sabato 7 marzo 2015

La casa galleggiante ad energia solare 100% riciclabile. - Marta Albè

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Una casa galleggiante alimentata grazie all'energia solare e riciclabile quasi al 100%. Un sogno? No, qualcosa di più. Si tratta di una vera e propria abitazione di 100 metri quadrati, con un'altezza di 4 metri e un diametro di 12 metri.

Al suo interno c'è tutto lo spazio necessario per vivere comodamente. Questa casa galleggiante è stata realizzata esclusivamente con materiali riciclati e riciclabili, come legno e alluminio. Sul tetto troviamo un impianto fotovoltaico in grado di generare tutta l'energia necessaria alla vita in casa.
L'impianto fotovoltaico è affiancato da lucernari, ma nella struttura, per favorire l'illuminazione naturale, troviamo anche finestre e balconi, che consentono agli ospiti di godere della vista dell'acqua in un paesaggio naturale.
Gli ideatori del progetto hanno creato un sistema sofisticato di micro ventilazione interna in cui l'aria condizionata si accompagna alla ventilazione naturale. L'edificio viene definito come un vero e proprio habitat residenziale a basso consumo.
Il progetto porta il nome di WaterNest 100 ed è stato pensato per risultare flessibile nel design, in modo da adattarsi ad ogni esigenza e da soddisfare diversi usi. Se il proprietario non intende utilizzare l'unità come una casa, ecco che l'abitazione ecologica galleggiante potrebbe essere trasformata facilmente in un ufficio, ma anche in un lounge bar, in un ristorante, in un negozio o in uno spazio espositivo.

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La Terra ha una seconda luna. Esperti: “Possibile teatro di un futuro sbarco”. - Davide Patitucci

La Terra ha una seconda luna. Esperti: “Possibile teatro di un futuro sbarco”

Si chiama “3753 Cruithne”, come un leggendario popolo della Britannia dell’Età del Ferro. Secondo quanto riportato dal sito della Smithsonian Institution Usa, infatti, la bizzarra orbita potrebbe rappresentare un “ideale banco di prova per capire come si è formato ed evoluto il Sistema solare”, plasmato dalla forza di gravità.

La Luna non è l’unico satellite naturale che accompagna la Terra nel suo peregrinare intorno al Sole. Esiste una seconda luna. Un piccolo corpo celeste, del diametro di appena 5 chilometri, che disegna attorno al nostro Pianeta un’orbita simile a un arabesco, talmente bizzarra da arrivare a sfiorare anche quelle di altri due pianeti, Marte e Venere. Si chiama “3753 Cruithne”, come un leggendario popolo della Britannia dell’Età del Ferro.
Gli astronomi conoscono questo piccolo corpo roccioso da più di dieci anni. È stato, infatti, descritto per la prima volta su Nature in uno studio del 1997, a firma degli astronomi Paul Wiegert eKimmo Innanen, della York University in Canada, e Seppo Mikkola, dell’University of Turku in Finlandia. Ma solo di recente gli studiosi hanno iniziato a comprenderne a fondo le caratteristiche. “Questo quasi-satellite si muove in risonanza con la Terra, la cui gravità – spiega su “New Scientist” Martin Connors, astronomo presso l’Athabasca University in Canada, ed esperto di asteroidi – modifica la posizione del corpo celeste come un adulto fa dondolare un bimbo su un’altalena”.
L’orbita di Cruithne è talmente allungata che impiega 770 anni per completare il suo viaggio intorno alla Terra. Per questo, gli esperti preferiscono etichettarlo come “quasi-satellite”. Proprio a causa della sua particolare orbita, diversa da quella ellittica tradizionale, questa seconda luna, però, non è mai visibile dalla Terra, né a occhio nudo, né coi telescopi. E questo riduce notevolmente il suo fascino rispetto al satellite per antonomasia, quello con la “L” maiuscola. Ma non la sua importanza per gli astronomi. Secondo quanto riportato dal sito della Smithsonian Institution Usa, infatti, la bizzarra orbita di questa seconda luna terrestre potrebbe rappresentare un “ideale banco di prova per capire come si è formato ed evoluto il Sistema solare”, plasmato dalla forza di gravità.
Gli asteroidi e gli altri corpi celesti rocciosi simili a Cruithne sono da tempo oggetto di studio da parte di astronomi e planetologi, perché riportano indietro le lancette del Sistema solare fino alle sue origini. In queste ore, ad esempio, la sonda della Nasa “Dawn” incontra il più grande corpo roccioso della cosiddetta “cintura degli asteroidi”, il pianeta nano Cerere. Inoltre, in prospettiva di un futuro sbarco su Marte, tra le tappe intermedie che la Nasa ha in programma di realizzare c’è proprio lo sbarco su un asteroide, o la cattura di uno di questi fossili celesti con una sorta di lazo da “cowboy”, per spingerlo intorno all’orbita della Luna e poterlo così studiare da vicino.
In quest’ottica, anche Cruithne potrebbe essere protagonista di un futuro sbarco, magari come quello della missione Rosetta sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Gli astronomi negli ultimi tempi stanno rivalutando questa mini-luna, la cui forma, secondo le ultime stime, potrebbe essere simile proprio a quella a scamorza della cometa 67P. Il tempo gioca a favore di Cruithne. Secondo i calcoli degli astronomi, questo piccolo e misterioso satellite continuerà a viaggiare per il Sistema solare in compagnia della Terra almeno per altri 8mila anni. Poi, forse, sarà catturato dall’abbraccio gravitazionale di Venere, restituendo così il primato alla Luna.

