mercoledì 12 maggio 2021

“Ho già scritto il programma: Alleati al Pd, non subalterni”. - Paola Zanca

 

Giuseppe Conte - Entro fine mese il “nuovo” M5S: sul doppio mandato, voteranno gli iscritti. ”Il video di Grillo? Non l’avrei fatto”. “Sul Ponte bisogna studiare le carte”

𝗦𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗺𝗲𝘀𝗶 𝗲 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗕𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗚𝗿𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗹𝗲 𝗵𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝘃𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝟱𝗦. 𝗡𝗼𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗹𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗲̀ 𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼?

Sono stati due mesi spesi bene. Per rifondare una forza politica occorre del tempo, occorre un confronto continuo, a tutti i livelli. Ora siamo pronti. Abbiamo una carta dei principi e dei valori, un nuovo statuto, una piattaforma di voto alternativa: a giorni avremo i dati degli iscritti, perché non può che essere così, ci sarà un grande momento di confronto pubblico e poi si voterà.

𝗙𝗶𝗻𝗼𝗿𝗮 𝗵𝗮 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘀𝗼𝘀𝗽𝗲𝘀𝗼 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶 𝗻𝗼𝗱𝗶 𝗰𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗶.

Il doppio mandato non è attualmente nello Statuto e quindi non sarà nel nuovo Statuto. È una questione che affronteremo più avanti con un confronto alla luce del sole. Ricordiamoci sempre che la forza del Movimento è stata una scelta originaria che si perpetuerà: far votare gli iscritti. Anche in questo caso ci sarà la possibilità di esprimere un voto sulle varie alternative che verranno proposte.

𝗦𝗶 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝘃𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗖𝗮𝘀𝗮𝗹𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼?

La direzione politica del Movimento va distinta dalla gestione tecnica della piattaforma. non c’è possibilità per una forza politica rappresentata in Parlamento che ci sia anche solo l’ombra di una commistione tra questi due aspetti. Purtroppo da parte dell'Associazione Rousseau c’è stata una pressante ingerenza nelle scelte politiche: ma in democrazia se si ha un progetto alternativo, lo si presenta e lo si fa votare, funziona così.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗱𝗮 𝘁𝗶𝗳𝗼𝘀𝗼 𝗮 𝘁𝗶𝗳𝗼𝘀𝗼, 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗼𝘂𝗿𝗶𝗻𝗵𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗼𝗺𝗮 𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘂𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗼𝘃𝘃𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼 𝗲 𝗶𝗻 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮?

Il divario tra le aspettative e la complessità della realtà esiste: l’approccio migliore nei confronti del premier Draghi, che ha indiscusse qualità, è condividere con lui la complessità della fase emergenziale che stiamo attraversando. Sostenerlo in modo leale, senza accreditare nei cittadini la possibilità che un solo uomo al comando possa risolvere tutti i problemi del Paese che ci trasciniamo da anni.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗗𝗿𝗮𝗴𝗵𝗶 𝗮𝗱 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗺𝗮 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗼𝗹𝗮. 𝗘̀ 𝘂𝗻 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗳𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲: 𝗹’𝘂𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗶𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮.

È un punto delicato che tutti coloro che hanno responsabilità politiche devono trattare con attenzione. La stampa ha un ruolo fondamentale perché è chiamata ad alimentare responsabilmente il circuito informativo; se si cade nel dileggio, nella alterazione dei fatti non si rende un buon servizio ai cittadini. Mi è capitato di rileggere i giornali del luglio 2020, quando abbiamo ottenuto i miliardi del Next Generation: rileggendo quei titoli sembrava avessimo rimediato una sconfitta, il che mi ha fatto riflettere.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗜𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗶𝗹𝗼 𝗵𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝘂̀: 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗰𝘂𝗿𝗶𝗼𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗻𝗻𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗶 𝟱 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲? 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗲 𝗱𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗶𝗻𝗶?

Alfonso Bonafede era assistente di un mio collega: fu lui a chiedermi se avevo interesse ad essere designato come membro laico del Parlamento dell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa. Gli precisai che non li avevo votati, né ero un simpatizzante M5S. Fui selezionato, era una occasione importante per me, gratificante anche dal punto di vista degli emolumenti. Ecco, in 4 anni non ho mai ricevuto una telefonata, una sollecitazione su un dossier. Questo mi fece maturare una condivisione dei valori del M5S, volli restituire loro qualcosa: per questo, alle elezioni politiche mi resi disponibile, a essere potenziale ministro della Funzione Pubblica.

𝗟𝗲 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼.

La mia formazione è quella cattolico-democratica, vengo dal centro moderato, che guarda a sinistra. La Lega non era una prospettiva che mi affascinava, ma era l'unica soluzione possibile, dopo il rifiuto del Pd e tre mesi di stallo.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗦𝘂𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗱𝗶 𝗕𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗚𝗿𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗹𝗲𝗶 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼, 𝗳𝗼𝗿𝘀𝗲 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼, 𝗽𝗿𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲. 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗹 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲, 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗲𝗿𝗮̀ 𝗮𝗱 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼?

