martedì 18 dicembre 2012

Palermo, crollano due palazzine: quattro morti e sette feriti.



Sul posto, per tutta la notte, c'è stato il sindaco di Palermo Orlando che ha cercato una sistemazione per i senza tetto. La Procura ha aperto un’inchiesta; da mesi si sentivano rumori. Solo il tempestivo intervento dei pompieri ha impedito che ci fossero più vittime.


Rumori sinistri e l’allargarsi delle fessure sulle pareti che da mesi facevano temere il peggio. Poi la chiamata ai Vigili del fuoco, che si sono accorti subito della gravità della situazione. L’ordine di evacuazione per gli abitanti di due palazzine di via Bagolino, strada di case popolari nel quartiere dei cantieri navali di Palermo, è arrivato immediatamente. Ma non tutti ce l’hanno fatta. Erano da poco passate le 23.30. 
Gli edifici si sono sbriciolati prima che tutti gli abitanti riuscissero a uscire. In quattro sono rimasti sotto le macerie: il cadavere di un uomo di 82 anni, Ignazio Accardi, è stato individuato schiacciato da una trave, Antonino Cinà, 54 anni è stato estratto morto questa mattina all’alba. La terza vittima è stata estratta poco dopo le 10.30: si tratta di Maria La Mattina, 80 anni moglie di Accardi.  E’ stata trovata morta anche Elena Trapani, 74 anni, estratta senza vita poco dopo le 15. Sono sette i feriti. Un’intera famiglia si trova all’ospedale Civico. Il marito di 48 anni, la moglie di 35 anni e la bambina di sette anni. A quest’ultima i medici hanno suturato una ferita all’occhio. La moglie invece è rimasta ferita alla gamba. Il marito è in osservazione dopo un trauma cranico. Altri quattro sono rimasti intossicati dalle polveri prodotte dalle macerie. Due bambini e un uomo di 35 anni e una donna di 32 anni, ma sono stati soccorsi dal personale del 118. C’è anche un superstite: un cagnolino. E’ stato estratto dalle macerie dai vigili del fuoco che lo hanno anche accarezzato lungamente per tranquillizzarlo. Il cane sta bene. Continua intanto, incessante, il lavoro dei soccorritori tra le macerie.  Si scava anche con le mani. 
Nei due edifici vivevano otto famiglie. Da tempo, dopo la costruzione di una struttura prefabbricata all’ultimo piano di uno dei due immobili, si sentivano strani scricchiolii e più di una crepa si era formata sui muri. “Oggi i rumori ci hanno fatto preoccupare più del solito e abbiamo chiamato i vigili del fuoco, che ci hanno fatto immediatamente sgomberare – racconta una delle superstiti, Giuseppina Ferrara -. Qualche minuto dopo è venuto giù tutto. Il palazzo si è sbriciolato e ha trascinato con se anche quello vicino”. Accardi e la moglie, invece, erano affacciati al balcone e non sono riusciti a fuggire. I vicini di casa hanno visto le mura crollare e inghiottire i due anziani. “Non è giusto morire così’”, dice il figlio della coppia avvertito dai vigili del fuoco. E solo grazie all’intervento tempestivo dei pompieri si è evitato che il bilancio del crollo fosse ancora più drammatico. La macchina dei soccorsi è stata efficientissima con grande impiego di mezzi e uomini: dai vigili urbani, alla polizia, ai carabinieri, al 118 e alla protezione civile. Le ricerche dei dispersi non si fermano: un sonda tenta di captare eventuali suoni sotto le macerie e i cani del nucleo cinofilo sono pronti a intervenire, ma le speranze che i due siano vivi sono poche. Sul posto, per tutta la notte, c’è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha cercato una sistemazione per i senza tetto. Sul crollo è stata aperta un’inchiesta per disastro colposo: sarà la magistratura ad accertare le cause del cedimento. Il sostituto procuratore Marzia Sabella è sul posto per coordinare i primi rilievi. “La tragedia poteva anche essere peggiore – dice il primo cittadino – perché il crollo è avvenuto proprio durante l’evacuazione”.
“Le palazzine sono crollate davanti ai nostri occhi. E’ stato terribile. Eravamo affacciati al balcone per vedere come procedeva l’evacuazione di uno dei due edifici, quando all’improvviso c’è stato un boato, sembrava ci fosse il terremoto. Subito dopo abbiamo visto tanta polvere e la tragedia”. La signora Maria B. ha ancora il terrore dipinto sul viso. Per tutta la notte è rimasta in via Bagolino per assistere a quanto accaduto. Accanto a lei c’è un signore, Luciano G., anche lui scosso per quanto accaduto. “Ero seduto sul divano con mia moglie – racconta con la voce tremante – sentivo strani rumori che provenivano da fuori, ma mia moglie mi diceva di andare a letto. Mi sono affacciato a all’improvviso è caduto tutto”.
“Spero che sotto i calcinacci si sia creato un vuoto e mia madre si sia salvata” dice Antonino Accardi il figlio di Ignazio, l’anziano di 82 anni il cui cadavere è stato recuperato, e di Maria La Mattina 80 anni, che risulta ancora dispersa. Antonino Accardi racconta che la palazzina negli ultimi tempi presentava dei segnali preoccupanti di un possibile cedimento, come la deformazione dei pavimenti e dei muri. “Già mia madre - ha detto- aveva difficoltà a chiudere le porte”. Tra i testimoni presenti sul luogo dopo il crollo Gaspare Camarrone, che abita accanto agli edifici crollati e racconta di aver visto uscire dalle macerie un vigile del fuoco con in braccio una bambina, trasportata all’ospedale di Villa Sofia, dov’è in buone condizioni. Parla anche una signora che vive nella palazzina attigua a quelle rovinate e rimasta miracolosamente in piedi. “Stavo tornando a casa e sono stata investita da una nuvola di polvere – racconta – fortunatamente della nostra palazzina si sono salvati tutti ma ora, secondo i vigili, la casa è inagibile perché si è lievemente inclinata”. 