Ecco come si legge il codice delle uova.



Una guida utile per i consumatori.

Cosa indicano tutte quelle lettere e quei numeri presenti sul guscio delle uova? È importantissimo saperlo, per saper leggere fra le righe delle diciture che troviamo in etichetta. In molte confezioni, ad esempio, leggiamo “uova di galline allevate a terra“, e pensiamo sia un sinonimo di qualità, ma in realtà le galline sono allevate in capannoni chiusi senza accesso all’esterno e con una densità (massima) di 12 per metro quadro. Guidaconsumatore.com spiega come si legge il codice delle uova:
Il primo numero che leggiamo sul guscio delle uova indica il metodo con cui sono state allevate le galline:
“0” sta a significare un allevamento di tipo biologico, ovvero che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica (prodotti senza l’utilizzo di concimi chimici di sintesi e prodotti fitosanitari), integrabili fino al 20% con prodotti tradizionali. Gli animali sono in grado di razzolare liberamente all’aperto: si tratta la tipologia di uova che più si avvicina a quelle prodotte dalle galline “ruspanti” di cascine e fattorie.
“1” corrisponde all’allevamento all’aperto: gli animali possono girare liberi per una parte della giornata, deponendo le uova nei pagliericci oppure sul terreno loro adibito in un ambiente esterno.
“2” è il codice relativo all’allevamento a terra: questa tipologia consente all’animale di muoversi libero, non all’aperto bensì in un ambiente chiuso. Un esempio di allevamento da codice “2” è rappresentato dai grandi capannoni che si trovano nelle campagne; le galline depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi.
“3” infine corrisponde all’allevamento a batteria, o in gabbia: gli animali non hanno alcuna libertà di movimento, ma trascorrono la loro vita in gabbie e depongono le uova sul fondo della gabbia stessa. Le densità sono quasi claustrofobiche: in ogni metro quadrato di gabbia possono essere presenti anche 25 animali, ed i posatoi a disposizione per deporre le uova hanno una larghezza di appena 15 centimetri. Possono essere impilati sull’altro sino a 4-6 ordini di gabbie.
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Poi ci sono altre due serie di numeri e lettere:
La seconda combinazione del codice è composta da due lettere che stanno a contrassegnare il Paese d’origine delle uova: “IT” corrisponde ovviamente all’Italia, “PT” al Portogallo, e così via. La terza parte corrisponde al codice Istat del comune dove è situato l’allevamento, immediatamente seguito dalla sigla della provincia (in questo caso, “BS” = Brescia)“.
E infine l’ultimo gruppo:
L’ultima serie di cifre è il numero identificativo dell’allevamento di provenienza delle uova: è un codice univoco che permette di risalire immediatamente e senza ambiguità all’esatta azienda agricola di allevamento. Questo è di fondamentale importanza nel malaugurato caso in cui si verificassero problemi di tipo sanitario“.
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Amori virtuali.



