stesso. Quindi dobbiamo stare attenti. Potremmo persino aiutarlo invece di punirlo."
Ci rendiamo conto di quello che stanno combinando? Hanno messo le sanzioni per far fallire la Russia: a fallire sono state le nostre aziende, ad affossarsi le nostre economie e a impoverirsi le nostre famiglie. Ora vogliono utilizzare i beni Russi per punire la Russia e a rischiare più di tutti siamo ancora noi. Anche da questo punto di vista pian piano viene fuori che il coltello dalla parte del manico ce l'abbia Mosca.
Poi vengono a dirci che il nemico sia la Russia. Quando il nostro nemico porta un nome chiaro, netto e inequivocabile: Bruxelles e servi!

Giuseppe Salamone

DNA (tutte le cose più importanti da sapere) riassunto semplice x scuole...

lunedì 20 ottobre 2025

Luciana Littizzetto ha dedicato la sua letterina a Giorgia Meloni, da donna a donna. - Lorenzo Tosa

 

Ieri sera, durante “Che tempo che fa”, Luciana Littizzetto ha dedicato la sua letterina a Giorgia Meloni, da donna a donna, sull’imbarazzante momento di sessismo di Trump a Sharm el-Sheik.
Senza risparmiarle nulla, ma anche con un garbo invidiabile e la solita, grande, ironia.
“All'attenzione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni,
(…) Chi ti scrive è una donna come te, una donna alla tua altezza, cioè suppergiù un metro e 57, che ti ha vista Sharm in quella storica giornata, ancora una volta impallata da Trump, quell’enorme braciola di carne pettinato come Donatella Rettore, costretta a un continuo e snervante gioco di tronco per farti vedere dalla platea e dai fotografi.
Anche nella foto ufficiale stavi all'estrema destra, il che forse ti avrà fatto anche piacere, ma è talmente di lato che stavi per sconfinare in Libia. Ma perché lasci che ti trattino così, tu che nel tuo partito tieni tutti sull'attenti come il sergente di Full Metal Jacket.
Biden ti considerava la sua nipotina e ti baciava sulla testa.
Il premier albanese di
Rama si è presentato in ginocchio come un tuo spasimante.
Erdogan ti ha detto che ti farà smettere di fumare, che detto da un turco è il massimo.
E infine Trump, con i suoi modi da lumacone, il playboy col fisico da Playmobil che ti ha guardato e ti ha detto: “Posso dirti che sei bellissima, non ti dispiace, no?”
Cosa potevi fare con gli occhi del pianeta puntati addosso?
Persino io che ho il fanc*** più veloce del West sarei rimasta senza parole. Forse potevi dirgli: “Sono bellissima? Allora levami i dazi del 100% sulla pasta”. Ma ti pare?
Non è che Trump va a dire a Macron “sei un bel gnocco”, va da Putin e gli dice “stai benissimo pettinato così”. Fai attenzione, ma non farti intortare da questi qua, non farti blandire. Sono un gruppo di maschi in andropausa, con i modi e il cervello piantati ancora nel patriarcato.
Per loro tu puoi essere il Presidente del Consiglio vincitrice di un Nobel, vescovo o papessa, gran regina, matriarca del Regno delle Giovani Marmotte. Se non gli dici basta, loro guarderanno sempre e solo come sei fatta e a lungo andare conterai meno di un labubu appeso lo zainetto.
Se fai solo le faccine, anziché mandarli un po’ a stendere, non ne usciamo e tu lo devi fare per te e per tutte noi che abbiamo un'unghia del tuo potere e del tuo carisma.
Se no finisce che all'estero sei un angioletto, un putto biondo con le ali. Poi quando varchi la soglia di casa sei Annibale, Attila e Pappalardo messi assieme. Sembri Hulk quando si infervora, ma diventi nera e non verde che fa troppo Lega.
Allora ricordatelo, dentro ‘sta gente qua, ‘sti capi di stato vecchio stampo, si nasconde un Cro-Magnon, l'uomo del Paleolitico. Quando vedono una donna riescono a pensare solo questo.
Dire bella a una donna è un bel complimento e tu te lo meriti, ma non in una circostanza del genere. In un momento così ufficiale serve solo a tenerti sotto, a relegarci a un ruolo subordinato, ad annullare i tuoi meriti e le tue capacità.
Trump non sta solo facendo il galante, sta tracciando confini, sta marcando il territorio come un labrador sui lampioni di una via del centro.
Succede anche a noi, dappertutto, anche a chi non è Presidente del Consiglio, nei luoghi di lavoro, nelle università, nello sport, in televisione, dappertutto. Se provavano a dire sei bellissima alla Thatcher o alla Merkel, un minuto dopo gli facevano ingoiare la cravatta.
È vero che non è che fossero proprio le Kessler, ma con i Cro-Magnon devi essere dura dal minuto uno, perché capiscono solo quella roba lì. L'idea che si possa fare politica con gentilezza e senza usare il pene come sciabola nemmeno gli sfiora il neurone cranico. Ma tu pensa a me.
Non so se fossi stata tu a fare i complimenti a un collega, sai che bordello sarebbe successo? “Ciao Erdogan, sei contento di vedermi o hai una stecca di Malboro nei pantaloni?”
Ahhhhhhhh! Il mondo va avanti, le cose cambiano, per fortuna.
Prima o poi bisognerà farlo capire anche a Trump. Immagino quanto sia complicato, ma dammi retta, la prossima volta che fa il cicisbeo, poi dopo lo prendi da parte sorridendo e gli dici: “Donald, però così mi metti in imbarazzo. Quale bella! Dillo Melania, sempre se ti ricordi come è fatta, visto che ha dei cappelli grossi come i lampadari della Kartell”.
Bella ce lo dovrebbero dire i nostri mariti, i nostri compagni, le nostre compagne, gli amanti, Jovanotti quando canta ‘Bella’. Al lavoro invece non siamo belle, siamo brave, intelligenti, preparate o scarse, inette, pasticcione.
Siamo affidabili o da lasciar perdere, ma per quello che dice il nostro lavoro, non lo specchio.
Comunque poteva anche andarti peggio. Pensa se oltre a dirti bella ti avessero salutato con bella ciao come è successo a me”.
Solo una donna poteva pronunciare parole del genere.
Luciana è riuscita anche a farci ridere e insieme sorridere amarissimo.

