Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 24 maggio 2010
Giro di vite sugli evasori - Marco Vicari
23 maggio 2010
Nuovo scudo fiscale. In Palio col Gratta e Vinci. C'è ansia per le borse europee. A Milano la parola d'ordine questa settimana non è stata "Vendi!" o "Compra!" ma "Baratta!". In Italia prevale comunque l' ottimismo perchè un bot italiano vale ancora 3 pecore (contro le 3 pelli di daino dei bot spagnoli, le 2 pelli di camoscio dei bot portoghesi e le 2 pelli di risparmiatori dei bot greci). Martedì Tremonti si è recato a Bruxelles per la riunione Ecofin. Accolto da una banda che ha suonato per lui l'inno italiano, il sirtaki, Tremonti ha illustrato la prossima manovra: "Dovranno preoccuparsi gli evasori e i falsi invalidi". La minaccia ha generato una terribile ansia negli evasori. Molti per lo stress sono diventati ciechi e ora percepiscono una falsa pensione di invalidità. Altri dopo aver sentito le parole del Governo si sono pentiti. C’è chi giura di aver visto evasori urlare: “La prossima volta col cavolo che vi rivoto!”. Dunque giro di vite contro gli evasori. Infatti non tutti potranno accedere al prossimo Scudo Fiscale. Solo i fortunati che lo vinceranno al Gratta e Vinci. Tra i condoni, invece, si pensa di fare cassa con quello sul conflitto di interesse. Il meccanismo pare sarà il seguente: la domanda la fa tua moglie, il condono lo paga tuo cognato e se fai la richiesta ma poi non paghi, pignorano tuo fratello (dopo tutto il conflitto di interessi è uno dei capisaldi della nostra economia. Presto sulla moneta da un euro italiana non ci sarà piu' l'Uomo di Vitruvio. Ma suo figlio).
Sempre nella manovra pare vi saranno tagli alla Sanità. La notizia ha mandato subito al ribasso le azioni Novartis. Dopo la suina e l'aviaria pare infatti che l'Italia non potrà permettersi il vaccino per la prossima influenza unicornina (Una malattia gravissima che gli unicorni trasmetteranno agli uomini. Se non curata subito puo’ sfociare nell’ipocondria). C'è poi la proposta di tagliare molti posti letto negli ospedali. E di sostituirli con posti auto. Il paziente viene operato in macchina con anestesia locale, per permettergli di controllare l'orario del parcheggio e, in caso, andare a mettere altri spiccioli. Si parla di "Ricovero Drive in" perchè mentre ti operano dentro la tua 600, con le gambe fuori dal finestrino, ti intrattengono proiettando sullo schermo pubblicità di cliniche private. Non solo tagli, pero'. Ci sarà anche la promozione: "Arrivi in Punto, Te ne vai in Mercedes". Verrà estratto un fortunato, tra le vittime della malasanità, che avrà gratis il servizio pompe funebri. Tagli anche nella scuola: congelati gli scatti di anzianità. Confermato il trend di sempre: la cultura non paga. Dopotutto gli unici in Italia che han fatto carriera grazie alla scuola sono stati gli agenti della Diaz.
da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
Sempre nella manovra pare vi saranno tagli alla Sanità. La notizia ha mandato subito al ribasso le azioni Novartis. Dopo la suina e l'aviaria pare infatti che l'Italia non potrà permettersi il vaccino per la prossima influenza unicornina (Una malattia gravissima che gli unicorni trasmetteranno agli uomini. Se non curata subito puo’ sfociare nell’ipocondria). C'è poi la proposta di tagliare molti posti letto negli ospedali. E di sostituirli con posti auto. Il paziente viene operato in macchina con anestesia locale, per permettergli di controllare l'orario del parcheggio e, in caso, andare a mettere altri spiccioli. Si parla di "Ricovero Drive in" perchè mentre ti operano dentro la tua 600, con le gambe fuori dal finestrino, ti intrattengono proiettando sullo schermo pubblicità di cliniche private. Non solo tagli, pero'. Ci sarà anche la promozione: "Arrivi in Punto, Te ne vai in Mercedes". Verrà estratto un fortunato, tra le vittime della malasanità, che avrà gratis il servizio pompe funebri. Tagli anche nella scuola: congelati gli scatti di anzianità. Confermato il trend di sempre: la cultura non paga. Dopotutto gli unici in Italia che han fatto carriera grazie alla scuola sono stati gli agenti della Diaz.
da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
domenica 23 maggio 2010
SCANDALO G8 Il business dell'eolico Ora indaga la procura antimafia - FRANCESCO VIVIANO
Inchieste in Sardegna, Calabria e Sicilia: a Grasso il coordinamento.
