Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 9 febbraio 2014
San Siro, blitz dei carabinieri: nel mirino c'è la società del genero di Gianni Letta. - Sandro De Riccardis
Nella relazione alla Procura di parla anche di "casi di lavoro nero". Riflettori puntati sulla società che ha l'appalto col Milan: uno degli amministratori è Roberto Ottaviani, che vinse la gara per il G8.
In campo si fronteggiavano Milan e Roma nel posticipo di campionato. Nelle eleganti sale vip e in quelle degli sponsor, fra i cocktail e i vassoi del buffet, c’erano invece i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro che controllavano i contratti di lavoro di camerieri e cuochi e le norme della sicurezza. E tra una sgroppata di Gervinho e un tiro di Balotelli, lo scorso 16 dicembre, gli investigatori hanno raccolto la documentazione sui 68 lavoratori presenti nei locali dello stadio Meazza a Milano. Redigendo poi un’informativa per il pm Carlo Nocerino in cui si parla di «situazioni di somministrazione illecita di personale» e «casi di lavoro nero» su cui ora dovranno essere effettuati ulteriori accertamenti.
I carabinieri hanno accertato che la società che ha l’appalto con la Milan Entertainment è It srl, i cui amministratori sono Giorgio Monti e Roberto Ottaviani, quest’ultimo genero dell’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, e già noto per aver vinto l’appalto milionario del catering del G8 dell’Aquila nel 2009 con un’altra società del gruppo. Annotano gli investigatori che a operare all’interno dello stadio San Siro è la Essebi, «controllata della It, che ha subappaltato i servizi di somministrazione di alimenti e bevande, l’organizzazione dei tavoli, il supporto alla cucina» alla stessa Essebi e ad altre due società.
I carabinieri dell’Ispettorato del lavoro stanno effettuando ora «accertamenti per verificare la genuinità del subappalto tra la It e due società che lavorano in subappalto (la Essebi e la Dynamo) per verificare la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza e il corretto impiego dei lavoratori, «in quanto appare che in alcune situazioni vi sia somministrazione illecita di personale». A insospettire gli investigatori, un’anomalia emersa dai controlli: «Appare strano che siano stati rilasciati un numero di pass superiore ai lavoratori trovati al momento dell’ispezione». E anche se nell’inchiesta non ci sono indagati, l’ispettorato «comunicherà l’esito degli accertamenti con i provvedimenti che saranno adottati a carico delle società. Anche perché — conclude l’informativa — allo stato attuale risultano esserci casi di lavoro nero».
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/02/08/news/blitz_dei_carabinieri_a_san_siro_nel_mirino_la_societ_di_catering-77993977/?ref=fbpl
sabato 8 febbraio 2014
BANKITALIA/ Borghi: i 100 miliardi che gli italiani rischiano di perdere. - Intervista a Claudio Borghi Aquilini a cura di Gianluigi da Rold.
Un putiferio normativo, un vuoto legislativo, e un rischio da brividi. Nella grande complicazione e confusione del decreto legge del Governo, sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia e mini-Imu, si può notare soprattutto questo pasticcio illogico
di Claudio Borghi Aquilini
Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Cattolica, analizza il decreto e lo definisce sospetto. E non nasconde le sue preoccupazioni. Dice Borghi Aquilini: «Il Movimento 5 Stelle ha fatto una dura lotta contro il decreto che conteneva la rivalutazione delle quote di Bankitalia curiosamente “infilato” nel provvedimento legato all’Imu. Ha fatto bene. Peccato che a giudicare da quanto hanno detto i grillini, temo che non abbiano capito che cosa sia il vero rischio di questa manovra e abbiano pensato che la rivalutazione del capitale di Banca d’Italia a 7,5 miliardi veniva fatta con soldi pubblici che vengono messi in Bankitalia e regalati alle banche. Il problema non sta in questi termini».
In altre parole, per far comprendere la questione, non è che si è staccato un assegno di oltre sette miliardi a favore delle banche?