DRAMMA NEL CUORE DI PALERMO “ESPLODE BOMBOLA”, CROLLA PALAZZINA.


crollo palazzina palermo
Terribile incidente nel cuore di Palermo. Nella zona dei Cantieri navali,  in via Sebastiano Bagolino (fra i civici 47 e 49) è crollata, probabilmente a causa di un’esplosione a seguito di una fuga di gas, una palazzina. Sei persone, fra cui 2 bambini, risultano al momento disperse tra le macerie.
Diversi feriti sono stati estratti dalle macerie e trasportati in ospedale con le numerose ambulanze giunte sul posto. Fra queste, una bambina di 8 anni.
Il dramma si è materializzato prima di mezzanotte, quando la palazzina di 4 piani, in cui abitavano cinque famiglie, è crollata giù. Sotto le macerie sarebbero rimasti, secondo le prime informazioni, anche due anziani, che vivono al piano terra.
I residenti, subito accorsi in strada, fanno riferimento allo scoppio di una bombola. Ipotesi confermata dal forte odore d gas nella zona del crollo.

Maltempo Lazio: Tromba d'aria a Palombara Sabina, intense grandinate in tutta l'area, forte vento tra Guidonia e Tivoli. Precipitazioni sparse anche sulla Capitale. - Vincenzo Ficco



Violenta linea temporalesca ha attraversato il Lazio nel pomeriggio di oggi Lunedì 17 dicembre 2012, apportando un veloce peggioramento delle condizioni meteorologiche su tutta la regione. Piogge insistenti nel viterbese con locali temporali, fenomeni sparsi sulla capitale con locali grandinate.
L'area più colpita dal maltempo risulta a nord-est di Roma tra Monte Soratte verso Nerola, Palombara Sabina e Marcellina dove intorno alle 17:00 si sono formate diverse trombe d'aria che fortunatamente dalle testimonianze dei residenti non hanno toccato terra. Le nubi ad imbuto si sono dissolte in un brevissimo lasso di tempo seppur si sono formate in continuazione. Tuttavia si registrano lievi danni alle abitazioni con alcuni tetti divelti e numerosi alberi caduti. Il fenomeno temporalesco è stato accompagnato da un'intensa grandinata che ha imbiancato alcune zone. Il fronte successivamente si è portato sul reatino e frusinate recando anche qui una veloce fase instabile. Le temperature nel Lazio al passaggio del fronte hanno subito un sensibile calo.
In allegato il video fonte you tube delle trombe d'aria a Palombara Sabina.

lunedì 17 dicembre 2012

Tares, ecco la nuova tassa comunale. Arriva la mazzata di Capodanno. - Marco Palombi


Tares, ecco la nuova tassa comunale. Arriva la mazzata di Capodanno


Dopo l'Imposta immobiliare propria, a gennaio si pagherà ancora per l'abitazione. Un altro balzello, la "tariffa comunale sui rifiuti e i servizi", sarà calcolata in base alla grandezza dell'immobile. Sostituisce Tarsu e Tia. E sarà molto salata.

