C’è un vero e proprio accanimento contro i lavoratori del San Raffaele di Milano, l’ospedale al centro di inchieste per malaffare, tangenti, sprechi e finanziamenti ai partiti le cui conseguenze vengono rovesciate sugli operatori incolpevoli.
Stamattina la polizia ha caricato il presidio che le lavoratrici e i lavoratori avevano messo in campo già dalla giornata di ieri davanti all’accettazione dell’ospedale per denunciare l’arrivo delle prime lettere di licenziamento sui 240 annunciati. Già dalla fine della scorsa settimana erano corse voci dell’arrivo delle lettere, cosa che si è concretizzata nella giornata di ieri.
Fra i primi ad essere licenziati, coloro che hanno dato vita alle lotte degli ultimi mesi. I licenziamenti hanno effetto immediato, cioè l’azienda addirittura preferisce pagare l’indennità di mancato preavviso piuttosto che ritardare nella sua opera di smantellamento del San Raffaele.
E’ appena il caso di ricordare che nei mesi scorsi in un referendum partecipatissimo la grande maggioranza dei dipendenti dell’ospedale aveva respinto l’ipotesi, sposata da gran parte delle organizzazioni sindacali, ma non dalla USB e dalle RSU, di scambiare i licenziamenti con riduzioni di salario e diritti. Nonostante poi l’azienda abbia comunque proceduto ai tagli salariali, oggi partono i licenziamenti.
Dov’è la politica? Cosa aspetta la neo eletta Regione Lombardia ad entrare in campo per impedire che le colpe degli amministratori ricadano sui lavoratori e sull’utenza?
Sul San Raffaele si gioca una partita importante per i diritti e la dignità. Le lavoratrici e i lavoratori non vanno lasciati soli. La USB invita tutte le forze sindacali e sociali a manifestare accanto a chi sta difendendo il proprio posto di lavoro e la salute dei cittadini.