No, quella è stata una rivalutazione, un’operazione contabile. Anzi le banche ci pagheranno anche le tasse. Il punto non è la rivalutazione fatta sul capitale fissato nel 1936.
Lei ha parlato di illogicità, ha sottolineato l’illogicità del decreto su Bankitalia.
Il problema è lo stato giuridico di Bankitalia. La qualifica di Bankitalia è di ente di diritto pubblico e discende dal R.D. del 1936. Questa qualifica è stata ribadita da alcune sentenze, ma non c’è nessuna legge chiara in proposito. Qui si parla di quotisti, e non di azionisti. Infatti, anche se, sempre più spesso, si parla di azionisti, resta il fatto che non hanno i diritti che normalmente spettano all’assemblea degli azionisti. Non nominano il Governatore di Bankitalia. In definitiva ci si trova di fronte a una bizzarria, a un totale vuoto legislativo.
Nel 2005 fu approvata una legge che imponeva il passaggio allo Stato.
Legge che è rimasta lettera morta e quindi la situazione resta bizzarra. Questo accrocchio mai definitivamente sanato avrebbe dovuto risolversi mettendo Bankitalia anche formalmente come proprietà pubblica. In tutto questo, il governo alla ricerca di soldi, che cosa ti inventa? Fa rivalutare le quote di Bankitalia così fa pagare le tasse sulla plusvalenza. Poi il governo placherà le stesse banche con i dividendi. In altre parole, il governo dice: pagatemi adesso che devo tirare avanti, ma state tranquilli che vi ripago in futuro con i dividendi. E fino a questo punto siamo di fronte a fuffa, robetta.
Ma allora, professor Borghi qual è il problema vero?
Il problema grosso non è quello e (anche se non piccolo) non è nemmeno il regalo quando queste quote saranno rivendute a caro prezzo. La questione vera è se comincio a considerare le quote di Bankitalia come azioni vere, con valore reale. Se i privati ci pagano le tasse, se mettono a bilancio un valore rilevante, non ci troviamo più di fronte a una formalità. Insomma, Bankitalia diventa privata. Parliamoci chiaro: basta un tribunale “amico” che, preso atto della novità, dia ragione ai “proprietari” privati, che magari nel frattempo sono diventati stranieri.
E quindi qui arriviamo al rischio o all’incubo.
Già, stiamo arrivando, perché qui sorge quello che ho chiamato il “problemuccio” dell’oro, tanto per farci capire. L’Italia è il terzo possessore di oro nel mondo. È dato in gestione e deposito alla Banca d’Italia. È oro dello Stato, degli italiani che lo hanno messo come in una cassetta di sicurezza. Il problema è che, anche in questo caso, nel completo vuoto legislativo, non è mai stato ben chiarito a che titolo è stato dato in gestione e deposito. Qui non si tratta più di fuffa e robetta, ma di cento miliardi di euro. Al di fuori dell’oro a Bankitalia rimangono qualche riserva, un po’ di valute straniere e i debiti Target2, che tra l’altro non vuole nessuno.
Allora, professore, non ci faccia stare con il fiato sospeso.
Quindi, il punto, il nocciolo della questione, non è la rivalutazione, ma essere certi che l’oro sia confermato come patrimonio indisponibile e non privatizzato. È chiaro, il punto? C’è una questione ulteriore da sottolineare a tale proposito: il governo ha bocciato gli ordini del giorno, come quello di Fratelli d’Italia, che chiedevano solo di ribadire che l’oro non è di Bankitalia ma nostro, degli italiani.
Quindi se la Bce dovesse “bussare cassa”, se si dovesse ricorrere alla riserve come nel 1992, con una “bruciatura” che abbiamo ancora sulla pelle, ci sarebbero quei 100 miliardi di oro?
Già. Tanto ti dovevo…ci manca pure che dopo averci fregato 50 miliardi di MES ci fregano pure 100 miliardi di oro. A quel punto siamo a posto. Con il rischio privatizzazione e l’oro a disposizione.