domenica 19 ottobre 2025

𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗢 𝗔𝗩𝗩𝗘𝗥𝗧𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗗I 𝗣𝗨𝗧𝗜𝗡 𝗔𝗟 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗜𝗗𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗙𝗥𝗔𝗡𝗖𝗘𝗦𝗘 𝗠𝗔𝗖𝗥𝗢𝗡:

 

"Signore e signori, ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Emmanuel Macron, che ha sottolineato la fine dell’egemonia occidentale e l’emergere di un mondo multipolare. Ha ragione su un punto essenziale: il mondo sta cambiando profondamente, ma dimentica di spiegare perché e, soprattutto, dimentica di riconoscere che la Francia e l’Occidente stanno combattendo la Russia oggi proprio perché si rifiutano di accettare questa realtà.

Oggi, la Russia è bersaglio di sanzioni, attacchi diplomatici, economici, informativi e persino militari, come in Ucraina.

Perché? Perché l’Occidente si rifiuta di accettare che la sua era di egemonia incontrastata sia finita. Perché l’Occidente si rifiuta di vedere altre nazioni difendere i propri interessi, i propri valori e la propria sovranità.

L’Occidente parla di libertà e democrazia, ma cosa ha fatto per secoli? Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi: hanno tutti colonizzato quasi tutto il pianeta. Dimmi dove, in quale parte del mondo, l’Occidente non ha messo piede e imposto la sua legge?

In Africa, la Francia ha tracciato confini arbitrari, sfruttato risorse e costretto milioni di persone a spostarsi. In Asia, gli inglesi hanno ridotto in schiavitù intere popolazioni, dall’India alla Cina. In America, le potenze europee hanno massacrato intere civiltà. E ancora oggi, attraverso la NATO, vogliono imporre il loro modello ovunque.

