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giovedì 14 novembre 2019

ANSA.it Lombardia Tangenti: Gdf arresta Lara Comi Tangenti: Gdf arresta Lara Comi.



Ai domiciliari come ad supermercati Tigros. In carcere dg Afol.


Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l'ex eurodeputata di FI Lara Comi, l'ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). In un filone dell'indagine 'Mensa dei Poveri' l'ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

"Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all'incameramento di finanziamento illeciti". E' scritto nel'ordinanza di custodia cautelare che ha portato l'ex europarlamentare agli arresti domiciliari.

"Dall'esame degli elementi indiziari (...) emerge la peculiare abilità che l'indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre" dal ruolo pubblico "di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità". Lo scrive il gip di Milan Raffaella Mascarino nell'ordinanza di arresto per l'ex europarlamentare e altri due.

Intercettazioni in cui Nino Caianiello, presunto "burattinaio" del sistema di mazzette, finanziamenti illeciti, nomine e appalti pilotati, la insultava anche dandole della "cretina" e poi verbali di indagati, tra cui anche quello del suo ex addetto stampa, che la tiravano in ballo. C'era già questo ed altro su Lara Comi negli atti della maxi inchiesta milanese 'Mensa dei poveri' che oggi, con nuovi sviluppi anche basati proprio sui verbali del "grande manovratore" che da tempo sta collaborando coi pm, hanno portato all'arresto dell'ormai ex eurodeputata, oltre a quello dell'ad di Tigros Paolo Orrigoni e del dg di Afol Giuseppe Zingale. "Veniamo sulle due cose, uno questa cretina della Lara a che punto stiamo? (Lara Comi, ndr) perché io la vedo stasera, così gli faccio lo shampoo", diceva Caianiello, intercettato il 29 novembre 2018, parlando con Zingale che gli rispondeva: "il 17 già liquidato, 21 gli ho fatto il contratto".

L'operazione è un nuovo filone della maxi indagine che il 7 maggio portò a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell'ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo 'azzurro' Fabio Altitonante e dell'allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella. Sono state proprio le dichiarazioni ai pm di Caianiello, presunto "burattinaio" del sistema e interrogato molte volte nei mesi scorsi, a confermare un quadro accusatorio già emerso dai primi racconti di imprenditori e indagati in Procura dopo il blitz. Lara Comi risponde di tre vicende. La prima riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure (Savona), da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, "dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale", come riportato negli atti depositati nella tranche principale. Circostanza messa a verbale da Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice dell'ex eurodeputata in un interrogatorio del 14 maggio: "Il 15 dicembre 2018 mi arrivò un messaggio di Lara Comi (...) mi scriveva 'Zingale vorrà un regalo di Natale'". E aggiunse : "Mi parlò della necessità di pagare in vista dell'estensione dell'incarico una cifra di 10 mila euro a Zingale". L'esponente di FI è accusata anche di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31 mila euro dall'industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento sarebbe stato effettuato in vista delle ultime elezioni europee e per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web dal titolo "Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè". Nel terzo episodio (truffa aggravata al Parlamento europeo) è coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti, che collaborava con Comi come addetto stampa, con compenso di mille euro al mese, rimborsati dall'Europarlamento. Interrogato dai pm ha dichiarato di avere ricevuto un aumento a tremila euro, con l'obbligo di restituirne duemila a FI per pagare le spese della sede che Comi non pagava. Di Orrigoni, infine, ex candidato sindaco di Varese, ha invece parlato l'imprenditore Pietro Tonetti. Ha raccontato che, d'intesa con lui, Orrigoni avrebbe versato l'anticipo di 50mila euro della presunta tangente, mascherata sotto forma di incarico a uno studio di ingegneristica, per ottenere la variante di destinazione d'uso di un terreno a Gallarate su cui aprire un nuovo punto vendita Tigros.

venerdì 10 maggio 2019

Ascoltata in Procura l’ex di Salvini. Caianiello: “Insisteva sulle nomine”. - GRAZIA LONGO



