mercoledì 30 giugno 2010

Provincia di Salerno, quei 25.000 euro per pagare il premio a Noemi Letizia

La giovane amica abituata a chiamare papi il premier nel 2009 ha ricevbuto il premio "Per il talento che verrà"

La soddisfazione di creare dal nulla un premio per illuminare le nascenti doti artistiche di Noemi Letizia, la ragazza appena maggiorenne che chiama “Papi” Silvio Berlusconi e occupa un posto in primissima fila nel battaglione delle sue pupille, non ha prezzo. Anzi sì, un prezzo ce l’ha. Ed è documentato nelle pieghe del bilancio dell’amministrazione provinciale di Salerno. Per fondare il Valva Film Festival, contenitore dell’indimenticabile premio di fine estate 2009 “Per il talento che verrà” alla 18enne Noemi, la giunta del pidiellino Edmondo Cirielli nel maggio scorso dispose uno stanziamento di 25mila euro per il piccolo comune di Valva, nella Valle del Sele.

I finanziamenti sono serviti a coprire le spese del Premio Villa D’Ayala, un cartellone culturale di pregevole fattura (l’anno scorso, tra gli altri, fu premiato il giornalista
Tito Stagno) all’interno del quale il sindaco Michele Cuozzo volle introdurre il Valva International Short Film Festival. E nel tentativo di ottenere qualche prima pagina, si decise di “inventare” un premio per una ragazza il cui curriculum vantava appena una parte breve e muta in un cortometraggio del regista Carlo Fumo, Scaccomatto, e qualche piccola comparsata in tv locali. Ma Noemi era stata appena travolta da improvvisa fama per la partecipazione del Cavaliere alla festa dei suoi 18 anni in quel di Casoria. Il premio in onore della giovanissima amica di Berlusconi ottenne così la luce dei riflettori e qualche prima pagina. Contabilmente, dei 25.000 euro predisposti per il Premio Villa d’Ayala circa 7.000 furono impiegati solo per il festival cinematografico. Che era alla prima edizione e quest’anno non si sa ancora se verrà bissato.

I dati sui costi del Valva Film Festival sono emersi grazie a un dossier del Pd di Salerno sui presunti sprechi dell’amministrazione provinciale azzurra. “In verità la rassegna cinematografica fu un mezzo fiasco – sostiene il segretario provinciale del Pd
Michele Figliulo, che di Valva fu sindaco in un passato non lontano – perché non si tenne nella bellissima settecentesca Villa D’Ayala per l’opposizione della Soprintendenza. Gli annunciati patrocini della Presidenza della Repubblica, del Senato e del Ministero dei Beni Culturali, vennero meno. Restò solo quello della Provincia di Salerno, il cui presidente Cirielli pochi giorni fa ha scritto che la sua azione amministrativa era tutta a servizio del territorio e a scapito dell’effimero. Ma quella premiazione fu, al contrario, un clamoroso esempio del trionfo del trash e dell’effimero”.

La rassegna stampa, in effetti, non fu trionfale.
Maurizio Barucci, sceneggiatore di Gomorra, dichiarò di essere “rassegnato al trionfo della stupidità”. Emanuele Macaluso si scatenò in un corsivo su Il Mattino ricordando un corso sulla Stupidità appena inaugurato da un College di Los Angeles, e consigliando ai professori statunitensi di mandare i propri studenti a frequentare uno stage a Valva. Diego Da Silva, sempre su Il Mattino, tracciò un interessante confronto tra l’arrivo sobrio e discreto della star hollywoodiana Naomi Watts al Giffoni Film Festival e l’arrivo da diva capricciosa di Noemi a Valva, che rimase asserragliata a lungo in un auto blu prima di concedersi, e solo per pochissimi minuti, ai giornalisti. Scrisse Michele Serra sulla sua rubrica di Repubblica l’Amaca, il 26 agosto 2009: “Se riuscissimo a capire che cosa c’è nella testa di una giuria di paese che decide di premiare Noemi Letizia per il talento che verrà, avremmo finalmente capito che malattia abbiamo, e se c’ è una terapia oppure se è meglio rassegnarsi”. Serra ci offrì anche una risposta: “L’ ipotesi più verosimile è che i premiatori, esattamente come la premiata, siano disposti a qualunque idea o ideuzza pur di attirare un paio di telecamere fin sulla piazza del paese”. Peccato che quell’idea fu realizzata grazie a soldi pubblici. Cioè nostri.



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