Il signor Marcon parla dell’ispirazione politica dell’Europa. Ma dov’è questa ispirazione?
L’Europa segue gli Stati Uniti in tutte le sue guerre, senza esitazione: Iraq, Libia, Siria. Ogni volta, causa centinaia di migliaia di morti. È questa l’ispirazione?

E non ditemi che la Russia è un pericolo per il mondo. Per oltre duecento anni, l’Occidente ha cercato di distruggere la Russia: Napoleone venne a Mosca, convinto di poter sottomettere il nostro Paese. Se ne andò sconfitto nella neve.
La Germania lanciò la più grande guerra d’invasione contro di noi. Fu spezzata a Stalingrado, a Kursk e persino nelle strade di Berlino. Durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti cercarono di soffocare la nostra economia, di accerchiarci, di provocare colpi di stato tra i nostri vicini, eppure siamo ancora qui.

La Russia ha attraversato prove difficili, ma nessuno è riuscito a sconfiggerci. Perché stiamo combattendo non solo per la nostra terra, ma anche per la nostra civiltà, i nostri valori e la nostra dignità.

Oggi non è più solo la Russia a rifiutare l’egemonia occidentale; la Cina si sta facendo avanti; l’India sta affermando la sua visione del mondo; l’Africa si sta gradualmente liberando dalla tutela straniera; anche l’America Latina sta cercando la propria voce. Non è più un mondo dominato da una singola potenza o da un singolo blocco: siamo entrati in un’era multipolare.
E nessuno potrà fermarla. Ecco perché Francia, Europa e Occidente sostengono l’Ucraina contro la Russia. Non per amore del popolo ucraino, ma perché vogliono usare questo Paese come pedina per cercare di indebolire la Russia, per contenere il nostro sviluppo e impedire che questo mondo multipolare prenda forma.

Voglio dire al Presidente Macron e ai suoi colleghi europei: non potete andare controcorrente per sempre, parlate di valori ma rifiutate di rispettare le scelte dei popoli, parlate di diritto internazionale ma lo violate non appena non serve più ai vostri interessi, parlate di pace ma seminate guerra ovunque interveniate.

La Russia non è nemica di nessuno, ma non permetteremo mai a nessuno di decidere il nostro futuro.

Vogliamo cooperazione, ma una cooperazione su un piano di parità. Vogliamo la pace, ma non a scapito della nostra libertà, della nostra identità. E sia chiaro: nessuno sconfiggerà mai la Russia. Abbiamo sopportato secoli di difficoltà, abbiamo visto imperi nascere e cadere, e siamo ancora qui. E saremo lì domani, in questo nuovo mondo multipolare che sta già nascendo".

Inferno Rosso

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Egitto: "il pozzo a gradini dei faraoni".

 

Nelle profondità delle sabbie dell'Egitto si trova una misteriosa meraviglia spesso chiamata "il pozzo a gradini dei faraoni": un'antica struttura sotterranea avvolta nella leggenda e nella genialità architettonica.
A differenza delle famose piramidi che si ergevano verso il cielo, questo monumento discendeva nella terra, simboleggiando un viaggio verso gli inferi e il regno degli dei.
Gli archeologi ritengono che il pozzo a gradini risalga all'Antico Regno d'Egitto e che sia stato probabilmente costruito durante il regno di un faraone meno noto che cercava di sfruttare sia l'acqua che il divino.
Scavata nel calcare, la scalinata a spirale scende attorno a un pozzo centrale che un tempo convogliava l'acqua sotterranea, una caratteristica rara nel paesaggio desertico della valle del Nilo.
Le iscrizioni geroglifiche lungo le pareti raffigurano sacerdoti che eseguono riti di purificazione, suggerendo che il pozzo svolgeva non solo scopi pratici ma anche sacri.
Alcuni studiosi paragonano il suo design ai successivi pozzi a gradini indiani, sollevando intriganti interrogativi sulle antiche influenze interculturali o su un parallelo genio ingegneristico.
Nel corso dei millenni, le sabbie mobili hanno seppellito il sito, preservandone le camere e le incisioni in condizioni straordinarie fino alla loro riscoperta da parte degli archeologi nel XX secolo.
Gli scavi hanno portato alla luce intricati sistemi di drenaggio e nicchie cerimoniali, il che suggerisce che potrebbe aver fatto parte di un complesso templare dedicato a Osiride, dio dell'aldilà.
Oggi, "Il pozzo a gradini dei faraoni" è un inquietante promemoria delle innovazioni dimenticate dell'Egitto, dove acqua, architettura e spiritualità si incontravano in perfetta armonia.