Giulia Martinelli sentita come testimone. Nel mirino dei pm anche le consulenze alla forzista Lara Comi.
Venti di bufera giudiziaria sempre più forti sia su Forza Italia, sia sulla Lega. Giulia Martinelli, avvocato, leghista doc, ma soprattutto ex compagna del vicepremier Matteo Salvini, dal quale ha avuto una figlia, è stata interrogata ieri in Procura. La potente capo della segreteria del governatore Attilio Fontana, avrebbe contribuito a mediare per far ottenere a Luca Marsico la consulenza per cui il presidente della Regione è stato indagato per abuso d’ufficio.
E così il capo della Dda Alessandra Dolci e i suoi collaboratori hanno voluto sentirla nell’ambito dell’inchiesta sulla nuova Tangentopoli che ha portato alla custodia cautelare di 43 persone, di cui 12 in carcere. Al centro delle domande alla volitiva Martinelli, che al Pirellone chiamano sommessamente «la zarina», l’intero «pacchetto» Marsico. Che comprende la consulenza da 11.500 euro all’anno più un gettone di presenza occasionale da 185 euro come componente esterno del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Ma anche un incarico da 8 mila euro ottenuto da Trenord per «revisione e procedure di audit» di ferrovie Nord Milano, su cui i magistrati vogliono far luce.
L’ex compagna del ministro dell’Interno non risulta indagata, il suo nome compare anche nelle intercettazioni riportate nelle carte dell’inchiesta. La tira in ballo l’ex coordinatore azzurro di Varese Nino Caianiello, arrestato martedì mattina, ritenuto il dominus, il «burattinaio» della corruzione messa in atto per truccare appalti pubblici. In una conversazione all’Haus Garden Cafè con Roberto Leonardi, gli racconta che «del golpe di Marsico, della sua nomina» è stata informata «Martinelli, che è la responsabile... la moglie di Salvini, che rompe il c....».
Caianiello non è certo gentile con le donne. In un altra intercettazione, infatti, dà della «cretina» a Lara Comi. L’eurodeputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia di Varese (candidata alle prossime Europee) è finita sotto l’attenzione della procura di Milano per una consulenza da 38 mila euro ottenuta da una società riconducibile a se stessa, proprio attraverso Caiarello, il «Jurassic park» di Forza Italia. Nelle oltre 1.200 pagine della richiesta dei pm si legge infatti dei «contratti di consulenza da parte dell’ente Afol città metropolitana» per un «totale di 38.000 euro» destinati alla società riferita alla Comi.
La cifra di 38 mila euro sarebbe peraltro una quota «preliminare» al «conferimento di un più ampio incarico che può arrivare alla totale cifra di 80.000 euro». Ma Lara Comi smentisce ogni coinvolgimento: «La mia unica società di comunicazione è la Premium Consulting regolarmente denunciata all’interno della Dichiarazione di interessi finanziari dei deputati lettera D, a norma del Regolamento europeo è consultabile pubblicamente. E che non ha nulla da spartire con le consulenze sotto inchiesta e non ve n’è nessun’altra a me riconducibile».
Su di lei Caianiello, intercettato, diceva: «Veniamo sulle due cose, Uno questa cretina della Lara a che punto stiamo? Perché io la vedo stasera così le faccio lo shampoo».
E dire che era stato proprio il «vampiro» a sponsorizzarla. Come si evince dal verbale dell’interrogatorio di una donna a cui gli inquirenti chiedono: «Danilo Rivolta (ex sindaco di Lonate Pozzolo arrestato nel 2016, ndr) ha riferito che, attualmente, pur non ricoprendo alcun incarico, Caianiello sceglie tutte le cariche pubbliche in quota Forza Italia nei comuni di Gallarate e Busto Arsizio. Conferma?».
Ecco la risposta: «Sì, ad esempio le nomine delle società partecipate dai predetti comuni quali l’Agesp, la Prealpi servizi e la Amsc e Seprio e le candidature dei maggiori politici della zona come ad esempio Lara Comi».