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sabato 1 febbraio 2020

Crac Pop Bari: «Vieni con una copia pulita, c'è un socio che deve vedere il bilancio.»

Il tribunale di Bari: stop all'assemblea della Pop-Bari

Azionisti irrimediabilmente prigionieri delle condizioni della banca.

BARI - «Vedi di venire con una copia pulita che c'ho quella... che c'è un socio che deve vedere il bilancio e quindi portala...». E’ il contenuto di una intercettazione tra due dirigenti della Banca Popolare di Bari, Gianni Milella e Elia Circelli, entrambi indagati e il secondo arrestato ieri con gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini nell’ambito dell’indagine della Procura sul dissesto dell’istituto di credito barese. 

Dalle indagini sul dissesto della Banca Popolare di Bari, che ieri ha portato anche all’arresto dell’ex patron della banca Marco Jacobini, del figlio Gianluca, e all’interdizione dell’ex ad Vincenzo De Bustis Figarola, emerge «la volontà del Cda della BpB di escludere del tutto la liquidazione delle azioni in favore dei soci recedenti con fondi propri, lasciandoli irrimediabilmente prigionieri dei loro titoli clamorosamente svalutati». E’ quanto è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare.

Nel provvedimento cautelare si evidenzia che gli stessi azionisti erano prigionieri anche "delle condizioni economiche della Banca Popolare di Bari che, stando alle indicazioni contabili, non sarebbe stata in grado di fare fronte alle richieste di recesso e liquidazione delle azioni se non pregiudicando la stessa stabilità patrimoniale». Tutto ciò accadeva - si evidenzia - «nella piena consapevolezza del Consiglio di Amministrazione» già nel 2016.

«La bufera giudiziaria che ha travolto i vertici della Banca Popolare di Bari apre nuovi fronti di tutela per i risparmiatori coinvolti in questa ennesima vicenda di risparmio tradito». Lo dichiara l’avvocato Emilio Graziuso, responsabile del Coordinamento istituito dalla Confconsumatori e dall’Associazione Nazionale 'Dalla Parte del Consumatorè che assiste alcuni risparmiatori e azionisti dell’istituto di credito barese, commissariato a dicembre.

Per il legale, i reati contestati dalla Procura, «sono molto importanti ed avranno una notevole ricaduta anche sui processi civili instaurati e da instaurare» nei confronti della banca e, "qualora accertati, confermerebbe la tesi dell’assoluta inconsapevolezza dei risparmiatori, e non certo per loro responsabilità, al momento dell’acquisto dei titoli, circa la situazione economica, sulla solvibilità e solidità della banca e, di conseguenza, in merito all’affidabilità dei titoli, alla natura ed al rischio degli stessi ed al recupero delle somme investite».

Le dichiarazioni di De Bustis.
C'è un’intercettazione dalla quale emerge che l’allora Dg di BpB, Vincenzo De Bustis Figarola, sapeva che i dati della banca erano truccati. E’ del 13 novembre 2013. De Bustis parla con Luca Sabetta, dirigente assunto il 21 ottobre 2013. «In un’azienda come questa - dice De Bustis - dove tutto è truccato, i dati delle filiali sono truccati, cioè, io mi sono fatto portare..., avevo capito, mi sono messo a analizzarli, sono truccati, è stato tutto inutile, allora le filiali fanno più commissioni del totale dell’istituto!».

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/bari/1202636/crac-pop-bari-vieni-con-una-copia-pulita-c-e-un-socio-che-deve-vedere-il-bilancio.html

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martedì 17 dicembre 2019

Popolare di Bari, Bankitalia sotto accusa ora si difende: "Ecco cosa è successo nelle ispezioni"



Banca Popolare di Bari Banco

La politica in pressione sui tecnici di Palazzo Koch per la presunta mancata vigilanza. E loro si difendono con un dossier.

Il quasi crac della Popolare di Bari ha riacceso le polemiche attorno a Bankitalia e alle ispezioni che non avrebbero fatto capire il reale stato patrimoniale dell'istituto pugliese. La politica mette sotto accusa i tecnici di Palazzo Koch i quali, dopo quasi tre giorni, decidono di mettere nero su bianco quanto accaduto negli scorsi mesi. in un ampio dossier vengono messi in chiaro i diversi passaggi che hanno portato al commissariamento della Popolare di Bari: dalle ispezioni finite con valutazione "parzialmente sfavorevole" ai provvedimenti adottati, dalla vicenda Tercas fino ai richiami ai vertici e la richiesta di dimissioni. Ecco la versione di Bankitalia.

