venerdì 10 aprile 2020

Roby Festa 6 aprile alle ore 11:13

Sulla soglia dell'eternità' di van Gogh, la disperazione di vivere ...

Il 3 marzo chiamo il 112 perché mia madre ha febbre alta (39.5)e tosse fortissima. Viene dimessa lo stesso giorno dal pronto soccorso di Chiari. Diagnosi: polmonite, ma il tampone non le viene fatto in quanto “non è Covid”. La curo a mani nude, fidandomi dei medici, più esperti di me. Due giorni dopo trovo mio papà svenuto in bagno, con una pozza di sangue sotto la testa. Penso a un problema di glicemia, chiamo di nuovo il 112 ma non essendosi rotto niente non lo faccio ricoverare (non sia mai che prenda il covid in ospedale). La mamma intanto non migliora. Il mio compagno resta a dormire qui dai miei, per darmi sostegno. Il papà inizia a tossire con tosse secca. La mamma nel frattempo peggiora al punto che chiamo di nuovo il 112. La ricoverano e le fanno, stavolta, il tampone. Ovviamente è positiva. A Marco viene febbre, 38.5 per tre gg, con tosse e raffreddore. A me poche linee. Decido di portare mio papà a fare rx. Decido io, non un medico. Ha la polmonite e la febbre. Tutti e tre perdiamo il gusto e l’olfatto. Tutti mi sconsigliano di far portare il papà al pronto soccorso. Dopotutto respira ancora bene. Il numero verde della regione è gestito da impiegati di 12 anni. Litigo con l’ATS perché mi vogliono togliere la quarantena dopo 14 gg dal contatto con mia mamma, spiegando che sto vivendo col papà. Me la rimettono allora per altri 14 gg, ma perché gliel’ho detto io. Per telefono. Riesco a far venire l’unico santo medico che visita ad Orzinuovi, Micheli, che pubblicamente ringrazio e che non è il nostro medico di base. La decisione viene completamente demandata a me, sento medici del Civile, tramite mio fratello ho contatti con una virologa dello Spallanzani. Mi prendo l’enorme responsabilità di curarlo a casa, con le ovvie conseguenze che qualora fosse peggiorato avrei avuto sulla coscienza questa decisione per il resto della mia vita. Non ci hanno mai fatto un tampone, nonostante le mie continue richieste. “Dovete contare 14 gg da che siete asintomatici,se peggiora chiamate il 112”. Quando mia madre è morta non ci siamo potuti nemmeno abbracciare tra di noi, perché psicologicamente il timore di nuocere (perché questo succede, temi di nuocere agli altri) era più forte del desiderio di conforto.
Ecco perché non trovo ancora le parole per ricordare mia madre, che se ne è andata sola e spaventata in un cazzo di ospedale dove il secondo antivirale è arrivato dopo un’altra settimana, perché mancava.
Mia madre che non ho ancora sepolto.
Perché sono arrabbiata.
Perché la Regione Lombardia ha gestito di merda la situazione e lo dico con cognizione di causa, perché ho amici in diverse regioni e mi sto confrontando.
Perché so di dirigenti di fondazioni trovati a farsi fare di nascosto i tamponi.
Perché si parla tanto di Roma ladrona, ma l’incapacità gestionale, il populismo e la propaganda emergono in questi casi: quando i sindaci delle città più colpite ti chiedono aiuto con domande dirette (perché non vengono fatti i tamponi ai famigliari dei pazienti covid? Perché non partiamo con le analisi sierologiche come tante altre regioni? dove sono le mascherine? Perché non c’è un servizio di assistenza medica domiciliare come in altre regioni?) viene risposto che è polemica politica.
È una pandemia, mai successa prima, tutti sono alla sbaraglio, ok, ma ieri mi sono guardata un’ora intera di conferenza della World Health Organization e questo diceva il direttore generale (si, l’ho trascritto) “The best way for countries to end restrictions is to attack the virus with the aggressive and comprehensive package of measures that we have spoken about many times before: find, test, isolate and treat every case and trace every contact.” Trovare i sospetti, testarli, isolarli e curarli.
Se non vengono rispettate le disposizioni mondiali, ma andiamo avanti a clientelismi, non ne usciremo mai da questo incubo.
Oltre a tutti gli amici e amiche che ho sentito sempre vicini, ringrazio i medici che mi hanno aiutata e stanno aiutando grazie a Micheli, Lucio Scroffi, Francesca Angelini, Claudia dello Spallanzani, Diego Pezzola, Rosario, Carlo Lombardi, la Croce verde di Orzinuovi e Andrea Ferretti, il mio medico di base d.ssa Salvaderi che mi sta facendo tutte le ricette e che comunque mi chiama sempre, ma voglio ringraziare particolarmente una persona, un’amica piccolina ma dal cuore grande grande, un’infermiera che mi è stata vicino, mi ha dato costanti consigli, mi ha fatto prendere il saturimetro subito (me lo sognerò di notte), è volata a casa mia (con i rischi del caso)quando pensavo mia mamma morisse soffocata per causa mia (era andata di traverso una pastiglia), ha gestito tutte le mie crisi di panico e soprattutto quando mia mamma è stata ricoverata mi ha obbligata a chiamare l’ospedale per andare a salutarla (mi avevano già detto che era gravissima). Grazie a Carolina le ho potuto almeno dire addio, non lo dimenticherò mai. Avere un’amica infermiera è stata la mia fortuna più grande, nella sfortuna.
Scusate se sono stata lunga, ma era un mese che tenevo tutto dentro, ma vedere il video delle Iene dove uno dei loro giornalisti dichiara di essere ancora positivo dopo un mese mi ha fatta sbiellare.
Se volete condividerlo fate pure, in modo che sia noto ai più come noi famiglie siamo state abbandonate.


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