Il tir dove sono stati trovati i corpi dei rifugiati (Epa)
Il tir trovato giovedì su un’autostrada vicino al confine con l’Ungheria. I migranti sarebbero morti asfissiati durante il viaggio. È caccia all’autista. Tre arresti in Ungheria.
Si aggrava il bilancio dei migranti morti soffocati in un tir in Austria: le autorità hanno rinvenuto nel camion oltre 70 cadaveri. Lo ha reso noto il portavoce del ministero dell’Interno. Il camion è stato ritrovato giovedì, abbandonato lungo un’autostrada vicino al confine con la Slovacchia e l’Ungheria. In un primo tempo si era detto che sul camion potevano esserci fino a 50 corpi. «Gli investigatori forensi - hanno spiegato le autorità- sono ancora al camion e stanno tentando di stabilire cosa sia accaduto». Il veicolo si trova in un edificio della dogana a Nickelsdorf, che è dotato celle frigorifere. Gli specialisti con tutte protettive bianche e stivali gialli sono stati visti all’interno della struttura mentre trasportavano carrelli con sopra sacchi contenenti corpi. Intanto è caccia all’autista che ha abbandonato il camion sull’A4 austriaca. Gli investigatori hanno fatto sapere, pur senza rivelare lo stato delle ricerche, che stanno indagando su «un gruppo di presunti autori del crimine legati a una impresa slovacca di costruzioni». L’Austria ha creato un gabinetto di emergenza e ha rinforzato i controlli ai passi di frontiera per tentare di catturare i responsabili. La polizia di Budapest ritiene che il camion, con targa ungherese, sia stato visto a sud della capitale del Paese nella giornata di mercoledì e più tardi vicino al confine con l’Austria. Intanto in Ungheria sono state arrestate tre persone che sarebbero collegati con la vicenda.
Libia: «Si temono 200 morti»
Altre 460 persone , invece, mercoledì notte da Zuwara, sono stati soccorsi nel nord della Libia, a bordo di un barcone in legno, lungo poco più di 20 metri. Dopo cinque ore di navigazione, sarebbero sorti alcuni problemi ai motori. Proprio nella stiva di quest’ultima «carretta», dove erano state ammassate oltre duecento persone, sono stati scoperti i cadaveri di 52 persone. Qualcuno ha riferito che i migranti sarebbero morti asfissiati a causa dei gas di scarico; altri, invece, a causa delle ferite riportate dopo essere stati picchiati selvaggiamente dai trafficanti. Le autorità libiche temono che circa 200 persone siano morte .
Gli altri casi: «Picchiati per non uscire dalla stiva»
Sul fronte italiano, sono circa 1.430 le persone soccorse giovedì in mare nel corso di dieci operazioni coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera a Roma. Intanto arrivano anche le testimonianze dei migranti soccorsi dal pattugliatore svedese Poseidon al largo della Libia. Sarebbero morti per le ferite riportate, dopo essere stati accoltellati e bastonati per impedire loro di uscire, e per le esalazioni dei gas di scarico del motore, i migranti deceduti nella stiva del barcone. Il pattugliatore svedese giovedì sera è approdato nel porto di Palermo con a bordo 571 persone e 52 cadaveri. I profughi a bordo provengono da Siria, Sudan, Guinea, Palestina, Pakistan, Iraq, Bangladesh, Tunisia e Marocco. Le loro testimonianze sono state raccolte dagli operatori dell’Unchr e di Medici senza frontiere.
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