Rispetto la sua sofferenza, così come rispetto quella di chi si sente vittima di questa vicenda. Mi sento spesso con lui, ma è chiaro che nel dna del Movimento ci sono due pilastri: il rispetto dell'indipendenza della magistratura e il rispetto delle donne e della parità di genere. Non ci può essere alcuna commistione tra una vicenda personale – ancorché di Beppe Grillo – rispetto alle linee politiche del Movimento.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗦𝗲 𝗹𝗲𝗶 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗹'𝗮𝘃𝘃𝗼𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗕𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗚𝗿𝗶𝗹𝗹𝗼 𝗮𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼?

No, per un motivo. Le trasmissioni tv ne hanno approfittato per dire: “siccome ne ha parlato Grillo, possiamo parlarne anche noi”. Un processo parallelo, una degenerazione che non permetterei mai.

𝗖’𝗲̀ 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗻𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗴𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗔𝗺𝗮𝗿𝗮. 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗰𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗮 𝟰𝟬𝟬 𝗺𝗶𝗹𝗮 𝗲𝘂𝗿𝗼?

Non ho nulla a che fare con i loschi traffici del signor Amara, non lo chiamo avvocato e non l'ho mai conosciuto. Il mio nome sarebbe stato fatto da Vietti, con il quale pure non ho mai avuto rapporti personali e professionali. Trecento pareri legali mi hanno occupato per quasi un anno, quindi quel compenso era il minimo, credo: tutte quelle parcelle, tra l'altro, hanno passato il vaglio del tribunali e dei commissari giudiziali nominati dai giudici fallimentari.

𝗖𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝘃𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗼𝗳𝗮𝗻𝘁𝗶?

Quando Bellavista Caltagirone – patron del gruppo Acqua Marcia, che nemmeno ho mai conosciuto – è stato arrestato, il gruppo era in dissesto: hanno deciso di fare un concordato preventivo per evitare il fallimento. Occorreva fare pareri legali per certificare attivi e passivi: Centofanti gestiva in quel momento la società insieme ad altri dirigenti ecl credo fu lui a firmare il mio incarico.

𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗲𝘀𝗰𝗲 𝗹'𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗻𝗱𝗮𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝘀𝗺?

Malconcia. Nessun magistrato si deve permettere di avere atteggiamenti subalterni nei confronti della politica, perché fa un danno a tutta la categoria. Detto questo, nessuna forza politica in Parlamento deve approfittarne per mettere sotto schiaffo la magistratura. Prima di parlare di commissioni d'inchiesta, riformiamo il Csm: la polvere si deve sedimentare.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗦𝗼𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗶𝗺𝗼𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗲𝗼 𝗥𝗲𝗻𝘇𝗶 𝗻𝗲𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶, 𝗱𝗲𝗿𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲.

Spero non con i loro risultati loro attuali.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗜𝗹 𝗠𝟱𝗦 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝗗𝗰? 𝗗𝗼𝘃𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲𝘁𝗲 𝗶 𝘃𝗼𝘁𝗶?

Sarà un movimento intriso di cultura ecologica, saremo all'avanguardia in questo. Saremo dalla parte dell’inclusione e della giustizia sociale. Siamo di sinistra? Classificateci come volete, ma la realtà è che guarderemo anche alle esigenze dell’elettorato moderato. A me interessa abbassare le tasse: sono di destra? Va benissimo.

𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿: 𝗳𝗼𝗿𝘀𝗲 𝘃𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗽𝗮𝗴𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗲𝘃𝗮𝗱𝗲 𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗵𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶...

La soglia dell'imposizione fiscale è già elevata. I pagamenti digitalizzati consentono emersione del sommerso, è lì che si annidano i problemi. dobbiamo riformare il fisco per renderlo semplice, equo e trasparente.

𝗕𝗮𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗲𝘃𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝗻𝗶...

Non sono la soluzione: abituano il cittadino alle sanatorie e possono renderlo molto pigro con i pagamenti. Noi dobbiamo evitare i condoni, questo senz’altro. Però attenzione: per far partire la nuova riforma fiscale possiamo anche agevolare la regolarizzazione delle posizioni, ma una volta per tutte. Poi, chi sgarra paga.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗟’𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘂𝘁𝗼𝗴𝗿𝗶𝗹𝗹 𝘁𝗿𝗮 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗲𝗼 𝗥𝗲𝗻𝘇𝗶 𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗰𝗶𝗻𝗶 𝗮𝘃𝘃𝗶𝗲𝗻𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝘂 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗰𝗲𝗱𝗮 𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗲𝗴𝗵𝗲 𝘀𝘂𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶. 𝗛𝗮 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗻 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹'𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶?

