Io non seguo il Festival di San Remo da svariati anni, ma non critico chi lo segue.
Sono una ferrea sostenitrice della libertà di scelta e comprendo chi segue queste manifestazioni con lo stesso interesse con il quale segue le notizie sui personaggi dello spettacolo, vedi ad esempio: Blasi-Totti.
Credo che i mezzi di divulgazione debbano contentare tutti e non solo una fascia di ascoltatori, ai quali è demandata la possibilità di scelta dei programmi. Partendo, naturalmente, dal principio che ognuno di noi ha la sua propensione verso alcuni tipi di notizie anziché altre...
Il rispetto, innanzi tutto, verso tutte le fasce della popolazione.
Mio padre mi insegnò che quando uscivo da casa dovevo dare il buongiorno a chiunque incontrassi, sopra tutto allo spazzino, al quale dovevo essere grata poichè mi faceva trovare la strada pulita dai bisogni corporei dei cani portati al guinzaglio da ipotetici gentiluomini di "buona famiglia".
Ma mio padre era un grande e mi ha insegnato che è la solidarietà l'unica arma favorevole ad una convivenza pacifica e sostenibile per il bene dell'umanità.
Lui aveva vissuto la guerra ed aveva imparato che non porta nulla di buono, se ne deduce, pertanto, che le scaramucce tra sostenitori del Festival e denigratori dello stesso servono solo ad esasperare ciò che è un iter naturale: dobbiamo poter scegliere in base alle nostre aspirazioni alle nostre propensioni, non siamo tutti uguali, ma possiamo, ugualmente, essere in sintonia.
Cetta.
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