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giovedì 12 novembre 2020

Iv è senza soldi, Renzi dà la colpa ai pm. - Giacomo Salvini

 

Matteo si lamenta delle inchieste su open e chiede agli attivisti di donare.

Il pensierino sul vaccino (“ci siamo davvero”), le congratulazioni all’amico Joe Biden e l’attacco ai magistrati di Firenze che invece di chiedergli “scusa” gli hanno fatto arrivare “un avviso di garanzia multiplo” (insieme a Maria Elena Boschi e Luca Lotti) per la vicenda Open. Ma nell’ultima e-news di Matteo Renzi c’è soprattutto un post scriptum che in pochi hanno notato: “Con l’esplosione della vicenda Open la nostra capacità di finanziamento è messa a dura prova – scrive il senatore di Scandicci – Perché si può fare politica solo se si hanno le risorse. E, avendo abolito il finanziamento pubblico, l’unica strada è il sostegno dei privati, anche solo con piccoli versamenti da 5 €o 10”.

Insomma il leader di Italia Viva chiede agli iscritti o ai simpatizzanti del suo piccolo partito che sostiene (e spesso fa traballare) la maggioranza un contributo per far andare avanti la macchina. Il motivo? Le casse, secondo gli ultimi dati aggiornati al 14 ottobre scorso, piangono: al momento nel 2020 IV ha raccolto erogazioni liberali per 300mila euro, circa 30mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 che si è chiuso con 360mila euro raccolti (il calo sarebbe di un sesto).

Ad aggravare il tutto c’è che la metà dei finanziamenti incassati dal partito renziano (circa 140mila euro) provengono dall’obolo da 500 euro che i parlamentari devono al partito. Quindi non donazioni extra ma soldi che provengono da deputati e senatori. Il resto delle erogazioni, circa 150.000 euro, arriva da imprenditori generosi come Lupo Rattazzi (figlio di Susanna Agnelli), il solito Davide Serra, ma anche Emanuele Boschi (fratello di Maria Elena) e l’imprenditore Riccardo Maestrelli, la cui madre Anna Piccioni prestò a Renzi 700mila euro per acquistare la sua villa sulle colline di Firenze. Per intenderci, due partiti più piccoli e senza lo stesso peso parlamentare come Azione di Carlo Calenda o Cambiamo di Giovanni Toti quest’anno hanno raccolto 550mila e 100mila euro solo di donazioni da imprenditori (l’anno scorso addirittura 554mila).

Insomma per Iv il piatto nel 2020 piange e non basta per presidiare il territorio: secondo Renzi il motivo di questo crollo nei finanziamenti si deve proprio alle inchieste della magistratura sulla fondazione Open (“Siamo stati danneggiati, questo è un fatto”). Sarà, ma al momento la crisi di Iv è soprattutto politica: in molti, alla luce dei sondaggi e della concreta possibilità di non essere rieletti, se ne stanno andando.

L’ultimo in ordine di tempo è stato il deputato Nicola Carè che è tornato nel Pd dopo una breve conversione alla Leopolda (“La strada non era quella giusta”) e tra Montecitorio e Palazzo Madama si vocifera di altri quattro tra deputati e senatori pronti a lasciare Iv per tornare tra i dem. Ma anche sui territori non va meglio. La lista di chi sta lasciando si allunga ogni giorno di più: c’è il sindaco di Modica (Ragusa) Ignazio Abbate che ha lasciato perché “Italia Viva non è un partito ma un poltronificio”, l’ex vicesindaca di Viareggio Rossella Martina, la capogruppo in consiglio comunale a Sarzana Beatrice Casini fino al fondatore di Iv a Napoli, Luciano Crolla. E anche Renzi, dicono i ben informati, si sta “guardando intorno” per ottenere una nomina istituzionale, magari all’estero. Sarebbe la fine di un partito già in crisi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/12/iv-e-senza-soldi-renzi-da-la-colpa-ai-pm/6000729/