Qualsiasi rappresentante delle istituzioni deve rispondere del proprio operato con trasparenza: Renzi fa gli incontri che ritiene, ma deve spiegare perchè si trovava in un area di sosta con un uomo dei servizi con il quale non aveva motivi istituzionali per incontrarsi. Quanto alle pressioni di quei mesi, non ho voluto far polemiche, ero concentrato sulle priorità per gli italiani. Vedo invece che il senatore Renzi è molto più versatile di me: la mattina è in Arabia a decantare il neo-Rinascimento, spazzando via con un sol colpo tutta la tradizione rinascimentale italiana, peraltro fiorentina; il pomeriggio si ferma in autogrill, la sera è in tv. io sono molto meno versatile: so solo rimanere concentrato per lavorare per gli interessi degli italiani.

𝗟𝗼 𝗵𝗮 𝗺𝗮𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼?

No, ma non escludo in futuro di incrociarlo in qualche autogrill.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗖’𝗲̀ 𝘂𝗻’𝗮𝗹𝗮 𝗠𝟱S 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗗𝗿𝗮𝗴𝗵𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗹𝗲𝗰𝗶𝘁𝗮: 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗵𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗶 𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲.

Quando è finita quell’esperienza abbiamo fatto un appello pubblico: ci hanno descritto come quelli dei Ciampolillo, ma c'era Liliana Segre che, nonostante il parere contrario del suo medico, è venuta a votare per non far cadere il governo Conte. Siamo stati tutti dispiaciuti per la fine di quell'esperienza, ma per rispetto delle istituzioni mi sono fatto subito da parte e ho favorito la nascita del governo Draghi. Alcuni non si sono fatti convincere, mi dispiace, ma questo non significa che l'opposizione mi spaventa.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗾𝘂𝗮𝗹 𝗲̀ 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲𝗶 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗣𝗮𝗲𝘀𝗲: 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝘃𝗮𝗱𝗮 𝗮 𝗲𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘀𝗹𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗮𝗹 𝗤𝘂𝗶𝗿𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲?

L'approccio migliore è sostenere il governo e augurarci tutti che possa proseguire il suo percorso. Chi oggi dice: vedo bene Draghi al Quirinale sembra quasi voglia liberare una casella al governo. Non è responsabile nei confronti dei cittadini dire in questo momento, con tutti i problemi in corso, Draghi deve andare al Quirinale.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗶 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗲̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗗𝗿𝗮𝗴𝗵𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗶 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗲 𝗹𝗲 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝗱𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗺𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲?

Non possiamo certo augurarci che questa esperienza di governo si interrompa e metterci a giocare al toto-Quirinale. quando sarà il momento ci ritroveremo insieme con le altre forze politiche a ragionare sulla personalità migliore nell’interesse del Paese

𝗟𝗲𝗶 𝗿𝗶𝘃𝗲𝗻𝗱𝗶𝗰𝗮 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼, 𝗺𝗮 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘃𝗲𝗿 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮? 𝗣𝗲𝗻𝘀𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗖𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗮𝗻𝗶 𝗼 𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗻𝗴 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗰𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲...

Quando dico che dobbiamo sostenere lealmente questo governo non significa che rinunciamo a fare politica. Sulla transizione ecologica, per esempio, ho sempre parlato di idrogeno verde e non blu; sulla giustizia noi stessi ci siamo predisposti ad articolare meglio la norma sulla prescrizione, distinguendo tra i casi di assoluzione e condanna in primo grado: ma l'unica cosa da fare è sedersi al tavolo e approvare le riforme per accelerare i tempi dei processi civili e penali che già sono allo studio del Parlamento.

𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗼𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗶 𝟱 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲?

Dico di studiare bene le carte, serve una istruttoria tecnica di supporto alla valutazione politica: non ci infiammiamo ideologicamente Ponte sì, Ponte no. E comunque bisogna ragionare sempre in termini di progetto complessivo, pensando al Ponte come infrastruttura finale che va a completare le gravi carenze infrastrutturali di Calabria e Sicilia.

(𝗣𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼): 𝗦𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗲𝗶 𝗲 𝗟𝗲𝘁𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲. 𝗔 𝗥𝗼𝗺𝗮 𝘃𝗼𝗶 𝗮𝘃𝗲𝘁𝗲 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗼𝗴𝗴𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮 𝗥𝗮𝗴𝗴𝗶, 𝗰𝗼𝗹 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗿𝗶𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗹 𝗣𝗱. 𝗖𝗶 𝘀𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗲̀ 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼?