Gianluigi Da Rold
venerdì 7 febbraio 2014
L'Italia in bilico tra disfattismo e disfacismo: tutta colpa di Beppe Grillo e di chi lo sostiene. Siamo tutti figli del Golfo del Bengala. - Sergio Di Cori Modigliani
Sulla comunicazione mediatica in Italia.
L'immagine che vedete in bacheca è una splendida fotografia scattata dal fotografo naturalista ungherese Istvan Lichner. Da noi, in Italia, questi uccellini si chiamano bengalini, detti anche (nel settentrione) diamanti mandarini. Sono pennuti di piccolo taglio originariamente cresciuti nel Golfo del Bengala dove un esploratore inglese li ha presi e li ha portati in Gran Bretagna alla fine del '700. Da allora, si sono ambientati anche in Europa. E' il motivo per cui da noi si chiamano "bengalini". Gli inglesi li amano molto ed è usuale trovare nelle loro case di campagne piccole voliere con questi simpatici animaletti. Ma esistono anche migliaia di esemplari che vivono liberi, soprattutto nel nord dell'Inghilterra, e sono specie protetta. Qualche giorno fa, la polizia inglese ha arrestato quattro compunti uomini d'affari che sparavano addosso a questi uccellini. Negli anni recenti sono diventati una ghiotta e lussuosissima leccornia per il palato di dementi mitomani dell'alta borghesia. La polizia americana ha arrestato un mese fa dieci persone radunate in una lussuosa casa di campagna nel Connecticut (finanzieri con le loro mogli) che pagavano 10.000 dollari a testa per cenare mangiando i bengalini, una zuppa di rare testuggini in via di estinzione, e un arrosto di cacciagione composto da quattro diverse specie, molto rare, di pennuti che si stanno estinguendo e sono protette da tutti gli organismi internazionali.
Nel mondo anglo-sassone, queste macabre scene, sono diventate un must: fanno status.
Quelle persone vivono così.
Ho scelto questa immagine perchè, osservandola, mi ha procurato un curioso effetto al quale ho aggiunto un sapore metaforico, buono per introdurre l'argomentazione del giorno.
Mi sono identificato con loro.
Gli uccellini mi sembrano i cittadini italiani che pigolano, starnazzano, (sono molto rumorosi perchè cantano a squarciagola) svolazzano all'impazzata e quando si posano sui rami si appoggiano appiccicandosi l'uno con l'altro per fare massa, e difendersi dall'attacco degli uccelli rapaci e dei cacciatori di frodo.
Noi cittadini, siamo così.
Esposti a chi ci spara addosso e partecipa volontariamente alla nostra estinzione, gli uccellini urlano, magari anche in maniera sguaiata, e ci si dà un gran da fare per farsi notare, nella speranza utopistica che a badare a noi siano degli ornitologi, dei naturalisti, dei zoologi, degli ambientalisti. E siamo esposti ai mitomani che ci sparano addosso con il fucile sapendo che non ci si può difendere, perchè la falsificazione costante, la menzogna elevata a norma, la quotidiana ridda di comunicazioni basate su bugie inventate è tale e tanta da escludere ogni forma di difesa.
Questa mattina, ho acceso la televisione e su diversi canali veniva data la seguente notizia: "Beppe Grillo indagato a Genova per incitamento alla rivolta delle forze dell'ordine", senza nessun altro commento nè spiegazione.
Rainews24 -emittente pagata con i soldi delle nostre tasse- batteva la grancassa intervistando di continuo un giovanotto del PD che sosteneva di essere l'autore di questa bella pensata. E per tutta la mattinata la notizia ha girato sui media italiani, aumentando il proprio volume di diffusione espansiva. Secondo questi giornalisti della Rai, la presupposta inchiesta sarebbe partita da una richiesta ufficiale prodotta dall'esposto presentato a Roma dal coordinatore giovanile del PD, Fausto Raciti, il quale avrebbe chiesto l'applicazione dell'articolo 266 del codice penale per "incitamento alla rivolta delle forze dell'ordine e insubordinazione". La questione è relativa al post pubblicato da Beppe Grillo in seguito alle proteste dello scorso 10 dicembre quando scrisse le seguenti parole: "Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell'ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l'Italia cambierà. In alto i cuori".
