Quasi duemila euro di spesa annua. 1.815 euro, per la precisione. E’ quanto sborsa la famiglia “tipo” italiana per le bollette energetiche, di gas e luce, in un anno. Lo scrive il Sole 24 Ore, consigliando alcuni portali specializzati del web per scovare le tariffe più convenienti…
Ma si può fare altro. Risparmiando molto, molto di più. Perché non svincolarsi definitivamente dalle tradizionali forniture di luce e gas?Enrico Cappanera, presidente di Energy Resources, lo ha fatto nella sua abitazione, investendo sul fotovoltaico, la geotermia e sul SeS, l’innovativo sistema d’accumulo dell’energia brevettato proprio da Energy Resources. Un investimento, recuperabile in meno di dieci anni grazie agli incentivi, che gli consentirà di risparmiare attorno ai 2.000 euro annui. Senza preoccuparsi più di bollette e rincari energetici. Da consumatore ad auto-produttore della propria energia, preludio della Terza Rivoluzione Industriale teorizzata dall’economista Jeremy Rifkin.
«Le tecnologie esistenti nel campo delle rinnovabili rappresentano un grandissimo passo in avanti verso una reale democrazia energetica – sostiene Cappanera – Operazioni come queste rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità dove sarà la micro-generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta».
Energia a chilometri zero, insomma, autoprodotta, gestita ed utilizzata sul luogo senza nessun intermediario. Riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti fossili. «Credo stia maturando la consapevolezza che l’energia è un bene di tutti e che le tecnologie sono a disposizione delle persone per migliorarne lo stile di vita – rimarca Cappanera – E non per limitare la possibilità di accesso alle risorse. Sapere quanta energia si ha la possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale fra l’altro anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti».
E’ stata infatti inaugurata la prima casa off grid d’Italia che ha definitivamente detto addio al petrolio perché autosufficiente e staccata da luce e gas. È stata realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, ed è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas, a far diventare realtà ciò che fino a poco tempo sembrava impossibile è stata la Energy Resources.
Nell’abitazione si produce energia pulita a impatto e chilometri zero: qui viene prodotta, gestita distribuita e utilizzata, senza la necessità di reti, intermediari o filiere di distribuzione.
“Anche Francesco Del Pizzo, AD di Terna Plus, scommette su un futuro dove i sistemi di accumulo di energia serviranno a stabilizzare la rete elettrica esistente, garantendo la crescita delle rinnovabili. D’altronde Jeremy Rifkin ha basato le sue teorie su cinque pilastri di sviluppo principali dove la micro produzione di energia ed il suo accumulo serviranno ad uscire dall’empasse energetico e dalla crisi economica ed ambientale globale”.
“Quello che fino ad oggi è stato definito consumatore – ha concluso Cappanera – deve trasformarsi finalmente in produttore capace di orientare le proprie scelte in modo consapevole: sapere quanta energia si ha possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti”.
La burocrazia, però, pone paletti e prebende per agevolare le major...del settore.
Infatti:
Caro bollette: svelati i veri costi dell’energia. - Roberta Ragni
I prezzi dei prodotti energetici non dicono tutto circa i costi che le imprese, e i cittadini, devono pagare per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Il dossier presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel corso del Convegno “I Costi dell’ Energia in Italia”, organizzato in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2013, propone per questo di passare da una analisi dei prezzi a una dei veri costi dell’energia, includendo ad esempio i sussidi che in Italia vengono pagati ai combustibili fossili.
Le agevolazioni fiscali di cui usufruiscono le fonti fossili, infatti, a differenze di quelli per le rinnovabili, non rientrano in bolletta e non contribuiscono a formare i prezzi dell’energia, anche se vengono comunque pagati attraverso la fiscalità generale. Questi sussidi non vengono monitorati dal Governo, nonostante siano ingenti: secondo l’OCSE sono 2,1 Mld€/anno su alcuni settore chiave, che salgono secondo il Fondo Monetario Internazionale a 5,3 Mld€/anno includendo altre voci tra cui alcune esternalità.
LE ESTERNALITA’ DELLE FOSSILI- E sono proprio le esternalità l’altra voce importante dei costi nascosti dell’energia, spiega la Fondazione guidata da Edo Ronchi.
Anche in questo caso non esistono studi ufficiali sull’argomento, ma uno studio condotto sulla Germania stima che l’inclusione dei costi esterni, a carico principalmente di nucleare e carbone, farebbe aumentare la bolletta energetica di 40 mld€, con un +40% per una famiglia tipo.
Il Dossier prende anche in esame l’incidenza degli incentivi alle rinnovabili sui prezzi e sui costi dell’energia in Italia analizzando i costi diretti, i costi e i benefici indiretti e le implicazioni sul piano strategico. Per quanto riguarda i costi diretti, gli incentivi alle rinnovabili del settore elettrico (che rappresentano la maggior parte degli incentivi) hanno raggiunto nel 2012 circa 10 milardi di Euro, il 16-17% della bolletta elettrica nazionale. E indovinate? Questi ultimi hanno inciso sull’aumento del prezzo del kWh degli ultimi anni solo per il 33%, mentre per il 57% questo è stato causato dall’aumento dei prezzi dei fossili.
I BENEFICI INDIRETTI DELLE RINNOVABILI- Sul piano dei costi e dei benefici indiretti il saldo economico è senz’ altro positivo. Tra i benefici da ascrivere alle rinnovabili c’è, infatti, la riduzione del prezzo medio orario dell’ energia elettrica (a maggio si è quasi dimezzato tra il 2006 e il 2012) e la creazione di ricchezza e occupazione nazionale (su 1000 euro spesi sulle rinnovabili ne rimangono in Italia 500-900, mentre su 1000 euro investiti sulla produzione elettrica da gas ne restano sul territorio nazionale 200, il resto va alle economie straniere). Per non parlare poi del lato ambientale: 70Mt di CO2 risparmiata ogni anno e un minore inquinamento atmosferico.
“Il settore energetico è nel pieno di una trasformazione epocale, e se come Paese non saremo in grado di comprenderne a pieno tutte le implicazioni e operare le scelte più giuste, rischieremo alla fine di pagare un conto molto alto. – afferma Andrea Barbabella, responsabile Energia per la Fondazione – Quello dei costi dell’energia è un tema strategico che va affrontato seriamente, anche perché tali costi sono molto probabilmente destinati a crescere e a incidere sempre di più sulla nostra economia. Guardare solo ai prezzi dei prodotti energetici è fuorviante, e i risultati di una analisi esaustiva sui veri costi dell’energia potrebbe fornire una rappresentazione molto diversa da quella usuale, con una situazione per l’Italia molto migliore di quanto generalmente si pensi“.
RIDURRE LA DIPENDENZA DALLE FOSSILI- Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, quello energetico “è uno dei settori produttivi più importanti a livello nazionale, con un giro d’affari, in crescita, attorno al 20% del PIL e quasi mezzo milione di posti di lavoro creati. Renderlo più efficiente dal punto di vista economico riducendo i costi dell’energia per il Paese richiederà, ad esempio, di intervenire sul mix energetico riducendo la dipendenza dai fossili che, negli ultimi vent’anni, è già costata al Paese 45 Mld€ in più, tutti soldi dati all’estero, e che se non affrontata potrebbe portare a un ulteriore aumento della fattura nazionale dell’import nei prossimi vent’anni da 3 a 12 Mld€“. Come si difenderanno ora i produttori di energia da fonti fossili?
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