ROMA - "Basta un filo di vento - dice il procuratore della Direzione nazionale antimafia, Pietro Grasso - per scatenare l'interesse delle organizzazioni criminali, dalla mafia alla 'ndrangheta, sempre a caccia di grandi occasioni di investimento". È il caso del business dell'eolico. L'inchiesta principale riguarda le manovre per far decollare l'affare in Sardegna, ma ce ne sono altre aperte in molte regioni, dalla Lombardia alla Sicilia. Ora la svolta: due giorni fa Grasso ha incontrato i capi delle procure coinvolte per fare il punto sulla situazione e avviare un coordinamento tra le varie iniziative giudiziarie. "Non tutti gli imprenditori sono disonesti o collegati con i boss, ma in alcune inchieste - dice Pietro Grasso - queste presenze sono state accertate".
Il grande interesse suscitato dalla partita dell'eolico, sottolinea il procuratore nazionale antimafia, nasce dai finanziamenti milionari promessi dall'Unione Europea e dai governi nazionali. Ma mentre all'estero l'80% dei parchi eolici progettati vengono anche realizzati, in Italia soltanto il 20% arriva al traguardo. Molti milioni di euro si perdono per strada. L'ultima inchiesta, in ordine di tempo, riguarda proprio quel "filo di vento" che parte dalla Sardegna e si estende in altre regioni. Molti gli indagati eccellenti: il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il faccendiere Flavio Carboni, il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.
L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, che in queste settimane ha disposto una serie di perquisizioni in banche e uffici regionali. I documenti sequestrati confermerebbero quanto già accertato dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Il comitato d'affari per l'eolico sorto intorno a Flavio Carboni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe raccolto enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani, parte dei quali sarebbe finito in alcune banche italiane (tra queste il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini) e parte in istituti stranieri. I fondi sarebbero serviti ad agevolare la concessione di licenze e la realizzazione di parchi eolici in Sardegna. Tra gli imprenditori interessati all'eolico sardo anche l'imprenditore Luigi Franzinelli intercettato in alcune conversazioni con Flavio Carboni e che in Sicilia è stato processato e condannato a due anni di reclusione per avere favorito imprese mafiose.
Tra le inchieste che d'ora in poi saranno supervisionate dalla Direzione nazionale antimafia di Pietro Grasso, ci sono quelle di Paola e Crotone dove gli imprenditori interessati all'eolico avrebbero verso mazzette di oltre due milioni di euro. Indagati, in Calabria, anche il sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati (Pdl) e l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti.
Il grande interesse suscitato dalla partita dell'eolico, sottolinea il procuratore nazionale antimafia, nasce dai finanziamenti milionari promessi dall'Unione Europea e dai governi nazionali. Ma mentre all'estero l'80% dei parchi eolici progettati vengono anche realizzati, in Italia soltanto il 20% arriva al traguardo. Molti milioni di euro si perdono per strada. L'ultima inchiesta, in ordine di tempo, riguarda proprio quel "filo di vento" che parte dalla Sardegna e si estende in altre regioni. Molti gli indagati eccellenti: il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il faccendiere Flavio Carboni, il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.
L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, che in queste settimane ha disposto una serie di perquisizioni in banche e uffici regionali. I documenti sequestrati confermerebbero quanto già accertato dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Il comitato d'affari per l'eolico sorto intorno a Flavio Carboni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe raccolto enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani, parte dei quali sarebbe finito in alcune banche italiane (tra queste il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini) e parte in istituti stranieri. I fondi sarebbero serviti ad agevolare la concessione di licenze e la realizzazione di parchi eolici in Sardegna. Tra gli imprenditori interessati all'eolico sardo anche l'imprenditore Luigi Franzinelli intercettato in alcune conversazioni con Flavio Carboni e che in Sicilia è stato processato e condannato a due anni di reclusione per avere favorito imprese mafiose.
Tra le inchieste che d'ora in poi saranno supervisionate dalla Direzione nazionale antimafia di Pietro Grasso, ci sono quelle di Paola e Crotone dove gli imprenditori interessati all'eolico avrebbero verso mazzette di oltre due milioni di euro. Indagati, in Calabria, anche il sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati (Pdl) e l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti.