Alla fine della mattinata, asserragliato dai giornalisti, il procuratore capo della procura di Genova, Michele Di Lecce, ha dichiarato formalmente: "Il signor Beppe Grillo non è indagato e non capiamo chi e perchè abbia messo in giro questa voce a nome della procura. Sono arrivati degli atti da diverse procure e stiamo valutando se sia il caso o meno di aprire un'indagine, stiamo valutando le carte, tutto qui".
Fine della notizia.
Si trattava, quindi, di una bufala.
Ma l'effetto era stato provocato.
Così funziona la violenza nel mondo mediatico in Italia, ogni santo giorno.
Così funziona la professionalità dei giornalisti della Rai.
A nulla è valsa la specifica precisazione del procuratore della Repubblica, perchè ormai il falso era partito e si era ben sistemato nei talk show mattinieri dedicati al tema "quando si fermeranno i grillini? Che cosa capiterà adesso che Grillo è indagato?".
Piuttosto infantile come idea (all'apparenza) perchè la realtà ha sbugiardato i cronisti.
Ma crea confusione e smarrimento, obbliga a parlarne per chiarire il punto, e quindi sposta di continuo l'attenzione dai temi salienti verso l'unico obiettivo che l'attuale classe politica dirigente, compatta e solenne, ha in mente: eliminare l'opposizione, criminalizzare i sostenitori del M5s e introdurre la subdola argomentazione relativa al fatto se gli attivisti debbano essere considerati pericolosi socialmente oppure no, e così facendo far slittare sempre di più -dal punto di vista mediatico- i temi politici verso la inevitabile deriva della domanda verso la quale stanno tentando disperatamente di spingere: "come facciamo a difenderci da questi criminali?".
E' il paradosso della comunicazione mediatica in Italia su cui è fondata la diffusione delle notizie e delle informazioni. Noi cittadini, umiliati, vessati, tassati e tartassati, circuiti, espoliati e presi in giro, veniamo trasformati dalla cupola mediatica di Stato in coloro invece dai quali gli umiliatori, i vessatori, i tassatori, i pirati, i farabutti, i delinquenti, si devono difendere.
Proseguendo nel paradosso, direi che è una buona notizia: sono terrorizzati.
Non sanno più che pesci prendere.
Il premier Letta, di ritorno dal Kuwait, ha capito che il suo trionfalismo da operetta si è infranto subito sugli scogli della realtà nazionale e ha accusato gli industriali italiani di "disfattismo", una parola desueta, che ha un sapore militare ed era imposta come moda linguistica ai tempi del fascismo, perchè così venivano definiti coloro che erano contrari alle imposizioni dittatoriali del regime. Negli anni'30, in Italia, si poteva soltanto parlare bene del governo.
Come in Italia oggi.
Enrico Letta, quindi, si è autoqualificato, addirittura firmando la scelta dell'uso delle parole, con una citazione semantica che in Italia fa rabbrividire chi possiede la memoria storica.
Identificato ormai dall'intera classe degli imprenditori come un "disfacitore" visto che in meno di un anno di governo è riuscito soltanto a peggiorare una situazione socio-economica già compromessa, il premier interpreta il suo ruolo sovrano (basato soltanto su slogan imparaticci) pretendendo di non essere giudicato dai fatti, bensì dall'effetto delle parole, che nella sua mente e nella sua attività politica devono sostituire i fatti, per consentire al paese di rimanere immobile, ancorato allo status quo per salvaguardare i privilegi dell'oligarchia che lui rappresenta.
La sezione gossip della stampa, questa mattina, si è scatenata, invece, parlando dei dialoghi porno tra l'on. Alessandra Moretti del PD e l'on. Paola Taverna di M5s, avvenuti la scorsa notte.