Avete appena pagato il saldo Imu o state per farlo (l’ultimo giorno utile è lunedì)? Nonostante l’incasso dovrebbe ammontare a quasi tre miliardi più del previsto, non vi potete rilassare: dal 1gennaio e per tutto il mese dovete pagare “la piccola Imu”, una nuova imposta comunale che debutta nel 2013, detta Tares, calcolata in base alla grandezza della casa (è solo la prima rata, le altre ad aprile, luglio e ottobre).
E’ la classica bomba ad orologeria: il governo Monti l’ha istituita con la manovra del dicembre 2011, ma entra in vigore con l’anno prossimo. Non c’è speranza di rinvii: alcune norme necessarie per la sua applicazione sono state inserite nella legge di stabilità. Si può già dare per certo che sarà l’ennesimo aumento di tasse, ma la faccenda va spiegata. La Tares (tariffa comunale sui rifiuti e i servizi) è una creatura bifida: da un lato sostituisce Tarsu e Tia, vale a dire le imposte sui rifiuti, dall’altro introduce un ulteriore balzello per pagare i “servizi indivisibili comunali” (illuminazione, anagrafe, verde pubblico, etc).
Partiamo dall’immondizia: per quei comuni che hanno istituito la Tia (la tariffa ambientale) gli aumenti dovrebbero essere pesanti, ma non enormi. Peccato che siano solo il 17% del totale: il resto (6.700 su circa 9.000) ha la vecchia Tarsu e per i cittadini saranno mazzate. E’ previsto, infatti, che la nuova Tares debba coprire l’intero costo del servizio. Facciamo un esempio. A Milano raccolta e smaltimento costano 271,5 milioni l’anno: nel 2011 il comune ha raccolto con la Tarsu 209 milioni, saliti a 257 con gli aumenti di quest’anno. Risultato: nel 2013 Pisapia dovrà alzare l’imposta per trovare altri 14 milioni. Nota bene: il resto dei comuni con la Tarsu sono messi mediamente assai peggio di Milano.
Finita? Macchè. Resta la parte sui servizi. Per quella si pagherà di sicuro 30 centesimi per ogni metro quadro calpestabile sull’80% di case, negozi e capannoni, ma potranno essere 40 se il comune riterrà che gli servono altri soldi. Sconti non ce ne saranno: quei soldi – un miliardo di euro il gettito previsto – il governo li ha già messi a bilancio e verranno automaticamente decurtati dai trasferimenti ai comuni per il 2013. In sostanza i sindaci stanno facendo da gabelliere per conto dello Stato. Nelle città, quasi tutte nel centronord, che hanno già fatto i conti, dicono che l’aumento medio per i comuni con la Tia sarà del 20% circa (a Firenze si parla di oltre 30 euro in più ad utente), per gli altri parecchio di più. Confcommercio ha calcolato che l’aggravio medio per gli esercizi commerciali sarà invece pari al 293%. Nei comuni, peraltro, ora è caos organizzativo: tra Imu, tagli e Tares, troppe sono le novità e le variabili per chiudere i bilanci di previsione entro fine mese e così – grazie ad un altro emendamento arrivato ieri – ai sindaci è stata concessa unaproroga fino a giugno. Una buona notizia? Per ora le rate saranno parametrate sulla vecchia tassa, la mazzata arriverà tra luglio e ottobre.
Se il servizio funzionasse, lo si pagherebbe, anche se a denti stretti, ma non funziona, allora, perchè aumentare la tassa esistente? Per battere cassa? E' da più di un anno che il governo batte cassa, ma miglioramenti non se ne vedono!

Evvai!



Questa foto arriva da Aprilia, credo che non abbia bisogno di commenti! Ci vediamo in parlamento!
Giancarlo Cancelleri Portavoce a 5 stelle.

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Eurocrisi, ora su Atene è pronta a intervenire Medici Senza Frontiere. - Francesco De Palo


Atene


L'associazione francese valuta interventi nella capitale ellenica e così la cura per la Grecia e l'Eurozona sta passando dalle mani della Troika a quelle delle grandi organizzazioni umanitarie.