Ecco i primi tagli di Tremonti Ma non basteranno - Superbonus
23 maggio 2010
Meno tasse? Servono 28 miliardi di nuove entrate per riportare sotto controllo i conti pubblici.Come previsto la Germania ha imposto la sua linea, la Banca centrale europea non favorirà l’inflazione stampando denaro per finanziare i deficit europei e tutti sono chiamati a lacrime e sangue. Guardandosi allo specchio, e parlando anche dell’Italia,Silvio Berlusconi ha detto: “Molti paesi dell’Unione europea sono consapevoli di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Siamo quindi alla resa dei conti: il Pdl che ci aveva promesso un’Italia con meno tasse e senza tagli si trova oggi a tentare di arginare il suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha bisogno di 28 miliardi di veri risparmi o di nuove entrate per riportare sotto controllo i conti pubblici. La prima bozza della manovra, fatta filtrare ieri al Corriere della Sera, ha alcuni tratti di populismo, misure di dubbia costituzionalità e, pur essendo priva di cifre, sembra ancora lontana dagli obiettivi di riduzione della spesa che si è dato Tremonti.
TAGLI AI DIRIGENTI. Il populismo si osserva nelle riduzioni degli stipendi degli alti dirigenti della Pubblica amministrazione dei manager pubblici. C’è anche un dato politico che non dispiacerà all’opposizione: la Protezione civile viene di fatto commissariata. I grandi eventi tornano ad essere soltanto le catastrofi e quelli non prevedibili, a comandare sulla gestione sarà adesso il Tesoro e non più Palazzo Chigi, cioè Tremonti invece di Berlusconi e Gianni Letta. Sparisce anche la Difesa spa (che doveva snellire i rapporti del ministero in appalti e uso delle risorse), si rinuncia a rifinanziare le regioni commissariate per la spesa sanitaria e si tagliano i trasferimenti agli enti locali che sforeranno il Patto di stabilità nel 2010 (saranno moltissimi). Ricompare una misura ad alto rischio di incostituzionalità: si rendono nulli i decreti ingiuntivi e i pignoramenti verso le Asl delle regioni commissariate reintroducendo una norma che lo stesso governo, nella persona del ministro della Giustizia Angelino Alfano, aveva bocciato nel 2007 alla Regione Campania che aveva provveduto con propria legge regionale. E questo sarà un problema per le imprese che non riescono a farsi pagare dalla sanità regionale. Si finisce con un taglio lineare (cioè non mirato a una riduzione delle risorse complessive) dell’8 per cento di alcune spese dei ministeri.
I CONTI. Più che una manovra all’altezza delle aspettative della Commissione europea e dei mercati finanziari sembra lo specchio della disperazione di una classe dirigente che non vuole ancora prendere del tutto atto della realtà e dei sacrifici necessari, quindi della necessità di un nuovo patto sociale. Per la prima volta nella storia delle manovre finanziarie non si conoscono i risparmi associati ad ogni misura, probabilmente perché il conto finale non è ancora stato fatto davvero e, sommando quello che già si conosce, si arriverà a stento a 20 miliardi di euro. Ne mancano quindi ancora almeno altri otto per arrivare vicino a quella che sarebbe la vera necessità per il solo 2011. Mentre infatti il governo continua a mantenere le sue previsioni di crescita per il 2011 all’1,4 per cento, le maggiori banche e istituzioni internazionali hanno abbassato le stime all’1,1 per cento per il prossimo biennio, riportando la lancetta dell’ammanco a 40 miliardi per due anni.