Sono impegnato nel rapporto con il Pd in un dialogo alla pari, senza alcuna subalternità. Io parlo tanto con i romani: anche chi aveva un atteggiamento prevenuto nei confronti dell'amministrazione Raggi ora inizia a capire che i risultati hanno richiesto tempo, perché è stato necessario operare una cesura con il passato. Io non ho mai avuto dubbi sul sostegno alla sindaca. Recentemente mi è stato prospettata la possibilità che il Pd potesse candidare Nicola Zingaretti, persona che ha la mia stima e la mia amicizia: li ho avvertiti che questa candidatura avrebbe potuto avere ripercussioni serie sulla tenuta del governo regionale, dove da due mesi siedono due assessore M5S, e loro hanno fatto la loro scelta. Ma non ci stracciamo le vesti se non proponiamo una soluzione congiunta: è successo anche al Pd in passato - con De Luca, con Emiliano - che decidesse di ricandidare un amministratore uscente. Auspico che al secondo turno il candidato che avrà la meglio verrà sostenuto da tutti. Anche a Torino: cerchiamo di trovare sinergie, c’è un candidato della società civile che può mettere insieme tutti ed essere molto competitivo.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗜𝗹 𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗧𝗼𝗿𝗶𝗻𝗼?

Il nome non lo dico, ma il Pd lo conosce bene.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗟𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗶𝗱𝗮 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗣𝗱 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝘂𝗯𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗼: 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼𝘀𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗮𝗹𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗣𝗱, 𝗠𝟱𝗦 𝗲 𝗟𝗲𝘂 𝗼 𝗰𝗶 𝘃𝗼𝗿𝗿𝗮̀ 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗶𝗮?

Io in questi due mesi ho preparato un programma con tante riforme economiche e sociali: andrà condiviso, dovrà crescere col contributo della società civile e dei territori. Questo ci consentirà di avere un progetto per l'Italia dei prossimi 5 anni, e vedrà che saremo molto competitivi.

(𝗟𝗲𝗿𝗻𝗲𝗿): 𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗠𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝟱 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲?

Entro questo mese. 

IlFQ

“Ricerca scientifica: non c’è solo la pandemia, c’è anche chi pensa a Marte”. Di Sara Sapienza

 

(Un sagace e interessante commento all’articolo scritto da Sara Sapienza - Fabio Gagliano - Radio Off)

Premetto che anche io mi sono sempre chiesta perché investire tanti soldi su un pianeta che è stato già devastato quando viviamo in un pianeta vivo e fiorente che però stiamo annientando a poco a poco.

Sicuramente tutti gli investimenti per l’esplorazione e la terraformazione di altri pianeti potrebbero essere usati per conoscere ancor meglio e salvaguardare il pianeta che abitiamo (fondali ed abissi marini, creature esistenti ed ancora da scoprire, habitat ed infine -ma non meno importante- investimenti da utilizzare per abbattere la mal distribuzione della ricchezza nel mondo.

In fondo la domanda per me è sempre sorta spontanea: perché volgere il proprio spirito su altri pianeti quando ne abbiamo uno ricco di biodiversità della quale siamo dimentichi di far parte?

La lettura offre un punto di vista inusitato e da non sottovalutare.

La gente vuol sognare, ha bisogno di sognare.

Da sempre l’uomo ha cercato risposte nel firmamento, guardando ammirato la volta celeste , con i suoi segreti.

Nel cielo l’uomo ha ravvisato i propri dei, la propria spiritualità, quindi è ragionevole pensare che l’uomo possa ancora volgere gli occhi, volontà e spirito all’esplorazione di nuovi orizzonti.

È nello spazio che l’uomo come specie sembra volgere i propri bisogni. Nello spazio vasto ed infinito, per cercare risposte a quesiti e domande, per allargare i propri orizzonti come unica specie e magari potrebbe anche comprendere il valore della vita, delle cose, avvicinandosi al “divino”.

Magari una volta partito potrebbe comprendere il vero valore della Madre che ha abbandonato e sfruttato, comprendendo cosa ha realmente lasciato alle proprie spalle.

Tuttavia, è assolutamente ragionevole pensare che ciò possa comportare un pericolo, se ciò dovesse gravare sulle spalle di un pianeta già gravato di un peso non indifferente che è l’uomo stesso. Ragionevole pensare che le prossime esplorazione e terraformazione possano essere proposte da “ricchi” per il servizio di altri “ricchi”… ragionevole pensare che tutto ciò abbia un costo che possa essere pagato non da tutti e che possa essere permesso solo da un sistema di produzione che non farebbe altro che aggravare la disequilibrata situazione economica.

L’esplorazione dello spazio apre un dibattito che ricorda un poco l’arte della filosofia, che aiuta a comprendere meglio ciò che abbiamo intorno, pensandolo, ripensandolo, mettendolo in discussione ed infine, con leggerezza , ironizzando, lasciando le porte aperte a nuove possibilità.

Sara Sapienza 

Origine immagine: WEB

(Un sagace e interessante commento all’articolo, scritto da Sara Sapienza - Fabio Gagliano - Radio Off)

La legge delega approvata lo scorso 30 marzo dal Parlamento cancella sei misure già esistenti per le famiglie e le trasforma in un contributo unico per tutti i figli a carico. - Michela Finizio

 


La legge delega approvata lo scorso 30 marzo dal Parlamento cancella sei misure già esistenti per le famiglie e le trasforma in un contributo unico per tutti i figli a carico.