Tutto ciò è servito per diffondere l'idea di volgarità e sguaiatezza, spingendo l'opinione pubblica a pensare che la Taverna trascorra le proprie serate in questo modo.
A metà mattina, la deputata M5s è stata costretta dalle circostanze a emettere il seguente comunicato stampa ufficiale: "Brutta sorpresa questa mattina: al risveglio scopro che qualcuno ha violato il mio account Twitter, scrivendo a mio nome frasi ingiuriose, che non mi appartengono. Presenterò una formale denuncia alla polizia postale per risalire agli autori. Se questi sono i mezzi con i quali intendete fermare il Movimento 5 Stelle rassegnatevi e vergognatevi"
Non si rassegneranno, tanto è vero che -sempre questa mattina- il Ministro degli Interni ha dichiarato che "i grillini stanno rendendo impossibile la pratica politica".
Non si vergogneranno neppure.
Sono ormai senza pudore alcuno, come quei cacciatori di frodo che sparano a dei piccoli pennuti pacifici, appollaiati sui rami cantando la loro voglia di vivere.
Questa è l'Italia, oggi.
Ma non sarà così, domani.
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/02/litalia-in-bilico-tra-disfattismo-e.html
Proprietà e benefici del limone
Proprietà curative del limone ed effetti benefici? I benefici del limone sulla salute, sono dimostrati in diversi casi: infezioni della gola, cattiva digestione, stipsi, problemi ai denti, febbre, cura dei capelli, cura della pelle, emorragie interne, reumatismi, ustioni, sovrappeso, disturbi respiratori, il colera e la pressione alta. Il limone è noto per le sue proprietà terapeutiche da diverse generazioni, il limone aiuta a rafforzare il sistema immunitario e purifica l’apparato digerente.
E non è solo un depuratore del sangue, ma aiuta anche il corpo a combattere le malattie. Il succo di limone, in particolare, è molto utile nel trattamento dei calcoli renali, nelle cure degli attacchi di cuore e nella riduzione della temperatura corporea.
I benefici del limone sulla salute sono dovuti a molti elementi in esso contenuti, come la vitamina C, la vitamina B, il fosforo, le proteine ed anche carboidrati. Il limone è un frutto che contiene flavonoidi, i quali, a loro volta, contengono elementi antiossidanti e proprietà anti-cancro.
Aiuta a prevenire il diabete, la stipsi, l’ipertensione, è utile nella cura della pelle, nel trattamento della febbre, nella cura dei capelli, in occasione di terapie odontoiatriche, in caso di indigestione e in molti altri problemi di salute. Studi condotti presso l'American Urological Association evidenziano anche che il succo di limone o una limonata siano in grado di curare i calcoli renali formando citrato urinario, che impedisce la formazione dei cristalli.
La gente utilizza il limone per fare limonate, mescolandone il succo con acqua e zucchero. Molte persone usano il limone come un detersivo, per rimuovere le macchie. Il limone può anche respingere le zanzare. Bere del succo di limone con olio d'oliva, aiuta a sbarazzarsi di calcoli biliari. Inoltre, in base a risultati riportati da uno studio sulle Malattie Reumatiche, il limone fornisce una valida protezione contro la poliartrite infiammatoria e l'artrite.
Proprietà e benefici del limone:
- Indigestione e stitichezza: il succo di limone aiuta a curare problemi legati alla digestione e alla costipazione. Si consiglia di aggiungere qualche goccia di limone nel cibo (attenzione: non nel latte!). Dopo un buon pranzo o una cena, si può bere della limonata fresca. La ricetta è la seguente: aggiungere al succo di limone, un po' d'acqua fredda, della soda, del sale comune o del sale di salgemma e zucchero o miele; mescolare il tutto in un bicchiere. È inoltre possibile aggiungere alcune foglie di menta o semi di finocchio.
- Febbre: il succo di limone può favorire la guarigione di una persona che soffre di raffreddore, influenza o febbre. Aiuta la sudorazione.