NEL 2010, I PRIMI RILIEVI. La banca d'Italia segnala una prima ispezione con esito "parzialmente sfavorevole" nel 2010. Si parla di carenze organizzative e sui controlli interni. L'esigenza di rafforzare i presidi sui "rischi di liquidità e compliance" vengono rilevati anche nel 2011-12, con la richiesta di un'indagine sull'Audit interno. Nel 2013 si registrano invece progressi ma anche "il permanere di alcune aree di debolezza". Vengono adottati provvedimenti restrittivi.


Pop. Bari, lo schema di salvataggio del governo
Pop. Bari, Lo schema di salvataggio del Governo.

DAL 2014, L'ACQUISTO DI TERCAS. Nel luglio "la Banca d'Italia autorizza Bpb ad acquisire il controllo di Banca Tercas". E' questa l'accusa che molti muovono a Via Nazionale che nel dossier spiega che l'obiettivo era quello di "salvaguardare i depositanti e rilanciare il piccolo istituto abruzzese", ma anche quello di creare una dorsale adriatica creditizia. Viene anche fatta una due diligence. L'operazione prevede un contributo del fondo interbancario da 330 milioni. Ma l'intervento viene poi contestato (primavera 2015) dall'antitrust della Commissione Europea "per la sua presunta configurabilità come aiuto di Stato". L'intervento viene sostituito ma "si ritardano i tempi di integrazione "con significative conseguenze negative sulla attività di entrambi gli istituti". Poi "solo nel 2019 il Tribunale dell'Unione annulla la decisione UE sugli aiuti a Banca Tercas". La Commissione europea si appella.

LE DIFFICOLTA' PATRIMONIALI. I destini della Popolare di Bari si intrecciano con la riforma delle banche popolari. L'assemblea dei soci delibera la riduzione da 9,53 a 7,5 euro il valore delle azioni. "Ne seguono un malcontento della base sociale e richieste di vendita di azioni", registra Bankitalia. Nel 2016 ci sono indagini su queste nuove azioni e altri controlli "mirati ai profili di adeguatezza patrimoniale e del credito". Via nazionale segnala una non piena adeguatezza degli organi dell'istituto per "affrontare le accresciute complessità" anche legate all'acquisto di Tercas. Scattano anche segnalazioni alla Consob su alcuni aspetti che verranno poi multati per 2 milioni.


Pop. Bari, i numeri dellʼistituto in crisi
Pop Bari, i numeri dell'istituto in crisi.

LA RIFORMA DELLE POPOLARI E I TENTATIVI DI AGGREGAZIONE. Le difficoltà dei conti si intrecciano con la riforma delle popolari che impone la ricerca di aggregazioni. Ma anche con la richiesta, che arriverà da Bankitalia di rinnovo dei vertici. Nel dicembre 2016 il Consiglio di Stato sospende la riforma e interrompe il processo di trasformazione in Spa. "Viene quindi meno una condizione importante per raccogliere capitale di rischio", scrive Bankitalia. Un anno dopo, agli inizi del 2018, la banca elabora i primi progetti di trasformazione e aggregazione con altre popolari minori. Ma la vigilanza rileva rischi e i progetti vengono accantonati. Solleciti su ristrutturazioni e aggregazione con altre banche saranno fatti anche nel novembre 2018.

LA RICHIESTA DI CAMBIO DEI VERTICI. Bankitalia nel marzo 2017 chiede un rafforzamento della governance con l'ingresso di elementi con specifiche competenze bancarie e finanziarie e "invita il Presidente a dar corso ai propositi di rassegnare le proprie dimissioni". Mentre i conti diventano sempre più rossi (140 milioni nel primo semestre 2018; 430 milioni il rosso alla fine dell'anno) la Banca d'Italia evidenzia all'inizio del 2019 "un vero e proprio stallo gestionale", per la conflittualità tra presidente e amministratore delegato. A Giugno la vigilanza di via Nazionale, in numerosi incontri, chiede agli esponenti aziendali "di preservare la coesione nella governance in una fase particolarmente delicata per la banca". Chiede esponenti autorevoli nel Cda, che si rinnova parzialmente a fine luglio

2019. Il resto è storia recente. "I risultati, ufficializzati a dicembre, evidenziano l'incapacità della nuova governance di adottare con sufficiente celerità ed efficacia le misure correttive necessarie per superare la stasi operativa - racconta la Banca d'Italia - e riequilibrare la situazione reddituale e patrimoniale della Bpb. Emergono inoltre gravi perdite patrimoniali che portano i requisiti prudenziali di Vigilanza al di sotto dei limiti regolamentari". Ecco che scatta il commissariamento.

https://www.tgcom24.mediaset.it/economia/popolare-di-bari-bankitalia-sotto-accusa-ora-si-difende-ecco-cosa-successo-nelle-ispezioni_12450538-201902a.shtml