I punti chiave

L’assegno unico e universale è la riforma più importante mai approvata delle misure di sostegno per le famiglie. L’obiettivo è mettere ordine alle tante e diverse forme di aiuto approvate nel corso degli anni. A disegnare il nuovo contributo è la legge delega 46/2021, approvata in via definitiva lo scorso 30 marzo dal Parlamento. Ma si tratta solo della cornice del quadro che nei prossimi mesi andrà riempito con uno o più decreti attuativi dal ministero della Famiglia in accordo con le Politiche sociali e il Mef, sentita la conferenza unificata delle Regioni. Ci sono 12 mesi di tempo per approvarli, ma la volontà politica di partire già dal 1° di luglio 2021 con l’erogazione del nuovo assegno potrebbe accelerare i tempi.

1) Cos’è l’assegno unico e cosa prevede?

La legge delega 46/2021 prevede il superamento di ben sei misure esistenti a sostegno delle famiglie, in favore di un assegno unico destinato a tutti (per questo è universale) i figli a carico, dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno. L’assegno potrà essere sotto forma di erogazione mensile oppure un credito d’imposta.
L’importo, ancora da definire con i decreti attuativi nei limiti delle risorse disponibili, dovrà essere progressivo in base alla situazione economica del nucleo definita tramite Isee (l’indicatore calcolato dall’Inps in base a diversi parametri, anche patrimoniali), sarà compatibile con altri assegni regionali o locali e con il reddito di cittadinanza. In quest’ultimo caso, però, in fase di attuazione bisognerà definire in che modo dovranno interagire i due contributi, uno di sostegno alle famiglie con figli l’altro di contrasto alla povertà.

2) Come calcolare l’assegno unico e quali sono i requisiti?

In base alle linee guida della legge delega, l’assegno unico sarà quindi così strutturato: una quota fissa per ogni figlio a carico e una quota variabile in base all’Isee del nucleo familiare. Attualmente la definizione di “figlio a carico”, quella finora utilizzata per le detrazioni fiscali, prevede che il ragazzo non debba avere un reddito lordo superiore ai 4mila euro (o di 2.840,51 euro se maggiore di 24 anni). Sono poi previste, per legge, le seguenti maggiorazioni, la cui entità andrà definita in fase attuativa:

- per i figli successivi al secondo (quindi che va a premiare le famiglie numerose);

- per le madri giovani, con meno di 21 anni;

- tra il 30 e il 50 per cento per i figli disabili under 21, graduata in base alla condizione di disabilità (al compimento del 21esimo anno di età, se il figlio disabile è ancora a carico, il nucleo percepirà ancora l’assegno ma senza maggiorazioni).

Inoltre l’assegno unico per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni avrà un importo inferiore e, su richiesta, potrà essere erogato direttamente al figlio, purché ancora a carico, iscritto ad un percorso di studio (o tirocinio) oppure disoccupato registrato all’Anpal o volontario del servizio civile. È comunque necessaria la cittadinanza italiana o europea, oppure è necessario essere residenti (o domiciliati) in Italia insieme ai figli da almeno due anni anche se non continuativi e titolari di un contratto di lavoro almeno biennale, e in regola con il permesso di soggiorno.

3a) Cosa sostituisce l’assegno unico?

L’entrata in vigore del nuovo assegno unico e universale prevede il superamento e la soppressione di sei misure esistenti, da adottare in sede di esercizio di delega. Le misure attualmente in vigore che verranno meno sono le seguenti.

1b)  Le detrazioni fiscali per i figli a carico, che attualmente non raggiungono i soggetti incapienti ai fini Irpef (cioè i redditi inferiori che hanno un’imposta troppo bassa per fruire dello sconto fiscale). Come annunciato resteranno in vigore solamente, in via transitoria, quelle per i figli over 21 anni, scoperti dall’assegno unico. Dalla soppressione di questa misure si otterrà un risparmio di 7,8 miliardi di euro.

2b) Gli assegni al nucleo familiare per figli minori, destinati ai soli lavoratori dipendenti (non ne beneficiano i lavoratori autonomi), per i quali ogni anno nel mese di luglio va rinnovata la domanda. Gli importi sono modulati in base al numero dei figli e al reddito familiare imponibile. Non conta l’Isee. Il risparmio da questa misura sarà pari a 4,7 miliardi di euro.

3b) Gli assegni al nucleo per le famiglie numerose che viene erogato per 13 mesi a partire dal terzo figlio in caso di Isee inferiore a 8.788,99 euro. Previsto un risparmio pari a 300 milioni di euro.