NUOVI CONDONI. Si capisce quindi perché in questi giorni si moltiplicano le voci di nuove misure straordinarie per aumentare il gettito che nel 2009 aveva retto solo grazie allo scudo fiscale. Le idee sono le solite: condoni edilizi, condoni fiscali per le imprese e via dicendo. Nessuna misura strutturale, nessun intervento per ridurre in modo permanente le spese nei prossimi anni. Si brancola nel buio con le mani in avanti sperando di non essere investiti da una crisi finanziaria che si avvicina a tutta forza. Chi sembra più consapevole del pericolo è proprio Tremonti che con i suoi scarni comunicati e le ripetute minacce di dimissioni, sapientemente fatte filtrare ai giornali, sembra oramai l’unico in grado di cambiare la rotta politica della manovra e del governo. Dopo le anticipazioni della manovra, Berlusconi ha subito smentito non il documento, ma i suoi effetti: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, ma cercheremo con ogni mezzo di combattere le spese eccessive e naturalmente l’evasione fiscale”. Ma il ministro del Tesoro è consapevole che i mercati concederanno una tregua di sei-dieci mesi ai titoli del debito pubblico italiano per poi verificare l’efficacia della manovra e la consistenza della ripresa economica. Tremonti sa anche che entrambi questi dati rischiano di essere negativi e che a quel punto sarà in evitabile una resa dei conti nel governo e nel paese. Il calcolo di sostenibilità ci dice che servono 60 miliardi in tre anni di minori spese (strutturali) o di maggiori entrate (anche queste strutturali), che il nostro tenore di vita dovrà abbassarsi del 20 per cento ed assomigliare, anche in termini di prezzi al consumo e degli immobili a quello della Germania. La manovra estiva è solo l’inizio.
da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
TAGLI AI DIRIGENTI. Il populismo si osserva nelle riduzioni degli stipendi degli alti dirigenti della Pubblica amministrazione dei manager pubblici. C’è anche un dato politico che non dispiacerà all’opposizione: la Protezione civile viene di fatto commissariata. I grandi eventi tornano ad essere soltanto le catastrofi e quelli non prevedibili, a comandare sulla gestione sarà adesso il Tesoro e non più Palazzo Chigi, cioè Tremonti invece di Berlusconi e Gianni Letta. Sparisce anche la Difesa spa (che doveva snellire i rapporti del ministero in appalti e uso delle risorse), si rinuncia a rifinanziare le regioni commissariate per la spesa sanitaria e si tagliano i trasferimenti agli enti locali che sforeranno il Patto di stabilità nel 2010 (saranno moltissimi). Ricompare una misura ad alto rischio di incostituzionalità: si rendono nulli i decreti ingiuntivi e i pignoramenti verso le Asl delle regioni commissariate reintroducendo una norma che lo stesso governo, nella persona del ministro della Giustizia Angelino Alfano, aveva bocciato nel 2007 alla Regione Campania che aveva provveduto con propria legge regionale. E questo sarà un problema per le imprese che non riescono a farsi pagare dalla sanità regionale. Si finisce con un taglio lineare (cioè non mirato a una riduzione delle risorse complessive) dell’8 per cento di alcune spese dei ministeri.
I CONTI. Più che una manovra all’altezza delle aspettative della Commissione europea e dei mercati finanziari sembra lo specchio della disperazione di una classe dirigente che non vuole ancora prendere del tutto atto della realtà e dei sacrifici necessari, quindi della necessità di un nuovo patto sociale. Per la prima volta nella storia delle manovre finanziarie non si conoscono i risparmi associati ad ogni misura, probabilmente perché il conto finale non è ancora stato fatto davvero e, sommando quello che già si conosce, si arriverà a stento a 20 miliardi di euro. Ne mancano quindi ancora almeno altri otto per arrivare vicino a quella che sarebbe la vera necessità per il solo 2011. Mentre infatti il governo continua a mantenere le sue previsioni di crescita per il 2011 all’1,4 per cento, le maggiori banche e istituzioni internazionali hanno abbassato le stime all’1,1 per cento per il prossimo biennio, riportando la lancetta dell’ammanco a 40 miliardi per due anni.
NUOVI CONDONI. Si capisce quindi perché in questi giorni si moltiplicano le voci di nuove misure straordinarie per aumentare il gettito che nel 2009 aveva retto solo grazie allo scudo fiscale. Le idee sono le solite: condoni edilizi, condoni fiscali per le imprese e via dicendo. Nessuna misura strutturale, nessun intervento per ridurre in modo permanente le spese nei prossimi anni. Si brancola nel buio con le mani in avanti sperando di non essere investiti da una crisi finanziaria che si avvicina a tutta forza. Chi sembra più consapevole del pericolo è proprio Tremonti che con i suoi scarni comunicati e le ripetute minacce di dimissioni, sapientemente fatte filtrare ai giornali, sembra oramai l’unico in grado di cambiare la rotta politica della manovra e del governo. Dopo le anticipazioni della manovra, Berlusconi ha subito smentito non il documento, ma i suoi effetti: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, ma cercheremo con ogni mezzo di combattere le spese eccessive e naturalmente l’evasione fiscale”. Ma il ministro del Tesoro è consapevole che i mercati concederanno una tregua di sei-dieci mesi ai titoli del debito pubblico italiano per poi verificare l’efficacia della manovra e la consistenza della ripresa economica. Tremonti sa anche che entrambi questi dati rischiano di essere negativi e che a quel punto sarà in evitabile una resa dei conti nel governo e nel paese. Il calcolo di sostenibilità ci dice che servono 60 miliardi in tre anni di minori spese (strutturali) o di maggiori entrate (anche queste strutturali), che il nostro tenore di vita dovrà abbassarsi del 20 per cento ed assomigliare, anche in termini di prezzi al consumo e degli immobili a quello della Germania. La manovra estiva è solo l’inizio.
