Il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi.
Inaccettabile l'avvio di una campagna di nazionalizzazioni dopo aver indotto le aziende a iperindebitarsi' ha detto al consiglio di confindustria. Scelti i vicepresidenti.
"Un conto è chiedere un freno alla corresponsione dei dividendi, altro e del tutto inaccettabile è avviare una campagna di nazionalizzazioni dopo aver indotto le imprese ad iperindebitarsi": il presidente designato Carlo Bonomi, parlando al Consiglio generale di Confindustria, avverte "La tentazione di una nuova stagione di nazionalizzazioni è errata nei presupposti e assai rischiosa nelle conseguenze, sottraendo risorse preziose alle aziende per soli fini elettorali".
"Stiamo andando verso una riapertura delle attività economiche purtroppo caratterizzata da un caotico susseguirsi di misure incerte e contraddittorie". Il presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi, lo ha sottolineato parlando a porte chiuse agli industriali riuniti, oggi, in videoconferenza per il consiglio generale di via dell'Astronomia. Emerge da un audio trapelato dalla riunione e pubblicato dal sito Affari Italiani. "Sono personalmente stupefatto che nel 'dpcm riaperture' non ci sia alcun metodo di massa di tracciamento dei contatti finalizzato ad una diagnostica precoce da parte delle sanità regionali". E "l'app immuni non risulta collegata e validata da sanità centrali e regionali", dice Bonomi, che avverte: "Non c'è un Paese democratico al mondo che va verso il terzo mese di misure restrittive senza aver adottato un preciso metodo di raccolta dati epidemiologici e di concentrazione degli interventi sanitari territoriali". Poi aggiunge: "Dobbiamo batterci perché tra pochi giorni sia assicurata la tenuta del trasporto pubblico locale poiché le misure adottate appaiono difficilmente conciliabili con l'intensità dei flussi nelle grandi conurbazioni dove recarsi al lavoro non è possibile massivamente con mezzi privati". E "anche la chiusura persistente delle scuole è un enorme problema che impatta sulla serenità dei nostri collaboratori, sulla conciliazione del lavoro". "Il Governo agevoli quel confronto leale e necessario in ogni impresa per ridefinire dal basso turni, orari di lavoro, numero giorni di lavoro settimanale e di settimane in questo 2020", "da definire in ogni impresa e settore al di là delle norme contrattuali", dice il presidente designato, Carlo Bonomi. "Senza questo sforzo collettivo la ripresa resta sotto ipoteca. E' impossibile pensare di perdere lì8/10%, del pil e che dopo due mesi possa tutto ritornare come disposto dai contratti vigenti".
"Le scelte che ci attendono sono da togliere il respiro. Chiedono una dedizione integrale e il meglio delle risorse intellettuali e morali". Il presidente designato Carlo Bonomi parla agli industriali riuniti a porte chiuse per il Consiglio Generale di via Confindustria e dice: "Per questo dobbiamo metterci rapidamente al lavoro perché entro l'estate sia pronto un grande piano Italia 2030-2050. Un grande libro bianco di medio periodo degli obiettivi dell'industria e della crescita dell'Italia.
Bonomi ha scelto i suoi vice. Nella squadra dei vicepresidenti, 13 in tutto, entrano Luigi Gubitosi, Maurizio Stirpe, Maria Cristina Piovesana, Emanuele Orsini, Barbara Beltrame, Giovanni Brugnoli, Francesco De Santis, Alberto Marenghi, Maurizio Marchesini, Natale Mazzuca. Si aggiungono i tre vicepresidenti 'di diritto': Carlo Robiglio, Alessio Rossi, Vito Grassi.
"Un conto è chiedere un freno alla corresponsione dei dividendi, altro e del tutto inaccettabile è avviare una campagna di nazionalizzazioni dopo aver indotto le imprese ad iperindebitarsi".
E chi sarebbe stato il farabutto che ha indotto le imprese ad iperindebitarsi?
Ah! Capisco, il coronavirus che ha una sua personalità materiale, quindi agisce...
Io sarei favorevole ad una nazionalizzazione, invece, perché eviterebbe a voi di speculare su tutto spendendo meno per guadagnare di più e di creare, conseguentemente, le basi per il verificarsi dei disastri ai quali ci avete fatto assistere inerti, e che abbiamo dovuto pagare in termini di vite e di denaro, anche se a pagare sareste dovuti essere voi in termini penali e pecuniari.
Cetta.
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