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venerdì 26 settembre 2014

Riforma giustizia, Napolitano: “Non più rinviabile per rilanciare l’economia”.

Riforma giustizia, Napolitano: “Non più rinviabile per rilanciare l’economia”

Il capo dello Stato, nel giorno in cui il Tribunale di Palermo fa sapere che dovrà testimoniare al processo sulla Trattativa, ritorna a chiedere alla politica l'impegno di portare avanti il progetto di riforma del sistema giudiziario. Oltre alla "coincidenza" della decisione dei giudici di Palermo - che ritengono il suo intervento non irrilevante - è la spiegazione del Quirinale che però sorprende: "Questo è ormai un nodo essenziale da sciogliere per ridare competitività all’economia."

Ci sono ormai “nuove ragioni di attualità e non rinviabilità dei problemi di riforma della giustizia”. Il presidente Giorgio Napolitano, nel giorno in cui il Tribunale di Palermo fa sapere che dovrà testimoniare al processo sulla Trattativa, ritorna a chiedere alla politica l’impegno di portare avanti il progetto di riforma del sistema giudiziario, fermo allo stato ai dieci punti del governo Renzi. E lo fa davanti al Csm, alla cerimonia di commiato del Consiglio superiore della magistratura, per cui il Parlamento ha fatto fatica a eleggere i membri laici. 
Oltre alla “coincidenza” della decisione dei giudici di Palermo – che ritengono il suo intervento “non irrilevante” - è la spiegazione del Quirinale che però sorprende: “Questo è ormai un nodo essenziale da sciogliere per ridare competitività all’economiaAl Parlamento è affidato l’impegno di restituire efficienza ad una macchina giudiziaria lenta e caotica, il cui funzionamento è largamente insoddisfacente”. Insomma la giustizia va riformata non perché i processi durano anni, i detenuti in alcuni casi vivono in condizioni disumane, il Parlamento è incapace di introdurre il reato di autoriciclaggio nel codice penale e il testo proposto esclude di fatto evasori e truffatori, ma perché così si rilancia l’economia. 
“Le esigenze di corretto, lineare, spedito funzionamento del sistema giudiziario sono apparse e – rimarca il capo dello Stato che ai giudici di Palermo ha fatto sapere che riguarda alla sua deposizione ’che c’è un nodo da sciogliere’ - appaiano vitali al fine di dare le certezze e le garanzie di cui ha indispensabile bisogno lo sviluppo dell’attività economica e dell’occupazione, lo sviluppo di iniziative e progetti di investimento da parte di operatori pubblici e privati, italiani e stranieri. Questo è ormai un nodo essenziale da sciogliere per ridare dinamismo e competitività all’economia italiana”. Eppure per gli esperti di diritto, come per la corte dei Conti, sono i reati come l’evasione, la truffa, il riciclaggio e la corruzione sistemica a danneggiare l’economia italiana
Il presidente poi ritorna sulla faticosissima elezione dei componenti laici del Consiglio superiore della magistratura: “Il Csm, nella sua componente togata, non è un assemblaggio di correnti”. Per cui sono dannosi “estenuanti, impropri negoziati nella ricerca di compromessi e malsani bilanciamenti tra correnti” prosegue il Quirinale ricordano il pantano in cui si è ritrovato il Parlamento prima di riuscire a eleggere i componenti laiciRicordando il dibattito svoltosi nell’assemblea costituente, Napolitano ha sottolineato che “gli eletti del Parlamento e il vicepresidente del Csm scelto tra questi, valevano a ‘riallacciare’ – così si espresse il presidente Ruini- l’organo di autogoverno della magistratura ‘alla fonte popolare, ovvero alla rappresentanza generale della volontà popolare”.
“Di ciò – afferma ancora Napolitano – sono stati ben consapevoli, posso dirlo sulla base dell’esperienza da me vissuta nella nascita di due consiliature prima di questa che oggi vede la luce, i togati membri del Csm nel concorrere in piena libertà e autonomia, alla scelta del vicepresidente. E penso che negli ultimi quattro anni l’onorevole Vietti abbia ben corrisposto a tale consapevolezza, grazie alla sua complessiva esperienza politico-istituzionale”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/25/riforma-giustizia-il-presidente-napolitano-non-piu-rinviabile/1133391/

Presidente, invece di auspicare la riforma della giustizia ad uso personale, auspichi uno snellimento delle leggi che voi avere creato in contrasto tra loro, auspichi uno snellimento delle procedure, un aumento del personale e, mi perdoni, non è la riforma della giustizie a favorire un rilancio dell'economia, è ben altro.