L’icona della sinistra mondiale, Barack Obama, arriva oggi a Roma ad incassare l’appoggio di Renzi e del Governo italiano alle sanzioni contro la Russia.
In cambio, Renzi, da buon proconsole, potrà esibire, in un‘atmosfera da "Grande Bellezza" romana, con tanto di repulisti del Colosseo per l’occasione, la grande stima ed amicizia che lo lega all’”Imperatore”.
Una sceneggiata da quattro soldi, che oltre a farci precipitare nel solito ridicolo cliché italiota, già visto in tanti film americani girati su Roma occupata negli anni cinquanta, si consumerà tra imponenti misure di sicurezza da sventolare sui TG nazionali e tanto di passeggiata archeologica e blocco della città.
Il feeling di servilismo che lega la sinistra italiana e gli americani data oltre mezzo secolo e neppure gli epigoni del PCI, come Renzi, riescono ad affrancarsene :in questo caso, con un pizzico di cialtronaggine in più fornita dai tempi.
L’Obama de’ noantri appoggerà senz’altro la politica antirussa degli americani e potrà sfoggiare i “brillanti “risultati di politica interna da lui raggiunti in poco tempo: ovviamente, tutte cose di cui agli americani non frega nulla.
Il succo della missione di Obama in Belgio, Olanda e Italia, “paesi minori” nello scacchiere europeo, è quello di isolare i refrattari tedeschi, poco inclini ad alzare la voce con Putin, sulla questione ucraina, per mille buoni motivi, a cominciare da quello energetico.
Hollande e lo sfiatato partito socialista francese, dal canto suo, non hanno oggi la forza politica di promuovere alcunché, soprattutto dopo la batosta alle recenti amministrative e quindi quale migliore occasione per Obama di vellicare i bassi istinti dei paesi che non contano nulla , per dividere ulteriormente il recalcitrante e confuso scacchiere europeo?
Dopo aver considerato il dossier Europa, poco interessante negli equilibri mondiali, oggi, dopo il riavvicinamento tra Cina e Russia, suggellato dal secco No di entrambi al Trattato dell’Aja, sulla regolamentazione degli arsenali nucleari, la strategia americana, ha rimesso al centro l’attenzione verso l’Europa, cercando di indebolirne l’asse portante, la Germania, attraverso l’utilizzo degli “utili idioti” come Renzi.
Non a caso, Renzi, nelle scorse settimane si è proposto, ad uso e consumo interno, come alfiere di una nuova partnership con la Merkel e con l’Unione Europea, giocando abilmente sulla non sudditanza nei loro confronti, ma su un preteso rapporto di parità, finora più formale che sostanziale.
In questo modo tenta di ottenere due risultati: sul piano interno, di erodere i sentimenti antieuropeisti che covano nel paese ritagliandosi spazi di autonomia di manovra e di scarto rispetto alla UE, per non rischiare un effetto simile a quanto avverrà in molti paesi europei alle elezioni di maggio e sul versante internazionale, di accreditarsi nel ruolo di “guastatore” in funzione antitedesca, permettendo agli USA di ammorbidire la Merkel sui negoziati di libero scambio in corso tra USA ed Unione Europea e soprattutto in materia di posizionamento nei confronti della Russia di Putin.
E ora godetevi il remake di "Vacanze Romane" con Obama al posto di Gregory Peck che visita Roma in lambretta, dietro di lui, invece di Audrey Hepburn con le gambe di lato, immaginate Renzi al suo posto (è dura lo so..) e avrete il quadro della situazione.
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