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Il governo risparmia sugli invalidi di Caterina Perniconida Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
Le solite prese per i fondelli.
Berlusconi dovrebbe essere il primo a ridurre le spese (4miliardi anno per palazzo Chigi) e a pagare le tasse (che preferisce evadere utilizzando società offshore);
potrebbe pagarsi lui la multa di 350.000 euro al giorno per rete4 che ha preferito addebitare a noi;
potrebbe anche far vendere le frequenze lasciate libere dal digitale terrestre, e non farsi un cadeau per le sue televisioni!
Ma è Berlusconi, e continua a prendere per i fondelli i fessi che ancora lo seguono, se per interesse o per dabbenaggine non si sa, per acume mentale non di certo!
“NOI NON CI FERMIAMO” - Ferruccio Sansa
Grillo sul ddl intercettazioni: “Pronto a non rispettarlo. Governo e Parlamento non rappresentano nessuno”
“Possono fare tutte le leggi che vogliono, ma se io non ci credo non le rispetto.
Io sono già al di fuori.
Se imbrigliano la stampa, non mi fermo e nemmeno la gente della Rete.
Poi ci saranno conseguenze per me, ma anche per chi fa queste leggi. Lo dico senza rabbia, con serenità.
Se pago le tasse, se rispetto la legge, non è perché mi obbligano o per paura.
Lo faccio perché mi sembra moralmente giusto. Mettiamola così… e se introducessero le leggi
razziali, voi che cosa fareste?”.
Grillo disobbedirà alla legge bavaglio?
“Bondi, Matteoli, Lunardi... la gente che fa le leggi non rappresenta più nessuno.
Lo Stato resiste perché ci sono questi medium che fanno da intermediari con l’aldilà.
Ma io non faccio parte del loro Stato.
Ma ci pensate? In America Obama sta facendo la riforma della finanza e noi abbiamo ancora Ligresti, Colaninno, Tronchetti Provera che siedono in dieci società contemporaneamente.
Sono comeWil Coyote, il personaggio dei fumetti che cammina nel vuoto e non si accorge che gli è finita la terra sotto i piedi”.
Beppe Grillo prima lancia un messaggio ai suoi amici della Rete: non ci faremo mettere il bavaglio.
Poi sfiora toni catastrofici: “Il virus italiano si sta diffondendo”.
Poi lancia una sfida continentale: “Metteremo in piedi una rete dei blog europei”.
Grillo è appena tornato da Londra, sta lanciando il nuovo dvd (“Un grillo mannaro a Londra”) che racconta gli incontri con politici, economisti, professori universitari d’Oltremanica. E sprizza entusiasmo da tutti i pori, come un adolescente che ha scoperto la città dalle mille luci. “Ma vi rendete conto: abbiamo fatto i nostri incontri nei parchi. Così si fa: la città è di tutti. Ci sedevamo lì e parlavamo. Più di cento persone… che spettacolo Londra… genti diverse, culture che si incontrano, poi colori, profumi. Altro che da noi”.
Grillo in Inghilterra, proviamo a importare un po’ di civiltà anglosassone?
“No, macché. Saremo noi a contagiarli. Siamo noi i più pericolosi. Basta guardare indietro: è Mussolini che ha inventato Hitler, mica il contrario. E le mafie che dominano la criminalità organizzata in giro per il mondo di chi sono… nostre. Siamo contagiosi, basta che uno stia una settimana in Italia e resta fregato. Guardate che cosa è successo al povero presidente Topolanek. A casa sua era una persona seria, poi è venuto in Italia e zac… l’hanno fotografato nudo in mezzo alle ragazzine”.
L’Europa berlusconizzata… è andato a Londra per mettere in guardia gli inglesi?