Le sue profondità silenziose continuano a suscitare meraviglia, invitandoci a guardare non solo verso l'alto, verso le piramidi, ma anche verso il basso, nel cuore nascosto dell'antico Egitto.

sabato 18 ottobre 2025

Travaglio. Notizie bomba.

 

La bomba contro Sigfrido Ranucci non è un attentato o un avvertimento a tutti i giornalisti. Magari lo fosse: vorrebbe dire che la democrazia è sana e il “quarto potere” funziona. Ma allora colpirne un singolo esponente sarebbe inutile, perché poi bisognerebbe colpirli tutti; anzi dannoso, perché si scatenerebbe la reazione di tutti. Invece di giornalisti come Sigfrido e gli altri di Report ce ne sono pochi, pochissimi: li conosciamo per nome e cognome perché quelli che danno notizie proibite e fanno domande indiscrete si contano sulle dita delle mani di un monco. La stragrande maggioranza degli iscritti all’Albo nessuno si sognerebbe di toccarla, perché non ha mai dato fastidio a nessuno e ha sempre fatto comodo a tutti. Quindi la bomba – qualunque ne sia la matrice – era contro Ranucci e Report, non contro una categoria popolata di soggetti che Sigfrido si vergognerebbe di chiamare “colleghi”. E chi l’ha piazzata è andato a colpo sicuro, nel senso che intorno a lui c’è quasi il vuoto. Contro Report – da Gabanelli a Ranucci – gran parte della politica si esercita da trent’anni al tiro al bersaglio, dalle destre al Pd alle frattaglie “riformiste” (la Gabanelli, uscita da Report per lavorare al portale delle news Rai, fu messa alla porta nella luminosa èra renziana, che aveva pure Ranucci nel mirino ben prima dell’avvento di “TeleMeloni”). La lista dei politici che chiedono di punire o di chiudere Report, e intanto lo coprono di cause civili e querele, è sterminata, fino alla patetica sceneggiata di Gasparri in Vigilanza con carota e cognac contro Ranucci “per dargli coraggio” (di cui carota e cognac sono notoriamente i simboli), essendo il Gasparri un celebre cuor di leone che denuncia chi lo critica e corre a piangere da mammà per l’immunità quando qualcuno lo querela perchè lui l’ha insultato.

Poi c’è la lista dei grandi gruppi economici e finanziari che, appena Report li sfiora, corrono in tribunale, peraltro con grave sprezzo del pericolo. Infine c’è la pletora di “giornalisti” e “critici televisivi” che, non contenti di leccare il potere, si scagliano pure contro Report perché ha l’ardire di smascherarlo, mettendoli in mutande. Sono gli stessi che ora attaccano Crozza, reo di fare satira solitaria in un Paese che, dopo il giornalismo, ha abolito pure quella. Gli stessi che, quando Assange era recluso in un’ambasciata e poi in un carcere a Londra, fischiettavano o gli davano della spia russa perché, diversamente da loro, faceva bene il suo mestiere. È questo il vero “isolamento” che espone al pericolo alcuni giornalisti, magistrati e figure di contro-potere: non il fatto di avere contro il potere (questo è fisiologico), ma di essere così pochi da sembrare strani o deviati. Quindi più facili da eliminare o silenziare. 

Marco Travaglio FQ 18 ottobre 2025

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