4b) Le tre misure di sostegno alla natalità, tra cui il bonus bebé, il premio alla nascita per le neo-madri e il fondo natalità per le garanzie su prestiti. Il risparmio in questo caso sarà di 1,3 miliardi di euro

4a) Qual è il budget per finanziare l’assegno unico?

Dal riordino di queste sei misure si ottiene un risparmio annuo complessivo di 12,9 miliardi, che andrà a finanziare l’assegno unico. Questi fondi si andranno a sommare agli stanziamenti approvati con le ultime leggi di Bilancio, confluiti nel «Fondo per l’assegno universale e i servizi alla famiglia», dove si contano circa 3,5 miliardi per il 2021 e 6,5 miliardi a regime a decorrere dal 2022.

5a) Come e quando richiedere l’assegno unico?

In questi giorni gli uffici ministeriali sono al lavoro per capire se la riforma, come annunciato, riuscirà a partire a luglio 2021. Per poter partire quest’anno sono stati stanziati ad hoc 3 miliardi di euro con l’ultima legge di Bilancio e la volontà politica va in questa direzione. Ma i tempi però sono molto stretti e le questioni da definire sono ancora molte e spinose.

Innanzitutto le famiglie beneficiarie sono 7,6 milioni ed è difficile immaginare che tutte riescano a dotarsi dell’Isee entro luglio (su questo i Caf già segnalano di essere in difficoltà: l’indicatore può essere richiesto anche online, in modalità precompilata, ma in questo periodo sono in tanti a richiedere l’Isee corrente attualizzato alla situazione degli ultimi mesi e quest’ultimo lo possono elaborare solo gli operatori).

Inoltre, in base alle prime simulazioni effettuate da Istat e dal gruppo di ricerca Arel, Fondazione E. Gorrieri e Alleanza per l'infanzia, ci si è accorti che è difficile poter garantire 250 euro a figlio e, inoltre, un certo numero di famiglie rischia di prendere meno rispetto a quanto prende oggi in base alle misure esistenti. A tal fine andrebbe inserita una clausola di salvaguardia che tuteli circa 1,35 milioni di nuclei da questo rischio, ma per poterla prevedere mancano le risorse: si stima siano necessari ulteriori circa 800 milioni di euro.

Resta, infine, da definire l’interazione dell’assegno unico con il reddito di cittadinanza, andranno poi aggiornate le piattaforme informatiche dell’Inps al nuovo scopo e bisognerà decidere se i datori di lavoro dovranno continuare a versare il contributo (Cuaf) destinato agli assegni al nucleo familiare oppure se queste risorse (circa 2 miliardi) arriveranno da altrove. Il tutto, poi, dovrà essere inquadrato all’interno dell’annunciata riforma dell’Irpef che impatterà sul fisco familiare. Per tutti questi motivi resta difficile immaginare una partenza a pieno regime nel prossimo mese di luglio e bisognerà continuare a monitorare le fasi dell’attuazione nelle prossime settimane.

IlSole24Ore

Guerra tra Hamas e Israele, ancora razzi da Gaza e raid sulla Striscia.

 

Sono 1.050 i razzi e colpi di mortaio lanciati dalla Striscia contro Israele, ha detto il portavoce militare spiegando che l'85% è stato intercettato mentre circa 200 sono esplosi all'interno della Striscia. In risposta l'esercito ha compiuto oltre 500 attacchi contro obiettivi terroristici di Hamas e Jihad nella Striscia.

nuovi disordini si sono verificati stamani nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, nel corso delle preghiere del mattino, secondo quanto riferito dalla televisione pubblica israeliana: sette palestinesi sono stati arrestati dalla polizia dopo un fitta sassaiola contro gli agenti.

Questi incidenti si sono verificati alla vigilia dell'Id el-Fitr, la festa che conclude il digiuno del Ramadan. In Cisgiordania intanto l'esercito israeliano sta arrestando nelle ultime ore dirigenti locali di Hamas. Retate sono avvenute, secondo i media, a Jenin e a Tubas nel tentativo israeliano di impedire che le violenze palestinesi si estendano anche alla Cisgiordania. A Jenin e a Tubas le operazioni dell'esercito sono state accolte dall'opposizione della popolazione locale. Ci sono feriti.

Un uomo e una ragazza sono morti oggi nella città israeliana di Lod mentre erano in un'auto colpita da un razzo sparato dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito la polizia israeliana. E nel corso di uno degli attacchi di razzi da Gaza su Israele una donna è morta di infarto. Sono in totale 6 le persone morte finora in Israele per i razzi d Gaza.



Il movimento islamista Hamas, al potere a Gaza, ha annunciato oggi il lancio di 210 razzi sul territorio israeliano in risposta agli attacchi su un edificio al centro dell'enclave palestinese.

La Jihad islamica, il secondo più grande gruppo armato palestinese nella Striscia di Gaza, ha annunciato oggi di aver lanciato 100 razzi dall'enclave palestinese nel territorio israeliano.

