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giovedì 14 settembre 2017

Cartelle, fatture, contributi: ecco cosa potrebbe cambiare con la manovra. - Giovanni Parente



La discussione non è ancora entrata nel vivo ma sono molte le misure di cui si parla e che per ora sono solo allo studio in vista della prossima manovra di bilancio. Dalla rottamazione-bis delle cartelle all'e-fattura senza dimenticare la lotta alla povertà, ecco alcune delle ipotesi che potrebbero anche concretizzarsi.

Rottamazione cartelle, si studia la riapertura.

Al momento è solo una delle ipotesi sul campo. Ma, come riportato dall'articolo di Marco Mobili e Marco Rogari, la rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe riaprire i battenti. Si potrebbe, in questo modo, concedere una seconda chance ai contribuenti tagliati fuori dalla prima edizione della rottamazione per errori formali o rate non pagate prevista dall'ultima manovra. Il numero – finora solo stimato – di questi soggetti potrebbe anche essere di circa 400mila.

Fattura elettronica, l'estensione al B2B.


Tra le misure fiscale di cui si discute in vista della prossima manovra c'è anche il possibile allargamento dell'obbligo della fattura elettronica. L'idea è quella di “replicare” l'obbligatorietà già attualmente prevista per la Pa anche alle operazioni business to business (B2B), ossia tra operatori economici. Per arrivarci bisognerà superare lo scoglio del via libera da parte della Commissione Ue. Il confronto con Bruxelles però è stato avviato. Nei mesi scorsi si era anche ipotizzata l'eventualità che l'introduzione dell'e-fattura obbligatoria potesse essere accompagnato dall'alleggerimento o anche dall'abolizione di una serie di adempimenti fortemente contestati da professionisti e categorie produttive.

La decontribuzione per i neoassunti.


Uno dei capitoli più attesi per dare fiato al mercato del lavoro è la decontribuzione per i neoassunti: un intervento molto atteso dalle imprese. Allo studio c'è il dimezzamento dei contributi per i primi 3 anni di contratto stabile per un giovane. L'asticella dell'età oscilla tra 29 e 32 anni. La misura ha un costo iniziale inferiore a 1 miliardo; per salire a circa due, a regime. L'esonero avrebbe un tetto annuo intorno ai 4mila euro, e varrebbe anche in caso di trasformazione di contratto a termine o apprendistato. Dovrebbe essere prevista pure una norma “anti-licenziamento”.

La lotta alla povertà.


Il Governo punta a trovare le risorse per una dote aggiuntiva per il fondo per la lotta alla povertà. Dopo il via libera definitivo al provvedimento sul reddito di inclusione, l'Esecutivo è alla ricerca di una dote aggiuntiva tra 1 e 1,5 miliardi in manovra da destinare al fondo per la lotta alla povertà anche con l'obiettivo di rendere ancora più amplia la platea dei soggetti destinatari della misura di sostegno al reddito

Bonus per gli investimenti: super e iperammortamento.


Si va verso un allungamento del termine per poter effettuare gli ordini d'acquisto dei beni agevolabili fino al 31 dicembre 2018, come anticipato dall'articolo di Carmine Fotina. Più tempo, dunque, per gli ammortamenti sia nella versione «super» (deduzione al 140%) per i beni strumentali che in quella «iper» (deduzione al 250%) per i beni digitali di «Industria 4.0»

Le misure per il Mezzogiorno.


Tra le ipotesi sul tavolo in vista della manovra c'è anche la ricerca delle risorse necessarie per la conferma del «bonus Sud»: l'incentivo fino a un massimo di 8.060 euro per 12 mesi - introdotto dall'Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive) - per assumere, o stabilizzare, a tempo indeterminato (o in apprendistato) under25 o disoccupati da almeno sei mesi residenti nelle regioni meridionali. I numeri dimostrano che la misura sta producendo risultati: nei primi sette mesi del 2017 nei primi sette mesi dell'anno sono state 73.782 le domande che i datori di lavoro meridionali hanno inoltrato all'Inps per ottenere l'agevolazione. Si studia, poi, anche Fondo finalizzato alla crescita dimensionale delle Pmi con 100-150 milioni di risorse pubbliche che dovranno fare da leva per altrettante risorse di fondi di private equity e private debt. A questo poi si potrebbe anche aggiungere un aumento della dote attualmente già disponibile per il credito di imposta per investimenti in beni strumentali.