“Mi sono trasformato nel ‘Grillo M a n n a ro ’, ma in fondo sono buono, non divoro nessuno. Ululo alla luna nella City di Londra. Voglio fare paura ai politici e agli economisti inglesi con un racconto agghiacciante…una storia horror con personaggi come Berlusconi, Napolitano e Geronzi”. Il Cavaliere fa più paura del Mastino dei Baskerville? “No, non mi credono. Roba da matti, se gli racconto l’Italia di oggi non si spaventa nessuno perché sembra una storia troppo incredibile. Metafisica. Berlusconi, Napolitano e Geronzi… all’estero nessuno crede alla loro esistenza. Entità che mettono a repentaglio la cultura occidentale.
Ora può succedere anche a Parigi. Il virus si sta spargendo, Cameron lo troveranno con una pensionata di ottant’anni, la Merkel con un quindicenne palestrato, Sarkozy con trans”.
Qualcuno la rimprovera di disfattismo, di parlare sempre male dell’Italia…
“G u a rd i … sono arrivato a Oxford e ho scoperto che l’insegnante di letteratura inglese è una signora di Napoli. Una con delle palle esagonali. E poi architetti, scienziati, economisti. No, io non parlo male degli italiani, anzi, noi abbiamo una fantasia che gli altri si sognano. Noi abbiamo delle marce in più. Poi, però, i nostri ragazzi devono lasciare il Paese e non tornano più. Qui devi vivere con 2.000 euro al mese. Qui ti spegni come una fiamma senza ossigeno, mentre all’estero puoi fare quello che hai studiato e sognato…”.
Perché in Italia no? Colpa di Berlusconi?
“No, non è soltanto lo psiconano. Non diamo tutte le colpe a lui, troppo facile. È il Paese che è fallito. Abbiamo 100 miliardi di interessi per il debito pubblico, un terzo delle industrie chiuse.
Qui viviamo di opere e di cemento. L’economia sta su sulla sabbia impastata, come i castelli della spiaggia. Qui devi delinquere per sopravvivere, ma tanti italiani non se la sentono più”.
Va bene, ma se lei fosse al governo che cosa farebbe?
“Tante riforme: tanto per cominciare le leggi tre mesi prima di entrare in vigore devono andare su Internet, poi vogliamo referendum propositivi validi anche senza quorum. E ancora: via le province, addio doppi incarichi. In economia via le stock option e introduzione di un tetto massimo e minimo per i salari di manager e operai. Ma devo continuare…?
Perché qui non si finisce più, riforma della scuola, obbligo per tutti di studiare la Costituzione”.
Basta così. Ma cambiare adesso, con la crisi, non è poi così facile…
“E invece è proprio questa la grande occasione, il fallimento dell’economia che ci permette di riscrivere le regole”.
Intanto cominciate con la rete europea. Ma il blog di Beppe Grillo è davvero esportabile? Sta per nascere Joseph Cricket e Joseph Grillon?
“Sono stato in Francia, Olanda, Germania, Austria. Dappertutto ci hanno chiesto di raccontare
come sono nate le nostre liste Cinque Stelle. C’è un comico, Mark Thomas, che è un Grillo
inglese: chi entra ai suoi spettacoli vota sui problemi della città.
Mark ha un blog con il suo pubblico, prende posizione, ha scritto un manifesto politico”.
Ma quali problemi abbiamo in comune? Pensa che un tedesco si mobiliterebbe per noi?
“Non ci conosciamo, i tedeschi non sanno niente di noi. E i bulgari? Sappiamo appena che esistono. Manca un’identità. Eppure ci sono tante battaglie da fare insieme. Prendete la Slovacchia dove l’Enel vuole costruire due centrali nucleari. Ci stiamo lavorando.
Ancora: siamo in contatto con blogger indiani e serbi. Stiamo mettendo su un programma
da condividere con la rete del resto d’E u ro p a ”.
Così è nato “Il grillo mannaro a Londra”, un viaggio in Europa, chissà che idea si faranno
gli altri di noi…
“Non è uno spot su Londra, né una denigrazione dell’Italia. È un modo per raccontare che i sogni
si possono realizzare. E poi le soluzioni si condividono, diventano patrimonio di tutti, grazie alla
rete. Preparatevi, adesso dopo l’Italia puntiamo all’Europa. Insieme potremo affrontare tante
battaglie, come quella sulla legge bavaglio.
Da: "Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
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