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giovedì 26 novembre 2020

Caso Gregoretti, la Corte dei Conti indaga per un eventuale danno erariale. - Saul Caia

 

I magistrati contabili vogliono appurare se l'azione di Salvini o del Viminale abbia creato una perdita economica allo Stato italiano, costringendo le navi e i loro equipaggi a restare ancorato per giorni al porto.

Si arricchisce di nuovi atti il fascicolo d’indagine della Corte dei Conti di Roma sul caso “Bruno Gregoretti”, il pattugliatore della Guardia Costiera che, nel luglio 2019 con a bordo 135 migranti, venne stoppato alcuni giorni dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini prima dello sbarco. I magistrati contabili stanno acquisendo i documenti del procedimento penale del Tribunale dei ministri di Catania, dove il leader del Carroccio è accusato di sequestro di persona aggravato.

Il caso Gregoretti. La nave aveva salvato 135 migranti nel corso di un’operazione di soccorso a largo del Mediterraneo, intervenendo dopo la segnalazione d’allarme lanciata del peschereccio italiano “Accursio Giarratano” e di uno tunisino. Il pattugliatore poi si era diretto al porto di Catania, dove aveva atteso alla fonda per alcuni giorni. All’inizio il Viminale aveva consentito lo sbarco di sedici minori non accompagnati, per poi far spostare la Gregoretti nel porto di Augusta.

L’ipotesi d’accusa del sostituto procuratore Massimiliano Minerva (della Corte dei Conti) è di danno erariale, ovvero se l’azione di Salvini o del Viminale abbia creato un danno economico allo Stato italiano, costringendo la nave e il suo equipaggio a restare ancorato per giorni al porto. La Gregoretti era un’imbarcazione adibita al controllo e intervento sul settore pesca, che non avrebbe potuto accogliere un numero così elevato di naufraghi.

La Guardia di Finanza sta analizzando e setacciando tutti i costi sostenuti in quei giorni dal pattugliatore della Capitaneria di porto, per valutare se le spese sostenute, tra personale in missione e carburante, siano in linea con l’operazione.

Il caso Diciotti. Sul tavolo del pm Minerva c’è anche il fascicolo sulla “Ubaldo Diciotti”, l’altra nave della Guardia costiera che, dopo aver soccorso 190 naufraghi, era rimasta ormeggiata per cinque giorni alla banchina del porto di Catania nell’agosto 2018. Anche in quel caso, era stato Salvini a firmare il divieto di sbarco. Come per la vicenda Gregoretti, il leader sovranista era finito sotto indagine del Tribunale dei ministri etneo, con l’accusa di sequestro di persona, ma fu salvato dall’intervento di 237 senatori che votarono contro l’autorizzazione a procedere nei sui confronti.

A differenza della precedente vicenda, la Diciotti aveva tra i suoi incarichi anche quello di pattugliare il mare, avendo uno scafo più ampio che avrebbe potuto accogliere i naufraghi. Il magistrato contabile però desidera accertare se ci sia stato un danno erariale, visto l’insistenza con cui la nave restò ancorata alla banchina di Catania, impedendo anche al personale della guardia costiera di poter scendere. Altro elemento chiave nell’indagine contabile potrebbe essere l’entrata in vigore del decreto sicurezza, voluto fortemente da Salvini, e che accentrava i poteri sull’allora ministro dell’Interno. All’epoca del caso della Diciotti il decreto non era stato ancora emanato, mentre per la Gregoretti c’era già il “sicurezza bis”.

