Non contestiamo, e ci mancherebbe, il diritto di avere posizioni diverse sull'accordo, sul futuro dell'auto e di Pomigliano, sulla opportunità di istituire nuovi turni e persino di rendere più stringenti i controlli in materia di assenteismo, ma quello che proprio non possiamo accettare è che si voglia introdurre una sorta di sospensione del diritto di sciopero, e che su questo punto si voglia persino chiedere ai lavoratori di Pomigliano di votare sì a questa vergogna, aprendo la strada ad analoghi comportamenti in tutti i settori.
"Sarà una eccezione, non si ripeterà, sarà un caso isolato", hanno detto e ripetuto editorialisti pro-Fiat, politici di ogni schieramento, sindacalisti, lo hanno ripetuto tante volte da averci convinto che così non sarà e perché mai dovrebbe esserlo?
Perché non dovrebbe valere per altre aziende? Perché i ministri non dovrebbero sentirsi confortati a cannoneggiare senza tregua gli articoli della Costituzione che tutelano lo sciopero e persino il principio dell’utilità sociale della preminenza del bene pubblico sull'interesse privato?
Non scherziamo, a Pomigliano si sta giocando una partita che ci riguarda tutti e spiace davvero dover constatare che giornali e giornalisti sensibili alla lotta contro il tentativo di mettere loro il bavaglio,facciano finta di non vedere e di non capire cosa stia davvero accadendo da quelle parti.
Se una simile intesa fosse stata proposta al comitato di redazione di uno dei giornali o dei tg che stanno dando in testa a chi osa esprimere il più piccolo dissenso sulla bontà della intesa con la Fiat, le urla sarebbero salite sino al cielo, gli appelli si sarebbero sprecati, ma gli operai non suscitano emozione e si possono oscurare e imbavagliare senza tanti rimpianti, tanto non potranno mai diventare i futuri proprietari dei giornali, dei tg, delle radio.
Per queste ragioni l'associazione articolo 21 ha lanciato una raccolta di firme almeno per far sentire che esistono ancora cittadine e cittadini che non vogliono vedersi sottratti i diritti costituzionali e che odiano non solo il bavaglio che si vuole mettere a loro, ma anche quello che si vuole mettere agli altri, operai, impiegati e precari che siano.
Chi lo condividesse ci dia una mano e farlo girare e farlo firmare.
Giuseppe Giulietti
(20 giugno 2010)
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