Forte recessione, disoccupazione al 26%, seicentomila persone che non hanno accesso alle cure sanitarie. I numeri e le notizie che arrivano ogni giorno da Atene parlano chiaro: la spirale debiti-tagli-aiuti ha fatto della Grecia un territorio che, più che di Bruxelles, sta diventando sempre più di competenza delle grandi organizzazioni umanitarie internazionali. Quelle, cioè, che sono tradizionalmente attive nel cosiddetto “sud” del mondo, mentre nel “nord” operano prevalentemente a sostegno dei migranti o con campagne di sensibilizzazione e raccolta di fondi per poter operare.
E’ il caso di Medici Senza Frontiere (Msf),  la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo creata da medici e giornalisti in Francia nel 1971 che per missione “fornisce soccorso umanitario in più di 60 paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o catastrofi naturali”, come ricorda il sito italiano dell’associazione che sottolinea che “in tutti i paesi in cui Msf è operativa, sono in corso una o più crisi: guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o calamità naturali”.
Categorie che riguardano anche la Grecia, specialmente ora che il terzo memorandum siglato con i creditori internazionali rappresentati dalla Troika ha stabilito il taglio di risorse miliardarie nel comparto sanitario (meno 40%). Ma questo è solo l’ultimo dei mali di Atene. Prima dei creditori “istituzionali” sono arrivati i privati come le multinazionali del farmaco che hanno interrotto l’invio degli antitumorali al Paese in attesa del di 24 mesi di pagamenti. E ancora, sempre sul fronte sanitario, c’è il caso delle cento e più farmacie chiuse perché pignorate e dei farmaci per il malati di hiv che nella regione dell’Attica sono ormai introvabili. 
Una situazione arrivata a un punto tale che, accanto ai soccorsi ai migranti e ai rifugiati che entrano in Europa attraverso i confini greci, Medici Senza Frontiere sta ora “valutando altri interventi che rispondano a esigenze mediche ancora insoddisfatte all’interno dei gruppi vulnerabili di Atene”, come spiega Apostolos Veizis, il Responsabile Medico dell’Unità Operativa di Msf di supporto nella capitale ellenica. “Forte recessione economica, disoccupazione che ha raggiunto il 26%, seicentomila persone che non hanno accesso alle cure sanitarie”. Apostolos li conosce a memoria i numeri che hanno indotto l’organizzazione a intervenire, dopo aver risposto alla situazione di emergenza di persone senza fissa dimora con un intervento di emergenza in febbraio e aver avviato progetti di sostegno ai “migranti e rifugiati in vari punti di arrivo” con un progetto a sostegno delle autorità sanitarie greche che era stato lanciato nel marzo 2012 nel sud Peloponneso in risposta alla ripresa della malaria in Grecia, dopo quasi 40 anni in cui non se ne sentiva più parlare. 
Intanto, però, dove prima c’era la normalità, ora sono sempre più i soggetti emarginati e indifesi: senzatetto, tossicodipendenti, malati di mente, alcolisti. Inoltre povertà, disoccupazione e mancanza di sostegno sociale si sommano ai pesanti tagli di bilancio in tutti i settori. Il risultato è una “paralisi delle autorità sanitarie nell’affrontare gravi problemi di salute pubblica. Esempi sono l’epidemia di hiv tra i consumatori di droghe, ben il 1500% in più, la mancanza di screening per la tubercolosi attiva nella popolazione ad alto rischio, o la manipolazione politica dei problemi legati alla salute. Msf – aggiunge – ha ripetutamente sostenuto la necessità che il governo greco affronti i rischi per la salute pubblica sul serio”.
Ma le criticità non finiscono qui. Un numero crescente di persone in Grecia ha praticamente perso l‘accesso ai servizi sanitari, in tutto o in parte. Alcuni hanno perso il godimento di copertura sanitaria attraverso il debiti contratti o la disoccupazione. Altri cittadini, nonostante abbiano diritto a una copertura completa, si scontrano con le deficienze del Servizio sanitario nazionale. “Gli ospedali pubblici si trovano ad affrontare la crescente domanda con budget ridotti e personale stressato, le farmacie richiedono pagamenti anticipati per i farmaci. I fondi di previdenza sociale e lo Stato hanno sospeso i pagamenti per un lungo periodo”. Chi paga la crisi allora? “Anziani a basso reddito, giovani coppie, famiglie monoparentali, senza fissa dimora, le persone con problemi di salute mentale, tossicodipendenti, migranti e persone a loro carico, i disoccupati. Questi sono i più a rischio”.
Ma oltre alle criticità strettamente legate ai desiderata della Troika, ci sono anche quelle che Apostolos definisce “barriere”. Ovvero le difficoltà di accesso ai servizi sanitari, per cui molti cittadini non utilizzano i servizi per la salute, a meno che non ne abbiano urgente bisogno. L’introduzione di tariffe all’utenza è una prima barriera, si pensi al servizio telefonico per prenotare le visite specialistiche alla mutua che ha un costo di quasi due euro al minuto. “Un altro segno di declino del sistema sanitario del Paese – prosegue – è la rottura della catena di approvvigionamento farmaceutico. I tagli del governo hanno portato a carenze di molti farmaci in giro per Paese”.
Insomma, l’eurocrisi sta portando alla luce dati ed emergenze concrete che stanno modificando anche il quadro analitico da parte delle stesse ong, che stanno scegliendo di monitorare con attenzione non più solo le “classiche” aree critiche ma anche i paesi cosiddetti piigs. E alle provocazioni del partito neonazista e xenofobo di Alba dorata, Veizis replica che il lavoro di Msf si basa sui principi umanitari dell’etica medica e dell’imparzialità. “Forniamo un’assistenza medica di qualità alle persone in crisi a prescindere dalla razza, religione o appartenenza politica”.
Le associazioni umanitarie stanno dimostrando di saperci fare meglio dei governi di corrotti!

