Luca Cordero di Montezemolo e Roberto Colaninno
Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza.
Rischiano il giudizio in 21 tra vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell’amministrazione di Alitalia. La Procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera notificando il 415 bis agli indagati.
Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alle funzioni di vigilanza.
Tra gli indagati ci sono anche Luca Cordero di Montezemolo e Roberto Colaninno. Poi l’attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vicepresidente di Confindustria Antonella Mansi e l’ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento - oltre ai nomi già conosciuti di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan - risulta indagata anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti. A condurre le indagini, il Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma.
L’inchiesta ‘copre’ quasi 3 anni di gestione Alitalia, dal 2014 al febbraio 2017: in particolare, Mustier e Mansi sono indagati in qualità di membri dell’allora Cda mentre Laghi in qualità di consulente nonché di amministratore di ‘Midco’, la società che deteneva il 51% del capitale di Alitalia Sai.
I tre, assieme ad altri 16 indagati, sono responsabili secondo la procura della bancarotta di Alitalia poiché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso” avrebbero commesso tutta una serie di falsi per l’approvazione del bilancio del 2015. “In tal modo - si legge nell’avviso di chiusura indagine - fornendo indicazione di dati di segno positivo difformi dal vero e consentendo il progressivo aumento dell’esposizione debitoria, cagionavano o comunque concorrevano a cagionare il dissesto della società, anche aggravandolo”.
Laghi risulta inoltre indagato anche per falso in atto pubblico: “nell’autodichiarazione resa in accettazione dell’incarico di Commissario straordinario di Alitalia Sai al Mise - scrivono i pm - dichiarava falsamente...di non aver prestato attività di collaborazione professionale nei confronti della società Alitalia Sai nei due anni antecedenti alla dichiarazione dello stato d’insolvenza, nonostante avesse, nel settembre 2015, emesso parere su incarico della citata società”.
Laghi risulta inoltre indagato anche per falso in atto pubblico: “nell’autodichiarazione resa in accettazione dell’incarico di Commissario straordinario di Alitalia Sai al Mise - scrivono i pm - dichiarava falsamente...di non aver prestato attività di collaborazione professionale nei confronti della società Alitalia Sai nei due anni antecedenti alla dichiarazione dello stato d’insolvenza, nonostante avesse, nel settembre 2015, emesso parere su incarico della citata società”.
Mustier, Laghi e Mansi, inoltre, sono accusati in concorso con altri di “Ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza” di Enac, esponendo “fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica patrimoniale o finanziaria della società” e “occultando con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare”.
Tra le contestazioni che la procura di Civitavecchia rivolge a tre ex amministratori delegati (Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Marc Cramer Ball) e al Cfo Duncan Naysmith, ci sono quasi 600mila euro di Alitalia che sarebbero stati utilizzati per catering e cene di gala. I quattro avrebbero “distratto e dissipato” risorse della società per complessivi 597.609 euro: 133.571 “per spese di catering verso la società ‘Relais Le Jardin’” in occasione delle riunioni del Cda, 5.961 per “cene di gala in favore dalla società ‘Casina Valadier’” e 485.077 per organizzare 4 eventi aziendali che, seppur pagati inizialmente da Ethiad, sono poi stati indebitamente addebitati a Alitalia ‘Sai’”.