lunedì 7 gennaio 2013

Il re delle preferenze del Pd in Sicilia? Un ex Dc che gestisce i corsi di formazione. - Giuseppe Alberto Falci

Francantonio Genovese, a Messina comanda lui

Francantonio Genovese, ex sindaco di Messina, in Sicilia lo chiamano “mister 20 mila preferenze”. Nipote dell’ex ministro Dc Nino Gullotti, alle primarie ha ottenuto il record di 19mila preferenze. Il segreto? Gestisce i servizi di formazione professionale, carrozzone che costa 500 milioni l’anno alla Sicilia. 

C’è un democristiano di nascita e di fatto che domina a Messina ed è «l’uomo più potente della Sicilia peloritana». Un democristiano che, dopo la fine della Dc, ha gravitato sempre in partiti di centro, il Cdu, il Ppi, e la Margherita. E poi nel 2007 ha aderito al progetto veltroniano del Pd. Un democristiano che si chiama Francantonio Genovese, nome che ai più non dirà nulla, ma che in Sicilia è stato ribattezzato “mister 20 mila preferenze”.
Nipote dell’ex ministro democristiano Nino Gullotti, colui che «possedeva il 41 per cento delle tessere democristiane di Sicilia» (Copyright Giampaolo Pansa), e figlio di Luigi Genovese, più volte Senatore della Repubblica, “Francantonio” è cresciuto a pane e politica. E il suo primo contatto con la politica si registra quando a fine anni ’80 si iscrive al Movimento giovanile della Democrazia Cristiana.
Da quel giorno inizia l’escalation di Genovese nei partitini di centro, che culmina nell’elezioni a deputato dell’Assemblea regionale siciliana nel giugno del 2001. Nel collegio di Messina è candidato nelle liste Margherita-Ppi, ed ottiene un risultato straordinario, superando le 13mila preferenze. Un risultato che lascia di stucco i vertici della Margherita, in primis il leader Francesco Rutelli, che di lì a poco lo promuoverà nella direzione nazionale del partito.
Negli anni del berlusconismo, Genovese resta l’unica certezza per il centrosinistra nell’isola del cosiddetto “61 a zero”. E nel 2005 l’allora Unione sceglie di candidare il nipote di Gullotti come sindaco di Messina. Al ballottaggio non c’è storia, il centrosinistra si aggiudica la partita, e Genovese varca la porta di Palazzo Zanca, sede del comune di Messina. «Fu un risultato straordinario: chi l’avrebbe mai che nella Sicilia di Alfano, Schifani e Micciché uno di centrosinistra conquistasse Messina?», spiega a Linkiesta un ex dirigente siciliano della Margherita.
Ma nel corso degli anni Genovese, «minuto, mite, calvo, occhiali: uguale identico al celebre Mister Magoo dei cartoon», l’ha definito Gian Antonio Stella, ha creato una rete di potere e di interessi un po’ ovunque. Dalle telecomunicazioni all’immobiliare, passando per i trasporti, gli alberghi e la ristorazione, “Francantonio” ha interessi ovunque. Alcuni ereditati dallo zio Gullotti, il quale non aveva figli, e gli lasciò in eredità una partecipazione azionaria in alcune società del gruppo Franza, che, fra le tante, possiede la Caronte, società di traghetti che collega Messina a San Giovanni. «Per questo motivo in tanti lo chiamano Franzantonio», confidano a Linkiesta.
Ma la “ciccia” del potere di Genovese è rappresentata dalla formazione professionale, uno dei carrozzoni che alla Sicilia costa 500 milioni di euro l’anno. A Messina parlare di formazione professionale significa parlare di una sola persona: Francantonio Genovese. Il quale ha gestito la formazione professionale in città come un affare di famiglia.
Come denunciato lo scorso luglio da Antonio Rossitto su Panorama, Genovese risulta essere proprietario e amministratore delegato della Gefin, una società che gestisce corsi di formazione professionale, e che a sua volta detiene il 47% della Training Service. Mentre la restante quota azionaria della Training Service, attraverso l’immobiliare di famiglia Geimm, è in mano a Franco Rinaldi, cognato di Genovese, e deputato all’Assemblea regionale siciliana. Ma il sistema “Genovese” ha piazzato anche la moglie e le cognate. Chiara Schirò, moglie di Genovese, è nel consiglio direttivo dell’Esofop, acronimo che sta per “Ente di Sviluppo Orientamento e Formazione professionale”. Come del resto, Giovanna Schirò, altra cognata del ras messinese. Mentre Elena Schirò, moglie del deputato regionale Rinaldi, è la presidente del Lumen, “Libera Università mediterranea di naturopatia”. Un altro ente di formazione noto in città si chiama Aram, ed è guidato da un fedelissimo del nipote di Gullotta, Elio Sauta, ex consigliere comunale del Pd. E poi ci sono altri due enti professionali, l’Enfap (ex Uil) e lo Ial (ex Cisl), che recentemente sono passati in mano ad una cordata di imprenditori vicinissimi allo stesso Genovese.
Attraverso questo sistema il democristiano messinese, oggi democrat, ha coltivato consensi, creato lavoro, e piazzato amici e familiari. Un sistema di potere che gli è stato riconoscente in più occasioni. Franco Rinaldi, suo cognato, è stato eletto tre volte consecutivamente all’Ars sempre con lo stesso risultato, 18mila preferenze. «È impressionante: le preferenze di Rinaldi in 15 anni non sono mai mutate», confida a Linkiesta una dirigente locale del Pd. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, e candidato alla premiership del centrosinistra lo scorso 25 novembre, ha ottenuto il 75% dei consensi in tutta la provincia di Messina. E anche alle primarie per la selezione di parlamentari dello scorso 30 dicembre la storia si è ripetuta.
“Francantonio” è stato il più votato in Italia con 19mila preferenze, assicurando l’elezione anche a Maria Tindara Gullo, figlia di un ex sindaco di Patti ma neofita della politica. Per la cronaca Gullo ha superato le 11mila preferenze, un risultato che nessuno si aspettava in provincia. «Diciamo che i dirigenti di partito, a Messina, hanno messo in evidenza una capacità di stimolare la partecipazione degli elettori», minimizza con l’edizione palermitana di Repubblica Genovese. Una curiosità: per l’occasione in città era possibile votare in 25 seggi (a Palermo, capoluogo di regione, c’era soltanto un seggio in pieno centro), alcuni ubicati nelle sedi di enti formazioni. Come ad esempio, il “seggio Aram”, allestito negli uffici dell’ente di formazione “Aram”, nel quale Genovese ha ottenuto 200 voti su 212 disponibili. «Oltretutto – spiega a Linkiesta una fonte che preferisce restare anonima – il presidente del seggio Aram era Elio Sauto, fedelissimo di Genovese, colui che guida l’Aram». Fantastico.
A tutto ciò si aggiunge che Genovese detiene 11mila tessere del Pd su 12mila di tutta la provincia. Il suo “cerchio magico” domina su tutto il territorio. Nino Griolo, 35enne di belle speranze, e segretario cittadino a Messina, è un uomo del plenipotenziario messinese. Per non parlare del segretario provinciale del Pd Nino Bartolotta, pochi settimane fa promosso assessore regionale ai Trasporti dal neo governatore regionale Rosario Crocetta. E fanno anche riferimento a Genovese 15 consiglieri comunali su 16 del comune di Messina. Numeri da capogiro che lasciano intendere perché la sede del Pd Messina, che si trova in via Primo Settembre, coincida con la segreteria personale di Genovese.

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