Aiuti al Monte dei Paschi, Ue: “Salvataggio necessario per stabilità sistema italiano”.


Monte dei Paschi di Siena


La Commissione dà il via libera con riserva al salvataggio pubblico della banca di Siena con una somma che equivale a quasi un quinto dell'incasso dell'Imu. L'approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione dell'istituto, dove evidentemente quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola non è ritenuto sufficiente.

Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena “è necessario per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano”. E’ quanto sostiene la Commissione europea che ha dato il via libera, con riserva, agli aiuti di Stato per la banca senese che sta scontando le operazioni dell’era di Giuseppe Mussari. A partire dall’acquisizione di banca Antonveneta del 2007 recentemente finita nel mirino della magistratura e per la quale i sindacati chiedono a gran voce un’azione di responsabilità per gli ex vertici.
L’approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione della banca, dove evidentemente quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola non è ritenuto sufficiente. Dopo di che Mps potrà ricevere i suoi 3,9 miliardi di euro, somma che, visto l’andamento dei conti del gruppo e le soluzioni elaborate dal governo e dalla politica in questi mesi di lunghe trattative con l’Ue, potrà salire fino a quota 4,45 miliardi di euro. Praticamente, dopo le ultime richieste della banca e la formula allunga-debito escogitata per il pagamento degli interessi, un miliardo in più della richiesta iniziale che era stata di 3,4 miliardi e poco meno di un quinto dell’incasso che, secondo le stime, il Tesoro riceverà dal pagamento dell’Imu.
Gli aiuti arriveranno attraverso i cosiddetti Monti bond, emissioni obbligazionarie della banca che verranno sottoscritte dal ministero del Tesoro e che sostituiranno, aggiungendovi 2 miliardi, i precedenti Tremonti bond, cioè gli aiuti ricevuti dal precedente ministro del Tesoro nel 2009, che Mps non è stata in grado di rimborsare. La misura consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell’Autorità bancaria europea (Eba) che prevede una riserva supplementare temporanea per contrastare l’esposizione al rischio sovrano. La Commissione ritiene che la ricapitalizzazione di Mps mediante strumenti ibridi di capitale sia necessaria per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano, in linea con la comunicazione della Commissione sulle norme in materia di aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi finanziaria. 
L’aiuto di Stato, inoltre, come ricorda l’agenzia americana Bloomberg, consentirà al direttore generale Viola di “sostenere il bilancio della banca dopo che lui stesso non è riuscito a a trovare dei finanziatori privati“, sostegno che si affianca “alla vendita di asset e a riduzione di rischi e costi all’interno di un piano triennale per riportare liquidità nelle casse della banca” che ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un rosso di 1,664 miliardi. La sostanziale approvazione comunitaria, ha comunque dato slancio al titolo dell’istituto che a metà seduta guadagna il 5,65 per cento.
Continua lo scempio e lo sperpero del nostro denaro....adesso siamo preda anche della UE...come se non bastassero i nostri fottutissimi politici a renderci la vita impossibile!