Due dirigenti militari di Hamas sono stati uccisi stamane a Gaza in un attacco aereo israeliano. Lo ha reso noto il portavoce militare.

In una terza salva di razzi sparati da Gaza nelle ultime ore verso ampie zone nel centro di Israele, Hamas ha cercato di colpire fra l'altro l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Lo riferisce Haaretz.

I combattimenti fra Israele e Hamas hanno elevato la tensione anche in Cisgiordania. Secondo la agenzia di stampa ufficiale Wafa, nel campo profughi al-Fawar (Hebron) ci sono stati scontri fra gli abitanti e reparti dell'esercito, ed un giovane (Hussein al-Titi) è rimasto ucciso.

Il consiglio di sicurezza dell'Onu terrà un incontro urgente oggi sul conflitto in corso tra Israele e palestinesi, su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina. Si tratta del secondo incontro in tre giorni, stando a fonti diplomatiche della Afp. Il primo, tenutosi lunedì, si è concluso senza un comunicato congiunto, secondo le stesse fonti perchè gli Usa ritenevano che commenti pubblici sarebbero stati controproducenti.

La spirale di violenza tra Israele e gli islamisti di Hamas che controllano Gaza si sta "intensificando verso una guerra su vasta scala", ha detto l'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Tor Wennesland, lanciando un appello: "Fermate immediatamente il fuoco".

ANSA

Via loro o via voi. - Marco Travaglio,

 

Per dire com’è ridotta l’informazione, basta questo: per parlare di riforma del processo, Repubblica intervista la senatrice leghista Giulia Bongiorno e La Stampa il deputato e sottosegretario forzista Francesco Paolo Sisto, dimenticandosi di precisare che la prima è l’avvocato di Salvini e il secondo di B.. Come se, ai tempi dei governi B., avessero intervistato Ghedini e Pecorella spacciandoli per giuristi super partes, e non come fabbricanti di leggi su misura dell’illustre cliente (a proposito, senz’alcuna ironia: auguri per la sua salute). Il conflitto d’interessi – disse un giorno Luttazzi – s’è fatto ambiente, atmosfera: tutti ci sguazzano, nessuno lo nota. Ma ci sono tre forze politiche che ne sono al momento immuni: 5Stelle, Pd e Leu. Infatti promettono da sempre una severa legge sul conflitto d’interessi. In attesa di avere la maggioranza per farlo, hanno già un’ottima occasione per praticarla: si rifiutino di sedere al tavolo della ministra Cartabia finché non si saranno alzati Sisto (incredibilmente promosso da Draghi sottosegretario alla Giustizia) e Bongiorno. E, se quelli non si alzano, se ne vadano loro: senza le tre forze giallorosa, la maggioranza non ha i numeri per approvare nulla. Il che non sarebbe un danno, ma un grosso vantaggio. Che riforma della giustizia può uscire da una maggioranza con i partiti di un pregiudicato (FI), di un plurimputato (Lega) e di un indagato in compagnia di genitori, sorella, cognato e cofondatori (Iv)?

Il ricatto della Guardasigilli, fra l’altro, non attacca: non è affatto vero che l’Italia perde i soldi del Recovery se non riforma il processo penale: ogni Paese ha il suo e la Ue non ha alcuna voce in capitolo per metter becco. I soldi del Recovery per la Giustizia non sono subordinati al modello di prescrizione, ma a un piano di assunzioni, digitalizzazione e riorganizzazione già predisposto da Bonafede e plagiato dalla Cartabia copiativa. Se poi si vuole dar retta all’“Europa”, basta leggere gli elogi dell’Ocse alla Spazzacorrotti e i moniti delle Corti Ue contro la vecchia prescrizione: dunque le riforme di Bonafede vanno mantenute, non smantellate. Perché tolgono agli avvocati dei colpevoli e ai magistrati pigri l’interesse ad allungare i tempi per arrivare alla prescrizione, dunque di per sé garantiscono processi più veloci. Invece l’ideona partorita dalla Cartabia (se il processo non termina entro una certa data si estingue, con tanti saluti alle vittime dei reati) riconsegna agli imputati colpevoli il potere di tirare in lungo per darsi l’impunità, quindi di per sé garantisce processi ancora più lunghi. Si spera che chi ha difeso quelle leggi sacrosante fino a sacrificare il Conte-1 e poi il Conte-2 adesso non le baratti con un piatto di lenticchie per tenere in piedi il governo Draghi.

