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mercoledì 27 gennaio 2016

Caso Saguto, indagato per corruzione e concussione anche ex prefetto di Palermo. - Giuseppe Pipitone

Prefetto-Francesca-Cannizzo

Francesca Cannizzo, trasferita a novembre 2015, era già finita nell'inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti di Caltanissetta a causa di un fortissimo legame che la lega alla zarina delle misure di prevenzione, al centro di un cerchio magico fatto di favori, prebende e raccomandazioni all'ombra dei beni sequestrati a Cosa nostra.

Nell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati a Cosa nostra c’è un altro autorevole indagato. L’ex prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, è infatti sospettata di corruzione e concussione in concorso con Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale del capoluogo siciliano, figura principale dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta. Cannizzo ha occupato la poltrona più alta della prefettura di Palermo fino al novembre del 2015, quando il ministero dell’Interno aveva provveduto a trasferirla, sostituendola poi con Antonella De Miro. Già prima della formale iscrizione nel registro degli indagati, infatti, il nome dell’ex prefetto era già finito nell’inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti di Caltanissetta Lia Sava e Gabriele Paci.
Colpa di un fortissimo legame che lega Cannizzo alla Saguto, la zarina delle misure di prevenzione, al centro di un cerchio magico fatto di favori, prebende e raccomandazioni all’ombra dei beni sequestrati a Cosa nostra. Non è un caso, infatti, se il magistrato sotto inchiesta arriva a festeggiare il suo sessantesimo compleanno a Villa Pajno, residenza ufficiale prefettizia: merito del rapporto strettissimo che la lega al prefetto. A leggere le intercettazioni disposte dai magistrati nisseni, emerge poi come tra le due donne ci sia stato un continuo scambio di favori. Come quando il ricercatore universitario Carmelo Provenzano chiama la Saguto ringraziandola per la segnalazione del suo nome al prefetto di Palermo “quale potenziale commissario del Cara di Mineo”, annotano le fiamme gialle.
“Ti volevo dire che ieri, davanti a me, ha telefonato quella da Roma per chiedere i dati al prefetto”, dice il magistrato a Provenzano, che subito risponde entusiasta: “Mamma mia se è così, prima di festeggiare, un bacio in bocca ti do guarda. Sei una potenza”. In un altra occasione, invece, è la Saguto che chiama un amministratore giudiziario, per una richiesta ben precisa: “Io ti devo chiedere il favore per il prefetto: di quello là da assumere”. “È un inferno”, è invece la lamentela consegnata alle microspie dalla stessa Cannizzo, turbata per il traffico cittadino che le impedisce una puntatina al mare. “Ce ne possiamo fregare dell’inferno se vieni con me, abbiamo la mia macchina, c’è la preferenziale”, risponderà pronta la Saguto, titolare di un’auto blindata con tanto di lampeggiante, che in almeno un’occasione è stata spedita in lavanderia per ritirare “la casacca del prefetto”.
È per meglio indagare sull’effettivo ruolo di Cannizzo che i pm nisseni hanno chiesto sei mesi di proroga delle indagini. Ma non solo. Gli inquirenti vogliono anche approfondire i rapporti tra l’ex zarina delle misure di prevenzione e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, asso pigliatutto delle amministrazioni giudiziarie. Il legale, negli anni, ha accumulato decine di incarichi, tutti conferiti dalla sezione misure di prevenzione e retribuiti con compensi milionari. Nello stesso periodo, lo studio legale Cappellano Seminara si è avvalso delle preziosissime consulenze, pagate con cifre a cinque zeri, dell’ingegner Lorenzo Caramma, che – manco a farlo apposta – è il marito della Saguto.

mercoledì 10 settembre 2014

Augusta: Don Prisutto risponde al Presidente Napolitano



9 settembre 2014 - Ieri sera il TG2 ha trasmesso il servizio sull'iniziativa di padre Palmiro Prisutto, arciprete di Augusta, che ogni 28 del mese celebra una messa di commemorazione in memoria dei morti a causa di patologie tumorali. 
Da anni, decenni, il sacerdote cerca di attirare l'attenzione su quella che chiama "la strage silenziosa", il gravissimo impatto ambientale dell'industrializzazione di un territorio che ha visto cambiare il suo volto nel corso dell'ultimo mezzo secolo.
Il sacerdote legge e rilegge da mesi la lista di nomi che si allunga ogni mese, grazie alla collaborazione dei cittadini che segnalano le morti per cancro del nucleo familiare. Le fonti governative, nonostante un così alto numero di morti per patologie tumorali, non hanno mai sottoscritto un documento di relazione, causa-effetto, tra inquinamento ambientale e malattie tumorali. 

Nonostante autorevoli fonti mediche nazionali e internazionali hanno sollevato il dubbio.

