giovedì 18 marzo 2021

Il Banal Grande. - Marco Travaglio

 

Un giorno Indro Montanelli domandò a Leo Longanesi perché scrivesse pochi libri. “Perché – gli rispose Longanesi – se vuoi raccontare qualcosa di organico, devi piegarti ogni tanto al banale. Perfino Tolstoj deve dire che ‘Anna Karenina si alzò e andò ad appoggiare la fronte ai vetri della finestra’. Ecco: io non sarò mai capace di seguire un’Anna Karenina in un movimento così ovvio e usuale. Che me ne frega, a me, che quella brava signora vada alla finestra? Anche la mia serva ogni tanto ci va… Eppure, se vuoi scrivere un romanzo, devi rassegnarti a seguirne i personaggi anche in queste faccenduole private”. Invece il bello della cronaca è che ti impone di concentrarti sulle novità. La notizia è l’uomo che morde il cane, non viceversa. Eppure i giornaloni ci ammorbano di non-notizie, per giunta spacciate per eventi sensazionali, epocali, rivoluzionari. Draghi chiama Macron per parlare degli effetti del loro stop ad AstraZeneca (inglese) contro il parere di Ema e Aifa per correr dietro alla Germania (che con gli Usa produce il Pfizer-Biontech). E che si dicono, di straordinario? Se domani l’Ema dà l’ok, venerdì si riprende. E, per usare un francesismo, grazie al cazzo: sarebbe una notizia se, malgrado il via libera dell’Ema che peraltro non aveva mai dato lo stop, si continuasse a non vaccinare. Ma il Corriere ci apre la prima pagina: “Pronti a ripartire con i vaccini”, “Se l’Ema dà l’ok, si riparte subito” (non fra un mese), . Stampa: “Telefonata Draghi-Macron, stupiti dall’annuncio unilaterale tedesco” (e allora perché si sono accodati, rendendolo trilaterale?).

Repubblica: “Patto Draghi-Macron”. Messaggero e Corriere: “Asse Draghi- Macron”. Ora, noi non escludiamo affatto che i due statisti si siano detti: “Ehi Manu/ Mario, allora ripartiamo subito”. Sarebbe strano il contrario. Ma che bisogno c’è di “patti” o “assi” per cose tanto scontate?

A proposito: la sapete “la tesi di Cottarelli”? La svela un paginone del Corriere: “Ricominciare dal merito”. Capito? Non dal demerito. Da leccarsi i baffi. E la “ricetta di Cingolani”? “Taglio alla burocrazia”, rivela Repubblica a chi temeva che volesse più burocrazia. Perbacco. Dei “due pilastri” del gen. Figliuolo abbiamo detto: prima “ricevere i vaccini”, poi “somministrarli”, e non viceversa. E i licenziamenti? “Da luglio ripartono, ma solo per le grandi aziende in crisi” (Rep), anche perché quelle in piena salute non han bisogno di licenziare. E i processi? La Cartabia li vuole “giusti e brevi”: una bella svolta rispetto ai predecessori, che li volevano ingiusti e lenti. Ma, quando arrivano i Migliori, non ce n’è più per nessuno. Presto avremo un “patto/asse Draghi-Biden” perché respirano entrambi.



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