IlFQ

Il governo scarica Mancini: “No incontri politici-007”. - Alessandro Mantovani

 

La prossima volta che vorrà regalare a Matteo Renzi i “babbi” di cioccolato della sua Romagna, Marco Mancini dovrà farsi autorizzare dal direttore del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis), l’organo di coordinamento dei Servizi di cui è caporeparto. A seguito dell’incontro Renzi-Mancini in autogrill, immortalato dalla professoressa che ha girato le immagini a Report, il sottosegretario delegato ai Servizi Franco Gabrielli ha richiamato i direttori del Dis, dell’Aise e dell’Aisi al principio che gli appartenenti all’intelligence possono incontrare parlamentari, giornalisti, magistrati e altre categorie “sensibili” solo per motivi di servizio e con la preventiva autorizzazione del vertice dell’agenzia a cui appartengono.

A Palazzo Chigi ritengono che questa regola rientrasse già nell’obbligo di riservatezza. Però ieri il capo del Dis Gennaro Vecchione, sentito dal comitato parlamentare di controllo sui Servizi (Copasir), avrebbe detto di non essere stato informato da Mancini e che un obbligo specifico non c’era. Ora c’è. Vecchione ha sostanzialmente difeso Mancini. Il governo invece intende evitare che le relazioni tra gli appartenenti ai Servizi e i politici conducano a impropri do ut des. Il Copasir potrebbe convocare Renzi e Mancini. I due si sono incontrati altre volte in passato, l’ha detto il capo di Italia Viva.

La direttiva di Gabrielli è la prima conseguenza del polverone sollevato dalle foto del tête-à-tête, risalenti al 23 dicembre scorso e cioè all’inizio della crisi del governo Conte-2 apertasi anche sulla delega ai Servizi, mentre si discutevano le nomine dei vicedirettori dell’intelligence e Mancini aspirava a un incarico che poi non ha avuto. Secondo fonti qualificate il dirigente del Dis cercava il sostegno di Renzi, ma nessuno ha ascoltato il dialogo. Tranne il saluto a distanza: secondo la professoressa, che non l’ha registrato, Renzi avrebbe detto “sai dove trovarmi” e Mancini “a disposizione”, espressione tipica dei militari. Ex sottufficiale dei carabinieri di riconosciute capacità, Mancini è da decenni nei Servizi ed è stato protagonista di vicende note, dai sequestri di italiani in Medio Oriente all’inchiesta sul rapimento di Abu Omar da parte della Cia e allo spionaggio alla Telecom, da cui è sempre uscito pulito anche grazie al segreto di Stato. Era al Sismi nei primi anni Duemila con Nicolò Pollari, dove c’era Nicola Calipari che si fece uccidere a Baghdad per riportare a casa Giuliana Sgrena del manifesto, ma anche Pio Pompa che faceva dossier su politici, imprenditori e giornalisti. L’impressione è che il suo incarico sia a rischio.

IlFQ

SERVIZI SEGRETI E REPORT. CONTE DÀ UNA LEZIONE A RENZI .

 

Chiede Padellaro:

"Quell’incontro avviene nel momento in cui la pressione di Renzi
sulla sua persona come presidente del Consiglio perché ceda le deleghe dei servizi segreti è al momento più alto.
Qual è la sua valutazione?”,
“Io credo che qualsiasi rappresentante delle istituzioni,
un segretario di partito in questo caso, debba rispondere del suo operato in modo trasparente
Quindi Renzi fa gli incontri che ritiene e anche si vanta degli incontri che fa, però è giusto che risponda in tutte le sedi istituzionali del perché e per come si ritrovi in un’area di servizio con un uomo dell’intelligence con cui lui non avrebbe ragioni istituzionali per avere rapporti”.
Già, perché un conto è essere semplici senatori e un conto è essere il presidente del Consiglio e avere quindi come ruolo ufficiale quello di capo dell’intelligence.
"Diciamo che quando ho incontrato io Mancini non ricordo di averlo incontrato in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria
Avendo avuto responsabilità istituzionali e avendo rispetto delle istituzioni nel mio ruolo di presidente del Consiglio non ho voluto far polemiche.
Se sono stato sobrio, lo voglio dire a tutti i cittadini italiani: mi avete visto molto sobrio e non accettar polemiche perché con una forza che è in maggioranza, ma per due mesi con tutti i suoi esponenti è andata in tv, nei giornali, ecc, io ho pensato che ai cittadini in quel momento le polemiche non interessassero per questo non ho ceduto:
non per debolezza, ma perché ritenevo davvero di rimanere concentrato su quelli che erano i problemi.
Vedo invece che il senatore Renzi, e in questo un po’ lo invidio, è molto più versatile di me perché la mattina ce lo ritroviamo in Arabia a decantare il neorinascimento, spazzando via con un sol colpo tutta la tradizione neorinascimentale italiana, tra l’altro proprio fiorentina,
poi lo vediamo il pomeriggio fermarsi in autogrill,
poi lo vediamo in tutte le tv e in tutte le interviste.
Io so fare solo una cosa, sono meno versatile, so lavorare per gli italiani“.
IO SONO Populista

postato da Mara Colasanti su fb