Dopo essere stato convocato dal Prefetto di Siracusa,il sacerdote risponde pubblicamente, dall'altare e per lettera aperta. "Egregio Presidente, -scrive don Prisutto - dopo aver parlato nei giorni scorsi col Prefetto di Siracusa in merito all'invito rivoltole per una visita di stato ad Augusta, si capisce bene che, per il motivo addotto, non ha alcuna volontà di venire ad Augusta. Probabilmente teme di essere contestato oppure non ha il coraggio o non è in grado di dare risposta alla nostra vicenda. Non ci resta che confidare nella Magistratura, purché sia veramente libera e imparziale".


Ricordiamo che la Procura alcuni mesi fa ha aperto un fascicolo sulla lista dei morti letta in chiesa, per molti è un atto dovuto, per altri uno spiraglio su una vicenda che coinvolge le lobby industriali e interessi inimmaginabili. Altri temono che , come accaduto in passato, a numerose voci isolate, possa scattare il famigerato "procurato allarme". Il potere tenta sempre di spegnere il dissenso, con tutti i mezzi, tutti lo sanno. "La visita del capo dello stato - continua Prisutto - in un determinato luogo, ha un grande significato, sia per i cittadini, sia per le istituzioni locali. Quale prefetto o quale comunità non sarebbero onorati di una visita del capo dello stato?


Anche il Prefetto di Siracusa, che sarebbe stato onorato di averla ospite a Siracusa non è favorevole alla Sua venuta, perché da questa visita per lui sarebbero scaturiti non solo degli onori ma anche degli oneri piuttosto gravosi. 

Questi ultimi, tuttavia, rimarranno sia che lei venga sia che non venga". Il sacerdote , apparentemente critico, alla decisione afferma che il presidente della Repubblica sia:" nella posizione di chi non vuole neanche sfiorare queste scomode problematiche, delegando il Prefetto a informarmi del fatto che su questa vicenda "sono stati interessati i competenti organi di governo". 

Intanto - si legge nella lettera inviata al Quirinale - il clamore suscitato a livello nazionale dall'iniziativa della messa in ricordo dei morti di cancro non si è arrestato, anzi continua e le garantisco che continuerà. 

Non mi accontento di risposte cartacee. 

Probabilmente, considerata la sua presa di posizione non sarà lei a riconoscere questa strage silenziosa o tenuta nascosta in un angolo lontano di questa repubblica, ma lo chiederemo eventualmente con ulteriore forza al suo successore. Facendomi chiamare dal Prefetto di Siracusa, questa strage silenziosa, - scrive Prisutto rivolto al Presidente - l'ha riconosciuta anche se non avrà mai il coraggio di ufficializzarla e ne comprendo bene il motivo". 

Con tono deciso l'arciprete di Augusta continua :"Mi permetta di dirglielo con franchezza, parlandole da uomo a uomo: far finta di ignorare o non rispondere a nessuna lettera mia o dei familiari dei morti di cancro, significa che in questo paese la democrazia non esiste più, significa che i cittadini sono stati espropriati della loro sovranità, specialmente se vedo la sua persona che di fatto fa ancora distinzione tra i cittadini". 

Poi Don Prisutto esprime la sua amarezza facendo una sorta di differenza di trattamento :"Mi riferisco al fatto che abbia ricevuto gli atleti italiani che parteciperanno alla 1^ edizione dei campionati militari internazionali paralimpici "Invictus Games 2014" al Quirinale, mentre negava una visita ai malati di cancro della mia città, che almeno, a livello economico, contribuisce alla grandezza di questo stato assai più delle medaglie degli atleti".

In conclusione il sacerdote scrive : "Ritengo assai probabile che questo scritto, la sua addestrata Segreteria non glielo farà neanche vedere. 

Nella vita tutti possiamo sbagliare, ma tutti possiamo anche ravvederci e rimediare. 
Noi continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché il massacro di Augusta abbia termine. 
Non sono solo le multinazionali del petrolio i nostri "nemici" ma, ci dispiace dirlo, a volte lo è anche lo Stato. Scusi la franchezza. Distinti saluti".

La vicenda avrà un seguito, neanche le iniziative diplomatiche messe in atto dalla presidenza della Repubblica pare abbiano calmato le acque attorno alla questione ambientale che la storia insegna ha conosciuto giorni tristi e dubbi episodi. 

Tra morie di pesci e puzze quotidiane, enti pubblici e privati che sul piano della prevenzione sembrano essere impotenti, tra centinaia di segnalazioni e indifferenze istituzionali varie, l'ira dei cittadini fa presto a montare e trasformarsi in odio. 
A volte è anche questione di sopravvivenza e Don Prisutto lo sa. 

http://www.augustaonline.it/lettera_aperta_090914.html