Una norma della legge di conversione dal decreto dispone che gli oneri di sistema per tutti gli utenti non domestici vengano spostati, almeno in parte, dalla componente variabile a quella fissa della bolletta. Una riforma che penalizzerebbe autoproduzione e risparmio energetico.
Tra le varie novità in arrivo per il mondo dell'energia, con la conversione in legge del decreto Milleproroghe, ce n'è una che porterà un danno alle imprese che investono o hanno investito per risparmiare energia elettrica o per prodursela in casa, magari con un impianto fotovoltaico o un cogeneratore.
La versione della legge di conversione arrivata al Senato (in allegato in basso) dispone che gli oneri di sistema per tutti gli utenti non domestici (e non solo per quelli in alta e altissima tensione come nella versione del decreto della quale avevamo scritto) vengano spostati almeno, in parte, dalla componente variabile a quella fissa.
Alla lettera b, comma 2 dell'articolo 3 del testo all'esame del Senato, infatti, si dà mandato all'Autorità per l'Energia “ad adeguare, con decorrenza dal 1° gennaio 2016, in tutto il territorio nazionale, la struttura delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema elettrico applicate ai clienti dei servizi elettrici per usi diversi da quelli domestici ai criteri che governano la tariffa di rete per i servizi di trasmissione, distribuzione e misura in vigore alla medesima data, tenendo comunque conto dei diversi livelli di tensione e dei parametri di connessione, oltre che della diversa natura e delle peculiarità degli oneri rispetto alla tariffa”.
Tradotto: l'Autorità dovrà far sì che gli utenti non domestici paghino gli oneri di sistema in bolletta nello stesso modo in cui pagano i costi di rete, ossia in parte sulle componenti fisse e in parte su quella variabile.
Quando la riforma sarà completata, per le aziende ridurre i prelievi dalla rete con efficienza e/o autoproduzione in loco sarà certamente meno conveniente: guadagna l’utente che consuma più energia prelevata dalla rete e perde l’utente che ne consuma meno, perché i costi fissi sono indipendenti dal consumo di energia prelevata dalla rete.
Quanto cambieranno i conti per le aziende dipenderà dall'entità dello spostamento, ma è difficile non vedere nella nuova norma l'ennesimo attacco a generazione distribuita e autoconsumo.
"Una nuova tegola contro le numerose imprese che hanno investito nella produzione e nell'autoconsumo di energia in gran parte da fonte rinnovabile. Con questo provvedimento si favoriranno i produttori e i distributori di energia elettrica da fonti fossili e, conseguentemente, le emissioni in atmosfera causa principale dello smog, degli effetti del cambiamento climatico e dei pericoli verso la salute dei cittadini", denuncia il Senatore M5S Gianni Girotto.
Girotto e altri colleghi hanno presentato un emendamento per stralciare la disposizione (allegato in basso), nel quale si prevede che almeno il 75% degli oneri debba continuare ad essere proporzionale ai prelievi dalla rete e che i costi di rete debbano comunque avere una componente commisurata al consumo di energia.
Desta perplessità anche il fatto che una misura del genere sia stata inserita in un provvedimento come il Milleproroghe: “La misura, oltre che essere in contrasto con la normativa europea per diversi aspetti, appare discutibile perché è stata introdotta d’imperio in un provvedimento avente finalità del tutto diverse - il Milleproroghe - attraverso lo strumento del Decreto Legge, senza che risultino esserci le relative esigenze di urgenza e senza che la maggior parte degli operatori interessati si siano resi conto di tale norma, alla quale non è stata data alcuna pubblicità”, commenta l'avvocato Emilio Sani.
Gli fa eco Girotto: "Abbiamo sollevato in Commissione Affari Costituzionali gli aspetti che inquadrano la norma, tra l'altro pure estranea al provvedimento in oggetto, e al novero degli elementi che un decreto legge potrebbe prendere in considerazione. Si presenta, infatti, del tutto incoerente col Milleproroghe non essendo riferito ad alcun termine da prorogare, e manca completamente dei requisiti di necessità e urgenza richiesti dall'articolo 76 della Costituzione".
Secondo Italia Solare, che scrive sulla questione anche al Presidente della Repubblica Mattarella, in sede di conversione il Governo non ha stralciato tale norma come avrebbe dovuto doverosamente fare, ma addirittura ne ha esteso la portata alle tariffe elettriche su tutti i livelli di tensione anche in mancanza di un qualsiasi effettivo contraddittorio parlamentare. Con questa norma - commentano dall'associazione - si sgancia il costo dell’elettricità rispetto al consumo di elettricità e si mina gravemente la convenienza di interventi di efficienza energetica e di autoproduzione, che andrebbero invece incentivati.
“Includere in un decreto legge sul quale verrà chiesta la fiducia, scelte chiave di politica energetica per le quali non vi è alcuna necessità e urgenza è una grave violazione delle prerogative del Parlamento e un assalto alla Costituzione, oltre che, nel merito, l’ennesima dimostrazione che il Governo Renzi si preoccupa solo ed esclusivamente degli interessi delle lobby dell’energia da fonte fossile continuando a penalizzare rinnovabili, fotovoltaico in primis, ed efficienza energetica”, ha detto Paolo Rocco Visocntini, presidente di Italia Solare.
- Ddl di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative"(pdf)
- Decreto-Legge 30 dicembre 2015, n. 210 "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative"
- L'emendamento proposto da Girotto e colleghi (pdf)
Nessun commento:
Posta un commento