- Cura dentale: se il succo di limone fresco viene applicato sulle aree del mal di denti, il dolore può attenuarsi. I massaggi di succo di limone sulle gengive possono fermare le emorragie gengivali. Migliora l’alitosi causata da problemi legati alle gengive. Inoltre, il limone può essere utilizzato anche nella pulizia regolare dei denti. E’ possibile cercare un dentifricio contenente limone o aggiungere una goccia di succo di limone al dentifricio usato abitualmente. Alcune persone strofinano i denti utilizzando la buccia del limone, ma … è necessario fare attenzione: se la bocca comincia a “bruciare”, bisogna risciacquare rapidamente!.
- Cura dei capelli: il succo di limone, se applicato sul cuoio capelluto, può attenuare alcuni problemi come la forfora, la caduta dei capelli e altri problemi relativi alla cute e capelli. Inoltre, dona una lucentezza naturale.
- Cura della pelle: il succo di limone, essendo un antisettico naturale, può risolvere problemi legati alla pelle. Agisce sule scottature. Aiuta ad ottenere sollievo in seguito alla puntura di un’ape. Il succo di limone può essere applicato anche sulla pelle acneica e in caso di eczema. Agisce come un rimedio anti invecchiamento e può rimuovere rughe e punti neri. Bere del succo di limone mescolato con acqua e miele dà lucentezza alla pelle.
- Ustioni: Il succo di limone, applicato sulle zone ustionate, aiuta ad attenuare le cicatrici. E riduce la sensazione di bruciore sulla pelle.
- Emorragie interne: il limone possiede proprietà antisettiche e coagulanti, perciò può fermare le emorragie interne. È possibile applicare il succo di limone su un batuffolo di cotone e riporlo dentro al naso per fermare l'emorragia.
- Reumatismi: il limone è anche un diuretico ed è in grado di trattare reumatismi e artrite.
- Perdita di peso: se una persona assume del succo di limone mescolato con acqua tiepida e miele, può ridurre il peso del corpo corporeo, associando il tutto ad una dieta adeguata.
- Disturbi respiratori: il succo di limone aiuta a curare i problemi respiratori, essendo una fonte ricca di vitamina C.
- Colera: le malattie come il colera o la malaria possono essere trattate con succo di limone, poiché esso agisce come purificatore del sangue.
- Piedi: il limone ha proprietà aromatiche e antisettiche ed favorisce il benessere dei piedi. Si consiglia di aggiungere un po’ di succo di limone in acqua calda e di immergervi i piedi.
- infezioni della gola: il limone aiuta a combattere i problemi legati ad infezioni della gola, poiché possiede proprietà anti - batteriche.
- Ipertensione: bere succo di limone è utile per le persone che soffrono di problemi cardiaci poiché contiene potassio. Controlla la pressione alta, le vertigini, la nausea e favorisce il rilassamento di mente e corpo. Riduce lo stress mentale e la depressione.
Il limone è un vero e proprio dono della natura. Quindi... si consiglia di mangiare almeno un quarto o la metà di un limone al giorno!
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Concludiamo con una breve sintesi, una sorta di “Bignami” dei benefici effetti del limone:
- Ostacola l’insorgere dell’osteoporosi
- Riequilibra il Ph del corpo
- Migliora la digestione
- Favorisce il riposo
- Previene raffreddore e influenze
- Depura il fegato
- Elimina gli acidi urici
- Favorisce l’attività intestinale
- Dissolve i calcoli biliari, renali e i depositi di calcio che si accumulano nei reni
- Previene la calcolosi urinaria
- Contrasta i radicali liberi
- Previene l’invecchiamento cellulare dell’organismo
- Abbassa il colesterolo
- Favorisce la digestione
- Ha proprietà antibatteriche
- Elimina i parassiti intestinali
- Rafforza i vasi sanguigni
- Regola la pressione del sangue
- Ha proprietà anticancro
- Favorisce la produzione di energia
Se una mela il giorno toglie il medico di torno, cosa ci costa aumentare l’utilizzo del limone nella nostra vita quotidiana, partendo dal famoso bicchiere il mattino? Fonte
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