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Amenità.



https://www.facebook.com/laminchianelpugno/photos/a.277084785650732.86412.277073762318501/1093149904044212/?type=1&theater

venerdì 6 marzo 2015

Olanda, dentro la statua di Buddha c'è una mummia: è di un monaco morto da mille anni.



AMSTERDAM - Straordinaria scoperta nei Paesi Bassi. La statua di un Buddha, databile tra il 1050 and 1150 e conservata nel Drents Museum di Assen, nascondeva un corpo da oltre mille anni. 

Una tac ha rivelato che la statua di cartapesta dorata fungeva da 'guscio' e celava al suo interno uno scheletro umano perfettamente conservato. Il corpo sarebbe quello di un monaco a gambe incrociate e nella tipica posizione della meditazione. 
Le immagini stanno facendo il giro del mondo e secondo la CBS il monaco racchiuso all’interno della statua si sarebbe sottoposto alla pratica dell’auto-mummificazione: una antica tradizione propria dell’ascetismo buddista cinese che prevedeva un lunghissimo processo di digiuno e avvelenamento che portava alla morte per disidratazione e intossicazione. Lo scheletro ritrovato nella statua sarebbe appartenuto a Liuquan, maestro buddista della scuola cinese vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo. Per la religione buddista chi si sottopone all'automummificazione non muore, ma rimane in meditazione in eterno.

Una volta scoperto il corpo all'interno della statua, le sorprese non sono finite: al posto degli organi, la mummia era stata riempita con pergamene scritte nell’antica scrittura cinese e altri oggetti ancora da identificare. La statua, ora, si trova presso il Museo di Storia Naturale di Budapest, in Ungheria.


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/olanda_statua_buddha_mummia_monaco/notizie/1201272.shtml

Sassuolo, finanza scopre bilanci falsi della società del Comune: danno di 40 milioni. - Annalisa Dall'Oca

Sassuolo, finanza scopre bilanci falsi della società del Comune: danno di 40 milioni

Le fiamme gialle hanno scoperto irregolarità nei bilanci di Società di Gestione Patrimoniale interamente partecipata comunale e hanno denunciato un dirigente comunale per abuso di ufficio e due amministratori pro tempore per falso in bilancio. Segnalato anche alla Corte dei Conti il valore residuo dei debiti contratti nei confronti di istituti di credito.


