Nicoletta Maraschio, docente universitaria e presidente dell'Accademia, è incredula: “Non posso credere che la cancelleranno”.
Professoressa, stando alla manovra voi siete candidati a sparire.
Non posso credere che lo faranno davvero. Non si sapeva se l'Accademia era davvero nell'elenco, invece pare di sì. Nel 2009 Brunetta e Calderoli la salvarono tirandola fuori dall'elenco degli enti inutili, ora non se si farà riferimento a un decreto legge di dicembre che ne riprende uno del 2009. Fatto sta che siamo tra gli enti non economici con meno di 70 dipendenti.
Quanti siete?
Abbiamo 6 dipendenti, tre in biblioteca e tre in segreteria. Poi gli accademici che saranno più di 50 studiosi di tutto il mondo, e che lavorano a titolo gratuito, come me. Poi abbiamo i collaboratori che vivono in condizioni di totale precarietà con contratti a progetto in base ai soldi che troviamo. Variano da 20-30 persone e sono quelli che concretamente mantengono il sito, digitalizzano le opere, aggiornano l'archivio e così via.
Cosa vi servirebbe?
Da tre anni cerchiamo di avere una legge apposita che definisca una nostra natura giuridica pubblica e preveda una dotazione ordinaria, finora non ci siamo riusciti. Noi e i Lincei di Roma siamo le uniche accademie pubbliche italiane: non credo loro abbiano 70 dipendenti ma hanno una legge che forse li tutela. Non posso credere che il governo cancelli un'istituzione secolare come la Crusca legata al nostro vocabolario, che è un riferimento fondamentale per l'italiano dal 1612 a e oggi siamo un istituto di ricerca attivo in tutti i settori. Vedremo se hanno il coraggio di farlo.
Quale è il vostro ruolo?
Tutti i paesi del mondo hanno un'istituzione che si occupa della lingua nazionale. Questo è nostro ruolo da secoli e abbiamo fatto da modello per gli altri paesi. Cancellare la Crusca cosa significa? Nel 2011 si è detto e ridetto che la lingua è il collante fondamentale e l'identità in un paese diviso socialmente e linguisticamente. E si cancella l'istituzione che è garante della lingua?
Siete un ente che spreca soldi?
(scoppia in una sonora risata, ndr). Passo il tempo in accademia, non prendo un euro, è un lavoro volontario come quello degli accademici. Dal ministero dei Beni culturali riceviamo circa 190mila euro. Tutti gli altri soldi, oltre un milione di euro, li dobbiamo trovare noi attraverso rapporti con enti, istituzioni, grazie all'associazione degli Amici della Crusca, con una convenzione con Cnr, con il contributo annuale della Regione (per il 2011 darà 200mila euro). Attraverso un lavoro enorme nostro ci procuriamo soldi per sopravvivere ma senza poter programmare il futuro: sono sicura dei soldi fino al 31 dicembre ma dopo non so cosa succederà. Se mi arrivassero solo i fondi del ministero, allora non importerebbe nemmeno fare il decreto, chiuderemmo.