giovedì 29 novembre 2012

Corruzione per la riscossione del bollo auto: 15 arresti.


Quindici persone, tra funzionari pubblici e dirigenti di società private che si occupano della riscossione della tassa automobilistica regionale, sono stati arrestati per associazione a delinquere, corruzione, concussione e turbativa d'asta. Gli arresti sono avvenuti in Piemonte, Veneto e Campania.
Secondo l'accusa, le società ottenevano l'appalto per la riscossione delle tasse senza una regolare gara ad evidenza pubblica grazie a funzionari regionali compiacenti. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Torino. Numerose le perquisizioni.
E' stata commissariata la Gec, la società privata alla quale la Regione Piemonte ha affidato la riscossione delle tasse automobilistiche e che è al centro dell'inchiesta dei carabinieri di Torino che oggi ha portato a 15 ordini di custodia cautelare. Il commissario giudiziale è Claudio Giordana. Gec collabora con la Regione sin dal 2002 ma secondo gli inquirenti ha beneficiato, in questo rapporto, di forzature irregolari della normativa. Il procuratore Andrea Beconi, nel corso di una conferenza stampa, ha quantificato il danno per la Regione in circa 20 milioni.
Era un "sistema Piemonte esportato anche in altre Regioni" quello scoperto dai carabinieri a Torino nell'inchiesta sull'affidamento alla società Gec del servizio di riscossione delle tasse automobilistiche. Si stanno anche vagliando episodi che riguardano la Regione Molise.
SPUNTA NOME FIGLIO BOSSI - Spunta il nome di Riccardo Bossi, uno dei figli di Umberto Bossi, pilota di rally, nell'inchiesta. L'ambito è quello delle sponsorizzazioni di Gec, società al centro dell'indagine, nel mondo dei rally: un filone marginale della vicenda che però il gip Giuseppe Salerno, nell'ordine di custodia cautelare, ritiene meriti "sicuro approfondimento". Bossi comunque al momento non risulta indagato.

Nessun commento:

Posta un commento