ROMA - Due sere fa era seduta in prima fila al cospetto del Cavaliere, presentazione show del libro di Brunetta. La settimana prossima formalizzerà l'addio al gruppo del Popolo delle libertà. Il dado è tratto, ha raccontato Stefania Prestigiacomo alle ormai poche amiche e colleghe che hanno tentato di frenarla. Forfait di una "forzista" della prima ora, destinato a fare rumore. Tanto più perché potrebbe portarla sulle sponde dei centristi Casini e Fini.
Tuttavia l'ex ministra non rompe con Silvio Berlusconi (che oggi festeggerà i suoi 76 anni in Provenza dalla figlia Marina). "Con lui rapporti sempre ottimi" ha spiegato. È con tutto l'establishment del partito che non si ritrova più. Rapporti azzerati. Dialogo nullo. "Sono sconcertata da tutto - ha confidato - Del sogno berlusconiano in questo partito non c'è più traccia. Siamo circondati da piccoli gruppi di potere che passano le giornate a litigare". Ecco, di fronte allo spettacolo delle ultime settimane, la deputata aretusea si definisce "disgustata". Il Pdl, così com'è, lo ritiene ormai un "partito inesistente". Nasce da qui la presa di distanza che a giorni porterà al passo dell'addio. Disimpegno intanto dalla campagna elettorale siciliana in vista delle Regionali del 28 ottobre. Oggi alle 18, al Teatro Politeama di Palermo, Nello Musumeci, candidato del centrodestra, terrà la sua kermesse. Ma Stefania Prestigiacomo (rientrata ieri a Siracusa) non ci sarà. Più probabile a questo punto il sostegno alla corsa di Gianfranco Micciché, amico e big sponsor fin dagli esordi e candidato del Terzo polo in Sicilia.
Una vita sulla scia di Silvio Berlusconi, imprenditrice, entrata a meno di trent'anni alla Camera, è tra i pochi parlamentari in carica ad aver affiancato l'avventura politica del leader da Forza Italia nel '94 ad oggi. Ministra delle Pari opportunità nel Berlusconi ter e dell'Ambiente nell'ultimo esecutivo. Non senza scintille. È passato agli annali il pianto del 2005 quando partito e governo le voltarono le spalle sulle quote rosa, ma anche la battaglia di principio condotta e persa col referendum sulla fecondazione assistita. Come pure gli scontri con Tremonti per i fondi via via sottratti al dicastero per l'Ambiente, negli ultimi anni.
Il forfait della Prestigiacomo - che i maligni ricollegano alla molto probabile esclusione dalle prossime liste - in realtà è sintomo di un malessere diffuso. E di una corsa al "si salvi chi può" destinata a farsi frenetica nelle prossime settimane. Quel che la deputata ha escluso, parlando con i colleghi a lei più vicini, è di accettare il corteggiamento del Grande Sud di Micciché. Sembra piuttosto che i contatti e il pressing nei confronti della ex ministra siano stati altrettanto insistenti, e più fruttuosi, da parte dei centristi Casini e Fini. Ma la Prestigiacomo non è l'unica berlusconiana finita nel mirino dei cacciatori di "teste" avversari. Non da ora, per esempio, lo è anche un'altra ex ministra come Mara Carfagna. Campanelli d'allarme (i più noti) di un partito in rotta alla vigilia della resa dei conti elettorale.
Per saperne di più sulla ex ministro e l'azienda di famiglia.
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