Perdite di esercizio “artificiosamente occultate” per ottenere finanziamenti dalle banche nonostante i conti in rosso, e un danno erariale da 40 milioni di euro. Si chiudono con una segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti e tre denunce le indagini coordinate dal pubblico ministero modenese Katia Marino sulla Sgp Srl, la Società Gestioni Patrimoniali di Sassuolo, in provincia di Modena, che, a totale partecipazione pubblica, dal 2005 gestisce il patrimonio del Comune “e tutti i servizi connessi”. Nei guai, un dirigente del Municipio, accusato di abuso d’ufficio per aver firmato, secondo gli inquirenti, lettere di patronage a garanzia dei mutui contratti da Sgp con diversi istituti di credito, emesse senza previa deliberazione del consiglio comunale, così come previsto dal Testo unico sugli Enti Locali, e due amministratori pro tempore della Sgp, per i quali, invece, l’ipotesi di reato è falso in bilancio.
Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Procura di Modena in collaborazione con le Fiamme Gialle, i bilanci della società, che secondo gli inquirenti sarebbero stati manomessi proprio per via dei debiti milionari accumulati negli anni da Sgp, e culminati, nel 2013, con una perdita di oltre 23 milioni di euro. La vicenda della Società Gestioni, infatti, inizia nel 2005, quando la Srl venne fondata con il Comune di Sassuolo come unico socio. Alla nuova partecipata, quindi, nel tempo furono trasferiti, in proprietà o in gestione, con l’obiettivo di ottimizzarne la redditività, beni appartenenti all’ente locale per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro, nonché l’amministrazione dei servizi pubblici locali, e la manutenzione di strade, parchi, aree verdi, cimiteri, scuole, energia, case popolari, gas, ciclo idrico integrato, uffici pubblici e parcheggi. Tra il 2005 e il 2009, ricostruisce il Pd di Sassuolo, oggi alla guida della città con il sindaco Claudio Pistoni, dopo un quinquennio di governo di centrodestra con l’ex primo cittadino Luca Caselli, “oltre alla normale gestione, vennero inoltre effettuati circa 60 milioni di euro di investimenti”.
Finché, negli ultimi cinque anni, per la Sgp sono iniziati i guai finanziari. “La società – scrivono i Democratici in una nota pubblicata su Facebook – non ha avuto una sua sostenibilità economica, e dal 2009 al 2013 (ai tempi del governo Caselli) il Comune si è sottratto completamente al pagamento dei servizi essenziali, al punto che Sgp ha iniziato a perdere risorse di anno in anno, accumulando debiti anche nei confronti dei fornitori”. In tutto, 86,2 milioni di euro, con 23 milioni persi solo nel 2013. “Tanto da indurre – scrive la Guardia di Finanza – gli organi societari a presentare (il 23 dicembre 2013) al Tribunale di Modena la richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità, ai sensi dell’art. 160 e seguenti della legge fallimentare”.
Ed è proprio alle vicende che hanno portato la Sgp a uno stato d’insolvenza che sono collegate, spiegano gli inquirenti, le ipotesi di reato contestate al dirigente comunale e ai due amministratori della società. Per gestire il patrimonio immobiliare, infatti, dovevano essere effettuati diversi interventi, sia relativi alla costruzione di nuovi impianti, sia di manutenzione, per i quali però Sgp non aveva le risorse. Così erano stati accesi finanziamenti con diversi istituti di credito, per importi superiori ai 50 milioni euro. Secondo gli investigatori, però, “al fine di agevolare l’ottenimento dei necessari finanziamenti, i manager di Sgp Srl avrebbero artificiosamente occultato, a partire dall’anno 2006, le perdite d’esercizio conseguite dalla società che, in assenza di adeguate risorse in entrata, avrebbero già dovuto naturalmente emergere dai bilanci societari, fin dai primi anni di gestione del patrimonio comunale”.
Una falsa rappresentazione contabile, insomma, che sopravvalutava il valore delle immobilizzazioni nascondendo, al contempo, le perdite conseguite in ogni singolo esercizio, così che i conti in rosso della società non impedissero a Sgp di ricorrere, in maniera abusiva, al credito. Ottenuto anche attraverso alcune lettere di patronage, scrive in una nota la Finanza, “assimilabili a vere e proprie garanzie fideiussorie, emesse a firma del dirigente pro tempore dei servizi finanziari del Comune di Sassuolo senza che fosse intervenuta alcuna preventiva delibera da parte del Consiglio Comunale, così come previsto dall’art. 207 del Testo Unico sugli Enti Locali, esponendo quindi l’ente locale garante al rischio di escussione in caso di insolvenza della società debitrice”. A chiusura delle indagini, inoltre, sempre la Guardia di Finanza di Modena ha anche provveduto ad inviare, a carico dei soggetti denunciati, una segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti, “ravvisando un potenziale danno erariale per un valore superiore ai 40 milioni di euro in detrimento del Comune di Sassuolo”, pari al residuo dei debiti contratti da Sgp nei confronti degli istituti di credito finanziatori.