Il prossimo 1 dicembre sarà chiamato a testimoniare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, davanti al giudice dell’udienza preliminare di Catania che dovrà decidere l’esito del procedimento su Salvini, al Tribunale dei ministri etneo. Per l’occasione come teste, all’aula bunker del carcere di Bicocca, sarà presente anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Il prossimo 4 dicembre toccherà al ministro degli esteri Luigi Di Maio, che all’epoca era viceministro, e all’ambasciatore Maurizio Massari. Infine il 12 dicembre saranno sentiti gli ex ministri dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della Difesa, Elisabetta Trenta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/26/gregoretti-e-diciotti-la-corte-dei-conti-indaga-per-un-eventuale-danno-erariale/6016530/

venerdì 24 agosto 2018

Diciotti, sequestro, migranti. - Io la penso così

Risultati immagini per nave stipata di migranti

Mi domando 🤔: E' possibile accusare uno stato di aver commeso reato di sequestro di persona se i sequestrati non sono provvisti di documenti? Che trascrivono nella denuncia: sequestro di ignoti stipati in una nave che, illegalmente, li ha presi in mare e li ha trasportati in un porto senza aver ricevuto il permesso di attracco? Non so a voi, ma a me questa storia sa di irreale. Che i profughi vadano soccorsi è innegabile, e la Diciotti, che nel caso in questione è la soccorrente, deve, in ogni caso, assumersi la responsabilità di un'adeguata successiva sistemazione degli stessi previa accordi intrapresi preventivamente con il destinatario della sistemazione. Non risulta, però, che la Diciotti abbia intrapreso alcun accordo con l'Italia per la successiva definitiva sistemazione, decidendo autonomamente di trasportarli sulle nostre coste; è, pertanto, la Diciotti ad essere passibile di ogni denuncia possibile, non lo stato che rifiuta lo sbarco dei migranti. In sintesi, senza una corretta intesa che pianifichi legalmente e logicamente una questione alquanto ostica e difficile da gestire, non si otterranno risultati efficaci e soddisfacenti. In ogni caso, teniamolo a mente, chi ha bisogno va aiutato, ma con la collaborazione di tutti, nessuno escluso. In ogni ostica situazione è l'unione che fa la forza e, in medio stat virtus recitavano gli antichi; tutti sono colpevoli se il delitto è commesso da tutti, non ci può essere, secondo giustizia, un capro espiatorio come intendono fare quelli che si scrollano le responsabilità dalle spalle addossando la colpa al più debole e più esposto. Io la penso così.

giovedì 23 agosto 2018

Procuratore di Agrigento sulla Diciotti: s'indaga per sequestro di persona.

Procuratore di Agrigento sulla Diciotti: s'indaga per sequestro di persona

Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, è salito a bordo della nave Diciotti a Catania. Il magistrato è titolare dell’inchiesta sul trattenimento dei profughi a bordo della Diciotti. L’inchiesta, che potrebbe ipotizzare anche il sequestro di persona, è ancora a carico di ignoti: qualora fossero individuate responsabilità da parte di esponenti del Governo la palla passerebbe al tribunale dei ministri.

https://www.lasicilia.it/news/cronaca/183052/procuratore-di-agrigento-sulla-diciotti-s-indaga-per-sequestro-di-persona.html



- Il sequestro di persona, in diritto penale, è il delitto previsto dall'art. 605 del Codice Penale che recita:
« Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni.
La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso:
in danno di un ascendente, di un discendente o del coniuge
da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni »
È prevista un'ipotesi delittuosa speciale, qualora tale fattispecie di reato venga effettuata al fine di averne un profitto: il sequestro di persona a scopo di estorsione.-
Non mi pare che nel caso in questione si possa procedere con un'accusa di sequestro di persona. La Diciotti, che ha recuperato i passeggeri di sua sponte pretendendo di farli sbarcare sulle coste italiane è, semmai, responsabile del sequestro.
Sono, semmai, i "tenutari" dei centri di accoglienza ad essere passibili di condanna per sequestro di persona quando lucrano sulle spalle dei migranti, come lo sono i caporali che li ingaggiano per lavori forzati pagati una miseria.
A prescindere dalla situazione in essere, e in ogni caso,  l'accoglienza è innegabile e ritengo che sia un dovere di ogni essere umano aiutare chi è in difficoltà.